Ogni promessa è debito, si dice, e così eccoci di nuovo – in verità, a distanza di tempo maggiore di quanto desiderassimo – a mettere le mani su una della macchine più importanti degli ultimi tempi, la Nikon D850.
Ricapitoliamo la situazione. Quando è stata pubblicata – sul numero 115 di Tutto Digitale, in anteprima davvero assoluta! - la prova della nuova Nikon Full Frame, abbiamo posto l’accento sugli aspetti fotografici della macchina. Una scelta logica, del resto, considerando che parliamo pur sempre di una fotocamera, e soprattutto una scelta condizionata dal fatto che – proprio per la realizzazione del test in anteprima – abbiamo avuto a disposizione la macchina davvero per troppo poco tempo per effettuare una completa, approfondita prova video.
Prova video che però volevamo prima o poi realizzare, viste le potenzialità della D850 anche in questo settore, ed anche perché – anche se Nikon non sembra ancora spingere troppo su questa modalità di ripresa – la macchina è in diretta concorrenza con altre reflex oggi ben diffuse fra i fotovideomaker…
Pensiamo un attimo ai fotografi Nikon, ai cosiddetti nikonisti. In effetti, sinora, non sembrano aver utilizzato molto le macchine precedenti per realizzare video, a differenza di quanto hanno fatto i canonisti ed anche gli utenti di mirrorless Fujifilm, Panasonic e Sony, tanto per non far nomi. Eppure, la primissima reflex a poter registare video (anche se ‘solo’ in HD 720p) è stata proprio una Nikon, la D90, alla fine del 2008…
Dunque la D850 sembra attrezzata per battersi ai vertici, e meritava di conseguenza una prova video con i fiocchi, che finalmente riusciamo a pubblicare ora. Il motivo del ritardo rispetto all’anteprima? Purtoppo (e per fortuna di Nikon e Nital, storico distributore del marchio giapponese) la D850 ha avuto un grande successo, con richieste che hanno superato le previsioni, e quindi è stato difficile (ri) averla a disposizione per un periodo sufficiente per il test. Aggiungete un periodo (almeno a Roma) di maltempo ‘oggi brutto, domani pure’ che non ha aiutato a giudicare la qualità del prodotto, e si spiega tutto.
Del resto, la D850 fin da subito si è rivelata una macchina di successo. Pensate solo che – subito dopo il lancio – è stato rilasciato un comunicato dal titolo ‘Avviso di possibile ritardo nella consegna della DSLR D850’, con un testo di questo tenore: ‘A causa della notevole richiesta della D850, lanciata nel mese di settembre del 2017, purtroppo potrebbero verificarsi ritardi nell’evasione degli ordini. Ci scusiamo per l’inconveniente costituito da tali ritardi. Ci impegniamo a consegnare il prodotto il prima possibile e vi ringraziamo per la vostra pazienza e comprensione.’
Come sia, di recente finalmente la macchina è arrivata, e così ci siamo messi subito al lavoro, per verificare se le prestazioni reali fossero all’altezza degli interessanti dati di targa. Per farlo, ci siamo messi in una condizione di assoluta semplicità, senza distrazioni, verrebbe da dire. Questa volta non abbiamo di fatto scattato molte fotografie, non abbiamo cambiato ottica (utilizzando per l’intero test un solo 50mm-base), per concentrarci direttamente sulla resa video.
Più avanti trovate le nostre impressioni al riguardo, mentre (sul nostro canale YouTube) è stato pubblicato un filmato ad hoc.
Prima di passare al nuovo test, in ogni caso, vediamo rapidamente di riepilogare caratteristiche e doti della reflex, come accennato già provata in modalità photo sul numero 115 di Tutto Digitale…
Impatto ok
Appena estratta dall’imballo, la D850 mostra un aspetto tipico delle reflex ‘alte’ di Nikon; e se ci fossero dubbi, basta un’occhiata al classico ‘baffo’ rosso della casa per aver conferma del classico family feeling della casa giapponese. L’impostazione generale è coerente con altri modelli dell’azienda; evidente la collocazione di buona parte dei comandi principali al ‘solito posto’, anche se alcuni di quelli secondari sono in posizione inusuale e ci sono le ‘novità’, come il piccolo joystick dedicato all’AF.
Insomma, anche se – come sempre – è indispensabile un attento studio del manuale per scoprire ogni dettaglio, con un po’ di pazienza – anche se non si è nikonisti – è possibile gestire al meglio tutte le possibilità operative.
La D850 ha il corpo realizzato con abbondante uso di lega di magnesio, leggera e robusta; l’impugnatura ha un nuovo profilo, che rende la macchina comoda da manovrare in tutte le situazioni nonostante la mole non trascurabile. La robustezza, ha dichiarato Nikon, è merito anche dell’eliminazione del flash rispetto alla D810, che ha permesso di irrobustire tutta la parte superiore della macchina, e proteggerla meglio da polvere ed agenti esterni. Prendiamo atto delle (valide) ragioni di questa scelta, anche se un piccolo flash integrato (per quanto su una macchina del genere non così indispensabile, vista la sensibilità e la probabile utilizzazione di flash esterni – se non set completi) può comunque costituire una risorsa utile in alcune situazioni d’emergemza.
Per la visualizazione delle immagini ci sono un monitor LCD da 8 cm circa (3,2”), realizzato nello stile della D750, cioè parzialmente orientabile, ma con risoluzione da 2,3 MP e di tipo touchscreen; è utilizzabile in live view, in playback ed anche per la navigazione e gestione dei menu.
Risoluzione? Quanto basta
Al tempo del lancio si ipotizzava una D850 con un sensore sui 50 MP o poco meno, in funzione della scelta tecnica orientata maggiormente verso la velocità o la definizione.
In effetti il dispositivo di cattura scelto è stato un modello da quasi 50 MP, un nuovo CMOS Full Frame (che Nikon, come tradizione, definisce formato FX, in opposizione con quello DX che corrisponde all’APS-C) esattamente da 45,7 megapixel. Questo sensore è di tipo BSI (backside illuminated, ovvero retroilluminato) – tecnologia utilizzata per la prima volta dalla casa giapponese – che consente di posizionare gli elementi sensibili alla luce vicino alla superficie del chip.
Il BSI, come dimostrato in vari casi, sostanzialmente incrementa l’efficienza del sensore a vantaggio soprattutto della resa alle basse luci, e migliora la qualità ‘periferica’ dell’immagine grazie alla collocazione vicino ai bordi dei pixel.
E non è finita qui. In questo caso vengono anche utilizzate microlenti “gapless on-chip”, una tecnologia studiata per un miglioramento generale delle prestazioni, ed infine c’è anche da segnalare l’assenza di filtro passa basso. Ricordiamo che, parlando in generale, tale caratteristica costruttiva offre le migliori prestazioni in termini di definizione, anche se comporta un maggior rischio di effetto moiré in certe situazioni.
Accanto al sensore lavora un processore adeguatamente potente, l’EXPEED 5 di Nikon. Il tutto si traduce in una raffica di 7 fps – che può salire fino a 9 fps montando sulla macchina il multi power battery pack MB-D18 opzionale (con la batteria EN-EL18B) – e in una gamma ISO 64-25.600, ampliabile da 32 a 102.400 (disponibile anche per la ripresa video in 4K).
Uno dei punti di forza della macchina è l’autofocus che si basa sul sistema AF Multi-CAM 20K AF a 153 punti (compresi 99 sensori a croce e 15 ‘AF points’ che supportano obiettivi F/8) adottato sulla top di gamma Nikon D5. E quindi, la D850 dispone dello stesso modulo completo, sensore e processore dedicato ed offre le medesime possibilità, con la piena disponibilità di modi e configurazioni, regolazione fine compresa.
Come si conviene ad una macchina di alto livello, la D850 dispone di numerose funzioni e opzioni, spesso importanti e non sempre comuni. In questo caso, ad esempio, vale la pena ad esempio di sottolineare la flessibilità di scelta nell’acquisizione di immagini in formato RAW in tre differenti dimensioni (grande, media o piccola, rispettivamente 45,4, 25,6, o 11,4 MP). Per la registrazione sono disponibili due slot per altrettante memory card (per una SD ‘veloce’ UHS-II e una per una moderna XQD, ancora poco diffusa). La doppia opzione, al solito, può essere usata per memorizzare dati in eccedenza e copie di backup o immagini in NEF (RAW) e JPEG separatamente; è anche possibile copiare immagini e video da una scheda all’altra.
Altre opzioni abbastanza originali, una modalità Fotografia silenziosa per riprese priva del disturbo sonoro/ meccanico dell’otturatore, l’AF Pin point che facilita la macrofotografia e Focus Shift, detto anche focus-stacking, che realizza immagini in sequenza su piani diversi di messa a fuoco per ottenere una grande profondità di campo.
Naturalmente c’è molto di più, anzi, davvero, di tutto, di più; qualche aspetto lo abbiamo approfondito nella prova citata, ma la cosa migliore da fare è scoprire ogni dettaglio de visu, utilizzando la fotocamera. Siamo certi che un utente esperto saprà trarne ottimi risultati…
Immagini impeccabili
Una macchina da quasi 50 megapixel, senza filtro passa basso e con mille accorgimenti tecnici, firmata Nikon, può essere responsabile della realizzazione di ‘brutte’ fotografie? Mmmmm, difficile crederlo, ed infatti la resa delle immagini è del livello che ci si attende da una macchina di questo livello e costo: eccellente in ogni condiizone. Al termina della prova sul 115, scrivevamo ‘la resa dell’immagine (…) è davvero di livello superiore per definizione, colore, ‘profondità’’.
In quanto alla sensibilità, diciamo solo che forse questa non sarà da record assoluto, ma di certo – grazie anche al felice accoppiamento con il processore d’immagini Nikon Expeed 5 – è elevatissima, e ci ha sempre permesso di ottenere immagini, in condizioni di luce critica, quasi impossibili. I vantaggi rispetto a macchine di precedenti generazioni sono facilmente visibili!
Abbiamo parlato di AF, di raffica e di multi power battery pack MB-D18; la macchina, in due parole, è veloce sia nella messa a fuoco che nello scatto; in combinazione con l’MB-D18 aumenta il ‘burst rate’ e l’autonomia operativa (non li abbiamo contati, ma Nikon sostiene che si passi dagli oltre 1500 scatti della macchina ‘nuda’, agli oltre 5000 (!) con il battery pack, per una sola carica).
Interessante notare che il buffer della D850 arriva a ben 51 file RAW 14-bit lossless, un valore davvero notevole anche per utilizzazioni intense.
Video, ci sono anch’io
Arriviamo ora al cuore di questo test, ovvero la sezione video. Ricordiamo che pur avendo diverse macchine a catalogo in grado di girare filmati HD e 4K, Nikon è stata spesso criticata per aver dedicato poca attenzione alle funzionalità video delle proprie reflex, continuando a puntare tutto sulle prestazioni fotografiche.
Diciamo subito che la nuova D850 rappresenta un elemento di rottura col passato, dimostrando come anche la casa giapponese sia in grado di offrire – cosa della quale peraltro non dubitavamo – un prodotto completo e versatile (anche se con qualche limitazione facilmente superabile in fututro via firmware) anche sul fronte video. Servirebbe forse un po’ di convinzione in più a livello di marketing per continuare ad accelerare il processo … ma questa è un’altra storia!
La D850 permette dunque di girare in Full HD e nel sempre più diffuso 4K, o meglio, per la precisione, in Ultra HD (3840 x 2160 pixel).
È la prima volta che una DSLR Nikon offre questa possibilità, ormai sempre più diffusa anche in macchine relativamente economiche.
I risultati, come hanno testimoniato i nostri test, sono interessanti, con una resa ultra-dettagliata e sempre pulita, anche ad ISO elevati.
Anche le distorsioni legate al rolling shutter sono molto contenute e appaiono solamente nelle panoramiche molto veloci, a testimoniare che la lettura degli oltre 40 milioni di pixel del sensore è rapidissima. In questo ambito Nikon ha fatto meglio di altri.
È possibile selezionare un frame rate di 24, 25 o 30 fotogrammi al secondo, senza bisogno di riavviare la macchina, mentre lavorando in Full HD sono disponibili opzioni di slow-motion a 100/120 fotogrammi al secondo. I file sono codificati in H264, ad un bitrate massimo di 144 Mbit/s. In alternativa è possibile registrare le immagini con una compressione inferiore su recorder esterno, sfruttando l’output 4:2:2 8-bit UHD via HDMI. Il codec interno è comunque molto efficiente e crediamo sia adatto alla maggior parte degli utilizzi.
In modalità video è anche possibile lavorare in formato DX, ovvero con un crop del sensore che lo rende di dimensioni APS-C, a sua volta praticamente corrispondente a quello delle classiche cineprese (e mdp digitali) Super35. Infine la sezione video include opzioni avanzate per i timelapse, che vengono trattati come filmati direttamente in macchina e non come sequenze fotografiche. È comunque possibile creare timelapse tradizionali, basati su serie di scatti, programmando la macchina in modalità foto. In questo caso sarà possibile ricostruire in post produzione time-lapse anche all’incredibile risoluzione di 8K, sfruttando la definizione del sensore.
Anche le funzionalità audio appaiono piuttosto complete, grazie all’ingresso microfono, all’uscita cuffie e al controllo dei livelli; la sensibilità del microfono può esser e impostata su automatica o manuale (con 20 step possibili e due VU-meter), mentre sono presenti anche opzioni quali un filtro antivento e un attenuatore, e una sorta di controllo della risposta in frequenza, selezionabile fra due posizioni (gamma ampia, gamma vocale, ovvero più orientato alla musica o più ai dialoghi).
4K senza compromessi, o…
Le prestazioni ‘pure’ sono molto elevate, così come la resa alle basse luci. Quando si lavora in esterno giorno, la possibilità di scendere fino a 64 ISO equivalenti – laddove molte fotocamere partono ormai da un minimo di 100 o 200 ISO – risulta molto utile per usare diaframmi aperti senza l’uso di filtri ND, visto che in modalità video non è consigliabile utilizzare velocità dell’otturatore troppo elevate.
Nikon ha anche implementato un profilo flat, che utilizza una curva gamma a basso contrasto, per massimizzare il range dinamico in post-produzione. Non siamo forse ai livelli dell’S-Log di Sony o del C-Log di Canon, ma si tratta comunque di una buona base di partenza per ottenere un’ampia gamma di sfumature soprattutto sui toni più scuri, evitando i neri troppo profondi tipici degli scatti fotografici. I profili colore, insieme ad altri parametri, possono poi essere salvati su 9 preset diversi, in modo indipendente rispetto alla modalità fotografica. I dati di esposizione (diaframma, otturatore e ISO), oltre ai profili colore, vengono inoltre memorizzati all’interno di ogni clip video, proprio come avviene per i metadati EXIF delle foto, caratteristica molto utile e assai rara per una fotocamera.
Tutte queste opzioni fanno capire lo sforzo di Nikon nel progettare una macchina per il mercato video. Anche la D850 mostra comunque qualche limite, a cominciare dal sistema AF, a rilevamento di contrasto, che nella registrazione di filmati si è dimostrato un po’ incerto nell’agganciare i soggetti e lento nei cambi di piano. La messa a fuoco manuale (del resto abituale nel video e nel cinema di un certo livello) resta dunque una scelta obbligata; purtroppo però le ottime opzioni di peaking, incredibilmente, sono disponibili solo lavorando in Full HD e non in 4K. Altre funzioni molto interessanti divengono inutilizzabili quando si lavora in 4K, come ad esempio l’Active D-Lighting (il sistema di compensazioni delle alte luci) e lo stabilizzatore elettronico, che invece fornisce prestazioni eccellenti in Full HD. È un vero peccato che Nikon non sia riuscita a implementare tale sistema anche in 4K, almeno nella modalità DX. O forse è solo questione di tempo…
Un videomaker esperto sarà abituato a fare a meno dei vari automatismi e non avrà problemi a sfruttare al meglio una macchina come la D850. Chi poi volesse ‘fare cinema’ seriamente non ha che da attrezzare la camera con i soliti accessori ‘cine’ professionali (follow focus, monitor esterni eccetra) per eliminare le mancanze operative in 4K, ed avrà a disposizione un mezzo di qualità, una macchina da presa sui generis (come lo sono tutte le ‘reflex video’) ma in questo caso dalla resa formidabile. Diverso il caso del matrimonialista o del foto-giornalista, abituati a scattare foto e a riprendere solo occasionalmente; questi utenti – a cui la D850 sembra particolarmente adatta – dovranno fare un po’ di pratica per ottenere clip stabili e a fuoco. Una volta prese le misure, però, i risultati saranno molto validi.
Per quanto riguarda l’ergonomia, il touch screen orientabile e i 6 pulsanti programmabili, insieme a un tasto dedicato per la registrazione video, offrono un controllo immediato su tutti i parametri di ripresa. Non va dimenticato però che la D850 resta una reflex full-frame dal design tradizionale, con un corpo solido e robusto che alloggia infiniti comandi e regolazioni; una impostazione perfetta (e consolidata) per la fotografia professionale, ma la mole e il peso – come in altre macchine fotovideo top class – limitano inevitabilmente un po’ l’uso video dinamico, a mano libera (oltre ai citati limiti in questa situazione, in 4K).
Dunque Nikon, anche se ha compiuto con la D850 grandi progressi per quello che riguarda la modalità ‘videoripresa’, può ancora migliorare, se continuerà a credere a questo mercato. è ovvio che le potenzialità tecniche ci sono, e forse una maggior partecipazione degli utenti Nikon al miglioramento dei futuri prodotti potreebbe aiutare la situazione. A differenza di altri marchi, infatti, chi ha scelto Nikon spesso sembra aver paura di inquinare il blasone fotografico del marchio con il mondo delle immagini in movimento. Almeno è questa la sensazione che abbiamo avuto parlando soprattutto con molti professionisti. A nostro avviso, invece, la possibilità di registrare (bene) video costituisce un’opportunità in più per i fotografi, che possono offrire ad esempio un servizio completo ai propri clienti, che si tratti di sposi o di aziende.
Il tempo chiarirà la situazione, o meglio come si svilupperà il tutto….
Un passo avanti
Come sia, obiettivamente la D850 rappresenta la migliore video-foto-camera mai prodotta in casa Nikon: un’ottima soluzione ibrida per i fotografi affezionati al marchio, che magari sono già in possesso di un buon parco ottiche, ma hanno bisogno di affiancare un secondo corpo per girare immagini in movimento di altissima qualità. Perché, limiti operativi (superabili) in 4K a parte), la qualità assoluta delle riprese è davvero alta: un buon motivo (se non ce ne fossero altri) per acquistare la macchina….