Dopo l’ingresso trionfale nel 2017 del modello A1, per la sua gamma OLED 2018 Sony ha optato per una politica “sui generis”, non rinnovando completamente l’offerta ma ampliandola con nuovi prodotti frutto di un restyling dell’A1.
E così l’annuncio dell’AF8 ha colto un po’ di sorpresa chi si attendeva dall’azienda giapponese un TV OLED di seconda generazione, ma è stato comunque ricevuto con piacere considerato anche il prezzo di partenza del nuovo modello, ora più competitivo.
L’AF8 in prova in questo numero è in effetti equivalente all’A1 del 2017 già provato sulle pagine di Tutto Digitale, rispetto al quale si presenta con novità principalmente sotto il profilo del design. Approfittiamo dell’occasione, quindi, per descrivere i cambiamenti che caratterizzano la famiglia AF8, e approfondire il giudizio sulla qualità di immagine e di usabilità di questi televisori OLED Sony, dopo mesi di uso di un bel 55” A1.
Sempre minimalista
Una caratteristica saliente e praticamente unica della famiglia OLED A1 è lo speciale design “A-Frame”, a portafotografie, che vede il pannello del TV poggiare sul tavolo senza piedistallo, sorretto da un blocco posteriore verticale dove è collocata anche tutta l’elettronica. Il risultato è lo speciale orientamento “angolato” del TV, inclinato di circa 5” sul piano verticale.
Questo speciale design non comporta alcun problema o limitazione nella visione, perché quasi impercettibile; come sempre avviene quando si introducono varianti poco ortodosse, però, non tutti i pareri sono stati favorevoli. L’AF8 risolve il problema a monte e, pur mantenendo un design minimalista, poggia in verticale quasi perfettamente grazie ad un piedistallo di nuova concezione, estremamente sottile e poco visibile. L’elettronica ora è stata inglobata nel corpo del TV, distribuita lungo la superficie anziché concentrata nel montante verticale dell’A1.
Il risultato è un posizionamento più agevole del TV su un piano, in quanto l’ingombro in orizzontale si riduce sensibilmente, ma anche l’installazione a parete ne trae beneficio: ora il TV “stacca” dal muro molto meno di prima, per quanto l’installazione “fluttuante” dell’A1 (distante circa 10 cm dal muro) può anche risultare gradevole e futuristica.
Di contro, dobbiamo dire, l’A1 nel complesso appariva più elegante specie se osservato diagonalmente, di lato. Il pannello posteriore dell’AF8 è meno ordinato, più plasticoso (e la plastica al tatto non ci fa particolarmente impazzire), ed anche lo speciale sistema di attuatori dell’Acoustic Surface scompare in modo più grossolano, contrastando con la sottile barra elegante che troviamo sul retro dell’A1.
Nel complesso l’AF8 è quindi simile ma più “verticale” nella visione frontale, un po’ ordinato nella visione di taglio. Poco male.
Per il resto AF8 ed A1 sono del tutto simili (ma non identici), compreso il telecomando dove troviamo solo una diversa disposizione dei comandi centrali, con il tasto “Discover” sostituito da una scorciatoia per le “App”, che non modifica in modo sostanziale l’usabilità. Rimane sempre un telecomando piuttosto complicato.
Video eccellente
La qualità di immagine offerta da questo AF8 è del tutto assimilabile a quella dell’A1. L’interfaccia per il controllo dei parametri è la stessa così come le caratteristiche complessive. Si tratta di una implementazione eccellente della tecnologia OLED che ne sfrutta in modo esemplare il contrasto assoluto, la qualità cromatica, con una precisa gestione del dettaglio e delle gradazioni ai livelli vicini al nero.
La luminosità dell’AF8 si mantiene al livello dell’A1: entrambi i modelli sono piuttosto conservativi nella gestione del picco, e soprattutto, utilizzando le modalità Cinema Home e Pro, si mantengono a livelli inferiori rispetto al massimo possibile per il pannello, tra l’altro sensibilmente inferiore rispetto al massimo offerto dagli LCD HDR Sony o concorrenti (600 nits contro 1000 nits o più degli LCD ad alta luminosità).
La minore luminosità di picco di questo Sony rispetto ad altri OLED basati sullo stesso pannello, però, viene a vantaggio della prestazione nella gestione delle sfumature di colore e dei livelli di luminosità più bassi, dove riscontriamo la precisione dei dettagli e la pressoché totale assenza di artefatti, con un minimo sacrificio sui toni più alti del bianco (che può essere compensato impostando il contrasto non oltre 85). La naturalezza e continuità con cui viene riprodotta la scala dei grigi è assicurata dal sistema di processamento di altissimo livello che differenzia la proposta Sony rispetto alle altre sul mercato, offrendo i risultati più naturali ed accurati.
Altrettanto degne di nota è la resa di questo TV in fatto di gestione dei colori, delle immagini in movimento e la qualità dell’upscaling, tutte funzioni basate sul processore X1 Extreme, già trovato nell’A1 come in altri modelli top di gamma dell’azienda.
In upscaling di contenuti SD, AF8 ed A1 svolgono un lavoro egregio, con immagini molto dettagliate e la minima introduzione degli artefatti tipici da interpolazione, mantenendo al meglio la qualità del segnale originale. Il risultato può in effetti apparire un po’ morbido, ma consigliamo vivamente di non intervenire troppo con il controllo di sharpness (comunque disponibile per adattarsi al gusto personale).
Molto buone le prestazioni con immagini in movimento. Solo in 24p, disattivando completamente il MontionFlow o impostandolo nella modalità TrueCinema, è possibile riscontrare occasionalmente una leggera scattosità, intrinseca di questo tipo di contenuti, ma la riproduzione rimane gradevole e precisa. È possibile attivare il Motion Flow in modalità personalizzata che permette di regolare l’inserimento di fotogrammi interpolati in base al gusto personale: impostando la fluidità a livello minimo, il miglioramento è percettibile, aumenta la risoluzione dinamica, e il cosiddetto effetto “soap opera” appare minimo se non trascurabile. Può essere una buona soluzione quando si voglia privilegiare una maggiore precisione del dettaglio e si sci infastiditi dalla naturale scattosità del 24p. Naturalmente si possono scegliere le impostazioni più aggressive anche nella modalità personale, o scegliere le apposite modalità Standard e Smooth. In questo caso l’effetto soap è inevitabile, ma sempre virtualmente senza artefatti. Un’ottima implementazione del MotionFlow.
È presente anche una modalità con black insertion, attivabile impostando il controllo Clearness su Alto/High. In questo caso però la luminosità media scende sensibilmente e si introduce un pesante flicker, molto visibile con segnali 24p e 50p, che a nostro avviso risulta non tollerabile, soprattutto considerato il limitato beneficio sulla qualità della visione.
Ottima anche la gestione dei colori. Le impostazioni di fabbrica sono piuttosto accurate, ma si può eseguire una precisa taratura mediante i controlli avanzati, sia impostando la temperatura media di colore (Expert 1 e 2 sono le più corrette), che intervenendo in modo molto preciso sulle sui livelli dei tre colori RGB che possono essere corretti su 10 punti indipendenti.
Eccellente in SDR
L’AF8, come l’A1, offre diverse modalità di immagine. Cinema Pro offe la riproduzione cromatica più accurata, ed è la modalità che abbiamo scelto per la taratura del TV e la valutazione dei diversi parametri di immagine. Anche Cinema Home offre buone performance, generando immagini generalmente un po’ più chiare, mentre le altre impostazioni Standard, Vivid, Game etc producono risultati più brillanti, massimizzando la potenza luminosa (ed anche il consumo) ma risultano meno accurati sotto il profilo cromatico.
L’AF8 e l’A1 offrono un sistema di gestione della luminosità di picco del TV piuttosto particolare. Di fatto il valore massimo viene regolato da due parametri: Brightness (Luminosità) e Peak Luminance (si chiamava Xtended Dynamic Range nell’A1 prima dell’upgrade firmware al Dolby Vision). In realtà anche il Light Sensor ha un effetto, ma lo consideriamo disabilitato per l’analisi, così come va disattivato l’Advanced Contrast Enhancer e Black Level va lasciato su 0.
Se Peak Luminance viene impostato su Off il TV non converte i segnali SDR in HDR, affida il controllo della luminosità al parametro Brightness che, quando imposato su Max, permette di raggiungere i 100 nits circa. Questo picco è naturalmente inferiore rispetto alle massime potenzialità del TV, ma risulta adeguato alla visione di segnali SDR in ambiente non completamente illuminato e senza riflessi diretti sullo schermo. Si tratta della impostazione che più raccomandiamo per la visione di programmi TV, in quanto l’intervento sulle immagini è minimo, il che ha il vantaggio di non esaltare rumore ed artefatti di compressione tipici di questi segnali.
Impostando Peak Luminance in una delle altre tre modalità Low/Mid/High, viene di fatto attivata la conversione SDR > HDR. Con Peak Luminance regolato su Low la luminosità generale si attesta su livelli simili al caso Off, ma il picco viene aumentato (circa 140 nits) ed applicato un rimappamento dei livelli più alti che diventano più brillanti. Allo stesso tempo viene inserita una leggera maschera di contrasto che può portare ad accentuare una eventuale rumorosità delle immagini (ad esempio il blocking di immagini troppo compresse, o il rumore di pellicola nei film, i bordi delle scritte). Nel complesso la modalità Peak Luminance Low ci sembra poco utile: una volta attivata la conversione in HDR, tanto vale avvalersi di una dinamica più alta.
Questa si può ottenere impostando Peak Luminance su Mid ed High, dove aumenta il picco di luminosità massimo in modo via via più evidente, e la rimappatura dei livelli risulta più efficace. La conversione è nel complesso poco invasiva, aggiunge dinamica e drammaticità, senza esaltare eccessivamente il rumore (che comunque può risultare più visibile a seconda del contenuto). Nella visione di materiale HD o UHD non HDR la nostra impostazione preferita alla fine risulta con Peak Luminance impostato su Medium e Brightness impostato su Max.
Considerate le interazioni fra i vari controlli è ovviamente possibile ridurre il valore di Brightness, paradossalmente riportando il picco di luminosità massima anche ai 100 nits del caso Peak Luminance = Off, con il risultato di avere applicato una trasformazione SDR > HDR più aggressiva, ma senza incremento del picco luminoso. Sconsigliabile.
Anche il controllo del Contrasto influenza indirettamente la luminosità. Abbiamo verificato come i livelli più alti del bianco vengano bruciati e impostato al massimo (100). Per mantenere una accurata riproduzione degli stessi, è necessario impostare questo parametro attorno ad 85. Questo riduce la percezione di brillantezza delle immagini più chiare, ma migliora la riproduzione dei dettagli sulle alte luci.
La dinamicità del nero in HDR e Dolby Vision
In riproduzione di contenuti HDR la situazione ovviamente cambia. In questo caso è necessario impostare Peak Luminance su High per poter gestire alle massime potenzialità del TV l’intera gamma di livelli possibile in High Dynamic Range. Analogamente il controllo Brigthness va impostato al valore massimo.
Da notare che è necessario tarare i parametri del TV per ciascun tipo di ingresso e di segnale. Ad esempio per ciascun ingresso HDMI vanno impostati separatamente i controlli per i segnali SDR, HDR e Dolby Vision, così come vanno reimpostati per la visione di immagini da App (Netflix, Amazon Prime Video etc) anche in questo caso nelle diverse modalità SDR, HDR e Dolby Vision.
La gestione dei contenuti HDR da parte dell’A1 è veramente buona sia dal punto di vista cromatico che della riproduzione del dettaglio. Il picco di luminosità, come già detto, non raggiunge i livelli dei modelli LCD, ma dal punto di vista della spettacolarità dei contenuti, però, l’HDR dell’AF8 (così come dell’A1) recupera grazie alla qualità del nero, del contrasto e della riproduzione delle sfumature cromatiche, dove rispetto alla tecnologia LCD lo stacco è evidente.
Sony ha deciso di rimarcare in modo particolare questo aspetto, portando l’AF8 e l’A1 a privilegiare in HDR la riproduzione delle basse luci, anche al prezzo di una leggera saturazione delle alte luci (utile anche per migiorare parzialmente la luminosità apparente). In pratica il processore Sony rielabora i metadata dell’HDR10 per creare una nuova mappatura dei toni volta a preservare una buona luminosità delle immagini, mantenendo l’intellegibilità delle sfumature più scure e complessivamente la brillantezza, sacrificando i livelli di luminosità più elevati, dove interviene la saturazione. Del resto è necessario gestire contenuti masterizzati per un picco potenziale di 1000 nits o 4000 nits, rimappandoli sui 600 nits circa ottenibili con l’A1 e l’AF8: il sacrificio sui livelli più alti è necessario a meno di non ridurre pesantemente la luminosità media delle immagini. Questo si può verificare direttamente regolando il Contrasto su valori più bassi, il che permette di recuperare il dettaglio sulle alte luci, riducendo proporzionalmente la luminosità dello schermo. A nostro avviso non ne vale la pena, e riteniamo che l’implementazione Sony sia del tutto ragionevole nell’ottimizzare le qualità del pannello OLED sfruttandone i vantaggi e minimizzandone gli svantaggi rispetto all’LCD. Negli LCD infatti sono proprio la profondità del nero e l’accuratezza di riproduzione delle sfumature più scure ad essere limitate rispetto agli OLED, il che porta ragionevolmente a lavorare sul maggiore picco di luminosità per compensare con la brillantezza e la potenza luminosa. Quale è meglio? Molto dipende dal gusto, ma a nostro avviso i picchi di luminosità dell’HDR, per quanto dinamici e spettacolari, vanno raggiunti solo in condizioni molto particolari, tipicamente limitate a poche sequenze di un film, mentre la profondità del nero e la qualità dei dettagli alle basse luci influenzano la stragrande maggioranza della visione. E questo porta a preferire l’OLED…
Recentemente abbiamo ricevuto sul nostro A1 l’upgrade software abilitante per il supporto al Dolby Vision, purtroppo ancora non disponibile per l’AF8 al momento della prova (sicuramente sarà stato rilasciato per quando questo numero sarà andato in stampa). Per l’AF8 ci aspettiamo prestazioni del tutto simili a quelle dell’A1 coerentemente con quanto visto per tutte le altre tipologie di segnali.
Dobbiamo dire che l’implementazione del Dolby Vision in questo OLED Sony ci ha ha piacevolmente stupito. Con il sistema HDR targato Dolby il livello medio di luminosità dei programmi generalmente aumenta, con picchi di luminosità apparentemente ancora più brillanti, colori più ricchi e nitidi e, mediamente, una godibilità maggiore rispetto ai contenuti HDR che tendono a risultare più scuri al confronto.
I metadata dinamici del Dolby permettono di ottenere scena per scena il miglior compromesso fra brillantezza, dinamicità, dettaglio alle alte o alle basse luci, qualità dei colori.
Abbiamo avuto occasione di visionare alcuni programmi Dolby Vision tramite Netflix con risultati effettivamente molto interessanti. Da notare che con contenuti Dolby Vision il TV non permette di impostare la modalità di immagine: le opzioni Cinema Home, Cinema Pro eccetera non sono più disponibili e compare un nuovo profilo dedicato Dolby Vision che comunque permette di regolare tutti i parametri di immagine disponibili con gli altri modi tradizionali o HDR. Da segnalare che Sony, per motivi probabilmente legati alle capacità di processamento del TV, ha optato per una particolare implementazione del Dolby Vision che demanda al player collegato in HDMI parte del lavoro di elaborazione dei segnali. Questo significa che la compatibilità fra A1/AF8 e lettori BD UHD con Dolby Vision può dipendere anche da un aggiornamento di quest’ultimo: consigliamo di informarsi prima di procedere all’acquisto del lettore. Noi abbiamo effettuato i test utilizzando un Sony UHD BD player UBP-X700, che ha ricevuto a sua volta recentemente il relativo firmware upgrade per il Dolby Vision. Nessun problema ovviamente nel caso di riproduzione Dolby Vision in streaming da App come Netflix o Amazon Prime Video.
Nell’analisi di questo AF8 non possiamo tralasciare il sistema audio basato sulla tecnologia Acoustic Surface. Mediante due speciali attuatori, il pannello del TV si trasforma in un vero e proprio diffusore per la gamma medio alta, con la gamma bassa riprodotta da altoparlanti dedicati. Nell’A1 il “subwoofer” era uno solo, integrato nel supporto posteriore, mentre nell’AF8 è stato sostituito da due mid woofer più piccoli integrati direttamente nello châssis dell’apparecchio. Nel complesso la qualità audio dell’AF8 si conferma molto elevata, ma differente rispetto all’A1 proprio nella profondità e ricchezza dei bassi, che risultano più limitati rispetto al suo predecessore. In ogni caso è possibile collegare un subwoofer attivo direttamente al TV usando l’uscita cuffie, che può essere impostata come uscita Sub mediante l’apposito controllo del Menu. Va da sé che l’accompagnamento di un sistema home theater come si deve è l’unica soluzione che rende giustizia alla spettacolarità di immagini di questo AF8.
Android TV in evoluzione
Qualche nota in ultimo al sistema Smart. L’AF8 e l’A1 utilizzano il sistema operativo Android TV in versione 7.0 (l’upgrade alla 8.0 è previsto per il prossimo futuro). Android TV offre una ottima integrazione con tutti i servizi Google, e per gli utenti di Smartphone Android questo si traduce in una esperienza più integrata e fluida. È possibile utilizzare il proprio account anche sul TV per trovarsi con la selezione di film e musica acquistata tramite Google direttamente sul TV, gestire semplicemente gli account Spotfiy, Netflix e così via.
Nel compesso l’idea è buona… ma l’implementazione migliorabile.
Si parte con la schermata Home che presenta le app in un ordine tutto suo e poco decifrabile, ed insiste a proporre suggerimenti il più delle volte inutili. È possibile avviare la ricerca vocale, utilizzando il microfono ed il relativo tasto sul telecomando (unica funzione per cui si collegano in Bluetooth), e questo semplifica varie funzioni. Salvo che ogni tanto la ricerca non parte, o non funziona o si blocca.
Abbiamo utilizzato frequentemente le app Netflix, Amazon Prime Video, Spotify e Infinity, con performance generalmente buone, anche se può succedere che le app non partano al primo avvio (in particolare Amazon Prime Video e Infinity), o si blocchino occasionalmente. In streaming Netflix 4K, specie se Dolby Vision, il sistema operativo rallenta un po’ prima di stabilizzarsi, ma nel complesso il funzionamento è fluido.
Molto utile l’integrazione della funzione Chromecast direttamente nel TV che di fatto lo rende utilizzabile come l’omonima dongle di Google.
Grazie alla connettività Bluetooth è possibile configurare cuffie senza fili (abbiamo provato con dei modelli JBL con buoni risultati, anche se ogni tanto il collegamento non avviene al primo colpo), mentre il Wi Fi dual band sembra avere una buona sensibilità in ricezione, sufficientemente rapido a trovare le reti e collegarsi. Il TV è dotato di doppio tuner che permette di registrare un programma digitale su HDD mentre se ne visualizza un altro (oppure si guarda in Streaming o da HDMI). Non sono invece presenti funzioni Timeshift, offerte da molti concorrenti.
Nel complesso l’usabilità è buona, ma il design migliorabile e qualche baco di troppo andrebbe eliminato. Segnaliamo infine qualche piccola anomalia con cui bisogna convivere. Quando si spegne il TV cliccando sul tasto Standby, l’apparecchio in realtà non si spegne del tutto. Dopo un po’ entra in una modalità intermedia, in cui a volte il Wi Fi risulta attivo (anche se si è disabilitata la funzione di accensione tramite Wi Fi). Per spegnerlo completamente è necessario tenere premuto a lungo il tasto standby, come per riavviarlo, per poi ripremerlo una seconda volta prima che si riavvii… E questo non è descritto nelle spiegazioni dell’apparecchio.
Con un prezzo di listino inferiore ai 2.500€, quindi di molto inferiore al prezzo di lancio originale del modello A1 di pari dimensioni, questo AF8 da 55” si colloca sempre in una fascia di mercato piuttosto alta rispetto ad altri modelli di pari dimensioni, anche OLED. Ma la qualità di immagine è eccellente e premiante. Tutti i benefici del processore Extreme X1 di Sony sono visibili sotto ogni punto di vista, e rendono questo TV un acquisto sicuro, capace di dare grandi soddisfazioni a chi da tempo aspettava il salto di qualità.