Sony ha recentemente aggiunto alla sua famiglia di camcorder XDCAM il piccolo e compatto PXW-X70. Si tratta di un modello realizzato attorno ad un bel sensore CMOS Exmor da 1” e 20 Megapixel (di cui 14.2 Megapixel effettivi in registrazione video), che promette prestazioni di grande rilievo sia in termini di risoluzione che sensibilità.
Il sensore è affiancato da un obiettivo fisso Zeiss Vario Sonnar T* dotato di zoom ottico 12x, equivalente ad un 29 – 348 mm su 16:9, con apertura massima di F2.8 – F4.5. Le grandi dimensioni del sensore, superiori anche al formato 16 mm, permettono un controllo della profondità di campo migliore rispetto a quanto offerto da questa classe di prodotti ed in generale dai camcorder per impiego broadcast, normalmente dotati di sensori molto più piccoli. Questo garantisce la possibilità di ottenere un effetto bokeh migliore ed ovviamente di ridurre adeguatamente la profondità di campo.
Sotto il profilo realizzativo ed ergonomico l’X70 è un prodotto piuttosto classico. Si impugna con facilità con una sola mano, con cui può essere controllato nelle varie funzioni di ripresa. L’accesso a tutte le funzioni è possibile mediante i tasti disposti sul pannello sinistro; il controllo di messa a fuoco, apertura, otturatore e guadagno sono accessibili anche a display chiuso (ripresa tramite il mirino) assieme al tasto Menu, mentre a display aperto si può accedere anche al bilanciamento del bianco, la modalità del display, l’attivazione dei profili nonché il tasto Standby, quello per la review dell’ultima scena, il controllo dello stato dell’apparecchio e la visualizzazione delle anteprime (che di fatto permette di accedere alle funzioni di review delle clip).
Il display è di tipo touch, ma le funzioni tattili sono limitate a quelle di riproduzione. La navigazione nel menu è possibile senza toccare (e quindi sporcare) lo schermo utilizzando il piccolo joystick collocato di fianco al tasto di registrazione, manovrabile con il pollice della mano sinistra.
Ergonomicamente, quindi, tutto è molto corretto e comodo. Certo, in un apparecchio così compatto è quasi impossibile agire sui controlli di immagine (apertura, otturatore, guadagno) durante la ripresa a mano libera senza danneggiare la stabilità, anche per via delle dimensioni piuttosto ridotte dei tastini, ma è evidente che si tratta di operazioni da eseguire normalmente prima dell’avvio della registrazione.
Assieme al camcorder viene fornito il blocco impugnatura da montare nella parte superiore. Questo mette anche a disposizione gli ingressi XLR da utilizzare assieme ad un microfono (opzionale) aggiuntivo, ed una slitta MI per gli accessori, come il set per il microfono senza fili.
Per quanto riguarda gli automatismi di ripresa, è possibile affidarsi completamente al camcorder per l’impostazione dei parametri di guadagno, apertura e otturatore, oppure si può passare in manuale o in qualsiasi combinazione intermedia mantenendo in automatico uno o due controlli (ad esempio guadagno ed otturatore) e lasciandosi la possibilità di agire direttamente sui rimanenti (ad esempio apertura). A questo proposito è presente un selettore Auto/Manual di fianco alla batteria.
La ricerca del fuoco
La messa a fuoco a sua volta può essere automatica, piuttosto precisa anche se non particolarmente reattiva, oppure manuale, selezionabile con un tasto posto in corrispondenza dell’obiettivo. In questo caso Sony ha messo a disposizione numerosi strumenti per un controllo di precisione della focalizzazione. La ghiera posizionata attorno all’obiettivo (utilizzabile anche per lo zoom commutando con l’apposito selettore) permette una correzione molto fluida, il focus peaking, colorando i punti di messa a fuoco, consente di verificare la corretta focalizzazione con massima precisione, mentre la funzione di ingrandimento dell’immagine 4x o 8x (attivabile con un tasto collocato sopra l’impugnatura) aiuta a verificare al meglio il risultato delle impostazioni.
Su display e mirino è poi possibile attivare le griglie (piuttosto spesse ed ingombranti a dire la verità) per il controllo dell’inquadratura, i marker per svariati formati di immagine televisivi e cinematografici, lo zebra pattern per la verifica delle alte luci ed ovviamente l’istogramma dell’esposizione. Il display mostra anche lo stato di carica della batteria in percentuale, lo zoom (come valore numerico oppure con la classica barra), il codec, il tempo di registrazione ed il tempo residuo, nonché le due barre per il controllo del livello di registrazione audio stereo.
Tutte le informazioni possono essere visualizzate sia sul bel display da 3.5” dotato di 1.56 milioni di punti, che nel mirino OLED, molto luminoso e dotato di una risoluzione simile con i suoi 1.44 milioni di punti, utilissimo per la ripresa in condizioni di forte illuminazione.
Complessivamente l’X70 si utilizza con semplicità ma è capace di offrire anche un livello di controllo molto buono, completo e preciso. Ottimo quindi per l’impiego più veloce e semplice, in automatico, ma adattissimo anche per riprese più controllate, come interviste o registrazioni in studio.
A questo proposito segnaliamo anche le funzioni di stabilizzazione integrate, utili per le riprese a mano libera. È presente uno stabilizzatore ottico, molto efficace ed adatto in praticamente tutte le situazioni, cui è possibile affiancare un secondo livello di stabilizzazione elettronico (modalità Active) che elimina in modo ancora più invasivo qualsiasi tremolio, rivelandosi adatto alle registrazioni in movimento ed in situazioni più complicate. Per la ripresa su cavalletto la modalità Active va disattivata per eliminare gli effetti collaterali sui movimenti di camera voluti o le panoramiche, situazioni nelle quali il sistema presenta la classica latenza, oltre che rimuovere il leggerissimo fattore di zoom (circa 8%).
Per completare la carrellata delle funzioni più importanti di ripresa, segnaliamo il Clear Image Zoom che di fatto raddoppia l’ingrandimento massimo portando il 12x ottico ad un 24x effettivo. Si tratta di un intervento elettronico che, però, sfrutta la superiore risoluzione del sensore per generare immagini praticamente prive di artefatti. Raggiungendo il 24x si nota giusto un leggerissimo aumento della rumorosità. In caso di necessità è possibile utilizzare un ulteriore livello di ingrandimento digitale (Digital Extender) che porta lo zoom fino ad un valore esorbitante 192x, ma in questo caso la perdita di risoluzione è inevitabilmente più che evidente.
Pronto per il 4K
L’X70 è un camcorder versatile, ben progettato per la ripresa di eventi, notizie, interviste grazie alla grande maneggevolezza. Lo zoom è molto flessibile e fluido e va sottolineato che l’ottica è di tipo parafocale, ovvero mantiene la messa a fuoco anche durante lo zoom. Si tratta di una caratteristica interessante e poco diffusa in questa categoria di prodotti, che elimina quasi completamente la necessità di rifocalizzare quando si interviene sulla focale. Il risultato è che, specie con l’autofocus attivo ma anche in manuale, in fase di zoomata le immagini risulteranno sempre perfette. Utilissimo durante riprese di interviste, ad esempio, situazione che sembra essere ideale per questo apparecchio.
Nell’uso abbiamo avuto modo di verificare prestazioni interessanti del sensore, soprattutto per quanto riguarda la sensibilità.
La qualità delle riprese anche in condizioni di illuminazione non favorevoli infatti è molto buona, con il rumore bassissimo fino ad un guadagno di 9 dB, il che permette di gestire efficacemente riprese in interni, o serali, e accettabile anche a livelli superiori. Il guadagno può essere impostato fra -3 dB e +33dB offrendo un ampio margine di lavoro, sebbene avremmo gradito un passo un po’ più fine dei 3 dB minimi scelti da Sony. Naturalmente a livelli di guadagno importanti (15dB, 21 dB ed oltre) il rumore diventa significativo, seppure a grana molto fine che tende principalmente a produrre una sorta di “foschia” digitale.
Molto buona la risoluzione: le immagini sono definite e nitide. Le caratteristiche ottiche del sensore più grande della media per questo genere di macchine permettono anche di produrre immagini più raffinate e con un tocco più “cinematografico” rispetto al classico camcorder broadcast. Una scelta comprensibile in un momento di grande diffusione delle DSLR con ampio sensore per registrazione di video.
Importante la presenza del filtro ND integrato a 4 posizioni da 1, 1/4, 1/16 e 1/64 con cui si possono gestire le situazioni di forte illuminazione per ottenere risultati dinamicamente corretti.
L’ampio margine di risoluzione del sensore si riflette in immagini Full HD precise e molto definite.
La buona notizia è che nel corso dell’anno Sony rilascierà un upgrade della X70 (a pagamento) che permetterà di registrare anche in 4K, rendendo la spesa per l’acquisto della macchina ancora più futureproof.
L’upgrade sfrutterà la superiore risoluzione del sensore ed il codec XAVC per la registrazione, disponibile in aggiunta al classico AVCHD ed anche all’immancabile DV utile per le riprese in SD con compatibilità con il workflow Sony consolidato.
L’X70 offre da subito una nutrita serie di opzioni di registrazione, possibile tra l’altro su doppio slot per schede SD e Memory Stick utilizzabili sia per la registrazione simultanea, che relay e backup. Entrambi gli slot sono compatibili SD/SDHC/SDXC, mentre uno accetta anche Memory Stick.
A proposito di memoria, da segnalare che per la registrazione in XAVC è necessario utilizzare schede SDXC o Memory Stick XC-HG: indipendentemente dalla classe e velocità di eventuali schede SDHC inserite, la macchina si rifiuterà di registrare nel nuovo codec…
In AVCHD sono disponibili tutte le modalità usuali fino alla PS a 28 Mbps in formato 1080p60 o 1080p50. In XAVC HD, invece, la scrittura è disponibile ai bitrate di 50 Mbps e 35 Mbps in tutti i frame rate, ed a 25 Mbps nei formati 60i e 50i. Rispetto all’AVCHD, il codec XAVC lavora in 4:2:2 a 10 bit di risoluzione colore (con compressione Long GOP) il che assicura una qualità superiore sotto il profilo cromatico, più adatto anche alla postproduzione ed all’impiego in cromakey.
Il codec XAVC, che altro non è che una variante dell’AVC, si sta gradualmente diffondendo e sono oggi disponibili i plug in per i programmi di editing più diffusi, il che lo rende un’alternativa molto interessante anche in HD, oltre che permettere l’evoluzione al 4K.
Come si può intuire da quanto scritto, il PXW-X70 è un camcorder universale che può essere utilizzato sia nelle modalità di registrazione a 60 fps (mondo “NTSC”) che a 50 fps (mondo “PAL”). La commutazione è semplicissima ed affidata ad una voce del menu, curiosamente indicata come 60i/50i.
Effetti perfetti
Una funzione molto interessante per l’uso creativo dell’X70 è la possibilità di registrare a diversi frame rate per ottenere effetti di fast & slow motion naturali. Impostando il formato di registrazione a 50 fps è possibile registrare ad 1, 2, 3, 6, 12 e 25 frame, ottenendo così ottimi effetti di fast motion dal 2x al 50x, mentre impostando il formato 25 fps si può ottenere uno slow motion 2x (50 fps). Queste modalità sono possibili sia in registrazione XAVC che in AVCHD, ma non in DV, ed il framerate non può essere modificato durante la registrazione, ma solo pre-impostato, mentre l’audio non viene catturato durante la ripresa. Da notare che per la registrazione in slow & fast motion è consigliato utilizzare schede SD almeno di classe 10 utilizzando il codec AVCHD, oppure SDXC UHS-I U3 in XAVC.
Molto ampie le possibilità di adattamento delle caratteristiche di immagine. È possibile salvare fino a 99 profili differenti per impostare automaticamente il livello del nero, la curva di gamma (sono presenti due profili Cinematone ed il profilo standard ITU 709), il black gamma, il punto di compressione delle alte luci (Knee), le caratteristiche cromatiche (tono, saturazione, intensità delle singole componenti RGBCMY,) il livello di dettaglio. I profili possono essere utilizzati su più camcorder X70, copiandoli su scheda di memoria, e questo semplifica di molto la preparazione di riprese complesse affidate a più camcorder (identici, visto che i profili non sono compatibili con altri tipi di camcorder Sony).
Sempre ai fini della personalizzazione è possibile assegnare a 6 dei vari tasti (indicati con un numero progressivo) una delle oltre 30 funzioni disponibili, rendendo così agevole ed immediato l’accesso ai parametri di utilizzo più frequente.
Il camcorder è dotato di microfono integrato, ma montando il blocco impugnatura si guadagna anche il supporto per un dispositivo esterno e gli ingressi XLR a due canali, con selettori per il guadagno ed il tipo di segnale (linea, mic o mi +48V).
In dotazione viene fornito un telecomando con cui si possono controllare tutte le funzioni di riproduzione (ma non quelle di registrazione), e sono anche presentI l’interfaccia WiFi e la funzione NFC. Scaricando la app Content Browser Mobile, disponibile sia per Android che iOS , è possibile utilizzare uno smartphone o tablet come telecomando anche per le funzioni di ripresa, sebbene il controllo dei parametri di ripresa sia minimale: messa a fuoco in modalità touch, zoom e apertura del diaframma. Se lo smartphone è dotato di NFC, poi, l’accoppiamento dei dispositivi può avvenire in modalità one touch, semplificando ulteriormente l’operazione.
Degna di rilievo infine è la dotazione dei collegamenti. Oltre all’uscita HDMI (formato pieno) è disponibile anche un connettore 3G HD-SDI, una opzione difficilmente presente in questa classe di camcorder che garantisce una flessibilità ancora superiore nei collegamenti. Unico (piccolo) limite è l’impossibilità di utilizzare contemporaneamente i due connettori, così come l’uscita analogica (solo SD) disponibile solo mediante un cavo opzionale non in dotazione. Per commutare fra le diverse uscite video è necessario accedere alla apposita voce del menu.
Piccolo, ma tosto…
Nel complesso con il PXW-X70 Sony offre una opzione estremamente attraente per la registrazione professionale di livello ad un prezzo contenuto. La combinazione del grande sensore da 1” con il codec evoluto XAVC HD, il futuro upgrade al 4K e l’uscita digitale SDI è pressoché unica in questa categoria di mercato e rende questa XDCAM una scelta veramente interessante.
Ottima come videocamera di backup, ma anche come macchina principale per riprese “leggere”, capace di offrire una qualità di immagine notevole in interni quanto in esterni, e completa di un corredo di funzioni adatte ad integrarla in un workflow professionale.