Canon, pur arrivando ‘seconda’ temporalmente, è stata la prima azienda ad intuire le grandi potenzialità di ripresa video delle macchine fotografiche reflex e a spingere in questo senso. E proprio la EOS 7D, insieme alla full-frame 5D Mark II, è stata una delle HD-SLR più apprezzate dai professionisti del settore. Ma a 5 anni dal suo debutto, la concorrenza si è fatta davvero agguerrita e il numero di fotocamere capaci di ottime prestazioni video è in costante aumento. Ecco dunque l’arrivo della 7D Mark II, che rappresenta qualcosa di più di un semplice aggiornamento: anche se non siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione, la nuova Canon è senza dubbio un prodotto innovativo che perfeziona e porta a maturazione il concetto di video-reflex, risolvendo in modo efficace molti dei problemi che i videomaker indipendenti hanno dovuto affrontare in questi anni.
Stiamo parlando quindi di una reflex di livello professionale, destinata a fotografi esigenti ed esperti, ma anche e soprattutto a videomaker in cerca di un mezzo leggero ma performante. La nostra prova, quindi, è orientata principalmente ad approfondire l’aspetto ‘videoripresa’, ma dobbiamo almeno citare alcune caratteristiche della nuova reflex per quello che riguarda l’aspetto fotografico vero e proprio.
Il sensore è un CMOS da 20,2 MP, valore che possiamo definire ‘normale’ per la categoria del prodotto, ed è accoppiato ad un doppio processore Digic 6. Questo consente la cattura di immagini a 10 fps, a piena risoluzione. La gamma ISO nativa è 100-16.000, espandibile fino a 51.200; la resa è giudicabile dalle foto pubblicate in altra pagina.
Fra le altre caratteristiche, da notare la presenza di un monitor TFT Clear View II da 3″ e circa 1.040.000 punti, con visuale 170° (purtroppo, fisso), mentre il mirino a pentaprisma, con correzione diottrica da -3 a +1 diottrie, offre una copertura del 100% ed ha lo schermo di messa a fuoco intercambiabile.
Ancora, da citare fra le infinite possibilità di regolazione e d’uso, i comandi per una personalizzazione completa, il doppio slot per schede di memoria SD e CF, per garantire la massima sicurezza in fase di scatto e registrazione video, e il GPS integrato per geotaggare ogni scatto. Ma, ripetiamo, questa è una super sintesi delle caratteristiche della macchina, tutta da scoprire…
Niente 4K ma…
Cominciamo col dire che la nuova Eos 7D non è in grado di girare in UltraHD, nonostante Canon sia stata la prima azienda a sviluppare una reflex 4K (la EOS 1D C) e abbia dunque già a disposizione la tecnologia necessaria da implementare nei suoi prodotti. Si tratta dunque di una scelta più commerciale che tecnica: la 7D Mark II si rivolge ai videomaker indipendenti e alle piccole società di produzione, che probabilmente non dispongono del budget necessario per gestire un flusso di lavoro 4K e che hanno invece bisogno di una macchina agile e leggera per il lavoro di tutti i giorni.
Se l’EOS 7D Mk II non è in grado di catturare filmati 4K, tuttavia supporta un gran numero di formati ad alta definizione, compreso il Full-HD a 50p e 60p: la maggiore frequenza di fotogrammi permetterà di ottenere immagini più fluide nelle riprese di soggetti in movimento o di eventi sportivi, oppure potrà essere sfruttata per creare dei rallenti nei progetti a 25 o 30p.
Un’ altra novità importante riguarda il codec di registrazione: come le precedenti HD-DSLR, la 7D Mk II utilizza il classico H.264, ma offre tre diversi livelli di compressione: IPB-Lite, IPB e All-I. In quest’ultima modalità di registrazione ogni fotogramma è trattato in modo indipendente e si raggiunge un bitrate di ben 90 Mbit/s, contro i circa 30 della modalità standard IPB (in 1080/25p). La differenza in termini di qualità si può apprezzare sulle immagini ricche di dettagli e soggetti in movimenti, che in questo caso appaiono del tutto prive di artefatti. Un bitrate così elevato, dunque, rende inutile il ricorso a recorder esterni, anche se per i puristi dell’immagine è comunque disponibile un’uscita HDMI pulita a piena risoluzione, con timecode incorporato e output 4:2:2 (la registrazione interna avviene invece in 4:2:0). È inoltre possibile scegliere di registrare in MP4 con audio AAC o in MOV con audio PCM lineare.
A proposito del suono, la 7D MK II offre un ingresso mini-jack stereo per il collegamento di un microfono esterno e un’uscita cuffie, assente invece sulla prima versione della 7D.
Ma la vera novità della nuova APS-C di Canon è il rivoluzionario sistema di autofocus dual pixel.
L’autofocus funziona!
Come sappiamo, uno dei problemi legati alla ripresa video con le macchine fotografiche è la messa a fuoco: le macchine reflex, infatti, anche se dispongono di un buon autofocus per gli scatti fotografici, quando lavorano in modalità live view diventano lente e imprecise.
Chi usa da tempo una reflex come macchina da presa deve imparare a lavorare in manuale (pratica del resto comune nel ‘cinema’ vero), compito tutt’altro che facile, anche considerando che la profondità di campo è molto più limitata rispetto a quella di una videocamera tradizionale. Non tutte le ottiche fotografiche, inoltre, offrono una ghiera di messa a fuoco confortevole e precisa, per non parlare del display incorporato, spesso troppo piccolo (o poco definito) per fornire un feedback attendibile.
Nelle produzioni cinematografiche – quando si ha il tempo di provare ogni scena prima di registrarla – è possibile ricorrere a costosi accessori di follow focus. Ma come comportarsi, invece, quando la troupe è composta da un’unica persona, quando bisogna seguire un soggetto che compie azioni impreviste, quando si ha pochissimo tempo e nessun margine di errore? Fino ad oggi, in tutti questi casi, si è preferito usare una videocamera tradizionale rispetto a una macchina fotografica, ma la 7D Mark II è destinata a cambiare questo scenario. Prima con la EOS 70D, poi con la EOS C100 MarkII ed ora con la EOS 7D MarkII, Canon ha scelto di avere a bordo un AF veloce e preciso anche nel video piuttosto che risoluzioni oltre i 40 MP : nasce così il sistema Dual Pixel CMOS AF, dove ciascuno dei 20 milioni di pixel è composto in realtà da due fotodiodi indipendenti che funzionano anche da rilevatori di fase. Confrontando le immagini catturate dai due elementi, il doppio processore Digic 6 individua immediatamente il range di messa a fuoco e invia le informazioni ottenute all’ottica. Rispetto al classico autofocus basato a rilevamento del contrasto, il sistema brevettato da Canon non solo è più rapido, ma è anche molto più preciso anche nel seguire un soggetto in movimento: con i sistemi tradizionali, infatti, la camera regola il fuoco avvicinandosi progressivamente al soggetto finché diventa nitido, per poi sfocarlo di nuovo e infine impostare il fuoco corretto in modo definitivo.
Con il Dual Pixel AF di Canon, invece, il fuoco viene riconosciuto già al primo tentativo, senza margini di incertezza. Nella nostra prova pratica abbiamo potuto apprezzare i benefici di questa nuova tecnologia, anche abbinata alle opzioni di face detection, e non possiamo far altro che riscontrare la straordinaria efficienza di tale sistema, che si comporta in modo quasi perfetto anche in condizioni di luce scarsa. La camera interpreta in modo intelligente – cioè con un buon margine di tolleranza – anche l’ingresso improvviso di altri soggetti all’interno dell’inquadratura, senza perdere il fuoco sul soggetto principale che si sta seguendo. Tutto questo era impensabile con una reflex fino a poco tempo fa. Il tipo di ottica, ovviamente, può incidere sulla fluidità e sulla velocità dell’autofocus, ma non sulla precisione della messa a fuoco. Durante il test abbiamo utilizzato un 18-135mm IS di fascia economica e un ben più costoso 70-200mm F2.8 USM: con il primo obiettivo il motore dell’autofocus ha mostrato i suoi limiti, risultando poco fluido nelle variazioni di fuoco e abbastanza rumoroso da essere catturato dal microfono della fotocamera.
Nel secondo caso, invece, abbiamo sempre ottenuto passaggi morbidi e gradevoli, mentre i meccanismi dell’ottica si sono rivelati assolutamente silenziosi. Quanto alle prestazioni, in termini di velocità e precisione della messa a fuoco, anche con l’ottica economica il Dual Pixel AF si è dimostrato davvero efficiente. Ma per ottenere il meglio è preferibile l’utilizzo di nuove ottiche STM, che operano alla massima velocità e senza alcun rumore.
A proposito di silenziosità, la Eos 7D Mark II offre l’opzione Silent Control, che permette di trasformare una delle ghiere di controllo in un pannello a sfioramento: in questo modo è possibile regolare otturatore, diaframma, volume di registrazione e altri parametri senza premere i pulsanti e senza causare fastidiose vibrazioni durante la registrazione video. Certo un display touch-screen sarebbe forse risultato più versatile e intuitivo, ma è anche vero che visualizzando troppe opzioni sullo schermo a volte si rischia di distogliere l’attenzione dall’inquadratura. In questo caso, invece, l’operatore può eseguire le varie regolazioni tenendo gli occhi fissi sulla scena, basandosi sulla sensazione tattile dei pulsanti in rilievo sul corpo macchina.
Per news e non solo
Al di là dell’autofocus, la EOS 7D Mark II offre ottime prestazioni video, anche con poca luce. La sensibilità non è ovviamente paragonabile a quella di macchine full-frame di ultima generazione, ma per essere una APS-C la nuova Canon si comporta benissimo, con un livello di rumore molto contenuto fino ai 6400 ISO. Qualcuno potrebbe lamentare la resa dei dettagli un po’ morbida come a volte accade con le reflex Canon. Tuttavia sappiamo che l’esaltazione dei dettagli spesso dipende da post-elaborazioni digitali dell’immagine e anche nel caso della 7D Mark II chi vorrà ottenere contorni più incisi (noi lo sconsigliamo) potrà sempre aumentare il livello di sharpness nel menu Picture Style. Per il resto, i filmati catturati con la nuova Canon – grazie anche alla codifica All-I a 90 Mbit/s – presentano una qualità d’immagine complessivamente molto buona, in tutte le condizioni di ripresa.
La reflex di Canon è anche molto maneggevole da usare e offre tutti i controlli manuali desiderabili in un corpo relativamente compatto (i comandi sono gli stessi della 5D Mark III); la registrazione video è accessibile attivando il live view e non esclude le varie modalità di esposizione disponibili per le foto (priorità di diaframmi o di tempi, manuale e full auto). Per regolare l’esposizione è possibile affidarsi agli istogrammi in sovrimpressione sul display, mentre per il fuoco manuale mancano delle opzioni di peaking ma è possibile ingrandire il centro dello schermo per una buona precisione.
La resa, come abbiamo accennato, può essere personalizzata attraverso la creazione di un Picture Style, regolando parametri quali contrasto, saturazione e tonalità del colore; non sono disponibili, invece, effetti gamma in stile cinema. Infine il bilanciamento del bianco automatico fornisce risultati generalmente corretti, ma se si preferisce si può inserire anche l’esatta temperatura colore in Kelvin.
A prima vista, dunque, la Canon Eos 7D Mark II può apparire un prodotto come altri, una buona camera di fascia medio-alta, ma senza nulla di straordinario. Eppure la presenza di un sistema di autofocus rapido e preciso anche in modalità video rappresenta una rivoluzione per il mondo delle reflex: quella di Canon, infatti, può essere considerata la prima HD-SLR capace di adattarsi ai ritmi frenetici del news-gathering e della produzione di eventi live. Non solo: in certe condizioni critiche di ripresa, avere a disposizione un AF affidabile può essere una vera manna dal cielo anche per il matrimonialista, il documentarista o il filmmaker indipendente. Si aprono inoltre nuove opzioni creative, come ad esempio l’uso dello zoom anche in registrazione – possibilità fino ad ora scartata con le ottiche fotografiche, proprio per la difficoltà di controllare in manuale contemporaneamente fuoco e zoom. Infine, per la prima volta, anche il fotoamatore con poca esperienza nella ripresa video riuscirà a ottenere filmati di qualità professionale senza impazzire nelle regolazioni manuali, semplicemente con il metodo punta e gira.
In due parole, insomma, una reflex molto, molto consigliabile!