Scriviamo un film (recensione)

Scriviamo un film

Age. Scriviamo un film. Già bastano nome dell’autore e titolo del libro per chiarire di cosa stiamo parlando. Se poi aggiungiamo il sottotitolo, Manuale di sceneggiatura, anche chi è non poi così appassionato o studioso di cinema capisce il tema del volume, e probabilmente potrebbe essere spinto all’acquisto a scatola chiusa, con un’occhiata alla copertina, senza nemmeno leggere questa recensione.

Parliamo infatti di un vero maestro della sua arte, scomparso nel 2005, a cui sono stati assegnati una quantità incredibile di premi. Un mago della penna, o meglio della macchina per scrivere, legato soprattutto alla commedia all’italiana, con una carriera iniziata nel 1947 con la sceneggiatura (insieme a Steno e J.J. Rastier) de I due orfanelli per la regia di Mario Mattòli, e durata sin quasi alla fine del millennio. In mezzo, una filmografia che non a caso occupa venti pagine del libro: circa 120 film, molti dei quali sono entrati nella Storia del Cinema, sic et simpliciter: in ordine cronologico, citiamo fra i nostri preferiti almeno I soliti ignoti (1958), La grande guerra (1959), I mostri (1963), Sedotta e abbandonata (1964), Casanova ’70 (1965), Signore e signori (1965), L’armata Brancaleone (1966), Il buono, il brutto, il cattivo (1967), C’eravamo tanto amati (1974), Romanzo popolare (1974), La terrazza (1980).

Giusto per dare un’idea, i registi con i quali ha lavorato Age sono i nomi italiani che, nell’arco di un quarantennio abbondante, hanno spesso realizzato opere importanti per qualche motivo: citiamo almeno (e perdonateci se ne abbiamo dimenticato qualcuno), stavolta in ordine alfabetico, Blasetti, Bolognini, Bragaglia, Camerini, Comencini, Gallone, Germi, Leone, Loy, Monicelli, Petri, Pietrangeli, Risi, Scola, Soldati, Steno, Zampa…

Tutto ciò doverosamente premesso, spendiamo ancora qualche riga per dire che questo certamente è il primo libro – pubblicato originariamente nel 1990, ed oggi, nell’autunno 2021, riedito in una edizione più moderna almeno nella copertina – che certamente deve studiare con attenzione chi vuole intraprendere la professione di sceneggiatore, e che allo stesso tempo può risultare una lettura istruttiva e piacevole – per l’impostazione colloquiale, introduttiva – anche per un appassionato alla ricerca di approfondimenti sulla settima arte.

Un libro consigliato senza riserve. Anzi, di più: indispensabile.

PS- A corredo del testo, una ricca appendice con i film citati nel testo, la filmografia di Age e l’elenco dei Nastri d’Argento assegnati per la sceneggiatura dal 1946 al 1990.

Curiosamente, la filmografia di Age termina con La pagaille, film del 1991 per la regia di P. Thomas, mentre imdb segnala Agenore Incrocci, più noto con il nome d’arte appunto di Age, come writer, autore dello screenplay, dunque sceneggiatore, anche de Il conte Max (del 1991 insieme a Gianfilippo Ascione, Christian De Sica, Adriano Incrocci) e di The boom (1999) scritto insieme a Rodolfo Laganà e Mauro Mortaroli.

Scriviamo un filmScriviamo un film
Manuale di sceneggiatura
Age
Il Saggiatore
208 pagine – 13,00 euro

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