Parte Video Sound Art, il festival che unisce universo sonoro e temi di riflessione dedicato all’arte contemporanea. Questa nona edizione si terrà presso il Liceo Volta di Milano, un luogo caro alla memoria della città e fortemente legato agli stimoli della creatività giovanile
Dal 28 novembre al 1 dicembre 2019 appuntamento con la IX edizione di Video Sound Art. Scelto dalla curatrice Laura Lamonea, il tema di quest’anno è “il resto”, qui inteso come universo – dalla dimensione immateriale delle parole a quella concreta degli oggetti – che costituisce gli scarti delle operazioni di classificazione. Oggetti, ma non solo, che non vengono collocati sugli scaffali o incasellati in categorie. Di conseguenza, ‘cose’ che non hanno una funzione spendibile nel mondo in termini di valore di scambio.
Istallazioni, film, performance (di dodici artisti tra italiani e stranieri), allestimento dello spazio nella scuola: sono questi i mezzi espressivi scelti per comunicare la natura del soggetto in mostra. Tali modalità di comunicazione vogliono rappresentare un aspetto profondamente insito nell’identità dei prodotti (idee o oggetti) di “scarto”: l’indeterminatezza dell’avvenire, che libera completamente la gamma delle prospettive sul loro futuro e apre alla trasformazione, alla rivoluzione, al cambiamento dell’ordine costituito. Per cui, il percorso espositivo è progettato in ascendenza, assumendo come vettore le scale e i corridoi del liceo.
Video Sound Art sostiene la creatività di giovani artisti attraverso un bando open call e un programma di residenza, quest’anno realizzata grazie alla collaborazione con il Laboratorio di restauro di Palazzo Abatellis di Palermo. Le vincitrici di questa edizione, Caterina Gobbi e Cecilia Mentasti (autrici del restauro degli stucchi siciliani seicenteschi di Giacomo Serpotta), avranno la soddisfazione di vedere esposta la loro opera durante il festival.
E non finisce qui. La rassegna contempla un focus speciale sul sonoro, curato Davide Francalanci: performance live, dirette radio, e uno spazio musicale dedicato alle giovani formazioni del liceo. Il fil rouge del cartellone è l’intertestualità, che dalla pratica filosofica passa all’universo dei suoni. Si parte dall’idea dei Passages, il volume in cui Walter Benjamin restituisce un’immagine della città di Parigi a partire da un archivio di ritagli e organizza l’opera come una costellazione in cui il lettore ha piena libertà di movimento, anticipando i modelli di intertestualità oggi comuni in rete. E si prosegue attraverso l’analisi di pratiche di appropriazione e rielaborazione di materiali di diversa provenienza alla programmazione musicale di questa parte del festival, promuovendo l’alternanza di performance dal vivo e sessioni di ascolto (Bob Corsi, Radio Raheem, HLMNS RA) che ne dimostreranno attualità ed efficacia.