2 febbraio 2016. Canon presenta ufficialmente l’attesissima nuova versione dell’ammiraglia EOS-1D X, siglata inevitabilmente MARK II. Un’evoluzione della specie, un salto in avanti, che però si è fatto attendere un bel po’, visto che la macchina è arrivata nei negozi in questi giorni…ma ancora una volta, con un po’ di abilità e di fortuna, Tutto Digitale è riuscito ad averla in anteprima assoluta, e utilizzarla in più occasioni, anche in condizioni difficili (caccia fotografica, nello specifico). Eccoci qui dunque a parlare della nuova reflex professionale progettata per offrire semplicemente il massimo, o meglio, come dichiara Canon stessa, ‘la più avanzata combinazione tra qualità delle immagini, risoluzione e velocità’. Sarà riuscita la casa giapponese nel proprio intento? è quanto cercheremo di stabilire su queste pagine…
Uno strumento per professionisti
Anche di sfuggita basta un’occhiata per capire immediatamente ‘con chi si ha a che fare’. La EOS-1D X MARK II si presenta con un corpo inevitabilmente massiccio, decisamente imponente, ma in mano il tutto ingombra e pesa, fortunatamente, meno di quanto non possa sembrare. Dal punto di vista estetico, nulla da dire: se vi piace il look ‘strumento professionale’ (quale questa macchina è) apprezzerete di certo l’aspetto tecnico, funzionale.
La costruzione è di buon livello, curata anche nei dettagli, ma – come tradizione di buona parte delle reflex della casa giapponese – a un pelo dallo stato dell’arte. Vogliamo dire che il livello costruttivo, pur elevatissimo, non è quello inarrivabile, ad esempio, delle ottiche ‘prime’ cinematografiche della stessa casa. Siamo incontentabili? In ogni caso la macchina è studiata per offrire resistenza alle intemperie, il che la rende ideale anche per riprese in esterni in condizioni difficili.
Cercasi pianista
Se il frontale è piuttosto pulito, quasi libero da comandi – pur se più alto e largo di quello di una reflex anche di alto livello – tutte le altre superfici sono riempite di qualcosa, controlli, manopole, schermi: da qui il titolo del paragrafo, che fa riferimento alla capacità tipica di un pianista di utilizzare contemporaneamente tutte le dita…
Il pannello superiore ad esempio, oltre ad un sempre utile display LCD per il controllo delle principali informazioni e i pulsanti di scatto, ospita 8 diversi pulsanti ed una rotella con la quale agire nelle varie funzioni.
Il retro, se possibile, è ancora più ricco di tasti e comandi in genere. Innanzitutto, sotto il tradizionale mirino a pentaprisma (con copertura del 100% circa, ingrandimento del 0,76 x, correzione diottrica da -3 a +1 e schermo di messa a fuoco intercambiabile e con sovrapposizione dei dati di ripresa per non spostare l’occhio dall’oculare) ci sono la classica rotella multi funzionale, l’interruttore generale con posizione ‘lock’, un secondo indicatore LCD e il monitor LCD touch, da ben 1.620.000 pixel e tecnologia ClearView II (che evita lo strato d’aria fra schermo e copertura in vetro, per evitare riflessi). Quest’ultimo, attivabile in modalità Live View, permette di selezionare rapidamente i punti AF durante la ripresa dei filmati con un semplice tocco. Un’opzione che forse non convincerà i più tradizionalisti (che fa rima con professionisti), ma che nella pratica ha dimostrato di funzionare bene e che può aiutare a risolvere determinate situazioni, come ad esempio in caso di ripresa effettuata da operatore unico, senza assistente ai fuochi.
Compact Flash, prima e dopo
Sulla facciata di sinistra, impugnando la macchina, ci sono i diversi alloggiamenti per le connessioni, mentre dalla parte opposta c’è lo sportelletto (con ‘chiave’ di sicurezza, come inevitabile su tutti i modelli top level delle varie aziende) per l’accesso al vano delle schede.
Sono disponibili due alloggiamenti per Compact Flash, il primo per un classico esemplare CF Type I (compatibile UDMA 7, ma non con Type II e Microdrive), il secondo per le recenti CFast 2.0.
I due alloggiamenti non sono intercambiabili, nel senso che ognuno dei due accetta solo la scheda prevista. Come si puo’ immaginare, Canon ha optato per questa soluzione per offrire da una parte una continuità con il passato, dall’altra le massime prestazioni nella fotografia (in particolare in caso di raffica) e nel video (con registrazione possibile in 4 K ‘vero’, e quindi con necessità di una scheda ultraveloce).
Ricordiamo che la scheda CFast 2.0, come suggerisce la sigla, è di fatto una CF ‘new edition’, con una importante differenza dal punto di vista meccanico (i contatti sono incassati, a vantaggio di una maggiore affidabilità) ed una da quello delle prestazioni: mentre la CF tradizionale, nelle versioni più evolute, raggiunge circa 150 MB/s, una CF 2.0 già oggi ha una velocità di scrittura quasi tre volte superiore (440 MB/s), quindi idonea per catturare raffiche in RAW a piena risoluzione come effettuare riprese video 4K.
Non tutto ma di tutto
Come si può immaginare, in questa sede è impossibile approfondire ogni funzione disponibile, spiegare quale possano essere gli effetti delle combinazioni di tasti e così via.
La EOS-1D X Mark II, come qualsiasi macchina dello stesso livello, per essere raccontata nei dettagli ha bisogno più di un libro (e di un libro di centinaia di pagine) che di un articolo, per quanto approfondito.
Diciamo solo, per semplicità, che a livello di versatilità e opzioni disponibili siamo praticamente a tutto il desiderabile o quasi, considerando che ovviamente ‘tutto’ non si può avere, per non appesantire una macchina del genere di ulteriori complicazioni operative e costi all’acquisto.
Del resto, accontentare tutti è difficile, per non dire impossibile; alcuni videomaker ad esempio criticheranno il fatto che il display – pur comodo da usare con la funzione touch di cambio messa a fuoco – non è orientabile. Del resto, utilizzare una reflex del genere, non proprio tascabile e quindi poco adatta per riprese ardite a mano libera, per impegnarsi in filmati di alto livello, presuppone l’adozione di accessori (in primis, un monitor esterno ad hoc…).
Lasciamo dunque il piacere di scoprire tutte le funzioni ai futuri fortunati possessori della macchina… che comunque avranno il loro da fare per orientarsi fra pulsanti e menu, soprattutto se non si tratta di canonisti di lungo corso…
Vediamo invece di concentrarci sulla filosofia ispiratrice della macchina e sulla sua dotazione significativa, con l’accento sulle novità rispetto alle precedenti versioni e le possibilità offerte nella pratica.
Need for speed
Diciamo subito che stiamo parlando di una reflex sportiva, o meglio adatta alla fotografia sportiva professionale. A testimoniarlo i valori di targa della raffica, che si assesta sui 14 fotogrammi al secondo (fps), full tracking AF/AE in RAW, e sui 16 fps in modalità Live View con AF sul primo scatto. Utilizzando la CFast 2.0, la nuova EOS può effettuare una raffica illimitata di immagini JPEG (o 170 RAW) in modalità scatto continuo ad alta velocità.
Per ottenere una simile prestazione i tecnici della casa giapponese hanno certo dovuto agire su più fronti. Ad esempio, è stato completamente rivisto il meccanismo dello specchio, che, per consentire alte velocità di scatto e autofocus preciso e rapido, deve effettuare il movimento più veloce ed accurato possibile.
Per ottenere queste caratteristiche di vertice, i tecnici Canon hanno dotato la macchina di un sistema a due motori separati a coppia elevata per guidare lo specchio ed armare l’otturatore; entrambi i motori hanno un supporto flottante in materiale elastico. Il risultato si manifesta in riprese ad alta velocità con il minimo di vibrazioni e rumore.
Naturalmente, molto fa anche l’elettronica; insieme al nuovo sensore CMOS full frame (24 x 36 mm) da 20,2 MP, studiato per processi di lettura veloci, viene utilizzato un nuovo doppio processore DIGIC 6+ per elaborare velocemente l’enorme mole di dati immagine catturati nell’uso fotografico e video. Il doppio processore permette poi di applicare alle immagini la correzione dell’aberrazione cromatica, della distorsione e della vignettatura, ed integra la funzione Digitale Lens Optimizer (prima disponibile solo sul software Digital Photo Professional), per l’ottimizzazione della resa ‘in camera’.
E che dire delle novità introdotte per la messa fuoco automatica? La EOS-1D X MKII è dotata di un AF con ben 61 punti, tutti selezionabili singolarmente, di cui 41 a croce; questo sistema copre un’area assai estesa, più ampia che nella versione precedente, e può funzionare in condizioni di luce scarsa fino a -3EV. Inoltre, per la prima volta, quando si scatta con certi tele e moltiplicatori di focale, il sistema AF supporta un’apertura f/8 con tutti i 61 punti, offrendo la scelta del punto di messa a fuoco preferito e comprende anche il nuovo AF AI Servo III+ che offre maggiore precisione e tracking della messa fuoco automatica (utile per migliorare la sensibilità d’inseguimento AF nelle situazioni di possibili movimenti improvvisi del soggetto).
Il nuovo sensore di misurazione RGB+IR 360K, con 360.000 pixel (1404 x 990) assicura un’esposizione precisa e una migliore discriminazione del soggetto in combinazione con il sistema AF; come indica la sigla, il sensore è dotato di pixel IR per la rilevazione degli infrarossi, operazione che aiuta il sistema EOS Scene Detection nell’analisi delle scene a vantaggio della precisione AF, e gli stessi pixel IR, insieme a quelli RGB, rilevano la luminosità, il colore e i volti. In altre parole, oltre a prendere in debita considerazione le informazioni sulla distanza, l’algoritmo del sistema riconosce il sistema anche sulla base del rilevamento del volto e le informazioni sul colore.
Sulla EOS-1D X MK II non manca una funzione originariamente introdotta con la EOS 7D Mark II, ovvero la rilevazione dello sfarfallio (flickering). Come è noto, in presenza di illuminazione con frequenza di emissione identica o prossima a quella delle classiche lampade fluorescenti, con tempo di posa veloci si possono ottenere esposizioni e colori non corretti determinati dallo sfarfallio della luce. La macchina rileva la frequenza delle luci e adatta i tempi di otturazione per catturare immagini in prossimità dei picchi di luminosità per ridurre gli effetti del flickering.
E passiamo ad un’altra caratteristica della EOS-1D X Mark II, il GPS entrobordo, che offre compatibilità con i satelliti di posizionamento globale GPS (USA), Glonass (Russia) e Michibiri (Giappone). Ai metadata dell’immagine vengono aggiunte le informazioni di geotagging (come longitudine, latitudine, altitudine, Coordinated Universal Time), che aiutano il fotografo a tenere una traccia accurata degli scatti, ed una funzione ad hoc permette di registrare e successivamente tracciare i percorsi effettuati con la fotocamera, eventualmente inseribili nei sistemi di mappature.
Parlando di GPS e di trasferimento dati – operazione fondamentale per i professionisti che si trovano nella necessità di spedire le immagini alle agenzie di stampa – arriviamo a parlare ora di connessioni.
La nuova Canon offre la possibilità di disporre innanzitutto di un terminale per una rete LAN Ethernet cablata per trasmettere i file in rete oppure permette il collegamento via adattatore Wi-Fi opzionale.
A tale proposito, è stato sviluppato un nuovo trasmettitore di file wireless, siglato WFT-E8, che supporta anche lo standard 802.11ac ad alta velocità (banda da 5 GHz), ma la macchina è comunque compatibile con l’attuale unità WFT-E6 per la precedente EOS-1D X; utilizzando gli accessori WTF compatibili è anche possibile azionare la fotocamera a distanza attraverso la app Camera Connect.
Per il collegamento al computer c’è comunque una porta USB SuperSpeed 3.0.
Video 4 K ‘vero’
Oggi è difficile immaginare una reflex di qualsiasi categoria che non abbia la possibilità di registrare video, anche se da una parte i ‘puristi’ della fotografia arricciano il naso per, diciamo, l’inquinamento tecnologico, mentre i ‘puristi’ del video, da parte loro, hanno sempre da lamentare qualche mancanza… Nel mezzo, i fotovideomaker se la ridono, e sfruttano i mezzi a disposizione al meglio, come possono.
In ogni caso, la EOS-1D X MK II – pur assai dotata dal punto di vista video, come vedremo – è essenzialmente una fotocamera, con tutti i pregi e difetti intrinseci, né più né meno come la Cinema EOS C100 MK II, ad esempio, è essenzialmente una videocamera, con tutti i pregi e difetti intrinseci.
Ciò premesso, la nuova reflex – con scheda CFast 2.0 – offre la possibilità di riprendere video a risoluzione nativa sul sensore in formato 4K DCI (4096×2160, ovvero 17:9), ovvero nel 4K ‘vero’, quello cinematografico, mentre molte reflex anche di alto livello si ‘fermano’ al 4K UHD, o meglio Ultra HD tout court, che corrisponde al formato televisivo 3840×2160 in 16:9. Ovviamente non si tratta di una grande differenza, ma, giusto per la precisione…
Il tutto in vari frame rate, fino a 60 fps; in queste condizioni, il transfer rate è pari a circa 800Mbps.
La durata di registrazione possibile in 4K è pari a 29 minuti e 59 secondi; non c’è il limite dei 4GB con schede exFAT CF e CFast 2.0. Naturalmente, non manca l’opzione di ripresa in Full HD (1920x1080p), stavolta sino al frame rate di 120 fps; in tal modo è possibile ottenere eccellenti slow motion (durata massima di registrazione in questa modalità 7 minuti e 29 secondi).
Da segnalare anche che è possibile estrarre momenti di una ripresa 4K 60fps come immagini fisse, a una risoluzione di 8,8 MP, magari controllando l’avanzamento delle riprese in slow motion.
Sull’uscita HDMI pulita è disponibile un segnale Full HD (1920 x 1080) con campionamento 4.2.2. a 8 bit.
La EOS-1D X Mark II è la prima Full Frame con tecnologia Canon Dual Pixel CMOS AF, che ora può essere impiegata su tutte le ottiche EF. Il sistema Movie Servo AF è utilizzabile in 4K, insieme alla funzione High Frame Rate, mentre il display LCD touch – in modalità Live View e durante la ripresa dei filmati con Dual Pixel CMOS AF (che copre all’incirca l’80% della superficie del sensore) – permette di selezionare rapidamente i punti di messa a fuoco con un semplice tocco.
Guardiamo la macchina prima della prova pratica di ripresa foto e video e ci ricordiamo che, dietro ogni pulsante, c’è tutto un mondo da scoprire.
Un argomento a caso? è possibile la registrazione simultanea in RAW (RAW, M-RAW, S-RAW) e JPEG (10 opzioni di compressione) in qualsiasi combinazione, su schede separate.
Insomma, c’è da divertirsi a scoprire tutte le funzioni… e quindi l’augurio è semplice: buon divertimento!
Ed eccoci finalmente al momento della prova, effettuata in momenti e luoghi diversi. Fra foto e video abbiamo utilizzato una discreta varietà di ottiche Canon EF; nella maggior parte delle situazioni abbiamo utilizzato – con grande soddisfazione – uno zoom della serie L, ovvero l’EF 24-70mm 1:2,8 L II USM, una delle ottiche Canon che amiamo, ma ci siamo spinti, in situazioni di caccia fotografica, a giocare anche con gli EF 400mm1:2.8 L IS II USM ed EF 500mm 1:4 L IS II USM…
Diciamo subito che naturalmente abbiamo provato la combinazione in diverse situazioni d’uso, in particolare in condizioni di scarsa illuminazione. Ricordiamo che la EOS-1D X MARK II vanta una sensibilità da 100 a 51.200 ISO, espandibile da 50 a 409.600 ISO; ma nella pratica?
Nella pratica la resa alle basse luci è risultata eccellente in qualsiasi condizione; il merito è certamente della potenza e modernità dell’elettronica, ma anche del nuovo sensore ‘moderno’, ovvero studiato proprio con una particolare attenzione alla resa alle basse luci e alla riduzione del rumore, senza voler inseguire risoluzioni record.
A proposito di risoluzione: 20 MP abbondanti (e ‘puliti’) non sono poca cosa, ed infatti le immagini risultano ben definite in ogni condizione, oltre che cromaticamente corrette. Insomma, una prestazione da vera ammiraglia dal punto di vista della qualità e pulizia di immagine. E il resto?
La raffica è davvero impressionante: precisa, costante nel tempo… e ben coordinata con l’autofocus che non ha mai mostrato cedimenti, e ha offerto velocità e precisione anche in condizioni di illuminazione piuttosto critiche. In altre parole, una macchina certamente più che adatta alla fotografia sportiva e simili.
In quanto alla prova video, diciamo subito che la qualità è eccellente in 4K e notevole in Full HD. Lo slow è valido ma poco coinvolgente in 4K, mentre in FullHD la riduzione della velocità sino a 1/4 del normale consente un’analisi al rallentatore spettacolare e allo stesso tempo precisa.
Interessante anche la possibilità del cambio di fuoco con controllo al tocco ed in generale la gestione del fuoco e delle altre operazioni.
Certo, restano i (soliti) dubbi legati all’uso della reflex per le video riprese, dalla limitazione ergonomica di base (un po’ complicata in questo caso anche dalla mole della macchina) in poi, ma indubbiamente la resa video non lascia dubbi.
Per molti, non per tutti
Avere a disposizione macchine come questa, per chi ama la fotografia, è una fortuna, perché si aprono orizzonti nuovi, pianeti tutti da esplorare, giorno dopo giorno, scoperta dopo scoperta.
Una fortuna di cui potranno approfittare solo i professionisti, ed in generale i fotografi esperti e curiosi, per l’impostazione della macchina, che dà molto, anzi moltissimo, a chi vuole (e conosce) altrettanto…
Una fortuna che costa quasi.. una fortuna, se ci perdonate il gioco di parole, ovvero esattamente 6.460 euro – solo corpo – IVA inclusa.
Un prezzo insomma (e del resto inevitabilemente, viste le caratteristiche) piuttosto elevato, comunque allineato alla concorrenza direttamente comparabile e giustificato da versatilità e prestazioni altrettanto elevate…
Chi può, osi pure senza pensarci troppo. E buon divertimento!