(Estratto da Tutto Digitale 90 – Giugno 2014)
Recorder Atomos Ninja 2 – Prezzo: 665€
Recorder Atomos Samurai Blade – Prezzo: 1.214€
Se non siete soddisfatti della qualità della vostra videocamera, aspettate a comprarne un’altra: basta un piccolo accessorio per trasformare anche una vecchia HDV in una camera moderna e di qualità superiore. Stiamo parlando dei field recorder della gamma Atomos, dispositivi dal design compatto e dal prezzo vantaggioso, che combinano in una sola unità un monitor di video-assistenza e un recorder HD a 10 bit
I recorder intelligenti
Il lancio delle prime camere 4K ha fatto sorgere il problema di come registrare l’enorme flusso dati di questo formato ad altissima definizione, visto che le normali schede di memoria non offrono ancora velocità e capacità sufficienti a gestire file 4K in qualità professionale. Al momento, dunque, la soluzione più efficace sembra quella di ricorrere a recorder esterni basati su hard disk a stato solido, supporti che permettono di registrare in formati già pronti per l’editing con una qualità adatta al cinema digitale, come ad esempio il ProRess 422 a 10 bit o il RAW-DNG. Ma l’uso di un field-recorder portatile può avere dei vantaggi anche utilizzando le comuni videocamere HD? È questa la scommessa di Atomos, azienda australiana che sta facendo parlare molto di sé per la sua gamma di registratori compatti, ad alte prestazioni e dai costi molto competitivi, che stanno conquistando il mercato.
Nuova vita ai vecchi camcorder
Molte videocamere HD utilizzano ancora oggi codec con fattori di compressione piuttosto elevati, come l’HDV o l’AVCHD, che non sono immuni da artefatti a blocchi, effetti scia e altri problemi che peggiorano la qualità delle immagini. Inoltre la codifica a 8 bit con sottocampionamento 4:2:0 limita enormemente la quantità di informazioni che riguardano la componente colore: le immagini girate in 4:2:0 appaiono di buona qualità a prima vista, ma basta applicare un semplice filtro di correzione colore in fase di montaggio per notare un’improvvisa perdita di dettagli, insieme con la comparsa di rumore e blocchi colore – quelle che in gergo vengono chiamate ‘immagini spappolate’. Ma la maggior parte delle videocamere HDV, AVCHD o simili offre anche un’uscita HDMI o – nel caso dei modelli broadcast – HD-SDI, da cui transita un segnale non compresso 4:2:2. È proprio catturando questo segnale in un formato meno compresso rispetto ai classici MPEG-2 o H.264 che si può ottenere una qualità d’immagine superiore: ricorrere a un recorder esterno, dunque, significa sfruttare a pieno le potenzialità della propria videocamera, liberando le capacità del sensore dai vincoli del codec interno. Significa dare nuova vita a camcorder di vecchia generazione, come ad esempio quelli basati su nastro – pensiamo a modelli di grande successo come la Canon XL H1 o la Sony HVR-Z1 – ma che possono ancora regalare grandi soddisfazioni. Significa, infine, cominciare a montare nel momento esatto in cui si terminano le riprese, semplicemente estraendo l’hard disk dal registratore e collegando alla workstation di editing. Per rispondere a queste esigenze, Atomos ha progettato un’ampia gamma di field recorder compatti e dall’uso molto intuitivo, offerti ad un costo molto interessante. Abbiamo scelto di testarne due, il Ninja 2, il più economico tra quelli provvisti di monitor integrato, e il Samurai Blade. I due modelli si distinguono fondamentalmente per la grandezza del display e per il tipo di connessioni: il Ninja 2 offre uno schermo da 4.3″ con 840×480 pixel di risoluzione, mentre il Samurai Blade monta un LCD più grande e definito, da 5″ e 1280×720 pixel; il secondo modello offre inoltre un touch screen più efficiente, di tipo capacitivo, ed opzioni di vettorscopio e oscilloscopio in sovrimpressione, per l’analisi del segnale in tempo reale. Infine il Samurai Blade offre ingressi e uscite HD-SDI ed è dunque destinato a lavorare in accoppiata con camere broadcast, mentre il Ninja 2 presenta solo connessioni HDMI e rappresenta dunque la soluzione ideale per i possessori di videocamere prosumer o fotocamere reflex con funzioni video (attenzione però a controllare le specifiche della propria macchina fotografica: non tutte le HD-SLR offrono un output HDMI a piena risoluzione).
Le connessioni del Ninja 2.
Pronti per montare
I field recorder portatili sono utilizzati da anni in ambito professionale. La vera rivoluzione di Atomos sta nella combinazione di un registratore e di un display in un unico apparecchio compatto e a bassissimo costo: con un prezzo di listino di 545 euro + IVA, ad esempio, il Ninja 2 costa meno di molti monitor di video assistenza sprovvisti della sezione di registrazione. Certo il display non offre una risoluzione eccezionale, ma è comunque più grande dei normali LCD incorporati sulle videocamere. Ottima invece la qualità del display del Samurai Blade, il cui costo è ugualmente vantaggioso paragonato a quello dei monitor portatili da 5″ di pari risoluzione. Entrambi i modelli, inoltre, offrono opzioni avanzati di peaking, zebra e falsi colori per facilitare la regolazione manuale del fuoco e dell’esposizione. Al di là del costo, avere un unico dispositivo per l’acquisizione e il monitoraggio del girato rappresenta un grande vantaggio in termini di portabilità e di agilità in fase di ripresa: i recorder Atomos, infatti, sono leggerissimi e possono essere installati tranquillamente sulla slitta accessori del camcorder tramite un adattatore commerciale, laddove altri registratori richiedono l’uso di staffe e batterie molto più ingombranti. L’altra mossa intelligente di Atomos è stata quella di scegliere come supporti di registrazione i normali hard disk da 2.5″, disponibili in commercio a prezzi popolari: è possibile utilizzare i classici dischi ottici, che offrono il migliore rapporto tra capacità e costo (con 60-70 euro si può acquistare un disco da 1 TeraByte capace di registrare fino a 10 ore alla massima qualità o addirittura fino a 60 ore in bassa qualità), oppure i più moderni SSD. Lavorando in Full-HD – e non in 4K – non è necessario disporre della straordinaria velocità di lettura e scrittura dei dischi a stato solido; tuttavia tali supporti possono far risparmiare molto tempo in fase di montaggio o di riversamento dei file da un disco all’altro. I dischi da 2.5″ vanno avvitati all’interno di un piccolo caddy (la confezione ne include 2), cioè un involucro di sicurezza che rende più affidabile l’inserimento e l’estrazione a caldo all’interno del registratore. A corredo viene anche fornita un’interfaccia USB 3.0/2.0 per il collegamento dell’hard disk a un sistema di editing. Dunque per cominciare a montare il girato basterà estrarre il disco dall’Atomos, attaccarlo al modulo USB e collegarlo alla workstation di editing. Sempre per semplificare la fase di post-produzione, sia il Ninja 2 che il Samurai Blade offrono anche funzioni per taggare con estrema semplicità le clip registrate già in fase di ripresa: è possibile segnare le buone e gli scarti e addirittura inserire dei punti di in e out su di ogni singola clip, semplicemente scorrendo un cursore e toccando i comandi del touch screen. Queste informazioni potranno poi essere salvate in un file XML compatibile con Final Cut Pro.
I recorder Atomos possono montare due batterie per volta, in modo da continuare a registrare anche quando c’è da sostituirne una.
Bassi consumi, rec no-stop
Uno dei vantaggi nell’utilizzare hard disk ad alta capacità sta nella possibilità di realizzare riprese continue di lunga durata. A tale scopo è però necessaria anche un’alimentazione adeguata. Ebbene i registratori Atomos hanno un consumo estremamente ridotto e possono montare due batterie contemporaneamente, in modo che quando una si sta per esaurire viene utilizzata l’altra in modo automatico; in questo modo è possibile sostituire l’accumulatore scarico senza mai interrompere la registrazione. Per ottimizzare i costi di produzione, inoltre, Atomos ha scelto di utilizzare batterie compatibili con la serie Sony NP-F, largamente diffuse sul mercato (in dotazione un modello da 2600 mAh); se dunque l’utente possiede una videocamera Sony semi-professionale potrà sfruttare gli stessi accumulatori anche per l’Atomos e non solo: incluse nella confezione che abbiamo ricevuto in prova del Ninja 2 ci sono anche due adattatori per batterie Canon LP-E6 e Nikon EN-EL15, utilizzate rispettivamente dalle fotocamere EOS 5D e D800, le due reflex più popolari tra i filmmaker indipendenti. In caso poi di interruzione di corrente o di estrazione del disco durante la registrazione, il sistema riesce a ricostruire il file danneggiato e recuperare il girato fino a un paio di fotogrammi prima dell’inconveniente. In base al tipo di camera usata, la registrazione può essere avviata direttamente dal pulsante rec del camcorder o manualmente sul touch screen dell’Atomos. Nel nostro test, in abbinamento al Ninja 2, abbiamo utilizzato una JVC GY-HM150 che purtroppo non incorpora le informazioni relative all’avvio della registrazione nel segnale HDMI; altri camcorder, invece, offrono tale opzione. Nel caso del Samurai Blade, invece, generalmente il segnale HD-SDI trasporta anche il Timecode e altri codici, per cui è possibile avere un back-up speculare del girato anche sul supporto di registrazione interno del camcorder; in alternativa è anche presente una presa Lanc per sincronizzare i due apparecchi. Entrambe le connessioni HDMI ed HD-SDI integrano anche il segnale audio (nel caso dell’SDI il Samurai Blade supporta fino a 12 canali indipendenti), per cui basterà un unico cavo per registrare audio e video catturati dalla videocamera. In aggiunta è anche possibile collegare una fonte sonora analogica esterna alla camera, collegandola direttamente all’ingresso linea mini-jack presente su tutti i recorder Atomos. Non mancano gli indicatori di livello in sovrimpressione e un’uscita cuffie. Infine, oltre all’ingresso, è presente anche un’uscita video (HDMI nel caso del Ninja 2, HD-SDI nel caso del Samurai Blade) per il collegamento di un ulteriore monitor, magari un grande schermo.
I recorder Atomos utilizzano normali hd da 2.5″ da montare in un caddy (qui sopra) e possono essere installati direttamente su camcorder.
Field-recorder: conviene o NO?
Come abbiamo visto i field recorder Atomos sono ben costruiti, facili da usare ed anche economici. Ma dobbiamo porci la domanda fondamentale: è davvero così utile ricorrere a un recorder esterno? Esiste una reale differenza tra la qualità d’immagine registrata internamente dal camcorder e quella catturata dall’Atomos? Non si può, ovviamente, fornire una risposta univoca. Innanzitutto dipende dalla videocamera a disposizione: esistono macchine, infatti, che utilizzano già degli ottimi codec e macchine che invece possono offrire molto più di ciò che sono in grado di registrare internamente. Ad esempio esistono molti camcorder professionali compatti, dotati di sensori eccellenti e ottiche di grande qualità, ma capaci di registrare solo in AVCHD 4:2:0 con un bitrate massimo di 24-28 Mbps: è questo il caso di molte Sony della serie NXCAM e Panasonic AVCAM, comprese alcune macchine cinematografiche con sensori di grande formato, come la Sony NEX-FS700 o la Panasonic AG-AF100. Entrambi questi modelli, ad esempio, sono dotati di ouput HD non compresso su uscite SDI, per cui potrebbero beneficiare di un dispositivo come il Samurai Blade, mentre negli altri casi si può ricorrere al più economico Ninja 2. Lo stesso discorso vale per la maggior parte delle fotocamere reflex Sony e Nikon, che lavorano a bitrate generalmente inferiori ai 25-28 Mbps. Altri camcorder, come le Sony XDCAM o le Canon serie XF, adottano invece codec 4:2:2 con bitrate a 50 Mbit/s; in questo caso la qualità di partenza è già di ottimo livello, anche se ancora non all’altezza dei formati utilizzati dai recorder Atomos, ovvero il ProRes HQ o l’Avid DNxHD 220X, che prevedono un flusso dati di ben 220 Mbit/s. Infine, quando un camcorder offre già un sistema di registrazione con bitrate di 100 Mbit/s o superiore, il ricorso ad un field recorder esterno può essere superfluo; è questo il caso di alcuni prodotti Panasonic, come l’AG-HPX250, che adottano l’AVC-Intra 100 (il nuovo AJ-PX270 può addirittura registrare in via opzionale a 200 Mbit/s). Anche nel caso di alcune reflex Canon, come la 6D, la 5D Mark III o la 1D X (in grado di registrare a 90 Mbit/s) o della mirrorless Panasonic GH3 (con codifica a 72 Mbps/s) l’uso di un field recorder può essere un lusso a cui si può tranquillamente rinunciare, se non per l’utilità di avere un monitor aggiuntivo di grandi dimensioni. In definitiva vantaggi più evidenti si ottengono con le telecamere HDV, sia per il tipo di codifica poco efficiente (MPEG-2 a 25 Mbit/s), sia per la scomodità nel continuare a utilizzare i vecchi nastri magnetici al posto delle più pratiche memory card. Nella nostra prova, come anticipato, abbiamo usato una JVC GY-HM150 che implementa un sistema di registrazione MPEG-2 molto simile all’HDV, anche se basato su SD Card e non su cassette MiniDV, ma con un bitrate più elevato di 35 Mbit/s anziché 25 Mbit/s. Si tratta di un formato molto simile al Sony XDCAM-EX. Il primo vantaggio nel montare l’Atomos Ninja 2 su questa videocamera è stato quello di avere un monitor di assistenza, visto che il display della GY-HM150 è di soli 2.7″. Per valutare la qualità di codifica delle riprese abbiamo registrato contemporaneamente anche sulle schede SD del camcorder e abbiamo poi messo a confronto i file ProRes HQ catturati dal Ninja 2 e quelli .MP4 registrati dalla JVC su un software di montaggio, cercando di analizzare i dettagli e le criticità dell’MPEG-2: riprese con poca luce, movimenti rapidi di macchina, scene ad alto contrasto e dettagli sottili. In seguito abbiamo fatto alcuni esperimenti di color correction. Cominciamo col dire che l’output HDMI della JVC GY-HM150 è a 8 bit, quindi anche un sovra-campionamento a 10 bit non può certo aggiungere una gamma di sfumature più ampia se il segnale di partenza non le contiene. Inoltre il bitrate di 35 Mbit/s offre una qualità decisamente superiore a quella dell’HDV o dell’AVCHD a 25 Mbit/s. Dunque a prima vista i file registrati nei due diversi formati appaiono molto simili, sopratutto nelle riprese fisse e con una buona illuminazione. Nelle riprese con poca luce emergono invece i limiti dei CCD del camcorder JVC, che prescindono dal codec utilizzato, generando un rumore diffuso su entrambi i file MPEG-2 e ProRes. Aggiungendo uno zoom digitale e cominciando ad analizzare le immagini fotogramma per fotogramma sono invece cominciate ad emergere alcune differenze: ciò che è più evidente è l’assenza dell’effetto mosaico sui file ProRes, presente invece sui file MPEG-2 in corrispondenza di oggetti e trame sottili, soprattutto sulle tonalità più scure dell’inquadratura. Applicando una color correction di base (bilanciamento del bianco ed esaltazione del contrasto) i file registrati dalla JVC reggono ancora il confronto, mentre i limiti del codec MPEG-2 emergono quando si cominciano a utilizzare filtri di correzione più pesanti, ad esempio per ottenere un viraggio o un effetto glow: in questi casi i file ProRes mostrano una pulizia d’immagine nettamente superiore. Infine le maggiori differenze tra i due sistemi di codifica emergono nelle riprese in movimento, quando ad esempio si cammina con la camera in mano, nelle panoramiche a schiaffo o nelle riprese di soggetti che si spostano velocemente sulla scena: in questi casi l’MPEG-2 produce effetti scia e artefatti a blocchi, che impastano i colori e rendono indistinguibili alcuni dettagli. Al contrario, utilizzando il codec ProRes HQ dell’Atomos, anche in presenza di immagini mosse o fuori fuoco, i dettagli restano comunque nitidi e le sfumature cromatiche ben definite (risultati analoghi si ottengono anche il codec DNxHD a 220 Mbit/s; la scelta tra di due formati di registrazione dipenderà esclusivamente dalle esigenze di post-produzione, se cioè il montaggio avverrà su piattaforma Avid Media Composer o Appe Final Cut Pro). Tirando le somme la qualità d’immagine offerta da un codec ad alto bitrate con compressione intra-frame (in cui cioè ogni fotogramma viene elaborato in modo indipendente) è certamente superiore a quella di un codec Long-GOP, MPEG-2 o H.264. Si tratta tuttavia di una differenza apprezzabile solo da un occhio esperto e solo in certe condizioni di ripresa o di post-elaborazione: chi non ha particolari esigenze di color grading, non ha bisogno di utilizzare effetti di chroma-key e può lavorare su cavalletto, rinunciando a movimenti di macchina più dinamici, potrà accontentarsi senza problemi delle opzioni di registrazione offerte dalla propria videocamera. Chi, al contrario, vuole avere il massimo di libertà creativa in fase di montaggio o vuole utilizzare chiavi ed effetti di compositing avanzato, o ancora chi realizza riprese di soggetti in movimento, per eventi sportivi o documentari naturalistici, potrà ottenere grandi vantaggi dall’acquisto di un field-recorder come il Ninja 2 o il Samurai Blade. Infine, la scelta di un registratore esterno sarà obbligata per chi lavora nel campo del cinema digitale, a patto di avere una macchina da presa all’altezza del compito, possibilmente dotata di uscita non compressa a 10 bit. Per questi utenti e per tutti i puristi dell’immagine digitale, in cerca di un registratore compatto, le soluzioni proposte da Atomos offrono un rapporto/qualità prezzo quasi imbattibile, combinando una grande praticità d’uso ad una qualità di registrazione eccellente, che permetterà di sfruttare al massimo le potenzialità di ogni camcorder HD.
Marco Zamparelli
Atomos NINJA 2
Costruttore: Atomos Global Pty Ltd, Australia
Distributore: Rekeo, Via Carlo Sigonio 50/A Modena, tel. 059.415611 – www.rekeo.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Formati di registrazione: 720p, 1080i, 1080p (fino a 30 fps), Pal e NTSC a definizione standard
Codec: Apple ProRes 422 HQ (220 Mbit/s), 422 (150 Mbit/s), 422 LT (100 Mbit/s); Avid DNxHD 220 Mbit/s 10 bit, 220 Mbit/s 8 bit, 145 Mbit/s 8 bit, 36 Mbit/s (proxy)
Supporti di memoria: hard disk ottici ed SSD da 2.5″ (inclusi caddy e interfaccia USB 3/2)
Connessioni: in/out HDMI, in/out audio analogico mini-jack (linea/cuffie), HD-SDI su adattatore opzionale
Display: LCD 4.3″ da 840×480 pixel
Consumo: 3W solo monitor, 6W in registrazione
Dimensioni e peso: 115x87x41mm, 670 g. senza batteria e hard disk
La pagella
ESTETICA 8/10
Design compatto ed essenziale. Semplice ben organizzata l’interfaccia del touch screen.
COSTRUZIONE 8/10
Struttura in alluminio, dissipatore senza ventola e case robusto. Da migliorare l’estrazione dell’hard disk e la qualità del display.
VERSATILITA’ 8/10
Buona la gamma di formati di registrazione e le opzioni di assistenza per messa a fuoco ed esposizione. L’uso di hard disk da 2.5″ e batterie commerciali rappresenta una soluzione intelligente.
PRESTAZIONI 8/10
ProRes e DNxHD sono tra i migliori formati di codifica in circolazione. L’avvio del sistema è veloce, il monitoraggio delle immagini in tempo reale senza ritardi.
RAPPORTO QUALITÀ PREZZO 9/10
Uno dei field recorder meno cari in commercio, più economico di molti monitor di assistenza sprovvisti di opzioni di registrazione.
PRO
✔ Registrazione 10bit ProRes e Avid
✔ Menu intuitivo
✔ Compatibilità batterie Sony, Canon e Nikon
✔ Utilizzo hard disk da 2.5″
CONTRO
✔ Display poco definito
Atomos Samurai Blade
Costruttore: Atomos Global Pty Ltd, Australia
Distributore: Rekeo, Via Carlo Sigonio 50/A Modena, tel. 059.415611 – www.rekeo.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Formati di registrazione: 720p, 1080i, 1080p (fino a 30 fps), Pal e NTSC a definizione standard
Codec: Apple ProRes 422 HQ (220 Mbit/s), 422 (150 Mbit/s), 422 LT (100 Mbit/s); Avid DNxHD 220 Mbit/s 10 bit, 220 Mbit/s 8 bit, 145 Mbit/s 8 bit, 36 Mbit/s (proxy)
Supporti di memoria: hard disk ottici ed SSD da 2.5″ (inclusi caddy e interfaccia USB 3/2)
Connessioni: in/out HD-SDI, in/out audio analogico mini-jack (linea/cuffie), terminale Lanc, HDMI su adattatore opzionale
Display: LCD 5″ da 1280×720 pixel
Consumo: 3.3W solo monitor, 6.8W in registrazione
Dimensioni e peso: 140x87x41mm, 340 g senza batteria e hard disk
La pagella
ESTETICA 8/10
Design simile al Ninja 2, con qualche smussatura in più, che lo rende più elegante.
COSTRUZIONE 8/10
Il Samurai è più leggero del Ninja 2 e presenta dimensioni simili, nonostante lo schermo sia di dimensioni più ampie. Ottimo il display da 5″.
VERSATILITA’ 8/10
Rispetto al Ninja 2 il software è più evoluto e offre anche oscilloscopio e vettorscopio in tempo reale. Su un recorder HD-SDI ci saremmo però aspettati la possibilità di registrare anche in HD non compresso.
PRESTAZIONI 8/10
La qualità di codifica è identica a quella del Ninja 2, nettamente migliore invece è il display, più definito e luminoso.
RAPPORTO QUALITÀ PREZZO 9/10
Considerate le prestazioni del display e le connessioni HD-SDI, anche in questo caso il costo è davvero competitivo.
PRO
✔ Registrazione 10bit ProRes e Avid
✔ Menu intuitivo
✔ Touch screen capacitivo
✔ Utilizzo hard disk da 2.5″
CONTRO
✔ Manca registrazione in HD non compresso