A volte è difficile non cadere nella retorica per descrivere una situazione tipica. Ad esempio, non c’è nulla di sorprendente nel sostenere che reflex come le Canon EOS -1 D X Mark II e la Nikon D5 sono macchine in grado di calamitare l’interesse di chiunque si interessi di fotografia, perché rappresentano in qualche modo ‘il massimo’ della categoria, una delle possibili interpretazioni dello stato dell’arte attuale. Inevitabilmente quindi, intorno ai nuovi modelli – entrambi presentati ufficialmente in realtà da qualche tempo, ma di fatto disponibili solo da poco nei migliori rivenditori – si è creato un notevole interesse da parte di fotografi, giornalisti, addetti ai lavori in genere.
Al riguardo, ricordiamo cosa è successo con Tutto Digitale. Con un po’ di fortuna, e la preziosa collaborazione delle aziende e dei nostri colleghi francesi di Les Technonautes, siamo riusciti a pubblicare i test di entrambe le macchine non solo sul web ma anche sui numeri di Tutto Digitale in edicola (in anteprima assoluta!): la Nikon D5 sul 104, la Canon EOS -1D X Mark II sullo scorso 105.
A questo punto non c’è che da chiudere il cerchio, con uno ‘slalom parallelo’, ovvero un confronto a freddo – che troverete su queste pagine – fra le principali funzioni e caratteristiche delle due macchine. Un sorta di valutazione meditata, anche dal punto di vista della resa fotografica e delle capacità di ripresa video.
Siete pronti? Si parte!
Pesi massimi
Iniziamo, naturalmente, da una prima valutazione ‘ad occhio’, dopo aver estratto le macchine dall’imballo.
Il peso e l’ingombro sono simili, e collocano entrambe le reflex nella categoria dei ‘pesi massimi’: 158 x 168 x 83mm per la Canon, 160 x 158.5 x 92mm per la Nikon, e rispettivamente circa 1.530 g (con batteria) e 1.405 grammi (con batteria + 2 schede di memoria XQD).
Valori notevoli, dunque: del resto, stiamo parlando di due ammiraglie, che – per la grande quantità di funzioni disponibili, e gli accorgimenti adottati per il raggiungimento delle massime prestazioni e contemporaneamente per la cura dell’affidabilità – ‘non possono’ ingombrare di meno.
Diamo un’occhiata alla qualità della realizzazione. Inutile dire che, anche in questo caso, si tratta di prodotti di livello superiore, curati internamente ed esternamente.
A livello di realizzazione esterna, la Nikon appare un pizzico superiore, per la cura dei dettagli e delle rifiniture.
Giriamo intorno alle macchine, iniziando dal pannello superiore. Questo mostra per entrambe le fotocamere l’impostazione classica del 99,9% delle reflex. Nella Canon i pulsanti sono sparsi un po’ per tutta la carrozzeria; nella Nikon sono raccolti essenzialmente in due gruppi.
Anche il retro ha l’impostazione classica di tutte le reflex, con il monitor a sinistra e il comando circolare multifunzionale alla sua destra. Come in molti modelli top, poi, c’è un secondo, piccolo display in basso, e non manca una pletora di comandi sparsi su tutto il pannello.
Questa abbondanza di pulsanti, tasti, rotelle, apre una parentesi sulla logica di funzionamento e l’ergonomia delle macchine.
Qui, sinceramente, non ci sentiamo però di dare una preferenza, vista anche l’impostazione ricca di funzioni che rendono difficile un confronto passo-passo: inevitabilmente i canonisti si troveranno bene con la logica Canon, i nikonisti con quella Nikon. Due filosofie con vari punti di contatto, ed altri assai diversi…
In ogni caso, alcune funzioni strategiche (come il comando di modo o quello di accesso agli ISO) sono in posizione equivalente, rispettivamente a sinistra e a destra sul pannello superiore.
Torniamo al retro, e al display. Entrambe le macchine montano un LCD TFT con diagonale di 3,2 pollici (circa 8 centrimetri), non inclinabile né tantomeno ruotabile.
La scelta di non montare su macchine del genere monitor orientabili, ormai comuni – con modalità diverse – su reflex meno costose, ed anche mirrorless, potrebbe stupire, ma bisogna considere che tale soluzione è comoda per utilizzazioni (soprattutto video) dinamiche e inquadrature difficili se non impossibili. Ammiraglie come queste hanno una mole per la quale l’eventuale uso video cinematografico impone comunque accessori impegnativi, compreso un bel monitor esterno su supporto regolabile.
In ogni caso, la risoluzione offerta dal dispositivo adottato da Nikon è ben superiore nei numeri (2.359.000 pixel contro 1.620.000) e un po’ meno evidente nella pratica.
A proposito di sistema di visualizzazioine, o meglio di inquadratura, diamo un’occhiata al mirino a pentaprisma, per il quale entrambe le reflex offrono il 100% di copertura del campo inquadrato. Una differenza, stavolta a favore di Canon, è nell’ingrandimento, ovvero 0,76x per la Canon 1D X Mark II contro lo 0.72x della Nikon D5: non proprio quello che si definisce un divario enorme, ma, giusto per la precisione…
Sensori tranquilli
Passiamo ora al ‘motore’, al sensore e dintorni. Inutile dire che si tratta di dispositivi di tipo CMOS, tipologia che ha di fatto sostituito in tutto e per tutto il CCD, in taglia Full Frame, ovvero equivalente al 24 x 36 del classico fornato fotografico (esattamente 23.9 x 35.9 mm il valore dichiarato per Nikon).
Contrariamente a quanto verrebbe semplice ipotizzare, quindi, queste macchine top class non adottano un sensore da record, almeno dal punto di vista della risoluzione. Stiamo parlando di ‘appena’ 20 MP, o meglio 20,2 MP, per la Canon, e un po’ di più per la Nikon, 20.8 MP.
In realtà si tratta di una scelta perfettamente logica proprio in macchine di questo tipo, che non puntano tutto sulla definizione ma su una serie di altre caratteristiche che contribuiscono ad un equilibio generale di alto livello. Fra l’altro, come abbiamo sottolineato più volte, sensori ‘grandi’ (e qui siamo nel Full Frame…) – a parità di valori – offrono minor densità di pixel, e quindi migliore resa alle basse luci. Minor densità di pixel, non a caso, significa anche dimensioni maggiori per ogni unità, ed infatti il minore valore di MP di Canon viene compensato dalla maggiore grandezza della dimensione del pixel (rispettivamente 6.58µ e 6.45µ). Ancora, stiamo parlando di differenze minime, e quindi di fatto trascurabili.
Dal sensore al processore, il passo è breve, e non solo per la rima baciata, ma per il fatto che le prestazioni complessive – in particolare quelle legate alla reattività e velocità delle macchine, della sensibilità ed altro ancora – sono frutto del perfetto accordo fra i due componenti.
Difficile, quindi, fare un raffronto fra i processori utilizzati nelle due reflex, perché in qualche modo fanno parte della ‘catena’; la Nikon monta un Expeed proprietario nell’ultima versione 5; Canon un Digic 6, in configurazione doppia, cioè con due esemplari.
Anche se, come diceva la pubblictà di un gelato qualche anno fa, ‘du gust is megl che uan’, in questo caso (e in assenza di parametri confrontabili) non si può assegnare a priori la palma della migliore in assoluto all’una o all’altra soluzione.
Capitolo sensibilità. Sulla carta, Nikon è in vantaggio, sia sulla gamma normale (ISO 100-51.200 contro ISO 100-102.400) che estesa (ISO 102.400-409.600 contro ISO 204.800-3.280.000).
Nella pratica, in macchine non specializzate per la sorveglianza video et similia, valori record come questi hanno senso solo a livello di marketing… di fatto, la resa oltre 25.600 ISO è comunque piuttosto problematica, sfruttabile solo in casi particolari.
Molto più interessante osservare il comportamento in situazioni fra ‘quasi normale’ (800 ISO) e ‘difficile’ (6400/12800 ISO), e qui si capisce la scelta ‘limitativa’ delle aziende giapponesi nei confronti del sensore. La resa, con lievi differenze a vantaggio dell’una o dell’altra reflex alle varie posizioni di prova, mostra quali siano stati i progressi dell’intero comparto ‘sensibilità’ in questi anni. In una parola, straordinari!
Sempre, in qualche modo, legato anche alla potenza del processore è poi il valore dello scatto a raffica.
Mentre la Nikon D5 arriva a 12 fps con AF abilitato, la Canon 1D X si spinge sino a 14 fps. Attenzione: per ottenere tale performance bisogna però usare il nuovo accumulatore LP-E19, altrimenti si torna in parità, sui 12 fps max. Da aggiungere anche che entrambe le reflex possono scattare 2 fotogrammi al secondo extra, senza autofocus.
Un plus della D5 è quello relativo alla dimensione del buffer, che può spingere sino a 200 immagini RAW 14-bit, per 16.7 secondi, mentre la 1D X Mark II ha un buffer appena meno ampio, che offre 170 foto in RAW 14-bit RAW, per 12.1 secondi. Sempre per amor della precisione, dobbiamo ricordare che c’è una differenza di 2 fps fra le due macchine; scattando a 12 fps con la Canon, la durata sarebbe di 14.2 secondi, valore vicino a quello della D5, ma ancora inferiore.
In ogni caso, la Canon EOS 1 X Mark II (utilizzata con l’LP-E19) resta un po’ più veloce, anche se alla fine, ancora una volta, nella pratica non ci sono davvero grandi differenze, ed entrambe le fotocamere costituiscono un’eccellente soluzione per la fotografia sportiva, naturalistica ed altre attività del genere.
Esposizione & autofocus
Diamo uno sguardo al sistema espositivo. La Canon 1D X Mark II dispone di un sensore RGB , con un totale di 380,000 pixel che sono oltre il doppio dei 180.000 della Nikon D5. Come sempre, quando si passa dai nudi numeri alla pratica, i rapporti però, non sono sempre proporzionali; questo significa che è estremamente difficile dire se nella pratica la 1D X II sia davvero superiore alla D5 in questo aspetto, considerando anche che la gestione dell’esposizione delle due macchine è assai diversa. Diciamo cha Canon in alcune condizioni sembra avere migliori prestazioni nel tracciamento dei soggetti, forse anche per la presenza di un doppio processore.
Quando si parla di velocità, non si può non parlare di autofocus. La Nikon D5 si presenta con il suo sistema AF dotato di 153 punti (99 a croce); la maggior parte dei punti sono utilizzati per il tracciamento dei soggetti, e il numero dei punti effettivamente selezionabili è limitato a 55 punti. Il che, dal punto di vista puramente numerico, significa che la Canon 1D X MK II è superiore, ma questo, di per sé, non è un valore di qualità della funzione (un po’ come il numero dei pixel di un sensore….). Come sempre, al di là dei dati, conta come questi vengono applicati o sfruttati, come possono essere inseriti nell’armonia del tutto… Nello specifico, è importante ad esempio come la camera possa utilizzare una porzione maggiore dell’area per l’AF.
Altro discorso da affrontare, la gamma di rilevazione dell’AF, nella quale la D5 arriva a -4 EV. Si tratta di uno stop in più della Canon 1D X Mark II, che permette alla Nikon, in situazioni di basse luci, di focheggiare più accuratamente utilizzando il ‘center focus’.
Cambiamo fronte d’azione e diamo un’occhiata alla sezione ‘memorizzazione’. Canon offre un doppio slot, per una classica scheda Compact Flash (CF) e per una più moderna CFast. Una scelta che da un lato offre una continuità con il passato, dall’altro in qualche modo limita le potenzialtà della macchina rispetto ad una soluzione con doppia CFast.
Nikon ha optato per una scelta diversa. Innanzitutto la macchina può essere ordinata – almeno inizialmente – in due versioni, con doppio slot CF oppure XQD, allo stesso prezzo: una opzione studiata per andare incontro a chi giudicasse troppo futuribile la scelta ‘XQD_’di Nikon.
Le schede XQD infatti sono più moderne, ed offrono prestazioni velocistiche nettamente superiori, ma sono di difficile reperibilità e costo elevato. Le Compact Flash tradizionali (non CFast) invece sono reperibili con relativa facilità a prezzi non proprio popolari, ma ben inferori a quelli delle XQD.
Come accennato, è possibile acquistare allo stesso prezzo una D5 sia nella classica versione CF che in quella XQD, ma, per far capire da che parte sta Nikon, l’importatore italiano Nital offre con la D5 ’XQD’, senza supplemento, anche due schede (una Lexar e una Sony) e un lettore XQD… un’offerta imperdibile per un salto nel futuro!
Capitolo ‘ripresa video’
Qui entriamo in terreno collaterale a quello che è la natura delle macchine oggetto del confronto, ma, in ogni caso, si tratta di un argomento sempre più importante anche per una ‘fotocamera’.
Ricordiamo che Nikon, in linea temporale, ha ‘scoperto’ prima di Canon il concetto di ripresa video HD (720p) con la reflex, nel lontano 2008, con la D90, ma che successivamente Canon ha lanciato la prima Full HD, la EOS 5D Mark II, che di fatto ha costituito il lancio del fenomeno HD reflex ed ha raccolto buona parte del mercato potenziale (almeno sino al recente arrivo della mirrorless Sony A7 s II, che ha conquistatdo spazi importanti).
Ciò premesso, e a conferma che forse Nikon pensa al video più per necessità che per virtù, l’attuale D5 può registrare in UHD al massimo per 3 minuti.
Un limite clamoroso, che non ha per esempio, la più ‘piccola’ Nikon D500 (in prova sul prossimo numero), tanto più inspiegabile considerando che il costruttore giapponese non ha (a differenza, in qualche modo, della stessa Canon) necessità di proteggere il mercato di videocamere, visto che non ne produce…
Un limite clamoroso, come (non) hanno tante altre mirrorless, e che sembra comunque superabile con un imminente aggiornamento firmware.
Fino a quel momento, Canon è evidentemente in vantaggio, ma in generale c’è da dire che nessuna delle due macchine sembra pensata per costituire una vera alternativa videocamera, a differenza di altri prodotti – anche mirrorless, anche di categoria inferiore – della stesse aziende o di altri costruttori: queste due macchine sono essenzialmente fotocamere per fotografi!
Un altro terreno di scontro è quello relativo alla capacità dell’accumulatore ricaricabile fornito di serie con le due reflex. La Canon 1D X Mark II offre (secondo le specifiche CIPA) poco più di 1200 scatti, che certo non sono pochi, ma che vanno confrontati con i valori (sempre CIPA) dichiarati per la D5, pari a più del triplo (3.780).
Naturalmente poi con gli scatti a raffica, l’uso del Live View e la registrazione video i valori si riducono anche di molto… Converrà comunque avere a disposizione un secondo accumulatore, soprattutto con la Canon…
Dal punto di vista degli ‘accessori necessari’, almeno due parole vanno spese ad esempio sulla disponibilità di GPS entrobordo, presente sulla EOS 1D X Mark II ma non sulla D5.
Ci avviciniamo alla fine dello spazio disponibile e non siano riusciti ad esaurire tutti gli argomenti; in effetti, per due prodotti del genere non basterebbe un libro…
Non possiamo però esimerci dal chiudere con un commento sul prezzo, che – per entrambe le macchine – è decisamente elevato, da professionisti o appassionati davvero appassionati (e ricchi…).
In effetti, c’è una differenza di circa 560 euro a favore di Canon. Percentualmente, si tratta di uno scarto di circa l’8%, che permette un risparmio utile ad esempio per acquistare un’altra scheda o qualche accessorio, e quindi non proprio trascurabile. Anche se forse bisogna pensare che chi arriva a spendere più di 6000 euro, non farà troppo caso a qualche (centinaia di) euro in più.
Fedeli alla famiglia
In conclusione, siamo alla presenza di due macchine, a loro modo, veramente eccezionali, due modelli di fatto allo stato attuale dell’arte fra le reflex Full Frame, che quasi perfettamente lo spirito storico del sistema, della ‘famiglia’, a cui appartengono. Insomma, i canonisti apprezzeranno senza riserve la EOS D1 X II, i nikonisti la D5… con poche speranze che – nonostante i piccoli vantaggi dell’una sull’altra e viceversa nei vari aspetti – che qualche fotografo decida di ‘cambiare sponda’…