(Estratto da Tutto Digitale 70 – Ottobre 2011)
Il mirino a telemetro ibrido e l’obiettivo a focale fissa sono i piatti forti di una fotocamera che racchiude nello chassis di alluminio tanta qualità e un discreto numero di contraddizioni.
La cronaca del test di durata di una macchina venuta direttamente dagli anni ’70, ma con un cuore ‘tutto digitale’ del secondo millennio.
In un mercato che sforna novità a getto continuo, in cui l’invecchiamento precoce degli apparecchi è all’ordine del giorno, Fujifilm sembra aver trovato una formula magica che mette tutti d’accordo. Prendere una compatta a pellicola degli anni ’70 con l’obiettivo a focale fissa non intercambiabile e il mirino a telemetro, incastonare sul dorso uno schermo LCD, sostituire il rullino con un sensore CMOS da 12MP e voilà: ecco la X100, che prende il meglio dei due mondi, analogico e digitale, e li concilia alla perfezione. E in effetti la prima impressione è proprio questa. Appena si apre la bella scatola (in perfetto stile Apple…) si ritrovano emozioni che sembravano perdute. Si estrae il cofanetto foderato di seta nera nel quale è adagiata la fotocamera con le sue cromature scintillanti, e ci si ritrova catapultati indietro nel tempo nell’istante in cui il nonno ci mostrava orgoglioso la sua nuova sudatissima Canonet QL.
ll tempo della nostalgia dura solo un attimo: quanto basta per accorgersi che, per fotografare, bisogna inserire un accumulatore al litio e una scheda SDXC.
Quindi eccoci alle prese con la solita questione: come classificare una macchina del genere? È una reflex? Certamente no. È una mirrorless? Sì perché non ha lo specchio, però non ha gli obiettivi intercambiabili. È una compatta? Non strettamente perché, pur avendo l’obiettivo fisso, non è davvero tascabile ed ha il sensore formato APS-C mentre quello delle compatte è al massimo da 1/1,7”.
A rigore non può essere la concorrente della Leica X1, che ha il medesimo formato di sensore ma è priva di mirino. Non c’è via d’uscita. Con la X100 bisogna tornare a raggruppare le fotocamere a seconda dell’apparato di mira come si faceva in era analogica ed in definitiva la macchina che più le somiglia è la Leica M9 per via del mirino a telemetro con cornicette luminose che delimitano il campo inquadrato.
Doppia vista
Se il principio che regola l’apparato di mira è il medesimo della Leica M9, pur tuttavia quello della FinePix X100 mostra notevoli differenze che fanno categoria a sé. Infatti si tratta di un dispositivo di tipo ibrido che consente di passare dalla modalità ottica a quella elettronica a seconda delle esigenze del fotografo. Basta agire sullo switch posto sul fronte dell’apparecchio (quello che una volta serviva a liberare la coda del rullino per avviare il riavvolgimento). Il vantaggio dal punto di vista operativo rispetto ad un mirino a telemetro standard è notevole sia in modalità fotografica che, soprattutto in quella video. Infatti si possono riprendere filmati con risoluzione HD 720p inquadrando dal mirino opportunamente commutato in elettronico alla stregua di una videocamera, e inoltre si può usufruire dell’autofocus continuo senza attendere il ribaltamento dello specchio come avviene con le reflex.
Peccato che la scelta dell’apertura di diaframma vada effettuata prima delle riprese (una volta che si è iniziato a girare non c’è possibilità di modificarla). Naturalmente si può riprendere anche inquadrando dallo schermo LCD posteriore come si fa con le compatte, ma in questo caso l’ergonomia dell’apparecchio diventa ancora più limitante che con le reflex. Primo perché lo schermo LCD non è orientabile. Secondo perché le dimensioni del corpo macchina e l’impugnabilità non proprio eccelsa aumentano il tremolio. Ma la X100 è pensata più per il fotografo che per il videomaker. Se la scelta del mirino a telemetro non basta è sufficiente guardare alla disposizione dei comandi principali per convincersi. Sulla calotta c’è la ghiera delle modalità di ripresa con i tempi di scatto e l’automatismo a priorità dei diaframmi. A fianco, la ghiera per la staratura manuale dell’esposizione che si effettua in un intervallo di +/-2EV a passi di 1/3 di stop.
In posizione avanzata troviamo il piccolo pulsante Fn al quale è possibile assegnare una funzione a piacere. E dal momento che non c’è il tasto dedicato alla sensibilità ISO noi abbiamo scelto proprio questa. Sul dorso si trova un joystick con rotella di selezione incorporata con il quale è possibile regolare le funzioni principali come si fa con le fotocamere compatte tascabili. Poco sopra, il tasto per il blocco simultaneo dell’AF e della memoria esposimetrica, mentre più in basso quello dedicato allo scatto in RAW, utile perché evita di farci entrare nel Menu digitale. Quest’ultimo si compone di una serie di sottomenu – che abbiamo trovato un po’ farraginosi e molto spartani, con un errore di traduzione (Spazio colore è tradotto Espacios Color): da correggere assolutamente visto il target e il prezzo dell’apparecchio.
Calma e gesso
Prima di iniziare a scattare fotografie è consigliabile eseguire una facile operazione: attivare la modalità Avvio rapido. Se si tiene spenta, la X100 impiega circa 3 secondi per essere pronta a scattare subito dopo l’accensione e il riavvio. L’operazione fa sì che vengano dimezzati anche i tempi di attesa tra uno scatto e l’altro. Abbiamo trovato limitanti, invece, i circa 14 secondi di sosta forzata tra una raffica da 10 scatti (a 5fps) e l’altra necessari per digerire i file JPEG Fine. L’attesa raggiunge i 22 secondi se intendiamo scattare in RAW (la sequenza massima scende a 8 scatti). Anche il modulo AF non è proprio quello che si dice un fulmine di guerra. È necessario circa un secondo per prefocheggiare il soggetto. Inoltre il modulo a 49 aree fatica a centrare il bersaglio nelle situazioni di scarsa luminosità anche con la luce LED di assistenza AF. Non certo un buon risultato per una fotocamera con mirino a telemetro, che dovrebbe essere la regina dell’istantanea colta al volo in luce ambiente.
Per fortuna la qualità d’immagine riporta in equilibrio il piatto della bilancia. Osservando i risultati, infatti, ci si dimentica delle limitazioni messe in evidenza e si rimane impressionati soprattutto dalla tenuta alle elevate sensibilità ISO. Perfino a 3200 ISO i dettagli sono ben disegnati e leggibili e il rumore elettronico è contenuto. Le fotografie colpiscono per la resa tridimensionale dei soggetti ripresi, per la nitidezza e per la qualità della riproduzione dei colori, campo quest’ultimo in cui Fujifilm è da sempre una garanzia. I fotografi esperti ricorderanno la rimpianta S5 pro, la reflex di casa uscita troppo presto di produzione, che aveva proprio nella fedeltà cromatica e nel contenimento del disturbo i suoi piatti forti. All’alto livello dei risultati concorre certamente il gioiello di famiglia incastonato sul fronte della X100, l’obiettivo Super EBC Fujinon 23 mm f/2, che ha dimostrato una resa senza compromessi in termini di contenimento dei riflessi indesiderati, della distorsione e delle aberrazioni cromatiche.
La X100 fotografa quasi al buio (autofocus permettendo), con una resa alle alte sensibilità ISO garantita. Lo scatto al lume di candela è stato effettuato a tutta apertura (f/2) con un tempo di 1/125 sec. a mano libera.
Sopra, lo schema di funzionamento del mirino ibrido opto-elettronico. L’elemento distintivo è l’otturatore (una sorta di saracinesca) che permette di passare da una modalità all’altra…in un batter d’occhio.
Contraddizioni irrisolte
La Fujifilm FinePix X100 è una macchina affascinante per chi è cresciuto con la pellicola ed ha ancora in mente la sua Leica M, ma forse risulta difficile per i nuovi fotografi. Il mirino a telemetro ibrido, pur geniale nella sua concezione, necessita di una notevole esperienza per essere sfruttato fino in fondo. Il modulo AF è lento ed impreciso e la modalità di messa a fuoco manuale macchinosa. Infine il video soffre di troppe limitazioni a livello operativo. D’altra parte è pur vero che la qualità d’immagine è ai massimi livelli, che l’obiettivo è molto luminoso e dall’ottima resa, e che l’estetica rétro si sposa perfettamente con una costruzione curata. C’è da chiedersi se questa macchina decisamente originale potrà trovare spazio sul mercato tra le agguerritissime mirrorless di ultima generazione, oppure tra le compatte extralusso.
Ma forse la X100 – anche per il prezzo che la pone fuori categoria – è destinata a rimanere un unicum nel panorama della fotografia digitale: il primo passo verso la macchina del futuro che sogna ogni appassionato.
Enrico Fontolan
FOTOCAMERA FUJIFILM FINEPIX X100 prezzo euro 999,00
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Sensore: Cmos APS-C (23,6×15,8mm) da 12.3MP
Obiettivo: Super EBC Fujinon 23 mm f/2 (focale equivalente nel formato Full Frame 35mm) non intercambiabile. Lamelle al diaframma 9
Display: LCD 2,8”, 480.000 pixel, copertura 100%, angolo di visione 170°
Mirino: A telemetro ibrido opto-elettronico. Mirino ottico: di tipo galileiano con cornicetta elettronica di delimitazione del campo inquadrato, ingrandimento 0,5x, copertura 90%. Mirino elettronico: LCD a colori da 0,47”, 1.440.000 pixel, copertura 100%. Correzione diottrica da -2 a +1 diottrie.
Autofocus: TTL a rilevazione del contrasto su 49 punti
Otturatore: da 1/4sec. a 1/4.000, posa B (fino a 60min.), autoscatto da 2 a 10 secondi
Esposimetro: TTL multizona su 256 segmenti
Modi di esposizione: Multizona, media a prevalenza centrale, spot
Sensibilità ISO: da 200 a 6400 ISO (100 e 12.800 ISO in modalità estesa)
Bilanciamento del bianco: Auto, manuale con 8 modalità, Custom
Raffica di scatto: fino a 5fps
Modi di scatto: P, A, S, M
Dimensione max dell’imm.: 4228×2848 pixel, Panoramica 180°: 7680×1440 pixel
Filmati: .MOV H.264, Audio PCM lineare, 1280x720p 24fps
Supporto di memorizzazione: SDHC/SDXC
Connessioni: USB 2.0, miniHDMI
Alimentazione: accumulatore ricaricabile al litio tipo NP-95
Dimensioni: 126,5×74,4×53,9 mm
Peso: 445 g (con batteria e scheda di memoria)
La Pagella
ESTETICA 8/10
Fujifilm punta sulla linea rétro che ricorda quella elegante delle Leica M a pellicola.
COSTRUZIONE 8/10
Sopra la media per l’impiego dei materiali anche se alcune finiture sono migliorabili.
VERSATILITÀ 6/10
L’obiettivo a focale fissa è uno strumento per esperti. Chi è abituato allo zoom potrebbe rimanere deluso.
PRESTAZIONI FOTO 9/10
La qualità dell’immagine è ai massimi livelli e surclassa la resa di una reflex entry level.
PRESTAZIONI VIDEO 7/10
Non ha il Full HD ma l’ampia apertura relativa dell’obiettivo permette di riprendere in situazioni di luce molto difficile. Troppo aliasing.
RAPPORTO QUALITA`/PREZZO 7/10
Mille euro non sono pochi in assoluto, ma in questo caso risultano perfettamente proporzionati all’alta qualità delle immagini.
Pro
✔ Qualità dell’immagine
✔ Obiettivo nitido e corretto
✔ Rumore contenuto agli alti ISO
Contro
✔ Ergonomia
✔ AF poco reattivo
✔ Scarsa capacità del buffer
SUPER EBC FUJINON 23 mm f/2: GIOIELLO DI FAMIGLIA
Il piatto forte della Fujifilm FinePix X100 è senza dubbio l’obiettivo a focale fissa incastonato come un gioiello sul fronte dell’apparecchio. Il grande vantaggio rispetto ad uno zoom è la resa ottica favorita da uno schema semplice (8 lenti raccolte in 6 gruppi), che racchiude al suo interno anche 1 elemento asferico e 3 a basso indice di rifrazione. Il cocktail è vincente sotto il profilo del contenimento della distorsione (praticamente invisibile), e della resa cromatica. In controluce il trattamento antiriflessi Super EBC (Electro Beam Coated), riesce a minimizzare la formazione di flare e riflessi indesiderati. Con il diaframma a tutta apertura, infine, non si nota la caduta di luce ai bordi dell’immagine, che affligge la maggior parte degli zoom.
Controluce Vignettatura
Distorsione
IL CONFRONTO IMPOSSIBILE: Fujifilm x100 vs reflex
Il rosso è un colore che mette in difficoltà l’accoppiata sensore/obiettivo. Spesso succede che venga riprodotto piatto e privo di sfumature, con una tonalità scarsamente fedele all’originale. Negli scatti si notano le profonde differenze di resa cromatica tra gli apparecchi.
Abbiamo messo a confronto una reflex entry-level da 16MP dotata di zoom in kit 18-55 mm con la Fujifilm X100. Balza agli occhi la superiorità di quest’ultima sia per quanto riguarda la nitidezza, che la resa dei particolari più fini come la ringhiera del palazzo.
Se si imposta la funzione Motion Panorama è possibile scattare fotografie con angolo di rotazione pari a 120° o 180°, a scelta. Il risultato è senza dubbio scenografico, ma l’operazione a mano libera è impossibile. Per far in modo che la macchina monti correttamente gli scatti è necessario il treppiedi.