(Estratto da Tutto Digitale 86 – Dicembre 2013)
Nella botte piccola…c’è il vino buono… e questo detto vale anche per la piccola Panasonic Lumix GM1, una compatta mirrorless ad ottiche intercambiabili di design elegante, molto ben costruita, assai versatile e anche di prestazioni decisamente interessanti. La macchina perfetta, senza difetti? Leggete e saprete…
L’industria della fotografia digitale – caso più unico che raro – è sostanzialmente formata da due schieramenti indipendenti, o meglio da due gruppi di aziende che operano in settori diversi. Da una parte quello dei grandi nomi storici della fotografia, come Canon, Nikon, Pentax… dall’altra quello dei grandi nomi della elettronica di consumo, come Panasonic, Sony, Samsung…
Certo, a vedere i prodotti nel loro complesso non viene da pensare a questa doppia paternità. Macchine di aziende diverse prodotte dai due schieramenti, in effetti, possono essere molto simili fra loro, e spesso utilizzano anche gli stessi componenti (in primis, il sensore). Per non parlare, poi, dei modelli esplicitamente realizzati in collaborazione fra fabbriche di derivazione elettronica e ottica: basta pensare alle magnifiche coppie Sony/Zeiss, Panasonic/Leica, Samsung/Schneider.
Talvolta, poi, la collaborazione è andata oltre, come nel caso di Olympus e Panasonic, che da anni portano avanti la bandiera del Micro Quattro Terzi, ovvero di un formato basato su un sensore decisamente più grande (17,3 x 13,0 mm in 4:3) di quello abituale delle compatte, ma inferiore a quello della classiche reflex e mirroless ‘base’ (con sensore APS-C). Come tutte le cose della vita, questa scelta di campo è caratterizzata da pro e contro, e quindi l’adozione di un simile formato ha vantaggi e svantaggi.
Fra i primi, la compattezza, la possibilità di realizzare ottiche ottimizzate di dimensioni abbastanza compatte e in generale un buon rapporto fra prestazioni e dimensioni. Fra i secondi, la logica simmetrica di quanto sin qui esposto, in particolare per quello che concerne la taglia del sensore: più è piccolo, più è semplice realizzare ottiche potenti ed ottimizzate nel rapporto qualità/prezzo. Più è grande, migliori sono le prestazioni in termini soprattutto di sensibilità, e maggiori le complicazioni e i costi della realizzazione delle macchine e delle ottiche. Ancora tra gli svantaggi, il fatto che il Micro Quattro Terzi sia sostanzialmente limitato a due marchi, Panasonic e Olympus. Fra i tanti modelli recenti Panasonic, un posto d’onore va alla macchina attualmente in prova, siglata Lumix DMC-GM1. Una macchina de luxe, una compatta, anzi una mirrorless ad ottiche intercambiabili, costruita tenendo a mente due linee guida, il raggiungimento della massima compattezza e la qualità della realizzazione. Una macchina de luxe, abbiamo detto, anzi premium. Sarà verà gloria? Niente di meglio di un test approfondito per valutare la situazione!
La macchina viene introdotta sul mercato, in questi giorni, in due kit. Quello base, siglato DMC-GM1KEG, comprende il corpo macchina e lo zoom 12-32mm, e viene proposto al prezzo di 699 euro al pubblico. Il secondo kit, siglato invece DMC-GM1KEG, offre in più un 20mm e il sostegno-grip in alluminio (di cui parliamo più avanti), al prezzo di 999 euro. Grazie alla disponibilità di Panasonic Italia, siamo riusciti ad avere in anteprima un esemplare del primo kit: ecco dunque il test della macchina corredata di un’ottica 12-32 mm F/3,5-5,6 ASPH.
UN VERO GIOIELLINO
Il primo impatto con la GM1 – disponibile in tre varianti cromatiche, nero assoluto, nero con dettagli in argento ed un inedito, simpatico, cuoio ambrato/arancio – è assolutamente positivo. La macchina piace all’occhio non meno che alla mano, che ne apprezza senz’altro le rifiniture al tatto. Dimensioni e peso (98,5 x 54,9 x 30,4 mm; 204 g) del solo corpo sono davvero ridotti; con l’ottica utilizzata per il test, in realtà, il tutto risulta relativamente pesante (nonostante l’adozione dello châssis in lega di magnesio, leggero e robusto) e certamente non tascabile (al massimo, può entrare nella tasca di un giubbotto).
A proposito di ottica, va detto che nella posizione di minimo ingombro l’obiettivo è ‘chiuso’; per inquadrare e scattare le foto va ruotato almeno fino alla posizione di minima escursione (12 mm, equivalenti a 24 mm nel formato 35 mm) che aumenta un po’ l’ingombro in profondità; questo, in compenso, resta simile anche alla massima escursione (32 mm, equivalente a 64 mm). Superato a pieni voti l’esame tatto-visivo, passiamo ad indicare alcune caratteristiche significative: il sensore è un Live MOS da 16 megapixel, che si appoggia sul collaudato processore Venus nella sua implementazione più recente. Per la visione delle immagini non c’è il mirino ottico (qui difficilmente inseribile per motivi di spazio) ma non manca un bel monitor ‘touch’da 3”e oltre 1 MP, peraltro non orientabile.
A dispetto della compattezza, la macchina offre un miniflash pop up, buono comunque per le emergenze, e una grande ricchezza di opzioni e funzioni più o meno obbligatorie di questo periodo. Non mancano dunque ad esempio la possibilità di registrare video con risoluzione Full HD (1920 x 1080, massimo 25 fps, in AVCHD o MP4) o la connettività WiFi integrata, per condividere immediatamente l’immagine con una semplice operazione.
Grazie a Panasonic Image App per smartphone e tablet Android e iOS è poi possibile scattare e condividere le immagini.
MILLE E UNA RISORSA
La combinazione di pulsanti, manopole e menu offre mille risorse di ripresa. Sul piano superiore troviamo ad esempio interruttore generale, selettore di messa a fuoco (MF, AFC, AFS) e quello di modo (P, S,A, M ed altre opzioni, comprese iA, e svariate scene). Da segnalare anche la presenza di tre più tre forellini, corrispondenti agli altoparlanti sinistro e destro, al simbolo del piano pellicola, per misurare l’effettiva distanza di messa a fuoco, e alla spia (verde/blu) di accensione/connessione wi-fi.
Sul retro, ecco i tasti di avvio in registrazione video, play, cancellazione/scorciatoia e attivazione display oltre al classico (mini) joystick con tasti alla rosa dei venti e consenso centrale, più rotella esterna. Segnalare tutte le possibili regolazioni è difficile, dato che si tratta davvero di un gran numero di funzioni.
Semmai, la ricchezza delle opzioni disponibili, insieme allo spazio limitato sul corpo per i comandi, ai controlli di dimensioni ridotte e alla doppia funzionalità (display touch screen/tasti classici), impone grande attenzione per l’effettuazione delle diverse regolazioni, pena errori di impostazione et similia.
IT SUITS ME
E veniamo ora alla prova sul campo. La macchina calza perfettamente in mano, e conferisce al suo utilizzatore una piacevole senzazione di dominio della situazione. Appena accesa, la GM1 è pronta all’uso, anzi no; come accennato, è necessario ‘aprire’ l’obiettivo. Un’operazione alla quale tocca fare l’abitudine, e che potrebbe far perdere l’attimo fuggente…a meno di voler lasciare l’ottica in posizione di pronto all’uso. Come abbiamo ricordato, la grande disponibilità di controlli impone un grande attenzione per evitare confuzioni o ritardi nelle operazioni; il touch screen – segnale di ‘modernità’ evidente – dovrebbe aiutare a gestire le operazioni, ma, viste le dimensioni limitate, chi – come il vostro cronista – ha le dita un po’ grandi, avrà discrete difficoltà, soprattutto nell’uso combinato con il controllo multiplo stile joystick che pure è in versione ‘mini’.
Tale complicazione d’uso si sente soprattutto nei riguardi di alcuni comandi di frequente utilizzazione in certe situazioni. Ci riferiamo ad esempio alla selezione della sensibilità ISO e soprattutto alla regolazione manuale della sovra o sotto esposizione (peraltro possibile entro un range assai ampio, +/- 5 EV). Per fortuna – c’è un pulsante-scorciatoia per l’accesso ad alcune funzioni base (comprese ISO, correzione esposizione, e molto di più), dalle quali in qualche modo si arriva presto e bene a ciò che si desidera, ma, alla stregua di quanto disponibile su altre macchine, avremmo gradito la presenza di un pulsante di accesso diretto e una manopola graduata di regolazione individuale, rispettivamente…
Come in altri esempi della concorrenza, con la GM1 è anche possibile agire sullo sfocato direttamente, attraverso un sistema peraltro di uso non immediato; del resto, con un sensore di questa taglia non è possibile ottenere miracoli, ovvero l’area di messa a fuoco è sempre piuttosto ampia, a paragone con quella delle macchine APS-C o addirittura Full Frame. Lo zoom a corredo, inoltre, non aiuta la situazione: la massima apertura (F/3,5) è alla minima focale (24 mm equivalenti), mentre la massima corrisponde a poco più che un normale (62 mm equivalenti) e il diaframma è F/5,6.
LA SIGNORA DEL BUIO
E veniamo alla resa pratica. Abbiamo provato la macchina – pur nel limitato tempo a nostra disposizione per il test – in tutte le condizioni possibili, ed in particolare in alcune situazioni-limite, ad esempio in luce debole. In generale, la resa è parsa molto equilibrata in tutte le situazioni, con colori corretti in ogni occasione. La definizione è adeguata alla situazione e al costo della macchina, pur senza raggiungere vertici-record; anche in questo caso, più che parlare di ultra dettaglio oppure eccessiva morbidezza, ci viene in mente la parola ‘equilibrio’.
Un terreno sul quale la GM1 se la cava decisamente bene è poi quello delle riprese in situazioni precarie di luce; come dimostrano le immagini che pubblichiamo qui a destra – tutte relative a situazioni critiche – la resa è eccellente, con rumore assai ridotto anche ad alti valori ISO e definizione che ‘tiene’. Unico neo, una lieve tendenza, in queste condizioni, a caricare il rosso. Per finire, valutazione piuttosto positiva per velocità e precisione dell’autofocus, e video all’altezza del resto. L’autonomia della batteria, però, è migliorabile.
PROVA DI FORZA
Basta prendere in mano la GM1 per rendersi conto che la nuova Panasonic è un vero capolavoro di ingegnerizzazione. Un gioiellino hi-tech per il quale l’azienda giapponese non ha badato a spese per la dotazione: in effetti, ha forse voluto osare fin troppo, realizzando in una sola macchina, ultracompatta, il massimo delle funzioni consumer e professionali, e questo si paga un po’ sull’altare della immediatezza d’uso. Le prestazioni sono molto valide, in particolare in difficili condizioni di illuminazione; il prezzo è inevitabilmente poco popolare, anche se giustificato da realizzazione e dotazione; insomma, un buon acquisto… Certo, ci piacerebbe pensare a una futura versione ‘light’, magari a prezzo ridotto e mini dotazione con comandi base facilmente accessibili, per veri appassionati.
FOTOCAMERA PANASONIC LUMIX DMC-GMX1K
Costruttore: Panasonic Corporation, Giappone
Distributore: Panasonic Italia, viale dell’Innovazione 3, 20126 Milano tel. 02 67881- www.panasonic.it
CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE
Sensore: Live MOS (17,3 x 13,0 mm; aspect ratio 4:3) con 16,84 MP (16 MP effettivi)
Innesto obiettivi: baionetta Micro Four Thirds Spazio colore: Adobe RGB, sRGB
Processore: Venus Engine Risoluzione: [4:3] 4592 x 3448 (L) / 3232 x 2424 (M) / 2272 x 1704 (S)
Formati immagine: RAW, RAW+JPEG, JPEG
Video: AVCHD (Formato audio: Dolby Digital 2 canali)/ MP4 (Formato audio AAC 2 ch)
Auto focus: Contrast AF Mod. AF: Face detection/AF Tracking /23-area-focusing /1-area-focusing /Pinpoint
Luce assistenza AF: sì
Esposizione: Multipla / Preferenza centrale / Spot
AE Lock: sì
Compensazione Esposizione: 1/3EV Step +/- 5EV Bracketing: 3, 5, 7 scatti, in 1/3, 2/3 o 1EV Step, Max. +/- 3 EV
Sensibilità ISO: Auto/Intell ISO/125 (esteso)/200/400/800/1600/3200/6400/12800/25600
Otturatore: 60 – 1/16.000
White Balance: Auto / Daylight / Cloudy / Shade / Incandescent / Flash / White Set 1, 2 /
Impostazione temperatura di colore
Mirino: no
Monitor: TFT LCD touch a colori da 3″ orientabile con 1.036.000 pixel
Flash pop up: TTL incorporato, equivalente GN5.6 (ISO 200/m), GN4.0 (ISO 100/m)
Mod.di ripresa: P, A, S, M, iA, Creative video, Custom 1 e 2, Creattive Control Cadenza di ripresa: fino a 5 fps Connessioni: USB 2.0, micro HDMI tipo D
Supporto di memoria: SD/SDHC/SDXC
Alimentazione: Accumulatore ricaricabile agli ioni di litio tipo NP-W126
Dimensioni e peso (solo corpo) 98,5 x 54,9 x 30,4 mm; 204 g
LA PAGELLA
ESTETICA 9/10
Elegante e professionale allo stesso tempo, con varianti cromatiche adatte a tutti i gusti.
COSTRUZIONE 9/10
Uno dei punti di forza della macchina. Realizzazione impeccabile, finiture curate.
VERSATILITÀ 9/10
Davvero il massimo possibile, probabilmente, per una macchina così compatta. C’è anche il WiFi.
PRESTAZIONE 8/10
Nel complesso, molto valide sotto ogni profilo. Buona resa in interni e della ripresa video. Autonomia della batteria migliorabile.
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 8/10
Prezzo – per la qualità della costruzione e la versatilità della dotazione – inevitabilmente piuttosto elevato, il che fa anche rima con perfettamente giustificato.
PRO
✔ Ingombro ridotto
✔ Costruzione impeccabile
✔ Versatilità notevole
CONTRO
✔ Qualche comando poco intuitivo
✔ Obiettivo con la ‘sicura’