Diciamo la verità. Ogni tanto, ci sono ‘invenzioni’, o anche solo evoluzioni, della ‘scienza e della tecnica’ (applicata ad esempio alla fotografia, al video, al cinema), che cambiano non solo i rispettivi mercati delle attrezzature, ma anche il ’modo’ di fruizione degli strumenti. Cambiano la maniera di fotografare o girare, perché aprono lo spazio a nuove soluzioni creative, rese possibili da piccole-grandi innovazioni.
Qualche esempio? Le mirrorless, così simili e così diverse dalle classiche reflex, stanno modificando i mercati delle fotografia (e del video…) ad ottiche intercambiabili.
O ancora, i droni, almeno quelli attrezzati con foto e videocamere, hanno aperto a tutti (cioè potenzialmente a tutti, dato che la legge – e il buon senso – impongono la presenza di piloti certificati e limiti sulle aree per ovvii motivi di sicurezza) nuove modalità espressive.
In effetti, che si tratti di filmati amatoriali o vere produzioni cinematografiche, la possibilità di effettuare riprese spettacolari a costi ridotti (e la maggior versatilità in alcuni frangenti) rispetto all’uso di un elicottero attrezzato, cambia letteralmenfte la prospettiva di rirpesa, o meglio offre una possibilità in più ad integrazione dei diversi linguaggi audiovisivi.
Senza approfondire in questa sede l’aspetto della grammatica della ripresa aerea, diamo un’occhiata ad una recente ed interessante novità.
Prima dobbiamo premettere che, escludendo i droni giocattolo, il mercato attuale si divide sostanzialmente in due categorie, i modelli con camera integrata e, quelli, generalmente di impostazione più professionale, universali, capaci di trasporate a bordo dalle leggere compatte mirrorless alle macchine da presa professionali del peso di svariati chilogrammi.
Il mercato offre infinite possibilità di scelta, con marchi ampiamente diffusi in tutto il mondo ed altri di diffusione più limitata, realizzati per scopi professionali da aziende di dimensioni spesso contenute.
In ogni caso, probabilmente il marchio più noto e diffuso in tutto il mondo è cinese (paese di origine di quasi tutti gli altri droni realizzati in grande serie) – ovvero DJI – ma non pensate a prodotti ultraeconomici, a prezzo stracciato. Droni ed accessori firmati DJI, in effetti, sono su un piano diverso, e non a caso l’azienda cinese, quasi a volersi regalare un blasone all’altezza delle sue ambizioni e potenzialità, ha acquisito addirittura un nome storico della fotografia come Hasselblad.
Fatte queste necessarie premesse, veniamo alla prova, dedicata al nuovo Zenmuse X7, presentato come ‘il primo sistema di ripresa digitale Super 35 ottimizzato per la cinematografia aerea professionale’. In effetti si tratta di un sistema – per il momento studiato solo per l’Inspire 2, ma presto per tutti i droni DJI – formato da un gimbal/camera e quattro ottiche intercambiabili, studiato per offrire una soluzione integrata velivolo/camera/accessori perfettamente coordinata sotto ogni profilo, compreso anche un Cinema Colour System (DCCS), un completo set di strumenti per ampie possibilità di intervento per l’ottimizzazione dei risultati, e per la migliore gestione delle foto e delle riprese in fase di post produzione.
Iniziamo con il dire che, tolti gli imballi di cartone, si è al cospetto di due box in plastica nera, uno con il gimbal/camera, l’altro con le ottiche.
Due scatole che sono due oggetti di design e che, una volta aperti, mostrano il contenuto, caratterizzato da una costruzione di alto livello: sia il gimbal che le ottiche, infatti, dimostrano di essere ben progettati e realizzati.
Diamo un’occhiata alle principali caratteristiche, partendo dall’unità che integra gimbal e camera. Questa adotta un sensore da 24 MP in formato Super 35, per il quale DJI dichiara ben 14 stop di gamma dinamica (contro i 12,8 del precedente Zenmuse 5); la sensibilità è notevole per le foto (100–25600 ISO) e un po’ meno per il video (100–1600 ISO con EI mode on; 10– 6400 con EI mode off, vedi oltre).
Anche in 6K
Uno dei plus della macchina è la possibilità di girare a varie combinazioni di risoluzione/frame rate/aspect ratio: per esempio, in 16:9, la macchina permette di girare in 6K (in CinemaDNG RAW) o 5.2K (Apple ProRes) fino a 30 fps, oppure a 3.9K CinemaDNG RAW o 2.7K ProRes fino a 59.94 fps.
Per ottimizzare le prestazioni della macchina, DJI ha innanzitutto aggiornato il sistema di elaborazione delle immagini CineCore su Inspire 2 a CineCore 2.1, che, fra le altre cose, offre più opzioni creative in post-produzione ed integra una nuova modalità EI per registrare filmati di qualità a vari livelli di sensibilità.
Inoltre, il sistema di elaborazione delle immagini aggiornato riduce ulteriormente gli artefatti e il rumore dell’immagine, preservando più dettagli e adottando un sistema di correzione del livello scuro migliorato per immagini cinematografiche a livello professionale. Oltre alle migliori prestazioni di elaborazione delle immagini, CineCore 2.1 presenta anche un nuovo sistema di colori, che offre ai cineasti professionisti una maggiore flessibilità creativa nella post-produzione.
Inoltre DJI ha introdotto un nuovo sistema di color science sviluppato con la consulenza di Technicolor – un nome che è sinonimo di colore.
E non è tutto. il DJI Cinema Colour System dispone di una nuova curva D-Log (che estende la gamma dinamica, appunto, a 15 stop, 2 in più della precedente versione) e del supporto allo spazio colore D-Gamut RGB (che copre l’intero spazio colore DCI-P3 comunemente usato nel cinema, ed offre una più ampia copertura di tonalità verde).
Infine, da segnalare che la nuova modalità EI Mode simula il modo in cui lavora una macchina da presa cinematografica per aiutare a catturare il massimo di informazioni possibili, bilanciando gamma dinamica e rumore con differenti curve log per la massima flessibilità nelle fasi di post produzione.
Per l’ottica, lo Zenmuse X7 adotta il sistema DJI DL-Mount, caratterizzato da una distanza focale ultracorta della flangia (16.84 mm) che consente alla luce di raggiungere l’area del sensore con un più ampio angolo di incidenza a vantaggio di una maggiore fotosensibilità. Ciò permette di utilizzare un innesto obiettivo compatto per questo sensore, e dunque ridurre peso ed ingombro del tutto. In effetti, la distanza focale della flangia del DL-mount, inferiore a 17 mm, è pari a- circa 1/3 della dimensione di un classico PL- mount cinematografico. Il risultato si traduce in un peso di appena 630 grammi per un’unità completa (ottica inclusa) e circa 4 chilogrammi con il drone Inspire 2.
Per l’attacco DL-mount al momento sono disponibili obiettivi da 16 mm, 24 mm, 35 mm e 50 mm; tutte ottiche, quindi, ad ampio angolo di campo, cosa del resto logica viso che parliamo di riprese panoramiche in movimento… In ogni caso sono tutti piuttosto luminosi (apertura massima F/2.8) e con una costruzione impeccabile, con barilotto in fibra di carbonio leggero ed affidabile al tempo stesso. Da segnalare che il 16 mm è equipaggiato con un filtro built-in ND 4, mentre i 24 mm, 35 mm, e 50 mm dispongono di otturatore centrale a lamelle (leaf shutter). Ancora, tutti gli obiettivi hanno un diametro frontale di 46 mm, e misurano 55.0 × 71.2 mm (diametro/lunghezza, paraluce compreso), ad eccezione del 16 mm (55.0 × 69.1 mm).
Ci sarebbe ancora molto da dire, ma sappiamo che la curiosità dei lettori, a questo punto, è tutta rivolta alla qualità effettiva del prodotto, o meglio alla sue capacità di ripresa. Prodotto che, nell’insieme – lo anticipiamo – ci ha davvero soddisfatto, con una resa decisamente valida in ogni condizione.
La resa in volo
Per renderesene conto, del resto, nulla di meglio di dare un’occhiata al video relativo, pubblicato sul canale YouTube di Tutto Digitale. Un video (realizzato, nello spirito di affidarci ad esperienze e competenze specifiche consolidate, nel rispetto della sicurezza e delle leggi), ai partner ed amici di Aerovision. Ringraziamo quindi per la preziosa collaborazione Giovanni Formosa (responsabile degli istruttori di Aerovision ed esaminatore Enac), e Stefano Cremisini (fotografo e ceo di “Lumina Sense”, direttore della fotografia e operatore video nelle produzioni Aerovision) che insieme hanno ‘guidato’ (è davvero il caso di dire) le riprese di prova (che in buona parte sono state effettuate con il 16 mm).
A tal proposito, ecco le impressioni di Cremisini, che ha innanzitutto giudicato ottimi stabilizzazione e bilanciamento della camera in volo. L’elevata gamma dinamica restituisce un ottimo passaggio tonale; nei controluce si avverte una leggera dominante ciano.
Il girato in modalità auto è leggermente saturo. Sempre in auto si apprezzano l’assenza di banding e la tenuta delle ombre che risultano mai essere chiuse; ottima la risposta della messa a fuoco, sia automatica che con radiofuoco DJI.
L’attenta progettazione delle ottiche offre buone prestazioni geometriche: non si notano deformazioni del campo inquadrato anche alle focali piu corte. Gradevole il flare anche in controluce spinto.
Considerando che la qualità del file permette ampi interventi in post produzione, possiamo concludere che nel complesso siamo in presenza di un sistema destinato ad uso professionale in campo cinematografico, nonostante il ridotto ingombro non lasci supporre questa possibilità; di contro l’attacco proprietario non permette di utilizzare altre ottiche.
La resa dei conti
Per un giudizio completo sul sistema DJI manca un’analisi del rapporto qualità/prezzo. Facciamo allora due conti. Il prezzo al pubblico dell’unità gimbal/camera Zenmuse X7 è di 2,999 euro. Gli obiettivi 16 mm, 24 mm e 35 mm costano 1,499 euro ciascuno, mentre il 50 mm è in vendita a esattamente 1,399 euro.
Una buona opportunità di risparmio è offerta con l’acquisto del kit con tutte e quattro le ottiche, in listino a 4,899 euro. In altre parole, il sistema come lo abbiamo presentato su queste pagine naviga – anzi, vola… – intorno agli 8000 euro, al quale va aggiunto naturalmente il costo del drone (3,399 euro in versione base), e, se necessario, del pilota.
Insomma, stiamo parlando di cifre non proibitive, ma di certo importanti, nettamente superiori a quelle dei classici droni ‘all in one’. è vero però che questo sistema è ben concepito e ottimamente realizzato, offre versatilità e prestazioni di livello adatto anche per le utilizzazioni professionali, e quindi, come si diceva una volta…
OK, il prezzo è giusto!