A distanza ravvicinata dalla presentazione ufficiale, torniamo sulla Sony Alpha 1, ‘One’, la numero 1, con qualche dettaglio in più e alcune considerazioni generali
Se gli appassionati e soprattutto i professionisti che frequentano sito e social di Tutto Digitale rappresentano qualcosa, la nuova mirrorless Sony Alpha 1 è certamente ‘la’ fotocamera del momento, anzi lo strumento di ripresa a tutto campo del momento: lo segnalano il numero di accessi e le richieste di ulteriori informazioni che ci sono arrivate quasi senza sosta.
Perché tanto interesse intorno ad una macchina che, a prima vista, non sembra poi così diversa dalle altre mirrorless Alpha? Perché, se è vero che look ed impostazione generale rimandano immediatamente alla attuale produzione Sony, è altrettanto vero che all’interno della nuova camera ci sono tante novità inedite e perfezionamenti da giustificare quel numero uno, nel senso ‘sono la numero 1’.
Come abbiamo scritto nella precedente notizia sulla macchina, la nuova Sony Alpha 1 costituisce una sintesi tra le punte di diamante delle linee di prodotto più avanzate dell’azienda giapponese, ovvero le A7R, A9 ed A7S III, tanto simili fuori, tanto diverse dentro. Detto così, il tutto non sembra una grande novità: qualsiasi modello di nuova generazione di ogni costruttore beneficia delle esperienze dei modelli precedenti, e quelli di vertice inglobano ‘il massimo’ della varie produzioni. Stavolta però davvero sembra – il dubbio è d’obbligo, in attesa di una verifica sul campo, anche se Sony non ha l’abitudine di promettere e non mantenere – che non solo tutto il prodotto sia orientato alle massime prestazioni, non solo per la fotografia, ma anche per le riprese video. Evidentemente l’azienda giapponese ritiene le immagini fisse e quelle in movimento un tutt’uno: non a caso in una delle slide iniziali della presentazione, Sony ha parlato del futuro dell‘imaging professionale, non della sola fotografia.
Per presentare in dettaglio ogni funzione prevista, e come questa si sia spesso trasformata in un record di prestazioni oppure di comodità, ci vorrebbe probabilmente un libro; davvero, anche le funzioni secondarie sono state ottimizzate quasi con cura maniacale per offrire un reale passo in avanti, piccolo o grande. Del resto, giova ricordarlo, la Alpha 1 avrà un prezzo ‘confortevole’, per così dire, o meglio davvero impegnativo, ovvero circa 6500 sterline, cioè, 7300 euro. Se non è un record per una fotocamera con sensore Full Frame 24 x 35 mm (non medio formato), poco ci manca.
Iniziamo con il dire che naturalmente la macchina è molto curata sul fronte della costruzione, a vantaggio dell’affidabilità. Lo châssis è in magnesio, ed in generale è stato aumentato il livello di protezione contro polvere ed umidità. Grande lavoro è stato effettuato sull‘inedito shutter meccanico, con le tendine in fibra di carbonio. È stato realizzato per ridurre al minimo le vibrazioni, ed al contempo coniugare massime prestazioni ad una grande affidabilità. Per iniziare, viene chiuso e protetto quando la camera è spenta per evitare l’intrusione di polvere e corpi estranei durante le fasi di cambio obiettivo; la durata supera i 500.000 scatti. L’otturatore è poi stato ottimizzato anche per l’uso con il flash: la sincronizzazione avviene infatti fino a 1/400s, un valore record.
A9 prima e A9 II poi sono state fotocamere rivoluzionarie, perché hanno sdoganato l’uso dell’otturatore elettronico in qualsiasi contesto. La grande velocità di read out del sensore permette a queste macchine di ottenere risultati molto simili a quelli tipici di un modello con global shutter, con deformazioni limitatissime anche con soggetti o camera che si muovono a grande velocità. Secondo Sony, l’A1 riesce a migliorare ancora, con una velocità maggiorata del 150%.
La casa giapponese sostiene che un professionista deve poter effettuare foto e video anche in condizioni ambientali ostili e contare su prestazioni costanti per un periodo di tempo adeguato. Questo spiega, ad esempio, la ragione della presenza entrobordo di un elemento per la dissipazione del calore dalla forma caratteristica (∑, Sigma), inserito nella struttura dell’unità di stabilizzazione, che garantisce una capacità di dissipazione termica 5 volte superiore rispetto a quella della A7R IV; ciò si traduce in almeno 30 minuti di registrazione continua in 8K o in 4K a 60 fps.
A proposito di dotazione, di nuovo, di inedito, non c’è solo il citato shutter. Per riferirsi solo agli elementi principali, da ricordare almeno il sensore, il processore e il mirino elettronico, oltre a un nuovo algoritmo software.
Il sensore è un Full Frame Exmor RS retroilluminato e ‘stacked,’ con memoria integrata e dotato di un nuovo metodo di conversione A/D. Offre 50,1 MP, ed è capace di scattare raffiche fotografiche a 30 fps continui ‘blackout free’ con AF/AE tracking; il buffer offre una profondità di circa 165 JPEG e 155 RAW compressi).
Restiamo sul sensore. Grazie alla funzione Pixel Shift Multi Shooting, sfruttando lo stabilizzatore IBIS, vengono effettuati 16 scatti in rapida sequenza; grazie alla suite software per Windows e MacOS, tali scatti sono interpolati per ottenere un’unica immagine da 199 MP (17,280 x 11,520 pixel) con informazioni RGB complete per ogni pixel; in questa modalità è possibile usare un valore di ben 1/200 per il flash sync.
Il processore è uno degli elementi principali che permette alla A1 di ottenere queste prestazioni record. Si tratta di un Bionz XR di nuova generazione, secondo Sony ben 8 volte più veloce rispetto al Bionz X, caratterizzato da un minimo tempo di latenza e soprattutto ‘fine tuned for new 50,1 MP image sensor’. Curiosamente, nella pagina Sony ufficiale dell’azienda giapponese sono rappresentati due esemplari vicini, cosa che ha lasciato credere a qualcuno che la dotazione fosse doppia.
Altra novità importante è l’electronic viewfinder Quad-XGA, che rappresenta un’evoluzione del mirino, già da record, montato sulla A7S III; la nuova unità offre la stessa risoluzione da 9,44 milioni di punti, ma vede aumentare la velocità di refresh addirittura a 240 fps live view; da segnalare un’infinità di opzioni di visione, a vantaggio della versatilità d’uso in questa modalità.
Novità, per i file fotografici RAW, oltre a alle versioni ‘compresso’ e ‘non compresso’, è disponibile ora il nuovo Losseless Compressed RAW, cioè un RAW compresso ma senza perdita di qualità, che permette di ridurre considerevolmente il ‘peso’ del file, all’incirca fra il 50 e l’80%.
Già che siamo in tema di formati, da segnalare anche i JPEG light e la presenza del formato HEIF (High Efficiency Image File) nato per soppiantare i suddetti JPEG. L’HEIF offre una compressione notevole con una qualità decisamente superiore, grazie anche al supporto della codifica a 10 bit, che permette di ottenere 1,07 miliardi di sfumature di colore anziché i classici 16,7 milioni.
Dai formati alla memorizzazione il passo è breve, e vale la pena di spendere qualche parola sul sistema di memorizzazione, avanzatissimo. Come sulla A7S III e la FX6, di cui troverete il test sul prossimo numero di Tutto Digitale (142), ci sono due slot in grado di ospitare le schede di memoria SDXC/SDHC (sia UHS-I che UHS-II) ed anche le nuove e velocissime CFexpress Type A. Novità assoluta legata ai due slot, un sofisticato sistema di media management, che offre le solite funzioni (registrazione simultanea su entrambi gli slot, per il back up automatico e registrazione relay nella quale la memorizzazione di immagini fisse e in movimento passano automaticamente al secondo slot quando la scheda del primo è completa) oltre a diverse altre, a iniziare dalla possibilità di registrare foto e video separatamente sugli slot scelti.
L’autofocus meriterebbe molti approfondimenti. Per il momento ci accontentiamo di segnalare che si tratta di un upgrade dell’AF Real Time di Sony in uso sulle A7 S III, A9 II e A7R IV. L’intelligenza artificiale riconosce persone (video e foto) e animali (foto), ma ora offre una nuova logica di riconoscimento specifica per gli uccelli (Bird mode, sempre foto). I punti AF disponibili sono 759/425 (phase detection/contrasto) con copertura del 92%. Grazie al Bionz XR, l’AF mostra anche altri miglioramenti, come il funzionamento in condizioni di luce molto più scarse (-4 EV invece di -3 delle A9/A9 II) e il valore di chiusura diaframma minimo di apertura per il funzionamento della (F22 anziché F16 in AF-C con phase detection e scatto continuo).
Capitolo sensibilità: questa va da 100 a 32.000 ISO, espandibile da 50 a 102.400 ISO, con 15 stop dichiarati di gamma dinamica. Non si prevedono dunque problemi particolari con scarsa illuminazione, ma quando è necessario utilizzare tempi più lunghi, viene in soccorso lo stabilizzatore IBIS migliorato, che offre ora 5,5 stop di guadagno.
In quanto alla sezione audio, ritroviamo le caratteristiche avanzatissime di A7R IV e A7S III, con la possibilità di registrare fino a 4 canali audio separati, grazie alla Multi Interface (MI) shoe, la slitta flash, dotata di digital audio interface. In poche parole la slitta è dotata di contatti elettrici che permettono di interagire, per comunicazione e alimentazione, con sistemi microfonici avanzati. Tra questi ci sono il super microfono shotgun ECM-B1M (dotato di 8 capsule), l’adattatore XLR-K3M o i ricevitori dei kit radio Sony (lavalier e gelato).
Resta da dire qualcosa, anzi molto, su quello che distingue questa macchina da tutte le fotocamere di simile impostazione, ovvero la potenza della sezione cine/video. Per sintetizzare la situazione, bastano alcuni dati: 8K a 30p HDR, 4K fino a 120p. La capacità di calcolo del Bionz XR permette di sfruttare tutti i pixel del sensore senza sprecare alcuna informazione. Non c’è il pixel binning e si parte infatti da una risoluzione di 8,6K (circa 42 MP, 8.640 x 4.860 pixel) che viene interpolata per rientrare nello standard 8K UHD da 33,2 MP e 7.680 x 4.320 pixel, fornendo un prezioso sovracampionamento. I frame rate supportati sono 30/25/24p ed il codec è il Sony XAVC HS, basato sull’MPEG-H HEVC/H265 con codifica 4:2:0 a 10 bit.
Grazie alla risoluzione di partenza molto elevata, In 4K è possibile registrare sia utilizzando tutto il sensore, sia in Super35/APS-C, per utilizzare al meglio obiettivi che non arrivano a coprire il full frame. Di nuovo l’immagine viene interpolata senza pixel binning, partendo rispettivamente da 8,6 K e 5,8K. Con entrambe le opzioni, in 4K si può sempre registrare fino a 120p con codifica 4:2:2 10 bit XAVC S-I (all-Intra) o XAVC HS (long gop). Se questi codec avanzatissimi non dovessero bastare, si può anche registrare in video RAW a 16 bit, collegando un registratore esterno via HDMI. A differenza delle “vecchie” ammiraglie A9 ed A9II, si può registrare, anche internamente, con profili colore logaritmici, ed in particolare con l’S-Log3, con cui – secondo Sony – la A1 raggiunge una gamma dinamica superiore a 15 stop. Debutta su una mirrorless anche il profilo colore S-Cinetone, creato per la mitica ed esclusiva Venice, per ottenere il massimo sugli incarnati e fornire un cinema look senza compromessi.
Una macchina che si candida ad essere una delle regine delle prossime Olimpiadi, non poteva non avere il massimo in termini di connettività. Il fotografo sportivo è sempre in competizione non solo per lo scatto migliore, ma anche per farlo arrivare prima alle agenzie. La sezione wireless prevede Bluetooth, NFC e WiFi che, grazie ad una doppia antenna MiMo, vede migliorata enormemente la velocità rispetto alla A9 II, che era già migliorata altrettanto rispetto alla A9. Non mancano ovviamente gestione dell’FTP, oltre a una Gigabit Ethernet e una USB-C avanzatissima di Gen 3.2 per i trasferimenti via cavo. Inedita e sorprendente l’integrazione con il super smartphone Sony Xperia Pro da circa 2500 dollari, in grado di connettersi al web in 5G per mandare foto e video ovunque. Si tratta del primo telefono dotato di ingresso HDMI, qualcosa di davvero avveniristico, di cui parleremo più approfonditamente in un articolo dedicato. Tornando alle connessioni, sul lato sinistro della macchina ci sono anche il multiterminale USB micro, il connettore per il flash, due jack audio per microfono e cuffie ed una HDMI full type A, con dispositivo di ritenzione del cavo.
A questo punto c’è tutto il tempo per passare in banca per accendere un mutuo, dato che passerà necessariamente ancora un po’ di tempo (si parla di marzo, marzo inoltrato; la data ufficiale di lancio sul mercato non è stata comunicata) prima di procedere all’acquisto…