A sorpresa, prima dell’IBC, la casa giapponese ha presentato – presso il Sony Digital Motion Picture Centre di Londra, all’interno dei noti Pinewood Studios – la nuova macchina da presa con sensore Full Frame Venice, top della gamma CineAlta. Tutto Digitale, unica rivista italiana invitata, c’era, e vi racconta come è andata
Esattamente tre mesi fa, Sony giapponese ha annunciato i piani per la prossima generazione di macchine da presa digitali della serie CineAlta, specificando che si trattava del risultato di un’attenta ricerca e di una stretta collaborazione con professionisti creativi come Registi, Direttori della Fotografia, Operatori e Tecnici di Digital Imaging. Da allora nessuna indiscrezione è trapelata dal quartier generale di Sony, fino al momento della presentazione ufficiale Sony Digital Motion Picture Centre di Londra a cui è stata invitata Tutto Digitale.
Presenti i progettisti giapponesi, pronti a rispondere alle domande dei giornalisti e ad illustrare ogni dettaglio tecnico, e il direttore della fotografia Ed Wild (con una lunga esperienza nella pubblicità e nel cinema), a cui è stato affidato il compito di testare un prototipo della nuova camera, realizzando un cortometraggio a cui ha collaborato, tra gli altri, anche un giovane D.I.T. italiano, Simone d’Arcangelo.
La prima novità riguarda il nome: dopo anni di sigle e numeri, Sony ha battezzato la nuova macchina ‘Venice’, a sottolineare il legame con Los Angeles, capitale mondiale dell’industria dell’intrattenimento, e Venezia, sede della storica Mostra del Cinema, set di numerosi film e sinonimo di arte e bellezza.
Quanto alle caratteristiche tecniche, per la prima volta nella gamma CineAlta si è utilizzato un CMOS Full-frame 36×24 mm, sviluppato ad hoc per il mondo del cinema e per avvicinare il più possibile il mezzo digitale alla pellicola 70mm. Per ottenere questo risultato il nuovo sensore, oltre ad avere una risoluzione 6K, è stato progettato in modo da sfruttare al meglio le lenti anamorfiche; da segnalare anche che è intercambiabile, e dunque ‘future-proof’, a prova di futuro. Il nuovo sensore, infine, ha un sistema di lettura velocissimo (fast shutter), che lo rende immune alle distorsioni geometriche tipiche del rolling shutter (effetto Jello), anche in presenza di soggetti che si muovono velocemente. Il sistema può comunque lavorare anche nei vari formati Super35 4K (16:9, 17:9, 6:5) ed è pienamente retro-compatibile con tutti gli accessori della gamma CineAlta.
Il flusso di lavoro non cambia: è infatti possibile scegliere di registrare in formato 16 bit RAW/X-OCN sfruttando il recorder AXS-R7 o in XAVC, salvando i file direttamente sulle memorie SxS (due slot disponibili sul corpo macchina). Software di editing e color grading come DaVinci Resolve e Premiere Pro sono già in grado di supportare tali file, sebbene l’uscita della CineAlta Venice sia prevista per febbraio 2018. È stata anche aggiunta la possibilità di registrare a risoluzione HD in formato Apple ProRes, per lavorare sui file proxy prima della finalizzazione e accelerare così il processo di post-produzione.
Venice nasce con l’innesto PL, ma è prevista anche un’opzione E-mount, per le ottiche fotografiche Sony.
Per sfruttare al massimo il controllo sulla profondità di campo in tutte le condizioni, è stato inoltre integrato un filtro ND motorizzato con ben 8 livelli di intensità, da 1/2 fino a 1/256 – un record assoluto.
La sensibilità nativa è di 500 ISO, dunque inferiore agli 800 ISO della F55, valore scelto dai tecnici per ottenere il massimo delle prestazioni non solo in termini di sensibilità alla luce, ma anche di riproduzione dei colori, e di range dinamico. A detta di Sony, CineAlta Venice può così vantare ben 15 stop di latitudine di posa, una gamma colore ancora più ampia di quanto previsto dallo standard BT.2020 e una maggiore profondità di dettagli sui toni scuri di quella che si può ottenere lavorando a 800 ISO nativi.
Il footage RAW che abbiamo potuto esaminare durante l’evento CineAlta appare già molto ricco, dimostrando la qualità del sensore anche senza ritocchi: basta dunque la semplice applicazione di una LUT adeguata o un intervento minimo di color-grading per ricavare velocemente immagini dalla resa cromatica eccezionalmente accurata.
CineAlta Venice, come accennato, sarà disponibile a partire da febbraio 2018. Il prezzo del corpo macchina non è ancora stato reso pubblico, ma dovrebbe attestarsi al di sotto dei 40mila euro. Ulteriori informazioni sul prossimo numero 115 di Tutto Digitale, in distribuzione nei prossimi giorni.