Nel novembre 2011, Canon organizzò un lancio a Hollywood che è entrato nella storia del Cinema Digitale, per almeno due motivi. Innanzitutto per la cornice, cioè per l’evento nel suo complesso (al quale Tutto Digitale partecipò come unica rivista italiana invitata), studiato nei minimi dettagli e con il fascino della location californiana che è sinonimo di Cinema. E anche per il prodotto presentato, il primo modello della gamma EOS Cinema, la videocamera (o meglio la macchina da presa digitale) C300.
Un modello di rottura con la precedente produzione Canon, e sotto alcuni aspetti anche con il mercato dell’epoca. Accolta con favore fin dalla sua presentazione, la C300 ha poi visto la nascita di due ‘sorelle’, una di livello superiore, ammiraglia della serie Cinema EOS, la C500 (capace di riprendere e memorizzare – su registratore esterno – in 4K) ed una entry-level, la C100. Quest’ultima ben presto – grazie anche al rapporto fra qualità, prezzo e dimensioni assai favorevole – ha conosciuto una notevole diffusione in diverse applicazioni video televisive e cinematografiche e costituisce la base perfetta per entrare al meglio nel sistema Cinema EOS di Canon. Non a caso, fra l’altro, tre fiammanti ‘corpi’ C100 hanno costituito altrettanti super premi per ogni vincitore di categoria dell’edizione 2014 de La Grande Occasione appena conclusa…
L’evoluzione della specie
A distanza di tempo, questo modello ‘strategico’ della gamma Cinema EOS si aggiorna. Fedele al detto ‘squadra che vince non si cambia’, il tutto avviene senza stravolgimenti della formula, mantenendo l’impostazione di base arricchita di tanti piccoli-grandi miglioramenti. Di conseguenza, nella pura tradizione Canon, la macchina mantiene il nome della precedente versione, con l’aggiunta di un ‘mark’; la nuova nata si chiama dunque EOS C100 Mark II (o MK II, per chi ha fretta…).
Non trattandosi dunque di un modello inedito, ma ‘solo’ di un aggiornamento del precedente, per non replicare quanto già scritto qui non troverete una prova tradizionale, ma una sorta di corpo a corpo Mark I/Mark II, o meglio un’analisi delle differenze fra le due versioni. Per tutti i dettagli di base, basterà dare un’occhiata alla prova della C100 pubblicata su Tutto Digitale numero 83, che vale in sostanza per gli aspetti qui non menzionati, che risultano di fatto inalterati.
Abbiamo detto che impostazione e fattore di forma della C100 – due delle caratteristiche alla base del successo della macchina – non sono cambiate, ed infatti a prima vista la ‘I’ e la ‘II’ appaiono identiche. qualche piccola differenza – oltre alla presenza della scritta Mark II sul modello relativo, ovviamente, è visibile sul retro, come noteremo più avanti, ma i tanti piccoli-grandi miglioramenti sono soprattutto all’interno.
Sensore e processore
Ed ora, come sempre, partiamo dal sensore. La C100 Mark II è dotata dello stesso CMOS Super35mm da 8.29 MP effettivi presente sulla C100 di passata generazione (peraltro utilizzato anche nelle C300 e C500), mentre adotta un processore inedito per il sistema Cinema EOS, il DIGIC DV 4.
Si tratta di un aggiornamento importante, perché il nuovo processore contribuisce ad ottenere una migliore qualità di immagine, grazie anche al controllo dei falsi colori, e di moiré e jaggies (cioè ‘scalettature’), oltre a limitare il livello di rumore a valori elevati di ISO. A tal proposito Canon segnala che ora è possibile registrare con eccellenti risultati anche a valori impossibili; grazie anche a un nuovo sistema di signal processing, che espande la sensibilità da 320 ISO al valore record di 102,400 ISO. La nostra prova pratica, in effetti, ha mostrato una resa quasi incredibile in queste condizioni.
Come nella versione precedente, non mancano gli indispensabili filtri ND incorporati (clear, 2, 4 e 6 stop), attivabili dal corpo macchina tramite una ghiera.
Il processore DIGIC DV 4 pilota al meglio il nuovo, avanzato, algoritmo di debayering per la gestione dell’immagine, chiamato Over Sampling HD Processing. Il metodo prevede la cattura di un’immagine 4K, quindi i canali RGB sono separati in tre segnali individuali da 8 megapixel 4K, ed infine i segnali 4K RGB sono multiplexati e downscalati internamente in un segnale HD 1920×1080 che viene registrato.
In tal modo la risoluzione ‘percepita’ risulta migliorata e l’immagine registrata internamente (o trasferita via HDMI a un registratore esterno) sarà più definita.
Come richiesto a gran voce dagli utenti della C100, e permesso di fatto dall’adozione di un processore più potente, ora la macchina registra in Full HD (1920×1080) a 50/60 (59.94)p in formato AVCHD e in MP4 (a 28 Mbps e 35 Mbps, rispettivamente). Entrambi condividono il codec MPEG-4 AVC/H.264 video.
Scelta infinita
Oltre alle opzioni per il 60p, un altro importante vantaggio derivato dall’adozione del nuovo processore è che è possibile ora registrare, in AVCHD o MP4, in una grande varietà di bitrate, risoluzioni, e frame rate e in due differenti modi di registrazione.
Oltre alla possibilità di Slow & Fast motion in MP4 (con velocità regolabile dal 40 al 250%), la presenza di un doppio slot per SD card (o meglio SDHC/SDXC card) permette il cosiddetto Double Slot Recording. Una soluzione che garantisce la massima versatilità, con opzioni per back up nello stesso modo di registrazione oppure diversi, la registrazione simultanea con bit rates in uno o entrambi i formati (AVCHD+MP4 oppure MP4+MP4), o anche fino a ben 12 ore di registrazione ininterrotta con la funzione hot indexing (AVCHD), e conversione MP4, che trasforma una registrazione AVCHD o MP4 dallo slot principale SD card in un leggero filmato MP4 a 3Mbps (640×360) nell’altro slot SD. Questa opzione offre quindi un file piccolo e leggero, che si può trasmettere wireless in maniera facile e rapida (da segnalare peraltro che la conversione MP4 non è possibile per i file MP4 a 35 Mbps e AVCHD a 28 Mbps).
Ecco la LUT
Il classico Canon Log offre una soluzione versatile, con un file dotato di grande gamma dinamica per la postproduzione, ma l’uscita per la visione su monitor non rappresenta accuratamente l’immagine finale. Con la C100 Mark II è finalmente disponibile una Log LUT (Look Up Table) che permette di ricevere un segnale corretto su un monitor connesso via HDMI.
Le immagini corrette possono essere visualizzate negli spazi colore Wide DR oppure BT.709.
Dato che la Canon Log Lut serve solo alla visualizzazione dell’immagine, può essere esclusa sul menu in caso di registrazione sull’uscita HDMI non compressa destinata ad un registratore esterno.
Tutto sotto controllo
Come sappiamo, ‘la potenza è nulla senza controllo’, e quindi, per la gestione della ripresa, Canon ha pensato bene di aggiornare la dotazione per quell che riguarda display e EVF della EOS C100 Mark II. Questo modello, infatti, è dotato di un nuovo display OLED da 3.5 pollici e 1.23 megapixel, che offre il 100% della copertura dell’angolo visivo, un angolo di visione di 28.2°, ampio supporto cromatico e migliorate capacità di visualizzazione in condizioni di illuminazione eccessive (riprese in pieno sole).
Anche dal punto di vista meccanico il monitor mostra alcune differenze. Innanzitutto è fissato sul lato sinistro del corpo macchina, anziché in alto come nella EOS C100, e può essere inclinato e ruotato fino a 270°, a vantaggio della versatilità di ripresa; poi, è dotato – a differenza di quello della C100, di un joystick e 3 pulsanti (MENU/CANCEL/DISP), che offrono accesso al menu anche quando la maniglia non è montata.
Novità anche sul fronte dell’EVF, il mirino, che nella nuova EOS C100 Mark II è stato sostanzialmente migliorato ed ora è regolabile: ora è da 0,45 pollici e 1.23 megapixel, e comprende un oculare in gomma più ampio, staccabile. A vantaggio dell’utilizzazione più comoda in una grande varietà di situazioni di ripresa, il viewfinder – dotato di pulsante on/off per ridurre il consumo – può essere inclinato fino ad un angolo di 68 gradi, ma, con la maniglia montata può arrivare a toccare quest’ultima.
Il bello dell’autofocus
Continuiamo con l’analisi delle novità importanti venendo al capitolo ‘messa a fuoco’. Anche se, come sappiamo, nell’uso professionale – in particolare sui set cinematografici – la norma è quella di regolare manualmente il fuoco, utilizzando un accessorio particolare (il follow focus) utilizzato ad arte da una figura professionale precisa (il focus puller), avere a disposizione un sistema AF performante può risultare utile in varie occasioni.
Il nuovo sistema di Canon Dual Pixel CMOS AF – introdotto con la EOS 70D e diventato disponibile come upgrade a pagamento per le EOS C100 & C300 – oggi è montato di serie sulla EOS C100 Mark II.
Questa tecnologia Canon utilizza ciascun pixel del sensore di immagine CMOS (costituito da due fotodiodi) anche come sensore AF a rilevamento di fase (sull’80% circa della superficie di scatto in orizzontale e in verticale). I due fotodiodi di ogni pixel possono essere letti insieme per lo scatto oppure separatamente per la gestione dell’autofocus. In questo caso, infatti, il segnale viene rilevato separatamente da ciascun fotodiodo; il rilevamento della fase fra i segnali (sfocatura) all’interno del punto AF viene calcolato dalla macchina per far muovere l’obiettivo secondo necessità.
Questa soluzione in qualche modo costuituisce un uovo di Colombo, perché permette di conciliare messa a fuoco rapida e qualità dell’immagine durante la ripresa di filmati (e scatti fotografici), non essendo necessaria alcuna elaborazione supplementare per i pixel dedicati all’AF.
Sostanzialmente il Dual Pixel CMOS AF è stato pensato da Canon per offrire una messa a fuoco morbida, precisa e veloce nelle riprese video e un autofocus rapido con gli scatti fotografici in modalità Live View. In particolare, per quello che riguarda il video, è semplice controllare la messa a fuoco quando il soggetto si muove all’interno dell’inquadratura.
In effetti, il Dual Pixel CMOS AF, come abbiamo avuto modo di appurare nel corso della prova pratica, offre una messa a fuoco automatica al tempo stesso fluida e solida, a vantaggio dei cambi di fuoco, con i soggetti che restano ‘tracciati’ quando si spostano – tanto a lungo quanto l’operatore tiene il soggetto in una porzione centrale del fotogramma.
In più, da segnalare un ‘effetto collaterale’ positivo determinato dall’adozione Dual Pixel CMOS AF, ovvero la risposta dell’One Shot AF, (in qualche modo un ‘focus check’ collocato frontalmente all’attacco dell’ottica), che è risultato più veloce e reattivo rispetto a quello della precedente versione.
100 posson bastare?
C’è da aggiungere che il Dual Pixel CMOS AF è compatibile con oltre 100 obiettivi Canon (EF, EF-S), fra modelli a focale fissa, grandangolari e teleobiettivi. Se è utilizzata un’ottica STM (EF-S 55-250mm F4-5.6 IS STM; EF-S 18-135mm F3.5-5.6 IS STM; EF-S 18-55mm F3.5-5.6 IS STM; EF-S 10-18mm F4.5-5.6 IS STM), risulta possibile sfruttare la funzione face detection AF (Face AF). A dire il vero non siamo troppo propensi a tale genere di opzioni, ma dobbiamo dire che in questo caso il funzionamento è apparso rapido e preciso, ineccepibile; fra l’altro, Face AF è capace di rilevare più di un volto contemporaneamente presente nel quadro, permettendo anche all’operatore di saltare dall’uno all’altro senza problemi.
Se non ci sono volti inquadrati e il menu è regolato su Face Priority, il sistema Dual Pixel CMOS AF (se attivato) ha effetto solo sul centro del quadro; se il menu è settato su Face Only, e non viene rilevato alcun volto, la macchina si predispone su fuoco manuale. Naturalmente le funzioni dell’AF sono opzionali, e possono essere attivate o meno via menu.
C’è anche il Wi-Fi
Una piacevole novità della Mark II è la presenza entrobordo del Wi-Fi, utile ad esempio per un semplice e rapido file sharing e per il controllo a distanza delle operazioni. In altre parole, una soluzione che aumenta la versatilità del mezzo, cosa che spesso si traduce in tempo e denaro, o comunque ‘sicurezza’. Utilizzando le frequenze di 5 GHz e 2.4 GHz, la macchina può poi trasferire i file video via server FTP per messa in onda istantanea, o mandare video MP4 ai browser di laptop o tablet per la visualizzazione o la memorizzazione. Ed è possibile naturalmente il controllo a distanza della macchina attraverso smartphone, tablet, o laptop compatibili.
Varie ed eventuali
La Canon C100 Mark II è ora dotata di un microfono monofonico, che permette di registrare segnali audio di base o semplici messaggi senza necessità di ricorrere ad unità esterne.
Nulla di straordinario, insomma, ma – come nel caso del flash integrato nelle fotocamere – un dispositivo utile in situazioni di emergenza o comunque minimali.
Altra novità, già disponibile nelle C300 e C500, la presenza del sempre utile vettorscopio. Arriva con la MK II anche la compatibilità GPS, che permette di aggiungere informazioni sulle location (latitudine, longitudine e altitudine) alle clip, utilizzando un’unità opzionale GP-E2.
L’elenco di tante altre piccole varianti è lungo, e si rischia di dimenticare qualche funzione…
Piccolo miglioramento, ad esempio, sotto il profilo dei controlli ‘assegnabili’, ora ben 17 (compresi i due nuovi, per Display e Waveform Monitor) o della gestione delle schede di memoria: gli slot per le due schede SD nella MKII sono dietro una copertura trasparente, per offrire ‘a vista’ un’idea della presenza a bordo delle schede o meno. Oppure possiamo ricordare che ora il pulsante Start/Stop, per una più agevole identificazione, è in quello che Canon definisce ‘bright red’.
O anche, l’impostazione ‘Noise free’ dei comandi, per un utilizzo silenzioso dei controlli principali.
Stiamo parlando di minime cose, ma che lasciano intendere come non si sia trascurato alcun dettaglio…
A proposito di dettagli, ce ne sono ancora diversi altri, orientati principalmente alla comodità d’uso. Citiamo ad esempio la procedura semplificata per l’inserimento e la rimozione dell’accumulatore. Il pulsante di rilascio ora è proprio a portata di batteria, e non a lato del corpo come in precedenza.
Altro accorgimento legato alla comodità e versatilità d’uso, l’adozione di attacchi per il cavalletto in standard 1/4”- 20 e 3/8” contemporaneamente.
Cosa ci siamo dimenticati? Di parlare del sistema di correzione dell’illuminazione periferica, che in sostanza previene l’effetto-vignettatura mantenendo la luminosità dell’immagine agli angoli del fotogramma (ottimizzato per 114 ottiche, fra EF, EF-S e EF Cinema), e forse qualcosa d’altro…
Una C100 versione racing
Dopo tanta teoria, veniamo alla pratica. Ricordiamo che la ‘vecchia’ C100, dal punto di vista delle prestazioni pure (definizione, resa cromatica, dinamica e così via) è comunque una macchina di ottima qualità, equilibrata, adatta a tutti gli usi ed anche pronta a cimentarsi in imprese impegnative.
La sensazione dopo pochi minuti passati con la ‘nuova’ è che questa non rinneghi l’anima di famiglia, ma incorpori un carattere più forte, più deciso, quasi fosse azionata – pensando ad un’auto – da un turbocompressore.
In effetti la pur ottima resa della ‘I’ sembra inferiore a quella della ‘II’; non stiamo parlando di un abisso, naturalmente, ma di una somma di piccole differenze che un occhio allenato comunque riesce a carpire. Parlando in generale, la Mark II riesce ad offrire file di grande pulizia complessiva, con immagini sempre assai definite.
In particolare, la resa è ottima anche in condizioni-limite di illuminazione; al massimo valore impostabile (102.400 ISO…) non si può certo dire che l’immagine sia perfetta, ma è ancora relativamente utilizzabile, e di certo superiore a quella ottenibile mediamente con altre macchine da presa, anche più costose.
Presi dall’entusiasmo per i tanti piccoli-grandi miglioramenti, e per la resa davvero all’altezza del nome Canon, non ci siamo concentrati troppo sui difetti… certo, ora è possibile registrare l’audio, ma parliamo di audio di back up o poco più… e qualche menu forse… e l’EVF va in rotta di collisione con la maniglia… e poi la baionetta è ‘solo’ F, che significa comunque oltre 100 ottiche Canon, ma poter scegliere fra versione F e PL (come le C300 e C500…) almeno avrebbe rassicurato psicologicamente… E ancora, viste le prestazioni, viene voglia di pensare davvero in grande, e dire ‘ma il 4K’?
Tutto questo per dire che Canon sembra aver centrato nuovamente il bersaglio, con una proposta già valida che è stata comunque migliorata. La C100 Mark II, insomma, sembra candidarsi come la macchina del momento, a cavallo del 2014 e 2015, grazie anche a un prezzo (4.350 euro IVA esclusa), non popolare ma di certo competitivo.
In altre parole, per chi della ripresa ha fatto il proprio mestiere (o desiderasse arrivare a questo), la C100 II costituisce un’eccellente base per partire bene. O anche, per chi pensasse davvero in grande e magari fosse già in possesso di una C300 o una C500, un ottimo ‘secondo corpo’ buono per tutte le occasioni.