Quale volete per prima? La brutta o la buona? La brutta notizia è che, contrariamente a quanto avevamo sperato, in questo numero non sarà pubblicato il supertest della Panasonic GH5S. La buona notizia è che, in compenso, sul prossimo il supertest sarà una sorta di analisi della attuale situazione del mondo mirrorless Panasonic, con un’unica prova con la nuova GH5S, la recentissima G9 e ben tre ottiche (due zoom ed una prime. Come siamo arrivati a questo punto?
Appena saputo della presentazione della GH5S, viste le interessanti caratteristiche in chiave evolutiva rispetto alla fortunata GH5, abbiamo chiesto a Panasonic un esemplare della macchina. Che ci è subito stata concessa in prestito per un mese, previo accordo scritto da firmare per disporre della macchina (una prassi oggi abbastanza comune con alcune grandi aziende, a differenza di quanto accadeva in passato).
Mentre attendevamo l’arrivo dei documenti da firmare, ci è sorto un dubbio: ma con quale obiettivo ce la manderanno? Nel dubbio, chiediamo (un’altra caratteristica dei nostri giorni è che le aziende hanno a disposizione per i test stampa, poco materiale, per pochi giorni) e ci viene risposto: sceglietene uno fra quelli compresi in quest’elenco (praticamente tutta l’attuale gamma esistente).
L’appetito, si sa, vien mangiando, e, di fronte a tanta abbondanza di ‘cose buone’, ci siamo ingolositi, spingendoci a chiedere ben tre ottiche, se possibile, oppure una delle tre. Va bene, ve le mandiamo tutte e tre, naturalmente dopo lo scambio di documenti, eccetera.
Nell’attesa del carteggio, arriva un pacchetto da Panasonic. Lo apriamo con comprensibile curiosità, ed estraiamo il corpo macchina, che a dire il vero ci era sembrato leggermente diverso da quanto ricordavamo. Infatti, non si tratta della GH5S, ma della più ‘vecchia’ (un paio di mesi) G9, a prima vista identica ma nella sostanza effettivamente piuttosto diversa.
Avvertiamo gli amici di Panasonic dell’errore – in attesa della restituzione – e passano i giorni, piano piano , quando arrivano i tre obiettivi, esattamente quelli richiesti.
A questo punto siamo ancora in attesa della GH5S (della quale sta scadendo il periodo di prestito, senza averla ancora vista…), abbiamo in mano le tre ottiche e pronta la G9 per la restituzione, per la quale attendiamo istruzioni. Che si lasciano attendere un po’, e quindi, tanto per non sprecare tanti piatti gustosi, per restare metaforicamente nel mondo dell’enogastronomia, iniziamo a giocare con la G9 e le ottiche. Un gioco divertente, che diventa una vera prova, alla quale partecipa – finalmente! – anche la GH5S poi arrivata.
Per qualche giorno quindi abbiamo testato G9+ottiche, quindi G9+GH5S+ ottiche, ed infine GH5S+ottiche. Purtroppo però, con tutto il tempo che è passato dall’inizio della storia, non abbiamo potuto ovviamente organizzare la stesura del testo in tempo per questo fascicolo. Il che spiega perché il super, supertest è necessariamente spostato al numero successivo, mentre qui ci accontentiamo di una presentazione delle caratteristiche dei vari prodotti con le primissime impressioni.
Dalla GH5 alla GH5S
La mirrorless Panasonic Lumix GH5 (provata con grande rilievo su Tutto Digitale 116) è di certo una delle video/fotocamere più apprezzate negli ultimi tempi. Ora arriva una nuova versione, siglata GH5S, che però, come vedremo, non è semplicemente un aggiornamento di un modello di successo, ma un apparecchio del tutto nuovo, pur mantenendo estetica ed impostazione generale della macchina precedente.
Basta dare un’occhiata al sensore: sulla GH5 era utilizzato un dispositivo da 20,3 MP, qui invece il CMOS dispone ‘solo’ di 10,2 megapixel. Una scelta che ha un doppio effetto di grande importanza, dato che da una parte, la risoluzione ‘ridotta’ limita l’appeal della camera dal punto di vista del fotografo in cerca delle massime prestazioni in termini di risoluzione, mentre, dall’altra, minor risoluzione a parità di taglia significa area fotosensibile più ampia (Panasonic dichiara l’ingombro della cella 1,96 volte maggiore rispetto a quella della GH5) e, quindi, maggiore sensibilità.
Il nuovo sensore, poi, adotta la tecnologia Dual Native ISO, in qualche modo derivata dalle macchine professionali VariCam della stessa azienda ed offre una sensibilità nominale di 160-51.200 ISO, (estensibile a 80-204.800 ISO).
Ancora, il sensore è Multi Aspect, ovvero permette di mantenere la focale scelta con qualsiasi aspect ratio imopostato, ed è caratterizzato da un veloce readout, il che si traduce in una riduzione notevole del fastidioso effetto rolling shutter tipico dei CMOS.
Le caratteristiche legate alle riprese video sono nella maggior parte dei casi simili a quelle della GH5, ma con qualche miglioramento significativo. Ad esempio, è possibile registrare in C4K (4.096 x 2.160) a 24/25/30/50/60p (sulla versione precedente era disponibile il solo 24p), oltre che in 4K (3.846 x 2.160) 60/50P ed in varie altre combinazioni, senza esclusione di ultra slow motion, fino a 240 fps in FHD e fino a 60 fps in C4K. Il tutto, senza limiti di tempo (come nella GH5, una particolare costruzione anti surriscaldamento evita bruschi stop), in 4:2:2 a 10 bit con uscita HDMI simultanea alla registrazione interna su SD), ALL-Intra a 400Mbps in 4K e 200Mbps in FHD.
Per finire, la GH5S introduce l’Hybrid Log Gamma per la registrazione HDR, dispone di curve V-Log L preinstallate e di Time code in/out per riprese multicam, di doppio slot per SD card per memorizzazione in sequenza o come backup l’una dell’altra e di molto altro ancora.
Il prezzo suggerito, solo corpo, è di 2.499 euro.
G9, la nuova ammiraglia
La Panasonic Lumix G9 allo stesso tempo è simile e diversa dalla GH5S. Stiamo parlando di un apparecchio ad ottica intercambiabile che non tradisce l’impostazione estetica e funzionale dei precedenti modelli della casa giapponese, che offre buone opzioni ai videomaker ma sostanzialmente ha l’accento su caratteristiche importanti per l’uso fotografico.
Il sensore (sempre in formato Micro Quattro Terzi) è da 20,3 MP, privo di filtro passa basso ed accoppiato ad un processore Venus Engine di ultima generazione; interessante la presenza di una funzione che permette di scattare foto – sia JPEG che RAW – da ben 80 megapixel. In questa modalità, la macchina scatta 8 immagini in sequenza con uno spostamento minimo del sensore (siamo nell’ordine dei micron) e poi combina i risultati ottenuti in un’unica fotografia ad altissima risoluzione (a patto, naturalmente di posizionare la fotocamera sul treppiedi, con i soggetti che devono essere assolutamente fermi).
Da citare poi la presenza del sistema di stabilizzazione IS, di tipo potenziato, per il quale la casa giapponese dichiara una notevole efficacia (6,5 stop). Efficacia a tutta prova anche quella del sistema AF, per la quale Panasonic indica un valore da record, appena 0,04 secondi, e notevole la ripresa continua, con 20 fps (AFC)/60 fps (AFS) alla risoluzione completa di 20,3 MP.
Il mirino elettronico adottato è un OLED con ingrandimento 1,66 x e contrasto di 10.000:1, ed offre immagini fluide fino a 120 fps e ritardi inferiori a 0,005 sec. Il monitor posteriore, da 3 pollici in formato 3:2, ha una risoluzione di 1.040.000 pixel ed è orientabile.
Notevole la qualità costruttiva: il telaio anteriore/posteriore è in lega di magnesio pressofuso, il corpo risulta a prova di acqua e polvere e resistente a temperature fino a -10 °C.
La G9 ha un doppio slot per SD, compatibile con UHS-II ad alta velocità e capacità, e non mancano Bluetooth e Wi-Fi (selezionabile fra connettività a 5 GHz (IEEE802.11ac) oppure 2,4 GHz (IEEE 802.11b/g/n).
Naturalmente, anche in questo caso c’è la possibilità di registrare video in 4K, anche se con non è questa la ‘specialità’ della macchina. Il prezzo indicativo al pubblico della versione ‘solo corpo’ è di 1.699 euro.
Tre per tutti gli usi
Qualche parola, infine, sugli obiettivi. Il 12-35 mm, estremamente compatto, è uno zoom che copre un ampio spettro ‘wide’.
Il 35-100 mm HD, come suggerisce la sigla, è particolarmente studiato per il video e copre un’ampia gamma di focali utili in buona parte delle riprese. Il 400 mm non offre escursione di focale: è un tele spinto, adatto allo sport e alla caccia fotografica, ed è firmato Leica.
In ogni caso, stiamo parlando di tre ottiche piuttosto ricercate, a conferma della qualità raggiunta – nel progetto e nella costruzione – dal marchio giapponese nella lavorazione delle lenti (in particolare di quelle asferiche) e dei prodotti finiti.
Prime impressioni
Caratteristica comune a tutti e cinque i prodotti, una generale riduzione degli ingombri e un peso che rende il tutto agevolmente trasportabile. La velocità operativa è notevole, l’AF preciso.
In quanto alla resa delle immagini, questa resta molto interessante sia per le immagini fisse (fotografie) che in movimento (video), ma, considerando che stiamo parlando di ben 2 corpi macchina e 3 obiettivi, è impossibile sintetizzare in una o due foto tutti i risultati delle possibili combinazioni.
Vi chiediamo quindi solo un po’ di pazienza per aspettare di vedere il supermaxitest sul prossimo numero, ed anche, piano piano, qualche immagine-test sul web.
A presto, dunque!