Ci voleva l’estro della famiglia Cecchi e la tecnica di Epson per dare vita a questo straordinario progetto: la prima installazione artistica luminosa nei vigneti del Chianti Classico, che ha illuminato – è davvero il caso di dire – tutto lo scorso periodo festivo
Cecchi vuol dire vino, e dunque tradizione, ma non solo. La celebre famiglia di vinaioli toscani si è infatti data alla tecnologia, con una “installazione artistica XXXL” – di nome Luci in vigna – per celebrare per la terza volta il territorio, con il concorso, anche a livello creativo, di Epson.
Qualcosa veramente fuori dal comune, dato che si tratta della più grande videoproiezione su schermo naturale mai avvenuta in Italia e, probabilmente, anche in Europa: XXXL perché grande come un campo di calcio (120 per 60 metri) e capace di illuminare una collina, nonché di essere visibile da chiunque percorra la via Chiantigiana tra Monteriggioni a Castellina in Chianti.
C’è lo zampino di Epson, dicevamo, e infatti sono stati utilizzati due videoproiettori laser EB-L25000U spinti al massimo, e cioè in grado di proiettare da una distanza media di 250 metri e illuminare un’immagine grande il doppio di quanto previsto in fase di progetto (circa 2mila pollici ciascuno, per una base totale di 120 metri), il tutto in esterni e a temperature bassissime. Una soluzione multimediale altamente immersiva, dove il vigneto è diventato un vero e proprio schermo naturale a cielo aperto.
Una proposta unica per celebrare ancora una volta il legame profondo fra la terra e le famiglie che la curano: una poesia scritta con la luce, distesa fra la terra e il cielo sullo sfondo del Chianti. Luce che viene da lontano, da una Epson che parla giapponese, ma questi sono i miracoli della tecnologia…