(Estratto da Tutto Digitale 80 – Febbraio 2013)
Coppia di assi
Per il sistema X di Fujifilm, ecco due ottiche – un grandangolare e uno zoom – molto diverse per impostazioni e caratteristiche ma ugualmente interessanti per la formazione di un corredo doc…
Lo scorso 2012 è stato certamente un anno difficile in tutti i settori ed anche il mondo digitale, compreso il ‘continente fotografia’, ne ha un po’ sofferto. In un clima generale meno eccitante che in passato, qualche marchio, però, è riuscito non solo a mantenere le posizioni precedenti ma addirittura a crescere. è questo, ad esempio, il caso di Fujifilm, ben nota azienda giapponese che, negli ultimi tempi, ha lanciato una serie di macchine al tempo stesso rétro e innovative. Stiamo parlando di compatte e mirrorless a ottiche intercambiabili della serie ‘X’: macchine ben costruite, con impostazione classica (stile era pre-digitale, per intenderci), con tutti i comandi che servono al posto giusto, basate sull’adozione di un sensore in taglia ‘larga’ (APS-C nei modelli al top, 2/3″ negli altri casi).
Sensore grande, in particolare nel caso dell’APS-C, si traduce in una scelta che rappresenta un ottimo compromesso fra dimensioni complessive della macchina, prestazioni e costi finali. In particolare, i modelli con obiettivi intercambiabili e sensore APS-C, infatti, risultano decisamente più compatti delle reflex consumer, con le quali riescono comunque a rivaleggiare per la resa complessiva. Approfittiamo dell’occasione per ricordare anche che i sensori grandi, almeno rispetto a quelli tipici di una compatta, garantiscono migliore resa dal punto di vista della sensibilità e al tempo stesso facile gestione creativa del fuoco (in particolare, con lunghezze focali elevate e diaframmi aperti). Insomma, come i diversi test che abbiamo effettuato sui vari modelli Fujifilm hanno dimostrato, siamo in presenza di soluzioni di grande valore, particolarmente adatte ad appassionati ‘veri’ di fotografia e professionisti e quindi si spiega, come ricordavamo all’inizio, la ragione del successo del marchio.
Simili ma diversi
Prima di passare all’oggetto del test, riepiloghiamo la situazione. In effetti, i vari modelli ‘X’ in apparenza si assomigliano, mentre in realtà sono piuttosto diversi. Dobbiamo considerare innanzitutto cinque modelli (più uno, la bridge X-S1, con sensore da 2/3″, che non teniamo in considerazione in questa sede): si parte con la FinePix X100, con ottica fissa 23mm F2 (equivalente a un obiettivo 35 mm nel classico formato a pellicola 35 mm, o 135, o anche Leica che dir si voglia) e CMOS APS-C (da 12,3 Megapixel), seguita poi da due macchine con sensore EXR CMOS da 2/3″ e zoom 4x (la classica X10, con obiettivo F2/2,8 equivalente a un 28 – 112 mm e la recentissima ‘giovane’ XF1, con ottica F1,8/4,9, equivalente a un 25 – 100 mm).
A chiusura della gamma, due modelli con sensore APS-C X-Trans CMOS da 16,3 MP ed ottica intercambiabile, l’ammiraglia X-Pro1 e la X-E1, che abbiamo provato sullo scorso numero di Tutto Digitale in una combinazione molto interessante sotto il profilo del rapporto qualità/prezzo, con l’ottica XF 35mm F/1,4 equivalente a un 53 mm. Mentre scriviamo queste note, arriva notizia di due nuove macchine, o meglio di un aggiornamento ed una novità assoluta, la X100S e la X20. Come suggerisce la sigla, la X100S è la versione aggiornata della X100, con mirino ibrido di maggiore definizione, sensore APS-C X-Trans II da 16,3 MP e processore EXR II. La X20, invece, è l’evoluzione della X10, con un CMOS X-Trans II da 2/3” e 12 milioni di pixel, dotato del sistema di rilevamento AF ultraveloce e dell’EXR Processor II.
Occhio all’ ottica
E veniamo, appunto, agli obiettivi, costruiti (con il marchio Fujinon) dalla stessa Fujifilm, che ha una grande esperienza nel settore ottico, come sa bene chi si occupa di ripresa in campo cinematografico e televisivo: diversi modelli professionali, ad esempio, sono state utilizzate al tempo da un certo George Lucas per l’ultimo episodio realizzato della saga di Star Wars… Le ottiche Fujinon in versione adatta alle macchine della serie X – ovvero dotate di attacco denominato, inevitabilmente, ‘X‘- sono siglate XF. Come è intuibile, visto che il sistema è nato da poco, non c’è una disponibilità di modelli pari a quella di sistemi reflex sul mercato da anni, se non da decenni. La roadmap diffusa da Fujifilm è comunque ben studiata e promettente.
Il lancio è avvenuto con tre modelli a focale fissa, ovvero l’XF 18mm F2 R (27 mm equivalenti), l’XF 35mm F1.4 R (53 mm) e l’XF 60mm F2.4 R Macro 91 mm). Arrivati da poco sul mercato, nei tempi previsti, un’altra ottica fissa (XF 14mm F2.8 R, equivalente a un 21 mm) e il primo zoom della serie, siglato XF 18-55 mm F2.8-4 R LM OIS (27-84 mm), stabilizzato. Interessanti, poi, gli sviluppi previsti per quest’anno. Sono innanzitutto previste tre focali fisse, un 23 mm F1.4 (equivalente a un 35 mm), un 27 mm F2.8 (41 mm) ultra compatto, di tipo ‘pancake’ e un 56 mm F1.4 (84 mm). Poi, due zoom, uno wide, uno tele: il primo è un 10-24 mm F4 OIS (equivalente a un 15-36 mm), il secondo un 55-200 mm F3.5/4.8 OIS (83-300 mm); entrambi sono stabilizzati. Insomma, presto la gamma sarà comunque piuttosto completa, in grado di soddisfare la stragrande maggioranza delle esigenze di ripresa. E, quindi, sarà importante scegliere l’ottica giusta per ogni esigenza.
Grandangolo di razza
Come accennato, sullo scorso numero abbiamo testato la XE-1 con l’ottica XF 35mm F/1,4. In altre parole, stiamo parlando di un ‘normale’ (è equivalente a un 53 mm) molto luminoso, sostanzialmente adatto a tutto o quasi. Questa volta, invece, vediamo come funzionano altri due obiettivi della serie, ovvero l’XF 18mm F2 R e lo zoom XF18-55mmF2.8-4 R LM OIS. Il primo è un grandangolare (equivalente a un 27 mm) molto luminoso, caratterizzato da un eccezionale rapporto ingombro/prestazioni: stiamo parlando di un oggetto che pesa poco più di un etto (116 grammi, esattamente), un piccolo cilindro (del diametro di 64,5 mm, alto 40,6 mm) che accetta filtri da 52 mm. Un piccoletto, insomma, che non fa salire di troppo peso e ingombro della macchina, che con quest’ottica resta una ‘compattona’ (quasi) tascabile. Diciamo che la combinazione corpo+ottica non entra nella tasca dei pantaloni, ma in quella di un giaccone sì. Un piccoletto, non privo comunque di caratteristiche interessanti.
La costruzione, ad esempio, impiega uno schema ottico con 8 elementi (dei quali 2 asferici) in 7 gruppi; il diaframma (con ghiera regolabile da F2 a F16, a step di 1/3 di stop più A) è a 7 lame ed offre un’apertura perfettamente circolare. Altra caratteristica da rimarcare, la distanza minima di messa a fuoco, pari ad appena 18 centimetri circa; in altre parole, grazie anche all’opzione macro della macchina e alla notevole luminosità dell’ottica (F2), è possibile un uso di grande soddisfazione anche in situazioni particolari (come, ad esempio, nella fotografia di cibo, seduti a tavola, senza dare troppo nell’occhio). In generale, comunque, le nostre prove testimoniano che siamo in presenza di un’ottima ottica per riprese in interni anche senza il flash, oppure per esterni, per foto di architettura e panorami, con la possibilità – nelle giornate soleggiate – di un’ampia scelta di diaframmi da usare in funzione delle proprie esigenze creative.
Uno zoom per tutte le stagioni
E veniamo all’XF18-55mm F2.8-4 R LM OIS, il primo zoom della gamma XF. L’escursione focale – dal grandangolo al medio tele, 27-84 mm equivalenti – è tale da coprire una più che discreta varietà di inquadrature. Considerando anche che la luminosità è interessante, non solo alla minima escursione focale (F2,8) ma anche in posizione ‘tele'(F4), si può ben definire questo obiettivo un prezioso jolly, adatto un po’ a tutti gli usi e alle diverse esigenze. Naturalmente, rispetto all’XF 18mm F2 R, lo zoom è ben più ingombrante (65 mm di diametro, per 70,4 di lunghezza, che diventano quasi 100 in massima escursione tele; i filtri, in questo caso, devono avere la filettatura per un diametro di 58 mm) e pesante (circa 310 grammi). In altre parole, la combinazione corpo macchina/ottica non può assolutamente essere definita tascabile e serve una borsa per il trasporto!
Le immagini in alto, realizzate con il 18-55 mm, permettono di capire l’escursione focale dell’ottica e mostrano anche la resa dell’insieme corpo + zoom in situazioni critiche di contrasto. Più in basso, un’immagine scattata con il 18-55 mm alla minima escursione, in condizioni di ombra, a 400 ISO e un particolare che mostra la buona resa complessiva in termini di contrasto e definizione.
In basso, infine, un’immagine scattata in interni con il 18mm alla massima apertura (F2), sempre a 400 ISO: ottima resa cromatica, rumore nullo ed effetto bokeh gradevole, garantito dal sensore di grandi dimensioni e dal diaframma tutto aperto.
La realizzazione dell’ottica impiega 14 elementi (di cui tre asferici ed uno a dispersione ultra ridotta) in 10 gruppi; la costruzione è assai curata anche nei dettagli, come si conviene ad un ‘accessorio’ di una macchina di un certo livello. Oltre alla ghiera di regolazione della focale (in senso orario da wide a tele) il corpo ottica comprende un selettore per l’inserimento dello stabilizzatore ottico e un selettore A/diaframma, che quindi attiva la regolazione automatica oppure manuale del diaframma, gestibile con una ghiera assai demoltiplicata. Come accennato, questa ottica offre dal grandangolare al medio tele. Dal punto di vista delle prestazioni, notiamo un comportamento – in particolare, nella resa cromatica – simile a quello esibito dall’XF 18mm F2 R. Il pelo di minor luminosità si nota solo in condizioni davvero critiche, mentre bisogna segnalare che la minima distanza di messa a fuoco a tale focale sale a 30 centimetri. Non cambia molto in interni o i panorami, mentre qualche difficoltà in più può esserci nei casi limite come quello della foto di cibo già citato in precedenza, anche perché, in verità, precisione e velocità della messa a fuoco non sono fra i punti di forza del sistema.
Due parole sui difetti (aberrazioini eccetera) presenti inevitabilmente, in misura variabile, in tutte le ottiche. Come per il grandangolare, da segnalare geometria corretta e vignettatura sotto controllo, siamo nella media ‘alta ‘ della categoria. Da ricordare, infine, come le lettere OIS nella sigla dell’obiettivo ricordano, che questo zoom dispone di un efficace stabilizzatore di immagine. Considerando anche la buona luminosità in caso di massima escursione focale (F4), il rischio di foto mosse è improbabile. L’azienda dichiara un guadagno di 4 stop, forse un po’ ottimistico; in ogni caso, anche giudicandone ad occhio ‘solo’ 3, lo stabilizzatore, a conti fatti, risulta utile ed efficace: il mosso è scongiurato! Siamo nella media della categoria, e, a volte, anche oltre.
Una conferma
Abbiamo detto in apertura che, pur in un periodo come l’attuale, con il sistema X, Fujifilm è riuscita a conquistare spazi interessanti di mercato e questi ultimi test confermano un giudizio assai positivo. E, come se non bastasse, sono in arrivo nuovi prodotti per convincere anche gli eventuali scettici.
Ottiche Fujinon XF 18 mm F2 R / 18-55 mm F2,8-4 R LM OIS
Costruttore: Fujifilm Co.- Giappone
Distributore: Fujifilm Italia – S.S. 11 Padana Superiore 2/B , 20063 Cernusco sul Naviglio (Mi) – tel. 02929741 – www.fujifilm.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Obiettivo XF 18mm F2 R
Configurazione lenti: 8 elementi (di cui 2 asferici) in 7 gruppi
Lunghezza focale: 18 mm (27 mm equivalenti)
Angolo di campo: 76,5°
Apertura massima: F2.0
Apertura minima: F16
Controllo apertura: a 7 lame (diaframma ad apertura circolare)
Scatti stop: 1/3 EV (19 passi)
Gamma del fuoco: circa 18cm – infinito Ingrandimento massimo: 0,14 x
Dimensioni esterne: diametro 64,5 mm x 40,6 mm
Diametro filtro: 52 mm Peso: circa 116 grammi
Obiettivo XF18-55mm F2.8-4 R LM OIS
Configurazione lenti: 14 elementi (di cui 3 asferici ed 1 a dispersione ultra ridotta) in 10 gruppi
Lunghezza focale: 18-55 mm (27-84 mm equivalenti)
Angolo di campo: 79,1-28,4°
Apertura massima: F2.8-F4.0
Apertura minima: F22
Controllo apertura: a 7 lame (diaframma ad apertura circolare)
Scatti stop: 1/3 EV (19 passi)
Gamma del fuoco: circa 30cm – infinito (wide) circa 40cm – infinito (tele)
Ingrandimento massimo: 0,08 x – 0,15 x
Dimensioni esterne: diametro 65 mm x 70,4 mm (wide) – x 97,9 mm (wide)
Diametro filtro: 58 mm Peso: circa 116 grammi
La Pagella
ESTETICA 9/10
Obiettivi sobri ma allo stesso tempo grintosi, con un look tradizionale aggiornato ai tempi.
COSTRUZIONE 9/10
Qualità ‘made in Japan’ nel migliore senso del termine. Finiture curate, zoom stabilizzato.
VERSATILITÀ 8/10
Un grandangolo ‘puro’, luminoso e uno zoom compatto ma piuttosto versatile.
PRESTAZIONI 8/10
Due validi obiettivi, ottimi compagni di viaggio di un corpo macchina X.
RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 8/10
Tutto considerato, prodotti non economici ma dal rapporto qualità/prezzo corretto.
PRO
✔ Costruzione curata
✔ Luminosità
✔ Rapporto dimensioni/prestazioni
CONTRO
✔ Apertura minima zoom non costante
✔ Diaframma massimo grandangolare limitato a F16