Torna nelle sale italiane il 24 marzo il capolavoro di Orson Welles, ancora attuale e moderno nei temi e nell’estetica
Un film rivoluzionario, di “straordinaria potenza visiva”, che rielabora e rifonda la narrazione per immagini, in particolare tramite inquadrature innovative e l’uso del piano sequenza.
Il primo esempio di “cinema moderno”, senza lieto fine. Un “giallo metafisico”, per un critico d’eccezione come Jorge Luis Borges.
Non c’è dubbio che Quarto potere rappresenti uno dei capolavori assoluti della settima arte, eppure – a dispetto delle sue entusiastiche recensioni – non ebbe all’inizio (1941) il successo di pubblico che meritava.
In Italia arrivò solo nel 1948 e addirittura, quasi venti anni dopo, dovette subire l’onta di essere tagliato di circa un quarto d’ora per essere riproposto nelle sale.
Oggi Citizen Kane torna nei cinema italiani (il 24 marzo 2024, per la precisione) per un doveroso omaggio tributato da I Wonder Pictures – nella sua divisione Classics – a un film immortale, tuttora di grande attualità e impatto estetico ed emotivo, nonostante abbia abbondantemente superato gli 80 anni di età.
Torna in versione originale sottotitolata, rispettosa della sua essenza e integrità, come si conviene a un’etichetta come I Wonder Classics, dedicata alla riscoperta dei cult d’autore (come è stato anche, a dicembre scorso, per Funny Games di Haneke) e con un nuovo trailer, che affronta in sequenza i vari interrogativi che fanno da filo conduttore al film e lo hanno reso, nel tempo, così iconico.
L’opera di Orson Welles, al di là della sua aura “classica”, appare dunque più che mai calata nella realtà odierna, centrata com’è sul tema del potere dei media sull’opinione pubblica, in un momento storico in cui più che mai si impone una riflessione sull’ingerenza e la pervasività dei mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi, nella nostra società.