Videocamera Panasonic AG-UX180

Test estratto da: Tutto Digitale 114 – Speciale Estate 2017
Videocamera
Panasonic
AG-UX180
– Prezzo: € 3.450,00 IVA 22% Esclusa
La Panasonic AG-UX180 è solida e robusta, e sotto la corazza nasconde tante piccole grandi sorprese: oltre ad un obiettivo wide da primato e un sensore d’immagine più grande della norma per la categoria, ci sono controlli ad hoc per padroneggiare l’immagine sotto ogni punto di vista
PANASONIC

La Panasonic AG-UX180 è definita Premium. Non si tratta solo di distinguerla sui cataloghi dalla sorella minore AG-UX90 (chiamata Standard), che ha aspetto identico, caratteristiche diverse e un prezzo quasi della metà. La AG-UX180 ha davvero qualità che la distinguono dalla media dei prodotti della sua categoria.
La videocamera è infatti destinata principalmente per un uso professionale, studiata nei dettagli per dimostrarsi all’altezza nelle situazioni più complicate, quelle (per intenderci) in cui il soggetto è troppo lontano o troppo vicino, in cui manca la luce o qualcosa si intromette tra voi e la messa a fuoco ottimale.
“A tutto c’è rimedio”, sembra dirci questo camcorder solido, robusto e imponente.
Imponente nell’aspetto, ma a pieno carico (con lenti, paraluce, batteria) leggero quanto basta (2,4Kg.) per essere usato comodamente. Ma la sensazione di imponenza rimane, così come quella di robustezza: i materiali e le superfici sono quelli da battaglia. L’imponenza la 180 la comunica con il suo bell’obiettivo, proseguimento naturale del corpo macchina, studiato e progettato per essere una combinazione ideale con il grande (per una videocamera di questo genere) sensore da 1” incorporato. Il che può voler dire due cose: che il corpo è davvero contenuto, o che l’obiettivo è piuttosto importante. Entrambe le cose sono vere.
A sovrastare il tutto, l’impugnatura superiore, ampia, antiscivolo, che da una parte termina con il mirino OLED a colori da 0,39” e dall’altra presenta il blocco con microfono, da cui fuoriesce a sorpresa anche il monitor da 3,5” con funzioni touch.
Tante funzioni, pochi tasti: come fare?
La AG-UX180 concentra tutti i comandi nella parte sinistra del corpo macchina. I pulsanti, a ben guardare, non sono tantissimi, non si concede nulla al superfluo: ci sono solo i comandi più importanti, quelli che riguardano i 3 o 4 parametri fondamentali di ripresa: messa a fuoco, bilanciamento del bianco, shutter, iris. Da qui si può decidere se far fare alla macchina in automatico o se intervenire manualmente.
Ci sono poi i pulsanti personalizzabili: è l’operatore a decidere quale funzione accoppiare loro. A disposizione ci sono ben 44 diverse funzioni da assegnare a 9 pulsanti sulla videocamera e ad altri 4 pulsanti touch sul monitor. Ecco come si è riusciti a far convivere una gran quantità di funzionalità (ne vedremo alcune più avanti) con un numero relativamente ridotto di tasti: è l’operatore a decidere quali sono le operazioni più importanti per lui, a seconda della situazione. Centrale è anche, ovviamente, il menu touch sullo schermo da 3,5”.
Gran parte del lato destro della camera è occupato da un paio di sportelli trasparenti che proteggono gli alloggiamenti delle schede di memoria e i comandi di regolazione degli ingressi audio.
Sul lato posteriore destro sono invece concentrate le connessioni. Ce n’è per tutti: dall’HDMI ai connettori a baionetta per altre apparecchiature professionali, dall’XLR per l’audio a due diverse USB per interfacciarsi con un computer. Ben quattro sportellini proteggono i diversi tipi di prese.
Poi ovviamente ci sono le impugnature, quella laterale e quella dall’alto, ognuna con il suo tasto Rec e comando zoom dedicati. Per dare un’idea della cura dei dettagli, il pulsante superiore ha uno sportellino di protezione, per evitare pressioni accidentali. Secondo l’impugnatura in uso, sarà più comodo il mirino oppure il monitor. Quest’ultimo fuoriesce dal suo alloggiamento, in cui è ben protetto, e ruota di 270° per garantire la visione in qualsiasi situazione, sia quando la videocamera va tenuta molto bassa, sia quando è molto alta, sollevata sulla testa. I due elementi sembrano dialogare tra di loro: quando si guarda nel mirino, il monitor si spegne; si solleva l’occhio dal mirino, e il monitor si riaccende. La magia è opera di un sensore posto vicino al mirino, quando non riceve luce vuol dire che l’occhio è appoggiato sull’oculare, quindi non serve il monitor. Ottima idea per tenere spento uno dei due elementi se non è in uso, per consumare meno energia e allungare la vita degli schermi, anche se in alcune situazioni può esserci qualche piccola incomprensione: se si chiude inavvertitamente il sensore, si spegne il monitor che si sta utilizzando, cosa che può risultare fastidiosa.
Per evitare problemi in questo senso, è possibile associare l’accensione del monitor LCD ad un tasto utente (di fatto disattivando il sensore) o regolare la sensibilità del sensore medesimo.
Panasonic ha pensato di espandere ancora di più l’usabilità della videocamera con la possibilità di utilizzare un iPad per le regolazioni e il controllo dell’apparecchio. Basta un’app scaricabile gratuitamente, ma occorre un accessorio opzionale da collegare al camcorder, per dialogare wireless con il tablet.

Obiettivo su misura

E poi finalmente c’è lui, l’obiettivo, accoppiata vincente con il grande sensore incorporato. Firmato Leica Dicomar, con sistema a 4 gruppi di lenti  presenta una focale grandangolare molto ampia (24mm equivalenti se si registra in 4K/24p, 24.5mm invece in UHD/FHD). L’abbiamo provato in situazioni veramente critiche, all’interno di auto o in ascensori, e la AG-UX180 riesce a catturare con un’ampiezza di campo davvero eccellente con distorsione praticamente assente. Lo zoom ottico poi non è da meno: arriva a 20x.
Gli interventi digitali sono due: i.Zoom è il proseguimento dell’ingrandimento ottico, che da 20x si spinge a 30x elettronicamente, con risultati molto buoni e con pochissimo rumore visibile. In quanto alle prestazioni, il sistema fa un buon lavoro sul fronte della continuità: non si notano passaggi evidenti dall’ingrandimento ottico a quello digitale, che opera in piena continuità.
Il secondo intervento digitale è il DZoom: per i più spericolati si può ingrandire di 2x, 5x o 10x l’immagine (da wide a tele indistintamente, tutto viene ingrandito di quel determinato fattore), che dunque può arrivare a ingrandimenti davvero incredibili se lo zoom è già al massimo: parliamo di un 300x. Per la qualità d’immagine, se la luminosità mantiene ottimi risultati, il rumore d’immagine è inevitabile e piuttosto evidente, ma è chiaro che la funzione serve in emergenza e non ha ambizioni fotografiche.
L’obiettivo ha anche un’altra caratteristica molto importante per i professionisti: dispone di tre ghiere distinte per zoom, messa a fuoco e iris. Uno dei 4 gruppi del 4-Drive è proprio l’iris, a 9 segmenti, che può essere aperto o chiuso agendo manualmente con la ghiera dedicata. Avere tutto a portata di mano, per i tre componenti, permette di padroneggiare creativamente qualsiasi immagine.
Le operazioni sono agevoli e si ha davvero la sensazione di avere tutto sotto controllo, senza doversi destreggiare tra menu, impostazioni o comandi.

Stabilizzazione sotto controllo

Oltre alla tripla ghiera, una delle caratteristiche che ci è piaciuta di più in questa Panasonic è lo stabilizzatore di immagine. L’OIS si accende o spegne con un tasto dedicato e quando è attivo la differenza si vede davvero. Abbiamo provato con zoom spinto al massimo e con un’impugnatura volutamente scomoda (la peggiore delle situazioni) e quando abbiamo attivato l’OIS la ripresa è cambiata radicalmente. Come dichiara Panasonic, l’area presa in esame per la stabilizzazione è stata aumentata del 900% rispetto ai modelli precedenti e riesce a funzionare bene sia con grandi che con piccole vibrazioni. Mentre i piccoli tremori vengono praticamente soppressi, i movimenti più ampi vengono come ammortizzati. Se si effettua una panoramica in questa situazione, non si avverte quasi la presenza dell’OIS, che accompagna dolcemente i movimenti rendendoli molto stabili. L’effetto può essere calibrato con impostazioni apposite all’interno del menu: si può attivare lo stabilizzatore digitale aggiuntivo e stabilire la frequenza e l’ampiezza della sfocatura. A seconda del valore impostato sarà possibile fare intervenire la stabilizzazione in situazioni critiche come quelle che abbiamo citato, o con riprese in movimento, piuttosto che “ripulire” da eventuali vibrazioni indesiderate le riprese già stabilizzate su supporto.
Difficile trovare su macchine simili una gestione così approfondita di questa funzionalità.

Specializzata nell’AF

Per i fanatici del controllo dell’immagine, segnaliamo anche un altro aspetto davvero ben riuscito nella AG-UX180: il sistema di messa a fuoco. Naturalmente c’è il controllo manuale con pulsante Auto per fare intervenire la macchina in situazioni difficili, mentre abbiamo già citato la ghiera dedicata alla messa a fuoco. Ma qui c’è molto di più. Ad esempio è possibile memorizzare tre diverse impostazioni di messa fuoco e far passare da un preset all’altro la macchina al tocco di un tasto, regolando tra l’altro anche i tempi della transizione (un sogno per chi vuole giocare sulla profondità di campo per mettere in evidenza prima un soggetto e poi un altro). Ma come se non bastasse, è possibile toccare l’immagine sullo schermo e la videocamera metterà a fuoco quell’area dell’inquadratura. Qui è davvero facile cambiare focus: basta un tocco, davvero efficiente. Ancora, non finisce qui: addirittura è possibile, tramite apposite impostazioni, regolare per l’autofocus la velocità, la sensibilità e l’ampiezza dell’area di intervento.
Se poi c’è bisogno di lavorare manualmente, il Focus Assist è la chicca finale: su schermo vengono evidenziate con colorazioni apposite le aree a fuoco, per lavorare comodamente nelle situazioni più difficili di visibilità, ed è possibile ingrandire una porzione dell’immagine nel mirino per controllare in modo ancora più accurato.
Non sono le uniche indicazioni del genere che è possibile osservare nel mirino: oltre al classico zebra pattern, possiamo visualizzare il valore di luminosità del centro dell’immagine, la livella per verificare l’allineamento orizzontale e verticale dell’inquadratura, e addirittura un grafico in uno dei quattro angoli del mirino con vettorscopio o forma d’onda. Tutte funzionalità che permettono, in produzioni professionali, di tarare l’immagine nel dettaglio. Sempre in quest’ottica, non mancano le possibilità per calibrare il colore della scena quando si riprende con più videocamere: è possibile infatti intervenire su 16 fasi per la correzione dell’immagine, modificando un determinato colore (utile non solo per tarare le immagini, ma anche a scopo creativo).

Alta definizione flessibile

La videocamera Panasonic AG-UX180 incorpora un sensore MOS da 1 pollice che può registrare in 4k (9.460.000 pixel) o UHD/FHD (8.790.000 pixel).
Un sensore più grande di quello che di solito si vede sul mercato a questi livelli, che permette di registrare immagini in alta definizione davvero belle, anche in super slow motion (a 100 o 120fps) o in VFR (Variable Frame Rate, da 2 a 50 oppure 60fps con step predeterminati, per realizzare timelapse). Immagini nitide e definite anche senza luce, dato che è possibile registrare in IR, quindi grazie agli infra rossi, e con l’aggiunta di lampade specifiche i risultati possono essere davvero buoni.
Tanti i formati video che è possibile impostare: oltre al 4K a 4096×2160 pixel con immagine 17:9, si può scegliere l’UHD a 3840×2160 pixel o FHD a 1920×1080 pixel, entrambi in 16:9. Tra le tante combinazioni di risoluzione, frame rate e bit rate, è possibile arrivare a definire la qualità di immagine più adatta alle esigenze (e allo spazio disponibile sulla scheda di memoria). Dopo ogni selezione, se il formato di registrazione cambia, la videocamera richiede un riavvio (piuttosto veloce) e su schermo indica il numero di minuti a disposizione sulla memoria SD inserita. La videocamera può registrare in MOV, MP4 o AVCHD, altra componente di flessibilità per lavorare in fase di editing con qualsiasi ambiente.
Gli slot sono due e questo garantisce un’autonomia e una flessibilità importanti: non solo si può registrare su uno slot mentre cambiamo la scheda nell’altro (per registrazioni continue praticamente infinite), ma si può registrare la stessa scena sulle due schede, anche in formati diversi, o in modo continuo su una scheda e con i tagli sulla seconda. Un esempio di applicazione pratica? Si può registrare in massima qualità su una scheda e in formato più leggero su un’altra, per anticipare velocemente questa seconda tipologia di immagini all’editing ed accelerare la produzione.

Costruire l’immagine

Il punto di forza della AG-UX180 è forse proprio questo: tra regolazioni e funzioni speciali, è possibile arrivare letteralmente a costruire l’immagine desiderata. Non parliamo soltanto del controllo su cosa e come mettere a fuoco, delle regolazioni manuali o del bitrate in registrazione su scheda. Si possono fare molte altre cose, come impostare uno degli 8 preset di gamma a disposizione, per emulare la resa cinematografica, lavorando sui contrasti, le zone d’ombra e le zone di luce. Oppure è possibile correggere le zone sovraesposte, facendo emergere dettagli che altrimenti andrebbero persi. Insomma una miniera di possibilità a portata di mano, a volte un po’ nascosti nei menu, ma che dopo qualche tempo di studio sarà possibile padroneggiare con sicurezza.

Conclusione scontata

Compagna di lavoro affidabile ed efficiente. Non è stato facile avere a che fare con lei inizialmente: dopo un po’ di pratica e con l’aiuto di dettagliate guide di orientamento nel menu fornite da PDF scaricabili dal sito Panasonic Pro, siamo arrivati ad impostare la videocamera con le funzioni più utili nei tasti funzione e tutto è stato più semplice.
Si tratta di un prodotto pensato per inserirsi facilmente in un ambiente di lavoro professionale, ideale per videomaker indipendenti, troupe leggere, ripresa di eventi e cerimonie e così via: connessioni, supporti, tarature, tutto è pensato per lavorare  al meglio, ed è offerto ad un prezzo tutto sommato davvero competitivo per questa fascia di mercato.

Carlo Melis

Pagella

ESTETICA         8/10
Si fa notare questo camcorder per l’obiettivo importante, soprattutto con paraluce, pochi vezzi e molta sostanza.
COSTRUZIONE      9/10
Macchina leggera ma molto solida, materiali antiscivolo, dettagli ben curati. Sportelli robusti e connessioni professionali..
VERSATILITA’   10/10
Regolazioni manuali, tasti programmabili, parametri personalizzabili per autofocus e OIS, al limite del maniacale.
PRESTAZIONI    9/10
L’obiettivo non delude: il grandangolo è ampio e poco distorto. Anche con poca luce le riprese sono di alto livello, merito di sensore e processore che fanno il proprio dovere.
RAPPORTO Q/P        8/10
Uno strumento polivalente, caratterizzato da un prezzo giusto – se non conveniente – per un prodotto di questa fascia, con queste prestazioni.

PRO
✔  Qualità delle riprese
✔  Cura dei dettagli
✔  Quantità di regolazioni
✔  Possibilità di personalizzazione
CONTRO
✔ Non sempre il touch screen reagisce velocemente
✔ Ventola leggermente rumorosa

Costruttore:  Panasonic Corporation, Giappone
Distributore: Panasonic Italia, viale dell’Innovazione 3, 20126 Milano
tel. 02 67881- www.panasonic.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore di immagine: MOS 1,0” (dimensione effettiva)
Numero di pixel: FHD (1920×1080), UHD (3840×2160); 8,79 milioni di pixel – 4K (4096×2160) 24p; 9,46 milioni di pixel
Obiettivo: zoom motorizzato ottico 20x, con stabilizzatore ottico e ibrido a 5 assi, F2.8-F5.4 8,8mm-176mm (equivalente 25,4-508,0 mm FHD (1920×1080)/UHD (3840×2160) 59,94p/29,97p/23,98p; 24,0 -480,0 mm (4K – 4096×2160, 24 p
Diametro filtro: 67mm
Filtro ND: Off, ¼, 1/16, 1/64; Filtro IR: disattivabile
Distanza di ripresa minima (MOD): 1,0 m dall’obiettivo
Risoluzione max: 4K 4096 x 2160/24p, UHD 3840 x 2160/60/50p, FHD1920 x 1080/60/50p
VFR: (in modalità 1080/23,98p) in 10 step, da 2 fps a 60 fps (60Hz) / 9 step, 2 fps a 50 fps (50Hz). SuperSlow Motion in FHD ad alta velocità a 120 fps (59,94 Hz) o 100

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