Allo stesso modo evoluzione e rivoluzione di una delle macchine più significative degli ultimi anni, arriva da Sony un’altra mirrorless destinata a fare notizia, ed anche ad orientare il mercato: signori, ecco le prime impressioni sulla Alpha 9, la fotocamera più veloce dell’est, in un minitest ad hoc
Londra, esposizione delle foto prescelte e premiazione dei vincitori del premio fotografico SWPA (Sony World Photography Awards), giunto quest’anno alla decima edizione e fiore all’occhiello delle attività per la cultura dell’immagine firmate Sony. L’occasione per fare un punto su una manifestazione cresciuta tanto in un decennio, e, per l’azienda giapponese, per presentare anche (quasi) a sorpresa qualcosa che pochi si aspettavano, ovvero la nuova mirrorless Alpha 9.
Che – lo diciamo subito – ha lasciato tutti a bocca aperta. Perché, in attesa di una prova pratica ben più approfondita di quella che abbiamo avuto la possibilità di effettuare, le impressioni d’uso sono state assai positive sotto ogni profilo.
Di cosa stiamo parlando? Diamo innanzitutto un’occhiata alle caratteristiche della macchina, che sarà disponibile in Europa a partire da giugno, ad un prezzo al pubblico nell’ordine dei 5000/5500 euro (solo corpo, IVA inclusa). Come di consueto, un’occhiata al sensore, che è un CMOS, con risoluzione di ‘appena’ 24,2 MP… un valore che può sembrare basso (nonostante, come è noto, possa bastare anche di meno per ingrandimenti di qualità, parlando in generale), ma che è ottimizzato per le migliori prestazioni velocistiche della fotocamera, nata proprio nel segno dell’hi-speed. La casa giapponese, infatti, dichiara che il nuovo sensore – precisamente un CMOS Exmor RS a strati da 35 mm full-frame, il primo della sua categoria – consente un’elaborazione dei dati 20 volte più rapida rispetto alle precedenti mirrorless o full-frame Sony: i dati dichiarati infatti parlano di una raffica/scatto continuo senza interruzioni fino a 20 fps (per 241 immagini in RAW o 362 in JPEG), il tutto con scatti silenziosi e privi di vibrazioni.
Sempre sotto il titolo ‘velocità’, poi, bisogna mettere l’auto focus, che si basa su un sistema a 693 punti AF a rilevamento di fase sul piano focale con AF/AE che copre circa il 93% del fotogramma, calcolato a 60 volte al secondo: in altre parole, velocità ed anche precisione, con la possibilità che anche i soggetti in movimento rapido siano catturati in modo efficace. Sony inoltre dichiara che il sistema AF rapido ibrido, che associa la velocità dell’AF a rilevamento di fase con la precisione dell’AF a contrasto, garantisce una velocità di circa il 25% in più rispetto all’Alpha 7R II, per immortalare tutti i soggetti in rapido movimento.
Torniamo sul sensore: non è una sorpresa sapere che si tratta di un modello retroilluminato, a vantaggio della cattura ottimale della luce: la gamma ISO va da 100 a 51.200, espandibile a 50–204.800.
Per l’inquadratura, la nuova Alpha 9 dispone di mirino Quad-VGA OLED Tru-Finder (ad alta luminosità e risoluzione con circa 3.686.000 punti); la frequenza fotogrammi del Tru-Finder è personalizzabile, con opzioni da 60 o 120 fps da selezionare in base all’azione.
In quanto al monitor, questo è un LCD TFT da 3″ (circa 7,5) e 1.440.000 punti, di tipo touch, orientabile in alto (107°) e in basso (41°). Sul display è possibile attivare varie opzioni di visualizzazione, come anche aver accesso al magnifier del fuoco (circa 4,7 x in Full Frame) e ad alcune funzioni utili nella ripresa video, come la Zebra. A proposito di video, la nuova Alpha 9 offre la possibilità di riprese XAVCS in 4K, o meglio Ultra HD (3840 x 2160, 25p, 60 o100 mbits) che sfruttano la larghezza completa del sensore di immagine full-frame.
Come tradizione della casa, è possibile utilizzare diverse combinazioni formati/frame rate, ed infine, la fotocamera offre anche una funzione sempre più in voga oggi, ovvero lo slow motion (Full HD a 100 Mbps fino a 120 fps, che possono essere visionati con ralenty 4x/NTSC o 5x/PAL), ma anche – novità gradita ai videomaker – il quick motion (con ripresa in PAL a 1, 2, 3, 6, 12 fps). Ovviamente deve essere utilizzata una scheda di prestazioni all’altezza. In formato XAVC S è richiesta una SDHC/SDXC di classe 10 o superiore; per riprese a 100 Mbps una UHS con classe di velocità U3 o superiore.
Fra le varie caratteristiche, da segnalare che la Alpha 9 vanta una stabilizzazione dell’immagine a 5 assi, offre un guadagno di ben 5 step rispetto all’uso senza stabilizzatore.
Abbiamo parlato dell’otturatore, capace di scattare fino a 1/32.000 (in modalità S e M), questo dispositivo – garantito per oltre 500.000 scatti – è anche anti-distorsione, silenzioso, privo di vibrazioni e di rumori prodotti dallo specchio (assente in una mirrorless) e dai meccanismi.
Presa in mano, la Alpha 9 appare perfettamente in linea con impostazione, estetica e costruzione dell’ultima produzione di reflex e mirrorless Sony. L’impressione è quella di un prodotto professionale, abbastanza leggero (675 grammi, grazie al massiccio impiego di magnesio) ma solido, anche per il design ‘dust and moisture resistant’, cioè con protezioni antipolvere e antiumidità, delle varie sezioni interne e dei comandi.
Se l’impostazione generale non è troppo diversa dalle altre Sony di recente produzione, bisogna segnalare alcune novità assolute o almeno poco diffuse. A disposizione, ad esempio, la funzione “My Menu” offre una nuova interfaccia e un ulteriore livello di customizzazione, con la possibilità di memorizzare fino a 30 voci in un menu personalizzato.
Dal punto di vista dei controlli, ecco il nuovo pulsante “AF ON” (per l’attivazione dell’autofocus direttamente in foto e riprese), e le manopole separate per la modalità Drive e quella di messa a fuoco. A proposito di fuoco, diamo uno sguardo al retro. Il joystick multiselezione permette di cambiare facilmente il punto all’interno dell’inquadratura; basta muovere i comandi verso i punti cardinali nelle modalità di area di messa a fuoco Zona, Spot flessibile o Spot flessibile allargato. Da non dimenticare poi la possibilità di effettuare la messa a fuoco touch sullo schermo per semplificare la selezione e il cambio della messa a fuoco verso il punto desiderato.
Altre novità sempre a proposito di messa a fuoco. La “Registrazione dell’area AF”, consente di memorizzare e richiamare le aree di messa a fuoco usate di frequente con pulsanti personalizzati, e la fotocamera può memorizzare e richiamare automaticamente l’ultimo punto di messa a fuoco con orientamento verticale o orizzontale, per tornarvi all’istante quando si utilizza lo stesso orientamento.
Grazie anche alle segnalazioni degli utenti, la Alpha 9 dispone – come d’obbligo in una macchina di tale categoria – di due slot per supporti di memoria (schede SD), tra cui uno per supporti UHS-II. In tal modo è possibile registrare gli stessi dati simultaneamente su entrambe le schede o scegliere se separare RAW e JPEG o foto e video. La macchina supporta anche i contenuti RAW 14 bit non compressi, ed è possibile registrare i video simultaneamente su due schede per il backup o una gestione più efficiente dei dati.
A vantaggio soprattutto delle utilizzazioni professionali, l’Alpha 9 offre una porta Ethernet (terminale LAN cablato), per trasferire le foto su un server FTP specifico ad alta velocità, e non manca un terminale di sincronizzazione, che permette di connettere direttamente unità flash esterne e cavi per la sincronizzazione dei flash.
Come accennato, abbiamo avuto a disposizione la macchina per una prima prova pratica. Una prova di durata limitata (per provare bene un prodotto ci vorrebbero mesi e mesi di uso quotidiano…) ma comunque interessante per le condizioni di ripresa ed illuminazione e dunque certamente significativa.
Diciamo senza mezze parole che la Alpha 9 ci ha davvero impressionato. Le immagini ottenute (insieme agli zoom tele utilizzati), infatti, sono di qualità irreprensibile sotto ogni punto di vista: la definizione è eccellente, la resa cromatica assai corretta, il rumore assente. Con soggetti ‘sportivi’ non è difficile realizzare immagini di grande impatto emotivo.
Le varie funzioni di messa a fuoco qui utilizzate, in effetti, nella pratica facilitano e velocizzano la messa a fuoco in tutte le situazioni; le possibilità di raffica sono davvero impressionanti, e si rischia di bruciare una scheda (necessariamente ultraveloce) quasi senza rendersene conto… il tutto, se non nel silenzio assoluto, accompagnato da una microvibrazione e un mini sibilo, se possiamo descriverlo così (ovviamente, in modalità ottenibile con l’otturatore su “Elettronico” e i segnali audio su “Off”.
Il test video – per il momento, davvero definibile solo come ‘prime impressioni’ – non ha potuto che confermare le sensazione positiva ricevuta dalla prova fotografica. Presto torneremo in dettaglio sull’aspetto ‘immagini in movimento’.
Insomma, una macchina certamente significativa per Sony e di certo per tutto il mercato di questo 2017. Più che un punto di arrivo, crediamo, un punto di partenza per una generazione di mirrorless, potenti, veloci, silenziosi, ultraversatili…
Brava Sony, quindi.. anche se speravamo che il prezzo finale – pur ampiamente giustificato – fosse un po’ meno da professionisti.
PS- Test completo – con tutte le foto, la pagella, eccetera – sul prossimo numero 113 di Tutto Digitale, in edicola a metà maggio.
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