Sony KD-55A8 TV OLED: il test

Sony KD-55A8 TV OLED test

La nuova serie Sony A8, vista al CES 2020, nel catalogo attuale della casa giapponese si posiziona un gradino subito al di sotto della ‘premium’ AG9. Tutto uguale, tutto diverso, come vediamo nel test effettuato con gli amici di av.magazine.it, che ringraziamo per la collaborazione

Come accennato nell’introduzione, questa serie A8 si basa su molte similitudini con i modelli della AG9 (della quale abbiamo provato il KD-65AG9 sul numero 134 di Tutto Digitale), ad iniziare dal processore video ‘X1 Ultimate’, responsabile anche di velocità e ‘reattività’ all’altezza di quello che ci si aspetta da un TV di fascia alta.

Le principali differenze fra 8 e 9, per così dire – almeno a giudicare dalle caratteristiche dichiarate dall’azienda giapponese – si limitano all’estetica e alla realizzazione del piedistallo, ad alcuni elementi del sistema di riproduzione audio e alle modalità del ‘Black-frame insertion’, di cui parleremo più avanti.

Dal punto vista commerciale, la gamma A8 è priva del taglio da 77″ presente nella AG9: la serie A8 si compone infatti soltanto di due modelli, da 65″ e 55″. Quest’ultimo, il piccoletto di casa (pur sempre con una diagonale di quasi un metro e mezzo, ovvero circa 140 centimetri), è oggetto del nostro test.

Il KD-55A8 in prova è attrezzato con un pannello W-RGB AMOLED, apparentemente identico ai pannelli già visti nella serie AG9, almeno a giudicare dalla struttura dei sub-pixel WRGB e dai valori di gamut e luminanza.

Il sistema operativo adottato è Android TV, con velocità di navigazione e stabilità finalmente al passo con le aspettative degli appassionati e del momento tecnologico tour court.

Su questo modello ritroviamo, come negli altri OLED Sony, il sistema “Acoustic Surface Audio” con due attuatori (e due super-woofer) che trasformano il pannello stesso in un diffusore stereo. In questo caso, rispetto all’AG9, manca un ingresso audio per usare il sistema del TV come canale centrale – soluzione utile per risparmiare prezioso spazio in salotto – ma c’è un sistema di auto-calibrazione audio che sfrutta il microfono integrato nel telecomando.

Sony A8 TV OLED

Il televisore utilizza due ‘piedini’ al posto del notevole piedistallo della serie AG9. Una soluzione che permette il montaggio in due posizioni differenti, in modo da alzare o meno il TV per lasciare spazio ad una soundbar e impedire che questa copra lo schermo. Lo spazio guadagnato, tuttavia, è minimo e quindi potrebbe non bastare per sistemi più performanti (che fa rima con ingombranti, anche se con televisori del genere, a nostra avvivo, un degno impianto home theater costituirebbe la scelta ottimale). Da segnalare in ogni caso che – come optional – sono disponibili due staffe per il montaggio a parete, una più semplice di tipo fisso e un’altra che permette di distanziare il TV dalla parete di 26 cm e di orientare il pannello verso destra o sinistra con un angolo di 20° (17° per il TV da 65″).

In linea generale, da apprezzare che – nonostante questo A8 sia di fatto ‘sotto’ la serie AG9 – le finiture, aspetto generale e caratteristiche tecniche (per non parlare del prezzo), sono da primo della classe.

La dotazione entrobordo prevede tuner DVBS2, DVBT2, slot CI+ e compatibilità per i segnali HDR quasi totale, con HDR10, HLG e Dolby Vision; manca solo HDR10+.

Ingressi: ci sono quattro prese HDMI, con eARC, compatibili con segnali 4K fino a 60p. Niente 4K 120p, per essere più chiari e niente VRR (Variable Refresh Rate).

Il telecomando non è retro-illuminato, è di forma allungata come in altri modelli Sony ed ospita fra l’altro pulsanti per l’accesso diretto a Netflix e Google Play. Come accennato, è dotato di microfono per la ricerca, l’accesso ad alcune funzioni vocali e per la suddetta calibrazione audio.

Dal punto di vista della gestione delle operazioni, da notare che la navigazione tra menu, applicazioni e varie funzioni è rapida e decisamente stabile. Migliorato il comparto di regolazioni per le impostazioni audio e video, con indicazioni molto chiare su quali aspetti saranno modificati. In particolare, le immagini esplicative sul controllo del bilanciamento del bianco su alte luci e basse luci, oltre ai controlli sui colori nei sei assi, sono semplicemente spettacolari.

Per quanto riguarda le impostazioni predefinite, tutti i TV Sony (e questo A8, purtroppo, non fa eccezione) in default sono in modalità ‘Standard’, con prestazioni mediocri, bilanciamento del bianco troppo freddo, alcuni dei DSP attivati e prestazioni in linea con la stragrande maggioranza dei TV sul mercato. Anche la modalità ‘Cinema’ non è esente da difetti, benché sia già molto vicina al riferimento. Il discorso è identico anche nelle modalità HLG, HDR10 e Dolby Vision.

Sony ha scelto di non implementare la modalità ‘Filmmaker Mode’ (ovvero con resa vicina a quella ottimale di regista o dop, per quanto possibile) e quella da scegliere, per tutti i TV Sony degli ultimi anni, è quella ‘Personale’, con bilanciamento del bianco e colori decisamente in linea con il riferimento. Con l’uso dell’applicazione Netflix è possibile attivare anche la modalità ‘Netflix Calibrated Mode’, al momento impossibile da verificare con gli strumenti che abbiamo a disposizione: servirebbero segnali test integrati in Netflix.

Il menu per la calibrazione delle immagini, sempre chiaro ed esaustivo e in alcuni piccoli aspetti addirittura migliorato rispetto alla scorsa serie, continua però a non dare troppe possibilità di calibrazione più accurata. Fino a poco tempo fa, nei TV Sony Android il bilanciamento del bianco poteva essere calibrato solo su due punti e non c’era accesso al CMS (Color Management System). Oggi c’è finalmente la calibrazione su 20 punti ma soltanto per chi usa il noto software Calman: una bella seccatura per chi ha competenze per la calibrazione manuale…

 

Sony A8 TV OLED test BFI

Le due modalità più efficienti del nuovo Black Frame Insertion con cui è possibile ridurre la durata dei ‘fotogrammi neri’, catturate con una immagine a ridotto tempo di esposizione: in questo modo si evita lo sfarfallio e la perdita eccessiva di luminanza, con risultati ottimi, soprattutto nella riproduzione di eventi sportivi

Uno degli aspetti più interessanti della nuova serie A8 è l’implementazione aggiornata del ‘Black Fame Insertion’, per gli amici ‘BFI’, ovvero un sistema di inserimento di fotogrammi neri tra un’immagine e l’altra per aumentare la nitidezza nella visione in movimento, oggi presente con tre diverse modalità. La modalità più aggressiva è di fatto identica al ‘vecchio’ BFI, con un po’ di sfarfallio percepito e soprattutto una perdita sostanziosa della luminanza. Con le altre due modalità, è possibile ridurre la durata dei fotogrammi neri, aspetto che evita sia lo sfarfallio che una perdita troppo elevata di luminanza, con risultati ottimi, soprattutto nella riproduzione di eventi sportivi.

La calibrazione è molto semplice, anche perché la base di partenza della modalità ‘Personale’ avvantaggia moltissimo. Già con la calibrazione del bianco su due punti – aiutati da un colorimetro e un software di calibrazione – è possibile ottenere risultati ottimi sul 90% della scala dei grigi. Nel modello a nostra disposizione, abbiamo impostato i valori di gain RGB rispettivamente a 0, -2, -5 e quelli di offset RGB rispettivamente a 0, -1 e -1. Va tenuto presente che un ‘copia-&-incolla’ di questi valori sul vostro TV non ha senso perché le differenze tra un TV e l’altro possono essere molto elevate e dipendono da molti fattori. Il massimo delle prestazioni si ottiene con la calibrazione su 10 punti anche se quella a 20 totalmente manuale sarebbe stata ancora più precisa.

Le prestazioni con segnali SDR sono ottime in ogni condizione, con punto del bianco che arriva fino ad oltre 400NIT per piccole zone e fino a 150 NIT per il 100% della superficie dello schermo. Con la calibrazione manuale, invero molto veloce, e scendendo al di sotto dei 200 NIT di luminanza massima, si arriva a prestazioni da riferimento. In HDR invece c’è da considerare qualche limite proprio della tecnologia AMOLED WRGB.

La massima luminanza che viene raggiunta in HDR (HDR10, HLG o Dolby Vision) è di circa 650 NIT con un’area al 10%. Con area al 100% si scende a circa 140 NIT, ovvero un pochino meno rispetto ai contenuti SDR. Si tratta di valori in linea con la maggioranza dei TV OLED anche se è sempre più frequente osservare TV che riescono a spingersi ben oltre gli 800 NIT. In HDR10 il clipping in default, con segnali test con area al 10%, avviene a circa l’80% di intensità del segnale in ingresso, ovvero a 1.500 NIT. Al 75% della scala, quindi con valore di riferimento di circa 1.000 NIT, il valore registrato è di circa 600 NIT. La curva del gamma è sostanzialmente corretta, con valori al 50% che centrano perfettamente la luminanza di riferimento di 94 NIT.

Il bilanciamento del bianco in default, nella modalità ‘Personale’ (a sinistra), è sicuramente migliorabile, sia in SDR che nelle varie modalità HDR. Da questo punto di vista la serie AG9 riesce ad ottenere prestazioni in default che sono leggermente più vicine al riferimento anche se ancora lontane dalla perfezione degli ultimi Panasonic. La modalità ‘Personale’ può essere perfezionata con la calibrazione manuale (a destra) prima su 2 punti e successivamente su 10 punti. L’autocalibrazione con Calman è in effetti molto efficace e veloce e, dopo aver profilato il colorimetro con uno spettrometro di riferimento, il risultato è sovrapponibile a quello effettuato personalmente con la calibrazione manuale. Non male, per un software che costa appena 145 dollari e un colorimetro da poco più di 200 Euro IVA inclusa.

Sony A8 TV OLED test Gamut

La riproduzione dei colori è ottima per il materiale video in SDR. In HDR, dobbiamo considerare che la luminanza dei colori primari e secondari alla massima saturazione, in tutti i TV OLED WRGB, vale il 50% circa rispetto ai valori di riferimento e il Sony A8 non fa eccezione. Il Gamut è ben esteso e vale quasi il 98% del gamut DCI-P3 se si sceglie lo spazio CIE uv 1976 che è percettibilmente più uniforme rispetto a quello CIE xy 1931

Anche senza calibrazione, il Sony KD-55A8 ha indubbiamente una riproduzione da primo della classe, con una coerenza e una ricchezza di sfumature – soprattutto sulle basse luci – che raramente è possibile riscontrare anche su prodotti di fascia altissima. Come già sottolineato più volte, però, soltanto con la calibrazione è possibile raggiungere il massimo delle prestazioni, e in questo senso l’uso di Calman for Sony e di un colorimetro sono una scelta consigliabile, anche se, senza profilazione del colorimetro, c’è il rischio di una incertezza di misura non proprio contenuta.

Capitolo ‘suono’. Il nuovo Sony tutto sommato ha una resa adeguata anche nella riproduzione audio, adatta anche ad ambienti di medie dimensioni e soprattutto con una eccellente percezione delle sorgenti sonore sui piani sia orizzontale che verticale.

Naturalmente, siamo lontano dalla qualità dei cinema in casa realizzato ad hoc, ed in particolare la riproduzione della gamma bassa profonda appare ovviamente limitata dai due piccoli ‘sub-woofer’ che non possono evidentemente fare il ‘miracolo’.

Le piccole limitazioni sulle possibilità di calibrazione, l’assenza di compatibilità con HDR10+ e con segnali video 4K oltre 60p, non sono sufficienti per evitare di promuovere il KD-55A8 come uno dei migliori TV sul mercato. Del resto, come abbiamo già sottolineato in apertura, i contenuti hardware e software sono sovrapponibili a quelli della serie ‘top’ AG9 e la qualità generale, soprattutto quella video, sembrano praticamente identiche. Molto vicino, purtroppo, anche il prezzo: forse da questo punto di vista Sony avrebbe potuto osare di più e proporre un prezzo suggerito al pubblico (2.199 euro per il 55″ KD-55A8 in prova, e 3.199 euro per il 65″ KD-65A8) leggermente inferiore.

Altre immagini dell’apparecchio, insieme alle caratteristiche complete e alle pagelle, nella prova completa pubblicata sul prossimo numero 138 di Tutto Digitale, in edicola ai primi di settembre.

www.sony.it

 

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