Sono passati esattamente due anni dal debutto sul mercato della X-T2 eppure sembra già trascorsa un’epoca. Nei recenti eventi del Villaggio Tutto Digitale alle tappe del Fujifilm X-Tour abbiamo incontrato tanti fotografi che hanno scelto proprio quel modello per passare da macchine DSLR professionali al sistema mirrorless del costruttore giapponese, per le doti fisiche (ingombro e peso ridotti), ma anche per le prestazioni, traducibili nella capacità di realizzare immagini particolarmente accattivanti.
La X-T2 era stata anche la prima fotocamera Fujifilm ad introdurre interessanti funzioni video con la registrazione 4K. Funzioni del resto ancor meglio supportate dalla sorella maggiore X-H1, nata appena alcuni mesi fa, ma dotata dello stesso sensore, ottimizzato e stabilizzato. Oggi è la volta della presentazione della X-T3, che – sebbene esternamente quasi identica alla precedente XT-2 – dentro è del tutto nuova.
T3 ma generazione 4
Sulla X-T3 debutta la quarta generazione del sensore dotato della tecnologia X-trans esclusiva di Fujifilm, che offre una serie di vantaggi rispetto alla tradizionale basata su filtro Bayer. Grazie alla struttura dei 12 fotositi anziché i classici quattro, il sensore non produce moiré, pertanto non necessita di filtro passa basso per eliminare il problema, e genera pochissimo rumore anche ad alti valori ISO. Rumore che tra l’altro è più simile alla classica grana della pellicola che a quello elettronico (e fastidioso) a cui ci hanno abituato molte macchine digitali.
Il nuovo sensore è ora di tipo retroilluminato ed ha una risoluzione maggiore, incrementata da 24 a 26 MP; allo stesso tempo è migliorata la velocità in tutti i settori, non solo quella di scatto, ma anche quella di lettura della scena, che risulta aumentata del 150%, per cui gli effetti del rolling shutter sono ora estremamente ridotti. Si allarga anche la sensibilità nativa, che parte ora da 160 ISO consentendo di ridurre il minimo valore di guadagno (nella modalità a gamma dinamica estesa DR400 per video e JPEG), a 640 ISO.
Autofocus super
La tecnologia impiegata per il fuoco automatico conserva lo stesso nome e filosofia, Intelligent Hybrid AF, ma le differenze sono enormi; non solo i punti abilitati per il rilevamento della fase aumentano notevolmente in numero, moltiplicandosi di varie volte e raggiungendo il numero di 2,16 milioni, ma si distribuiscono praticamente sull’intera superficie del fotogramma, il 99%. Solo nella modalità tracking la superficie sensibile cala leggermente, pur restando a quota 91 e 94%. L’autofocus è migliorato anche in condizioni di luce scarsa; i dati passano da un EV di -1 a -3, il che permette, pertanto, di utilizzare l’automatico anche a luce di candela.
A corroborare il lavoro dell’unità fotosensibile, provvede anche il nuovo X-processor quad core, che triplica le prestazioni del suo predecessore, e permette di migliorare non solo le funzioni fotografiche ma anche e soprattutto quelle video. La raffica alla massima risoluzione arriva fino a 20 fps con otturatore elettronico ed 11 con quello meccanico; tra l’altro grazie ad una migliore gestione della potenza, per raggiungere la massima velocità non è più necessario adottare il battery grip opzionale (che permette di triplicare l’autonomia operativa, e di avere i comandi duplicati per lo scatto in verticale).
Le funzioni di inseguimento del fuoco automatico sono apparentemente uguali a quelle delle generazioni precedenti, con il classico menu che permette di scegliere tra cinque modalità di lavoro, ma in realtà il nuovo processore ha consentito a Fujifilm di riprogettare completamente tutta la sezione, permettendo prestazioni e precisione di inseguimento notevolmente migliorate, nell’ordine del 150%.
Sport estremo
Per gli utenti alla ricerca di prestazioni top, debutta la modalità Sport Finder che – a costo di un piccolo fattore di crop di 1.25x ed una riduzione di risoluzione a 16,6MP – permette di arrivare a raffiche fino a 30 fps con autofocus ad inseguimento ed esposizione automatica attivati.
Lo Sport Finder mode prende il nome da una caratteristica esclusiva. Nel preview viene mostrata l’intera inquadratura, con un riquadro ad evidenziare la parte ritagliata che verrà immortalata nei file. Ciò consente al fotografo di vedere i soggetti in movimento prima che entrino nel quadro e pertanto di effettuare lo scatto al momento giusto, senza perdere il preziosissimo ed a volte irreplicabile, attimo fuggente.
Parlando del nuovo processore, abbiamo detto che le sue prestazioni triplicate hanno consentito un grosso balzo in avanti anche delle prestazioni video. I miglioramenti sono tanti ed a 360 gradi.
Ora anche sulla X-T3 è supportata la risoluzione attuale del cinema, il 4K ‘vero’ (cioè il 4K DCI 17:9 da 4096×2160 pixel, e non l’UltraHD da 3840×2160 pixel, di derivazione televisiva), ma cosa ancor più importante, sono supportati frame rate fino a 60 fps, sia in 4K DCI che in UHD, permettendo di catturare il doppio delle informazioni di movimento per scene e slow motion estremamente fluidi.
Guerra in casa
Insomma, la ancora giovane X-H1, l’ammiraglia APS-C di casa Fujifilm, presentata poco più di sei mesi fa, potrebbe avere ora una concorrente in casa.
In realtà la X-T3 prosegue su una via parallela. La differenza più grande è l’assenza del sensore stabilizzato ed il form factor differente, più compatto e privo del display OLED superiore che caratterizza la sorella maggiore. Rumors parlano già di una X-H2 in arrivo il prossimo anno, dotata delle novità della X-T3, con corpo simil DSLR e sensore stabilizzato. Non si tratta di chissà quale rivelazione, ma di quanto il buon senso suggerisce sulla base di casi analoghi, anche della concorrenza. Se son rose…
Piacevole conferma
Gli utenti della X-T2 saranno certamente contenti di constatare che la T3 ha mantenuto completamente invariata l’ergonomia della loro macchina; se non fosse per le sigle, le due fotocamere risulterebbero infatti indistinguibili. Le uniche differenze esterne sono infatti celate sotto gli sportellini che proteggono le porte di collegamento. Sulla T3, per agevolare ancor di più i video maker, è stata aggiunta la presa per le cuffie ed adottata la porta dati USB 3.1 Type C, velocissima e con il connettore reversibile. I materiali di costruzione restano nobili così come la tropicalizzazione per resistere ad umidità, polvere, gelo e condizioni d’uso impegnative.
Per gli utenti di altre marche, il passaggio a questa fotocamera non sarebbe impegnativo. Pur essendo molto compatta, la X-T3 ha un ergonomia studiata con attenzione e permette una solida impugnatura a chi ha mani piccole e grandi. Restano quindi le ghiere superiori per i tempi e gli ISO mentre la nuova macchina si avvantaggia di tutte le novità software e touch introdotte sulle fotocamere più recenti, X-H1 e X-T100, con le praticissime gesture, che riconoscono segni tracciati sullo schermo per attivare altre funzioni, oltre a quelle già presenti sui tanti tasti fisici. Molto pratico il menu rapido Q, che permette di visualizzare e regolare tutte le funzioni di ripresa più importanti.
Il joystick è posizionato correttamente a portata di pollice per aiutare nella selezione dell’area di fuoco. La pratica app per il controllo remoto e la gestione via smartphone è disponibile sia per Android che iOS, ed è dotata delle funzionalità introdotte sui modelli recenti, quindi con la possibilità di inviare automaticamente gli scatti effettuati al dispositivo collegato. Un’interessante novità è che adesso Fujifilm fornisce in dotazione, sotto forma di download gratuito, il potente e versatile software Capture One Express Fujifilm di Phase One, per la gestione e lo sviluppo dei file RAW NEF a 14 bit.
Passo avanti
La X-H1, pur avendo lo stesso sensore, rappresenta un importante passo in avanti rispetto alla T2; la T3 costituisce un’evoluzione di entrambe, visto che porta, come accennato, l’autofocus su una sfera decisamente più elevata, confermando tutti i dettagli tecnici che abbiamo elencato sopra.
Anche una ‘vecchia’ ottica, per quello che riguarda età ed usura (una XF35 F1.4R che avevamo già utilizzato con soddisfazione sulla X-T100) diventa molto rapida.
Con le altre ottiche più recenti, XF16 F1.6 e XF90 F2, il sistema è completamente seamless; quando è in modalità continua, il fuoco avviene senza alcuna incertezza o ritardo. La qualità complessiva con i dodici e più stop di gamma dinamica e la resa ad alti ISO restano pressoché invariate nonostante la risoluzione sia aumentata di circa il 10%. L’assenza del filtro passa basso è sempre una garanzia quanto a definizione anche dei dettagli più minuti. L’effetto moiré è assente e la velocità di scatto è da riferimento assoluto, soprattutto nella modalità Sport Finder; poche macchine, forse nessuna, possono competere con i 30 fps di questa assoluta velocista.
Il rolling shutter ridotto ai minimi termini permette di sfruttare l’otturatore elettronico e la sua silenziosità con pochissime remore; permette di impostare i tempi da infinito a 1/32000s, ma anche quello meccanico è di livello, con rumore ridotto e velocità che si spinge fino ad 1/8000s.
Gli otturatori permettono un’altrettanta duttilità in caso di lunghe esposizioni, con una riduzione rumore ad hoc estremamente rapida ed efficace.
Va (di nuovo) al cinema
Dopo aver scattato, è arrivato il momento di testare le funzioni video. Delle nuove caratteristiche abbiamo già parlato; il supporto per il 4K DCI cinematografico con frame rate sino a 60p e codec interno con campionamento 10 bit costituiscono biglietti da visita inequivocabili, che si traducono in fatti concreti durante la registrazione. Sebbene sia considerato un codec moderno, poiché ha impiegato molto tempo a scalzare l’MPEG2, l’H264 ha sulle spalle ben 14 anni, e X-T3 è una delle prime fotocamere a supportare uno dei suoi successori, l’H265, decisamente più efficiente (nel senso che consente, a parità di qualità, di utilizzare un bitrate molto più ridotto o a pari bitrate, di preservare una qualità migliore).
Acca Due Sei Cinque, H265
Fujifilm per la X-T3 ha scelto questa seconda strada, fornendo all’utente la possibilità di scegliere tra tre codec diversi. H264 long gop ad 8 bit per canale, ossia con una codifica inter frame e la possibilità di registrare 256 sfumature per canale primario, ed H265 a 10 bit con codifica long gop fino a 200Mbps o Intra fino a 400 Mbps un insieme di valori di altissimo livello che oggi non trovano eguali in altre fotocamere o MdP.
La potenza richiesta per la codifica H265 ne ha limitato sinora la diffusione, in quanto richiede uno sforzo computazionale superiore di 100 volte rispetto all’H264, oltre che macchine molto più potenti per l’editing. Per verificare i pro ed i contro, abbiamo registrato le stesse scene in 4K con i tre codec. A dire il vero non abbiamo riscontrato enormi differenze qualitative, con un vantaggio per l’H265, ma bisogna dire che un ruolo determinante lo svolge il decoder, il componente software che si occupa di trasformare il file nel video non compresso che vediamo sullo schermo.
Inizialmente, quando abbiamo cominciato a visualizzare e montare il nostro video test, non riuscivamo a leggere con il programma di editing i file H265 Intra, ma aggiornando i driver Nvidia ed i software di montaggio Davinci Resolve ed ivsEdits alle ultime versioni, la situazione si è sbloccata; tuttavia il dubbio che il decoder H265 abbia grossi margini di miglioramento ci è rimasto. Abbiamo potuto effettuare color correction spinte su tutti i tipi di file senza riscontrare criticità. I file H265 risultano un po’ più complessi da gestire, non sempre il PC da 8 core e 16 threads riusciva a riprodurre anche un singolo canale video, mentre con gli H264 si andava sempre lisci come l’olio.
Coppia affiatata
X Trans IV e X processor IV; squadra che vince non si tocca. I nuovi componenti migliorano non solo la resa fotografica, ma anche quella video, rispetto a tutte le macchine Fujifilm del passato. L’aspetto delle immagini non viene stravolto, non siamo di fronte ad una rivoluzione ma ad una sensibile evoluzione.
Il passaggio del sensore alla tecnologia retroilluminata non sembra aver determinato una resa molto maggiore in caso di scarsa luminosità; la macchina mantiene gli ottimi livelli di sensibilità e la scarsa propensione a produrre rumore anche ad altissimi ISO che avevamo già visto nelle prove recenti delle X-H1 ed X-T100 ed in passato sulla X-T2. Come potete vedere con i vostri occhi nel video che abbiamo pubblicato sul nostro canale YouTube, è difficile notare cambiamenti nella scena utilizzando ISO tra 800 e 12800; bisogna ingrandire l’immagine del 400% per vedere del rumore, che comunque, come da tradizione Fujifilm, ha le sembianze della grana cinematografica e non quello fastidioso a cui ci hanno abituato molti dispositivi digitali. Anche diminuendo al minimo la noise reduction, le immagini cambiano ben poco, evidenziando che il sensore ne produce una quantità minima.
Chi legge con assiduità le nostre pagine saprà che varie volte abbiamo stroncato i sistemi di riduzione del rumore video, in quanto, genere sottraggono più informazioni utili e dettagli che rumore. Sulla X-T3, oltre a quella standard (già efficace e poco invasiva), troviamo anche una modalità molto interessante, che analizza più frame consecutivi per eliminare la rumorosità di fondo, e riesce pertanto a svolgere il suo compito senza sottrarre dettagli alle immagini.
L’adozione del nuovo processore porta in dote anche una serie di vantaggi, nascosti nella scheda tecnica ma molto importanti. Tra questi segnaliamo che, per la prima volta su una sua fotocamera Fujifilm, dall’uscita HDMI viene fuori un segnale 4K con profondità cromatica a 10 bit con campionamento 4:2:2, da sfruttare con un registratore esterno, ma non solo; ora la registrazione 4K può essere effettuata in simultanea sia internamente che esternamente, mentre prima una delle due poteva avvenire solo in Full HD. Abilitando l’uscita HDMI in 4K, la registrazione interna era limitata al Full HD e viceversa. Il nuovo processore ha permesso di abilitare anche la sempre utile funzione zebra, assente sui modelli precedenti, che aiuta l’utente ad intuire i limiti di sovraesposizione.
Super slow motion
La presenza della registrazione 4K fino a 60p permette di ottenere filmati finali con tali scansioni, che risultano più fluidi, così come lo è sempre stata la televisione a 50 semiquadri al secondo, o di sfruttare le maggiori informazioni di movimento per effettuare slowmotion fluidi se il progetto finale è destinato per la televisione a 25p o per il cinema a 24p. Per riscontrare se ci fossero differenze qualitative abbiamo effettuato delle registrazioni 4K a differenti frame rate, senza riscontrare alcun calo al salire dei fotogrammi al secondo. Selezionando la registrazione ad alta velocità, che avviene in risoluzione Full HD, 1920×1080, si possono impostare valori sino a 120 fps, che la macchina automaticamente rallenta impostando il valore finale desiderato; 120 fps in 24p corrispondono ad una velocità inferiore di 5 volte, il 20% dell’originale, un rallentamento consistente, a cui fa da controparte una qualità dell’immagine molto buona.
L’audio non viene registrato, ma in compenso viene sfruttato con successo l’autofocus, anche nella modalità touch. C’è da ricordare che non tutte le concorrenti dirette permettono di farlo.
Readout super
Se non abbiamo visto incrementi notevoli nella qualità da parte del nuovo sensore, vediamo invece un grosso vantaggio in termini di rapidità. I dati dichiarati parlano di un miglioramento nella velocità di lettura del sensore – di tipo rolling shutter – del 150% rispetto al già buono della generazione precedente.
Il progresso è immediatamente percepibile, come evidenziato nel test Rolling Shutter del nostro video. Lo skew, la deformazione orizzontale degli oggetti sviluppati verticalmente muovendo rapidamente la camera in orizzontale, è estremamente ridotto. Nello stesso test si evidenzia un’altra caratteristica importante di questa camera; il codec H265, di cui abbiamo parlato prima, anche a 200Mbps, non perde alcun dettaglio nemmeno muovendo rapidamente la camera, laddove molte concorrenti, nelle stesse condizioni, vedono le loro immagini “squagliarsi” e quindi perdere buona parte del sex appeal.
AF video & bokeh
Così come in fotografia, anche nella parte delle immagini in movimento, la X-T3 beneficia dei miglioramenti conseguiti nell’assistenza automatica del fuoco. La velocità è istantanea ed il tracking segue i soggetti con ottima fedeltà, anche quelli che si muovono con movimenti rapidi e imprevedibili. Il sistema riconosce volti ed occhi, dando la possibilità di scegliere anche quale dei due utilizzare come obiettivo da inseguire. Con la modalità touch si può sfruttare la limitata profondità di campo offerta dall’accoppiata con gli ottimi obiettivi della serie XF per impostare il fuoco su soggetti posti a distanze differenti all’interno dell’inquadratura. Il bokeh è infatti eccellente con tutte le focali che abbiamo utilizzato per questa prova, 16, 35 e 90 mm. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo di provare la X-T3 con i notevoli zoom cinema, rigorosamente manuali, della serie MKX, che vengono supportati nativamente sull’attacco X Mount (sono stati comunque provati recentemente su Tutto Digitale, numeri 120 e 123). Per i cultori del fuoco manuale, restano confermate le ottime assistenze con peaking ed ingrandimento selettivo dei dettagli.
Audio, un occhio al pro
La sezione audio è sufficientemente completa, anche se, come vedremo più avanti, c’è qualche limite inevitabile in una compatta. L’aggiunta del jack per le cuffie direttamente sul corpo macchina, senza dover aggiungere il battery grip, rappresenta certamente un beneficio. È possibile visualizzare e regolare i livelli audio, ed i microfoni incorporati sono dotati di un’ottima resa qualitativa, così come abbiamo visto su una serie di mirrorless recenti, ma colgono i rumori in maniera omnidirezionale. Nel catalogo accessori di Fujifilm è presente un utile microfono direzionale da montare sulla slitta hot shoe, ma manca un’interfaccia per poter supportare due ingressi XLR con phantom +48v che facilitano le operazioni. Pertanto, se necessario, bisogna utilizzare un’interfaccia esterna da collegare alla presa microfonica mini jack.
Film look
La storia di Fujifilm, azienda che produce pellicole per foto e cinema da 80 anni, è evidente sfogliando le pagine del menu della X-T3, che contengono 16 picture profile. Sono tutti nati per ricreare i look delle pellicole più note ed apprezzate di Fujifilm, tra cui la mitica Eterna, che avevamo visto per la prima volta in digitale sulla X-H1; un profilo nato per replicare l’aspetto generato dalla linea omonima di pellicole per il cinema. Oltre a permettere un film look molto interessante, questo profilo consente di preservare tutti i 12 stop di gamma dinamica della macchina proprio come i profili LOG che le concorrenti sono costrette ad adottare, e che non manca anche alla X-T3, che tra l’altro, permette di visualizzare correttamente nel monitor e nel mirino grazie alla LUT di sviluppo idonea, abilitando la funzione Natural View.
Ha tutto o quasi
Volendo riassumere quanto detto in questa prova, possiamo dire che la X-T3, nonostante l’aspetto quasi identico alla X-T2, ne rappresenta uno sviluppo tecnologico estremamente avanzato, con importanti passi in avanti in tutti i settori. Fujifilm era già ai massimi livelli in fotografia, e lo è ora anche nel video, grazie ad una serie di caratteristiche notevoli, come la possibilità di scelta tra i codec con H265 a 10 bit, 4K vero a 60 fps, il rolling shutter estremamente ridotto ed un autofocus avanzatissimo attivo anche nella modalità video a 120 fps.
L’unica cosa di cui non dispone la macchina – per l’uso video – è il sensore stabilizzato, desiderato da chi non usa stabilizzatori esterni, come steadycam e gimbal, ma superfluo per chi li adopera. In ogni caso, per chi ne sente il bisogno, in casa c’è sempre la X-H1 che ne è dotata, e che ha un corpo con ergonomia più professionale (anche se privo ovviamente di tutte le novità presenti su X-T3. Insomma, anche questa prova dimostra che la macchina ideale non esiste, ma possiamo dire che questa volta Fujifilm è andata molto vicina a realizzarla.
Per finire, un’ultima nota riguarda il rapporto qualità prezzo, determinabile con facilità: grazie a prestazioni molto elevate, e costo nel complesso contenuto, risulta essere molto conveniente.
Il filmato completo del test video della Fujifilm X-T3 è disponibile sul canale di Tutto Digitale su YouTube.