Conclusa, con grande successo di pubblico (che anche quest’anno ha affollato il chiostro “Nina Vinchi” del Piccolo Teatro Grassi), la sesta edizione del SOUQ Film Festival
Per chi si fosse perso la premiazione, ecco i vincitori. Iniziamo con Les Miserables, di Ladj Ly, distribuito da Salaud Morrisset. Questa la motivazione: “L’autenticità. Anche se l’idea alla base può sembrare non originalissima, il contesto e i personaggi sono assolutamente reali. La regia ha valorizzato il lavoro degli attori, coniugandolo con una fotografia ruvida e un uso sapiente della macchina a spalla”. Il pubblico ha invece premiato: The Good Fight di Ben Holman.
La commissione interna del SOUQ Film Festival ha voluto attribuire il suo Premio Speciale a La Oposicion di Zoey Martinson, con la seguente motivazione: “Il cortometraggio sa ritrarre in modo accurato la difficile condizione attuale degli immigrati in America, ma al contempo lascia uno spiraglio di speranza, che si manifesta nel finale con la coraggiosa scelta del protagonista”.
Il Premio della Giuria Giovani, composta dagli studenti del corso di Comunicazione Interculturale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, tenuto dalla professoressa Anna Un lugar – A Place di Ivan Fernandez de Cordoba. Questa la motivazione: “Il film affronta un tema molto attuale e i diversi aspetti della sofferenza legata alla migrazione: la paura, l’indifferenza, i pregiudizi, la solitudine, i difficoltosi ricongiungimenti familiari, la disperazione dei migranti. Il corto riesce a combinare un’alta qualità di scrittura, recitazione e fotografia, con un tema ben noto come il pregiudizio verso lo straniero pericoloso, potenziale terrorista. Ad esso si legano altri stereotipi che abitano il vivere quotidiano: la pigrizia dello spagnolo medio fissato con il calcio, la ‘virilità’ e freddezza delle donne in carriera. Complice un paesaggio spagnolo molto suggestivo, il racconto sviluppa la metafora del viaggio: da un lato, una meta futile, come l’andare ad una festa di compleanno; dall’altro, un obiettivo pressante e vitale, ovvero la ricerca della salvezza e di una vita migliore. ‘Un lugar’ profondamente sul problema della xenofobia nella dimensione individuale e micro-sociale del nostro tempo.