(Estratto da Tutto Digitale 74 – Aprile 2012)
È la compatta che tutti gli appassionati vogliono perché ha il sensore che si misura in millimetri e non in frazioni di pollice, il mirino ottico, lo schermo LCD orientabile e uno zoom 4x che promette tanta qualità. Come se non bastasse, il processore è lo stesso in forza alla EOS 5D MK III e il video è in Full HD. Ma il prezzo non è per tutti.
Da quando la X ha fatto la sua comparsa, serigrafata sul corpo macchina della EOS 1D, le cose in Canon sono cambiate. L’ammiraglia ha portato una ventata di rinnovamento sul fronte foto-video che ha coinvolto la recente nuova versione della EOS 5D (la MK III) e, soprattutto, ha regalato agli appassionati l’ennesima occasione per porsi la domanda fatidica: reflex o compatta? Se si guarda alla nuova nata sotto il segno della X, infatti, il dubbio si fa ancora più grande.
Il perchè è facile da intuire. La Powershot G1 X ha il sensore più grande (18,7x14mm) tra le compatte in commercio (con alcune costosissime eccezioni ad ottica fissa, che si chiamano Fujifilm X100, Leica X1 e Sigma DP 1m e DP 2m), che sfiora le dimensioni del classico formato APS-C (22,3×14,9mm) utilizzato dalle reflex consumer di casa come la EOS 600D. L’elemento sensibile, inoltre, vanta un compagno di viaggio di alto lignaggio come il processore DIGIC 5+, condiviso con la nuova EOS 5D MK III, e una densità dei pixel tale da far ben sperare gli amanti del tutto in uno. I quali sembrano aver trovato la soluzione ai loro problemi, forti anche della presenza del mirino ottico e dello zoom stabilizzato equivalente ad un 28-112mm f/2,8-5,8. Insomma, tutto sulla carta funziona, ma come vanno le cose sul campo?
Bella squadra
Della compatta così come la conosciamo, la G1 X ha ben poco, ad iniziare dal peso (543g) e dalle dimensioni (117x81x65mm), che l’accostano più ad una mirrorless che ad una fotocamera da taschino. Quindi, chi già aveva dubbi sulla trasportabilità della G12 troverà molte conferme. Ad un primo sguardo, infatti, la G1 X sem
bra proprio una G12 sottoposta ad un processo di gonfiaggio controllato. Il corpo macchina presenta linee squadrate e tese, che ricordano quelle delle Leica a telemetro, e vanta una costruzione curata e robusta. Lo chassis è in metallo rivestito in policarbonato nero verniciato ad effetto lucido, che dona all’apparecchio un aspetto affascinante, esaltato dalla grande lente dell’obiettivo (occupa più della metà del frontale), e dal mirino ottico del tipo galileiano zoom, incastonato sul fronte come l’occhio di un ciclope. Peccato soltanto per alcune viti a vista di troppo.
La G1 X fa dell’impugnabilità uno dei suoi punti di forza, in virtù delle generose dimensioni, e della guancia anatomica ben conformata che assicura un ottimo grip. La logica nella distribuzione e nella foggia dei comandi ricalca, per certi versi, quella di una reflex. Infatti, sulla calotta si trova la ghiera delle modalità di ripresa in abbinamento a quella (coassiale) per la compensazione dell’esposizione in un intervallo di +/-3EV a passi minimi di 1/3 di stop. Oltre ai soliti automatismi a priorità di tempi o di diaframmi, si può contare sulla modalità program o su quella completamente manuale con l’aggiunta di una chicca per gli amanti delle riprese in HDR. Una volta impostato il programma dedicato, la macchina scatterà una sequenza di tre fotografie ad esposizione variabile montando le immagini in un unico scatto con gamma dinamica estesa.
A fianco alla ghiera delle modalità di ripresa spicca la slitta a contatto caldo per i lampeggiatori della serie Canon Speedlite seguita dal selettore che porta il piccolo flash incorporato in posizione di lavoro. Quest’ultimo è in posizione disassata rispetto all’ottica e dispone di un NG pari a 12.
Il dorso è quasi interamente occupato dallo schermo LCD con diagonale da 3” e risoluzione di 920.000 pixel; come quello della G12 è completamente orientabile, e vanta un trattamento antiriflesso multistrato migliorato. Sulla destra troviamo il ponte comandi il cui fulcro è rappresentato dalla rotella di selezione posteriore (che fa da contraltare a quella anteriore come avviene sulle reflex), intorno alla quale orbitano i pulsanti per la selezione del punto AF, per il blocco della memoria esposimetrica, per la scelta del modo di lettura della luce e per entrare nel menu digitale. La sensibilità ISO, la modalità di emissione del flash a scomparsa, quella di visualizzazione del display e del mirino e la macro, si impostano con i tasti freccia (la G1 X non ha il Joystick), al centro dei quali si trova il pulsante per gestire le scelte via menu. Infine, nello spigolo destro, attivabile con il pollice, troviamo il pulsante che dà il via alle riprese video, che la G1 X esegue alla risoluzione massima di 1920×1080 a 24fps.
Sul campo
In uso, la macchina non si differenzia molto dalla sorella minore (G12) in termini di maneggevolezza e facilità di gestione dei comandi. Tutto è a portata di mano e le indicazioni sono sempre chiare e leggibili. Gli stessi menu hanno un aspetto spartano, che poco concede all’estro grafico, ma proprio per questo non creano confusione nell’impostazione delle funzioni. In particolare, il tasto ISO e quello video dedicati, velocizzano molto il settaggio. In quest’ottica avremmo gradito anche la presenza del pulsante per il bilanciamento del bianco, che invece si esegue solo via menu. D’altra parte è possibile scegliere le funzioni più utilizzate e raggrupparle in un menu personalizzato richiamabile all’uopo.
Il bello di fotografare con una macchina come la G1 X consiste nel poter utilizzare sia lo schermo LCD, che il mirino ottico, il quale torna molto utile (soprattutto ora che si va verso la bella stagione), se il sole è alle spalle e batte direttamente sul monitor. In questo caso basta inquadrare con la macchina all’altezza dell’occhio. A seconda della focale, il mirino adeguerà l’inquadratura. Attenzione però a quando si fotografa in tale modalità con lo zoom impostato su 28mm. Infatti l’obiettivo copre una porzione dell’inquadratura corrispondente a circa il 10% (angolo in basso a sinistra), e bisognerà tenerne conto. Inoltre, la zoomata non è velocissima e rischia di farci perdere il momento decisivo. Anche lo start-up non è da record. La G1 X fa meglio della G12 ma non è un fulmine di guerra, infatti il tempo di reazione tra l’accensione e lo scatto si attesta intorno ai 2 secondi.
Che la macchina non sia a suo agio a bordo pista, lo confermano sia il ritardo allo scatto, più lento della G12, sia la velocità dell’AF. Il modulo a contrasto fatica a centrare il soggetto in modalità AF Tracking e mostra la corda in situazioni d’illuminazione difficile. Inoltre, la modalità macro si ferma a 20cm dal soggetto alla focale di 35mm, una prestazione decisamente inferiore a quella della G12, che arriva a solo 1cm dal soggetto. Le cose cambiano se si decide di scattare fotografie di paesaggio o di ritratto. In questo caso si può contare su un esposimetro molto preciso e versatile (oltre alla modalità di lettura multizona, si possono scegliere la media pesata al centro e la spot) e, soprattutto, sulle dimensioni del sensore che influiscono direttamente sulla profondità di campo. Rispetto alle compatte con sensore microscopico con le quali è impossibile sfocare lo sfondo, con la G1 X si possono ottenere piacevoli effetti di sfocato con il soggetto ben in evidenza sia durante le sessioni fotografiche, che in quelle video.
Ampi orizzonti
La G1 X punta tutto sulla qualità d’immagine. Per farlo sceglie di concentrare un numero ragionevole di pixel all’interno di un sensore di formato quasi triplo rispetto a quello della G12. Si parla di 14.3MP su una superficie di 1,5” a confronto con 10MP su su una superficie di 1/1,7”. Il tutto, coadiuvato da un processore di nuova generazione come il DIGIC 5+. E i risultati si vedono, così come le differenze, sia alle basse che alle elevate sensibilità ISO dove l’apparecchio ingaggia un avvincente testa a testa con le reflex a formato APS-C. Non abbiamo eseguito un confronto diretto (magari tema di un futuro articolo su Tutto Digitale), ma a vedere le fotografie le sorprese non dovrebbero mancare. In particolare, notiamo che l’insorgere del rumore elettronico si manifesta in maniera decisa a partire dai 1600 ISO, ma gli scatti a 3200 ISO mantengono ancora un notevole livello di dettaglio.
Il disturbo si manifesta solo attorno ai 1600 ISO per salire progressivamente fino alla soglia massima senza perdere la leggibilità dei dettagli.
Solo all’estremità più elevata della scala (12.800 ISO) l’immagine risulta deteriorata in maniera evidente. Le notizie sono buone anche per quanto riguarda il contenimento del moirè, pressoché invisibile anche ai forti ingrandimenti, e del purple fringing, che il processore corregge automaticamente quando si scatta in Jpeg. Nel complesso la resa dell’immagine è realistica con una riproduzione dei colori sostanzialmente neutra, fatta salva la tendenza (familiare per i canonisti) alla saturazione del rosso, che può essere attenuata attraverso i controlli on camera, ovvero scattando in Raw con profondità di colori a 14 bit. La gamma dinamica è estesa e dispone della funzione iContrast con la quale è possibile ottimizzarne la risposta. Nella pratica però la macchina si limita ad alzare la sensibilità ISO per cercare di compensare il divario in termini di EV della scena, restituendo immagini con segni di solarizzazione che abbassano la qualità.
Come va l’obiettivo della G1 X
L’occhio della G1 X è uno zoom 28-112mm f/2,8-5,8 dotato di stabilizzatore ottico IS in grado di risolvere la maggior parte delle situazioni di ripresa, dal ritratto al paesaggio. Rispetto all’attuale tendenza delle compatte in commercio provviste di zoom con ingrandimenti dell’ordine dei 20x e più, alla Canon hanno puntato sull’escursione ridotta (4x) il che dovrebbe mantenere elevata la qualità. I test condotti sul campo confermano parzialmente questa tesi. Infatti l’obiettivo alla focale minima (28mm) esibisce una resa discreta al centro a tutta apertura, e mediocre ai bordi, che raggiungono un livelo equiparabile alla parte centrale dell’immagine solo a f/11. Le cose migliorano alla focale tele (112mm), che con il diaframma a tutta apertura si dimostra già buona. L’ulteriore chiusura del diaframma non comporta miglioramenti significativi al centro, ma contribuisce a livellare verso l’alto la nitidezza ai bordi.
La massima omogeneità di resa si ottiene a f/8-f/11. Nonostante l’elevato numero di lenti, l’obiettivo non soffre troppo il controluce diretto: i riflessi interni sono contenuti, grazie all’efficace trattamento antiriflessi. La distorsione a barilotto è evidente alla focale minima e migliora alla focale massima, risultando nel complesso abbastanza corretta. Una nota di merito va allo stabilizzatore ottico IS (leggi Image Stabilizier), che consente di guadagnare fino a 4 stop sui tempi di sicurezza nelle riprese a mano libera. In questo modo non è necessario alzare troppo la sensibilità ISO per portare a casa lo scatto.
Grandangolo 28mm f/2.8 (in alto) e f/11 (in basso).
Teleobiettivo 112mm f/5.8 (in alto) e f/11 (in basso).
Reflex o compatta?
Sul finale si torna all’inizio. Il gioco di parole è per dire che la questione che attanaglia i fotografi è di scottante attualità. La G1 X ce la mette tutta per far pendere il piatto della bilancia a suo favore. Il confronto diretto tra apparecchi di categoria e tipologia diversa è sempre rischioso. Troppi fattori possono essere trascurati, mentre altri possono essere addirittura sopravvalutati. In questo caso, gioca un ruolo fondamentale il prezzo d’acquisto. A conti fatti, la G1 X si porta a casa (euro più euro meno) con la stessa cifra con cui si entra nel sistema reflex di Canon. E non stiamo parlando della EOS 1100D, bensì della ben più sostanziosa EOS 600D, che ha passato a pieni voti il test apparso su Tutto Digitale 68.
Qui la questione si complica. Perché, se è vero che la reflex è più ingombrante, è anche vero che la nostra non è quello che si dice un peso piuma. E se la G1 X rappresenta un sistema chiuso e autosufficiente con grandi doti in fatto di qualità d’immagine, dall’altra parte c’è un apparecchio con il quale è possibile crescere alimentando la passione per la fotografia grazie all’eventuale sostituzione dello zoom da kit con ottiche degne di questo nome.
In definitiva, la partita rimane aperta, ma una cosa è certa. Per essere l’ammiraglia delle compatte alla Canon G1 X manca un packaging adeguato. Il target di uso di una fotocamera del genere (ad un prezzo simile), merita più di una scatola in tutto e per tutto simile a quella delle altre Powershot.
Enrico Fontolan
FOTOCAMERA Canon PowerShot G1 X
Costruttore: Canon Inc. – Giappone
Distributore: Canon Italia, via Milano 8, 20097 San Donato Milanese (MI)
tel. 0282481 – www.canon.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Sensore: CMOS (18,7x14mm) con 14.3MP
Obiettivo: 15,1-60mm (equivalente a 28-112mm) f/2,8-5,8 – stabilizzatore IS
Risoluzione min/max: 640×424/4352×2904 pixel
Video: 1920×1080 24fps, 1280×720 30fps .MOV/H.264 , Audio Stereo PCM lineare
Auto focus: TTL a rilevazione del contrasto su 9 punti
Esposizione: TTL valutativa, media a prevalenza centrale, spot
Compensazione Esposizione: +/-3 EV a passi di 1/3 stop, Filtro ND incorporato
Bracketing: su 3 fotogrammi a passi minimi di 1/3 stop
Sensibilità ISO: da 100 a 12.800 ISO
Otturatore: da 60 sec. a 1/4000, posa B, sincroflash 1/250sec.
Mirino: ottico galileiano zoom ad immagine reale, correz. diottrica dell’oculare
Monitor: TFT LCD orientabile a colori da 3″ con 920.000 pixel
Flash incorporato: N.G. 12, flash esterno opzionale a contatto caldo
Cadenza di ripresa: fino a 10 fps
Connessioni: USB 2.0, mini HDMI, AV out.
Alimentazione: accumulatore ricaricabile agli ioni di litio tipo NB-10L
Dimensioni: 116,7×80,5×64,7 mm
Peso: 543 g.
LA PAGELLA
ESTETICA
8/10
Il corpo macchina è massiccio e squadrato al centro del quale spicca la grande lente frontale dell’obiettivo sormontata dal mirino ottico. Linee tese e tanto gusto rétro.
COSTRUZIONE
9/10
Senz’altro sopra la media, con il guscio in magnesio e le finiture molto curate.
VERSATILITA`
8/10
La G1 X è una fotocamera per chi ama il tutto in uno senza compromessi.
PRESTAZIONI FOTO
9/10
La qualità dell’immagine è sopra la media così come il contenimento del rumore elettronico, grazie alle dimensioni del sensore formato quasi APS-C.
PRESTAZIONI VIDEO
8/10
In linea con le aspettative e con la classe dell’apparecchio.
RAPPORTO Q/P
8/10
Il costo è elevato in assoluto ma giustificato dalle prestazioni foto-video.
PRO
✔ Qualità dell’immagine
✔ Cura costruttiva
✔ Rumore contenuto agli alti ISO
CONTRO
✔ AF non sempre brillante
✔ Eccessiva sensibilità del pulsante di scatto