Sarà rilasciata in autunno la nuova versione di macOS, Big Sur: oltre alle novità estetiche e funzionali, arrivano i dettagli sulla ‘rivoluzione’ dei Mac del futuro
Alla WWDC Apple ha presentato diverse novità per i dispositivi portatili, ma la più attesa era senza dubbio il nuovo sistema operativo per Mac, visto che i soliti rumors avevano già anticipato una svolta che porterà Apple attraverso una fase di transizione per abbandonare i processori Intel in luogo di una soluzione ARM ‘su misura’. Il nuovo macOS si chiamerà Big Sur e la famiglia di processori (quelle che una volta erano le CPU ed ormai è più corretto chiamare SoC/System on Chip, vista la complessità e gli ‘extra’ che integrano) prenderà il nome di Apple Silicon.
Apple Silicon racchiude sotto lo stesso marchio i diversi chip ‘made in Apple’, attualmente quelli per iPad e iPhone (e Watch) ed, in futuro, Mac. Si arriverà, secondo i piani dell’azienda, ad uno sviluppo di App più semplice e ad un possibile futura ‘unione’ degli ecosistemi Apple, con prestazioni migliori, maggiori possibilità di sfruttare tecnologie esclusive (una su tutte il Machine Learning con Neural Engine) e un consumo di energia notevolmente ridotto, a tutto vantaggio ad esempio dell’autonomia dei prossimi laptop.
macOS Big Sur e l’ambiente di sviluppo Xcode 12 offriranno già agli sviluppatori tutto il necessario per sviluppare App per i Mac del futuro, che saranno inoltre compatibili in modo nativo con le App per iOS e iPad OS. Per il periodo di transizione gli sviluppatori potranno sfruttare Universal 2 per rilasciare un unico applicativo compatibile con i diversi tipi di CPU/SoC, e per le applicazioni esistenti che non sono ancora state aggiornate gli utenti finali potranno utilizzare Rosetta 2, in modo non dissimile da quanto accadeva 15 anni fa con il passaggio dei Mac da PPC a Intel x86.
Apple sta già lavorando con le software house come Adobe e Microsoft ed ha ovviamente già pronte le versioni aggiornate delle proprie App: durante la presentazione sono state mostrate come esempio una versione di Final Cut Pro X in grado di gestire fino a 3 stream 4K contemporaneamente e una demo di Adobe Ligthroom che applicava istantaneamente trasformazioni a diversi file RAW in simultanea; le demo giravano su un ‘DTK’, in pratica un Mac Mini che utilizza il processore A12Z dell’iPad Pro, 16 GB di RAM e una SSD da 512 GB (il DTK può essere noleggiato dagli sviluppatori che aderiranno all’Universal App Quick Start Program al prezzo di 500 dollari USA).
Secondo la roadmap, Apple finirà la transizione della propria gamma di apparecchi ai nuovi SOC entro due anni, con il primo Mac con il nuovo processore in arrivo dopo l’estate; l’azienda ha anche dichiarato che il supporto ai Mac Intel continuerà in ogni caso per gli anni a venire.
Non ci sarà comunque bisogno di un Mac con Apple Silicon per godere delle novità di Big Sur, che non sono solo ‘sotto il cofano’. Tra queste c’è un redesign completo o quasi dell’interfaccia, che oltre a nuove icone, finestre e dock, offre un nuovo sistema di notifiche, widget ridimensionabili, design delle App preinstallate con bottoni a scomparsa e altro ancora: il look di Big Sur è adesso più in linea con quello degli altri software e OS dell’ecosistema Apple rispetto al passato.
Una delle altre novità del nuovo macOS riguarda la nuova versione di Safari, che, secondo i test di Apple, è più veloce del 50% rispetto a Chrome nel caricamento dei siti web più visitati; c’è poi una nuova gestione delle tab, una schermata home personalizzabile ridisegnata e nuove funzioni per la traduzione automatica, la privacy e le anteprime delle pagine.
Altre novità di Big Sur sono quelle dell’App messaggi – con supporto ai Memoji e gestione semplificata dei messaggi diretti – e di Maps, con funzioni look around a 360° e l’integrazione dei consigli dalle guide turistiche.
MacOS Big Sur sarà rilasciato in versione definitiva durante l’autunno; una versione beta per sviluppatori è già disponibile e il prossimo mese l’azienda rilascerà una beta pubblica su beta.apple.com