Tuscia, la terra del cinema in 30 pannelli

Tuscia terra di cinema

Viterbo e la sua provincia sono sempre stati un set perfetto per una vasta gamma di film, da scoprire in un progetto a larga scala con otto itinerari cineturistici in 19 comuni

Da Filoteo Alberini a Checco Zalone, dai primi del Novecento ai giorni nostri, passando per Welles, Pasolini, Monicelli, Fellini, Tarkovskij, Comencini…
Che cosa lega insieme tutti questi importanti registi e i loro famosi film? Sembra difficile a dirsi, ma non lo è: la Tuscia. Ovvero quella subregione tra Alto Lazio, Umbria e Toscana che viene identificata in linea generale con Viterbo e la sua provincia.
Un territorio pieno di suggestioni storiche e naturali, ricco di arte e cultura ma anche selvaggio, che non poteva non rappresentare una location perfetta per una vasta gamma di pellicole, da quelle in costume ai film di genere.

L’elenco sarebbe davvero lungo e l’impresa di programmare un viaggio in Tuscia alla ricerca di quei luoghi si rivelerebbe ardua, ma c’è qualcosa di importante che viene in aiuto dei cineturisti: gli speciali pannelli, trenta in tutto, che sono stati disposti da Tuscia Terra di Cinema – in collaborazione con il Tuscia Film Fest e con il sostegno della Regione Lazio – in 19 comuni.

Un progetto nato per celebrare il rapporto tra grande schermo e la provincia di Viterbo, nel quadro di un progetto complessivo di promozione che sarà lanciato a settembre e vede otto itinerari cineturistici e altrettante cinemappe, due mostre fotografiche già allestite in Italia e a Berlino, un portale web in italiano e in inglese, un libro (La Tuscia nel cinema di Franco Grattarola), percorsi formativi rivolti a guide e operatori turistici e culturali e altro ancora.

Le 30 installazioni si trovano a Bagnaia (The young Pope, Habemus Papam), Bagnoregio (La strada), Bassano Romano (La dolce vita), Bolsena (La donna del lago, Le meraviglie), Caprarola (I Borgia, I Medici), Castiglione in Teverina (L’anno Mille), Civita Castellana (Viola come il mare), Civita di Bagnoregio (I due colonnelli), Faleria (Nostalghia), Farnese (il Pinocchio di Comencini), Montalto di Castro (Divorzio a Las Vegas), due a Nepi (L’armata Brancaleone, Beatrice Cenci), Orte (Ritratto di signora), il Parco di Vulci (Non ci resta che piangere), Ronciglione (Lo scapolo), San Martino al Cimino (Il medico e lo stregone), due a Soriano nel Cimino (Il Vangelo secondo Matteo), Sutri (Catch 22 di George Clooney), Tarquinia (Giordano Bruno), Tuscania (Otello di Welles, Romeo e Giulietta di Zeffirelli), Vignanello (Tiramisù), due a Vitorchiano (Brancaleone, Il prode Anselmo e il suo scudiero) e ovviamente Viterbo, “città del cinema”, con cinque pannelli (I vitelloni, Il vigile, Il maresciallo Rocca, Freaks Out…)

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