Un’opera di Julian Rosefeldt che celebra, attraverso il talento di Cate Blanchett, l’eredità culturale di un secolo. Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, fino al 22 aprile
Manifesto di Julian Rosefeldt è un’opera straordinaria, nel senso letterale di “fuori dall’ordinario”, e questo a partire proprio dalla sua essenza. Come definirla, infatti? Una videoinstallazione in 13 atti (per altrettanti grandi schermi), così come ci appare – fino al 22 aprile – presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma?
Un film in vari episodi, così come è apparso nelle sale italiane a ottobre 2017? Un documentario, un puzzle di segmenti di video art?
Forse la cosa migliore è non porsi tante domande e prepararsi semplicemente a godere di questo intrigante spettacolo, che rivisita – attraverso l’arte recitativa e il talento trasformista di un’attrice, straordinaria anch’essa, come Cate Blanchett – i movimenti artistici del Novecento e i loro manifesti, costituendo così un sofisticato viaggio multimediale attraverso un secolo e la sua eredità culturale.
Ogni stazione presenta una diversa situazione e un diverso personaggio, tutti interpretati – uomini e donne – dalla grande attrice australiana, che infonde nuova linfa drammatica alle varie correnti artistiche (dal Futurismo al Dadaismo, dal Situazionismo alla Pop Art), a costituire un “manifesto dei manifesti” che esprime la voce di un’intera generazione.
Qui sopra tutti i volti di Cate Blanchett, ovvero tutti i movimenti artistici del Novecento. Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Situazionismo (Senzacasa), Fluxus/Merz/Happening (Coreografa), Vorticismo/Cavaliere Azzurro/Espressionismo Astratto (Amministratrice Delegata), Architettura (Operaia in un inceneritore di rifiuti), Pop Art (Madre tradizionalista con la famiglia), Surrealismo/Spazialismo (Burattinaia), Futurismo (Broker), Suprematismo/Costruttivismo (Scienziata), Cinema (Insegnante), Stridentismo/Creazionismo (Ragazza punk tatuata), Arte Concettuale/Minimalismo (Telecronista e reporter), Dadaismo (Oratrice ad un funerale)
Immagine: Julian Rosefeldt, Manifesto, 2015 © Julian Rosefeldt and VG Blld-Kunst, Bonn 2019