Addio al papà della stop motion e ai suoi romantici mostri di una science-fiction d’epoca; Ray Harryhausen è morto all’età di 92 anni, ma i suoi film restano tuttora un appassionante esempio di ingegno e abilità
Se ne è andato in sordina, due giorni fa, il grande Ray Harryhausen, protagonista di un cinema d’antan che profuma di laboratorio artigiano, così lontano da questa era iper-tecnologica e (forse) un po’ fredda.
E se il suo nome a tanti giovani dirà poco o niente, sappiate che al Museo del Cinema di Berlino – Filmhaus, situato all’interno del Sony Centre di Potsdamer Platz – gli hanno dedicato un’intera sezione, ricca all’inverosimile di modellini, oggetti di scena e memorabilia varie, un onore che certo non è concesso a tutti.
Harryhausen è stato il protagonista della fantascienza & fantasy anni ’50 e ’60, quando era ancora un genere povero e popolare, considerato magari di serie B ma seguito con grande passione da milioni di fan in tutto il mondo. I suoi effetti speciali – in particolare le animazioni in stop motion o passo uno – hanno fatto sì che la giovinezza di molti di noi si popolasse di creature mitologiche e spaventosi mostri, che interagivano in live action con gli attori in carne ed ossa, molti anni prima dei prodigi della CGI.
Chi non ricorda veri e propri cult come i viaggi di Sinbad, Gli Argonauti (con la spettacolare battaglia contro gli scheletri), Il risveglio del dinosauri, gli alieni di La Terra contro i dischi volanti e molti altri ancora…. Film che oggi hanno un sapore più che altro romantico, ma che all’epoca costituivano lo stato dell’arte degli FX. Il canto del cigno fu nel 1981 con Scontro di Titani: i tempi erano prossimi ormai per l’avvento di nuovi trucchi hi-tech, ma Harryhausen e i suoi mostri resteranno per sempre nella storia del cinema, e nel nostro cuore.
(foto: © Ray Harryhausen Official Website)