Le macchine fotografiche, reflex o mirrorless, sono oggi gli strumenti di ripresa prediletti da un numero crescente di videomaker indipendenti e società di produzione. Le fotocamere di ultima generazione, infatti, sono in grado di fornire, a parità di prezzo, una qualità d’immagine superiore a quella delle videocamere tradizionali. Naturalmente questo non significa che – in qualsiasi situazione di ripresa, dal documentario epr il web al film pe ril grande chermo – si debba utilizzare una fotocamera capace di regsitare video, anche perché esistono diversi limiti della soluzione-reflex, come ad esempio l’ergiononia studiata per scattare foto e non riprendere immagini in movimento, e la gestione dell’audio.Le reflex, infatti, proprio perché sono studiate per le foto, cosniderano nei fatti l’audio solo un accesorio o poco più, e quindi, montano in genere un microfono omnidirezionale di scarsa qualità – che cattura anche i rumori e i fruscii prodotti dall’operatore – e offrono opzioni limitate nelle regolazioni e nelle connessioni, che limitano la possibilità di registrazioni sonore Per questo, chi vuole ottenere una colonna sonora di buona qualità dovrà ricorrere a soluzioni di registrazione esterne, da affiancare alla macchina da presa.
Il problema in questo caso è trovare apparecchi compatti e leggeri che possano garantire ottimi risultati, senza compromettere l’agilità produttiva di un sistema di ripresa basato su reflex o mirrorless. Tascam, da oltre 40 anni tra le aziende leader nell’audio recording professionale, propone oggi un’ampia gamma di soluzioni portatili adatte al videomaking, tra cui il nuovo DR60D MKII, un registratore progettato appositamente per lavorare in accoppiata con le fotocamere di ultima generazione.
Il recorder a misura di reflex
Al contrario di molti audio-recorder portatili – anche della stessa Tascam – il DR60D è sprovvisto di microfono incorporato e richiede necessariamente l’utilizzo di uno o più microfoni esterni. Se per certi versi questa scelta può rappresentare un limite, è pur vero che chi cerca qualcosa di meglio dell’audio integrato della propria fotocamera difficilmente ricorrerà ad un registratore esterno solo per aggiungere un altro microfono omnidirezionale. Ne 90% dei casi, infatti, si andrà a usare un radio-collarino, un boom o un mezzo fucile. Ma allora non si potrebbe collegare il microfono esterno direttamente alla macchina fotografica? Purtroppo, come abbiamo accennato, la maggior parte delle fotocamere non è in grado di gestire il segnale audio in modo professionale; inoltre, sono pochissimi i microfoni in commercio con attacco mini-jack capaci di offrire una qualità accettabile. Utilizzando il registratore DR60D, invece, è possibile sfruttare gli ingressi XLR per accedere a un mercato vastissimo di microfoni di tutti i tipi e per tutte le tasche. Non solo: il registratore Tascam offre degli ottimi preampflicatori, l’alimentazione +48V per i microfoni passivi, la possibilità di mixare fino a 4 tracce contemporaneamente, potenziometri indipendenti per ogni canale e molto altro. Il tutto in un design ergonomico a misura di reflex, con tanto di piastra di ancoraggio per la fotocamera.
La maggior parte dei comandi è concentrata sul pannello posteriore: i potenziometri per i livelli in ingresso, con selettore line/mic/+48V, i pulsanti di registrazione e riproduzione, i controlli del menu e il display LCD con gli indicatori di volume e le altre informazioni da tenere sempre sott’occhio. Sul lato sinistro troviamo gli ingressi XLR e mini-jack, un ingresso Camera in (per monitorare l’audio integrato della fotocamera) e un’uscita Camera out (Low) con il proprio volume indipendente; una seconda uscita Camera out, con un output più potente (High), è invece presente sul lato destro, insieme all’uscita cuffie e al pulsante di accensione. Le uscite Camera out permettono di inviare un mix delle varie sorgenti collegate al DR60D all’ingresso microfonico della camera; in questo modo sarà possibile registrare la colonna sonora direttamente in macchina, evitando la fase di sincronizzazione in montaggio.
In realtà, come abbiamo spiegato, non tutte le reflex e le mirrorless in circolazione sono in grado di gestire correttamente un segnale esterno in entrata, per cui il rischio di distorsioni e picchi di volume aumenta. Meglio dunque utilizzare il DR60D come recorder vero e proprio (e non solo come un semplice mixer/adattore XLR), sfruttando l’audio della fotocamera solo come riferimento per sincronizzare le tracce.
Il registratore Tascam permette di lavorare non solo a 44.1 KHz 16 bit, ma anche a 48 e 96 KHz a 24 bit, per una qualità di campionamento superiore (i 44.1 KHz a 16 bit restano comunque più che sufficienti in condizioni di ripresa normali).
Come supporto di archiviazione, il DR60D utilizza le normali schede SD: se per registrare il video sono necessarie memory card capienti e veloci, in questo caso bastano le normali SD commerciali, anche perché un modello economico da 4GB può già contenere quasi 7 ore di audio in qualità CD o 2 ore a 96 KHz 24 bit (resta il limite di 2GB per ogni clip).
Il formato dei file può essere selezionato tra il classico WAV e il BWF (Broadcast Wave File), che incorpora alcune informazioni aggiuntive all’interno dello stesso file. Non è disponibile invece una modalità di registrazione a bassa qualità e lunga durata in formato compresso (MP3 o simile), a conferma che con il DR60D MKII si fa davvero sul serio…
Registrazioni in tutta sicurezza
L’incubo di ogni fonico di presa diretta, soprattutto quando si lavora sui dialoghi – che per loro natura hanno una dinamica molto incostante – è quello di registrare un audio saturo, distorto, che non potrà più essere recuperato nemmeno in post-produzione.
Per questo molti tecnici preferiscono tenere il livello di input più basso, rischiando però di cadere nel problema opposto, ovvero un segnale troppo debole; in questo caso, per riportarlo ad un volume accettabile, bisognerà aggiungere un guadagno digitale in montaggio, rischiando però di amplificare anche il rumore di fondo.
La soluzione ideale, insomma, resta quella di registrare il livello più alto possibile, evitando però i picchi di volume. Per ottenere questo risultato il DR60D ha un funzione molto utile chiamata dual mono (o dual stereo), in cui lo stesso canale viene registrato su due tracce, una al livello di input impostato e un’altra ad un livello più basso, a – 6 o -12 dB, per un backup di sicurezza: in corrispondenza di eventuali picchi l’audio buono potrà così essere recuperato da questa seconda traccia. Per stare ancora più tranquilli e avere la certezza di non registrare picchi troppo alti, il Tascam DR60D offre anche un limitatore automatico, che può essere ugualmente inserito su una sola delle due tracce. Infine, per attenuare scrosci e colpi, è disponibile un filtro Low Cut che può essere impostato su tre frequenze: 40/80/120Hz.
Per evitare poi che sia lo stesso operatore a produrre rumori fastidiosi nell’utilizzo del registratore, i vari pulsanti sono stati realizzati in gomma, in modo da risultare assolutamente silenziosi al tocco. Molto utile anche il selettore Hold, che permette di bloccare la funzionalità di tutti gli altri comandi, evitando che l’utente possa cambiare qualche impostazione in modo accidentale durante la registrazione (eventualità non così rara quando il fonico trasporta il registratore in uno zainetto o in un marsupio).
Tra le opzioni speciali segnaliamo il pre-rec, per catturare alcuni secondi prima che venga premuto il pulsante di registrazione, e l’auto-rec, che permette di avviare e interrompere la registrazione in modo automatico in base al volume della sorgente sonora (ad esempio si può impostare lo start quando il segnale ingresso supera i -12 dB e lo stop quando scende sotto i -24dB).
Rumore addio
Veniamo ora alla prova su strada, e diciamo subito che il principale punto di forza del DR60D sta proprio nella pulizia del suono: grazie a una sezione elettronica di alto livello, Tascam è riuscita a ottenere un rapporto segnale/rumore di 92 dB e più, tra i più alti nella sua categoria (le prestazioni sono migliorante proprio con la seconda versione MKII). I preamplificatori, in particolare, riescono a lavorare benissimo anche con i microfoni meno sensibili, senza introdurre sibili o fruscii. I tre livelli di guadagno digitale, insieme ai pre-amp e alle connessioni XLR/Jack e mini-jack permettono dunque di lavorare con microfoni di qualunque tipo e impedenza.
Durante il test abbiamo utilizzato indifferentemente microfoni dinamici, a condensatore e preamplificati e trovare ogni volta le giuste impostazioni è stato quasi un gioco da ragazzi. Se proprio si vuole trovare un difetto nel funzionamento dei pre-amp bisogna segnalare che la regolazione del livello avviene per step discontinui e non in modo lineare: in altre parole regolando il livello di input attraverso i potenziometri, il volume del singolo canale non si alza e si abbassa in modo fluido ma presenta dei salti, degli scatti improvvisi. Tale caratteristica può rappresentare un problema se si corregge il livello durante la registrazione, ma l’effetto si avverte solo in presenza di suoni costanti, mentre è del tutto impercettibile nella registrazione dei dialoghi.
L’alta qualità di registrazione si abbina a una grande praticità d’uso: il DR60D ha uno schermo ben leggibile, un menu intuitivo e dei controlli immediati, che lasceranno la libertà di concentrarsi sulla ripresa video (quando non si ha un fonico a disposizione).
Con il suo design compatto ed ergonomico, inoltre, il DR60D potrà essere montato sotto alla fotocamera o anche accanto, utilizzando una staffa o un rig (anche se sarà preferibile installarlo su cavalletto o portarlo a tracolla); per meglio dire, l’impostazioen dell’apparecchio sembra studiata per rendere l’unità un tutt’uno con la fotocamera.
Un punto debole del registratore Tascam sta invece nella durata delle batterie: il DR60D va alimentato con 4 pile stilo, che forniscono un’autonomia media di circa 3 ore. Risultati migliori si ottengono utilizzando al posto delle classiche pile alcaline delle ricaricabili ad alta capacità (meglio se di tipo Low self-discharge); tuttavia la durata delle batterie si riduce drasticamente se si utilizzano microfoni che richiedono l’alimentazione Phantom +48V.
In compenso il DR60D può sfruttare anche una fonte di alimentazione USB, per cui nulla vieta di utilizzare i classici power-bank che oggi vanno tanto di moda come batterie di emergenza per gli smartphone.
In conclusione il Tascam DR60D rappresenta una soluzione ideale per il videomaker indipendente, che cerca un apparecchio economico ma allo stesso ad alte prestazioni, facile da usare e da trasportare, che non appesantisca troppo il proprio set-up di ripresa: attaccato direttamente alla reflex, il DR60D sarà l’alleato perfetto per il videomaker d’assalto che lavora in solitario, ma che vuole comunque realizzare una colonna sonora perfetta.