Anniversari, speranze, sogni. Provando e riprovando, e naturalmente tenendo sempre accesa la curiosità intellettuale
Scherzando e ridendo (modo gentile di ricordare il ’sangue, sudore e lacrime’ spesi nel tempo nell’operazione), Tutto Digitale ha raggiunto, con l’ultimo fascicolo pubblicato, il 25° anno di pubblicazioni e i suoi primi 150 numeri. Un traguardo che per noi costituisce una vera soddisfazione, considerando che è stato raggiunto con una piccola società editrice, fondata – è davvero il caso di dire – su passione ed impegno, e contando solo sugli incassi delle vendite delle copie e quelli della pubblicità delle aziende che hanno creduto nel nostro progetto, o forse nella nostra utopia.
Un piccolo traguardo che prendiamo come stimolo per raggiungerne altri, ma che abbiamo deciso di non festeggiare per diverse ragioni. In primis, perché, pur se apparentemente sotto controllo, il virus che ha condizionato le nostre vite negli ultimi due anni resta dietro l’angolo; è stata vinta una battaglia, ma purtroppo non la guerra. A proposito: un’altra ragione è proprio legata alla guerra, non in senso metaforico come nelle righe precedenti, ma nella brutale realtà di un vero confitto. Si tratta di qualcosa di talmente ‘grande’ da non lasciar spazio alle parole, ai commenti. Penso solo che, da adolescente, non avrei mai immaginato che a distanza di mezzo secolo saremmo stati coinvolti in una tale pandemia, e soprattutto che l’uomo non avesse imparato alcuna lezione dal passato riguardo ai conflitti. E non pensavo nemmeno che la vita sarebbe stata costellata – a parte i drammi epocali non solo di quella attualmente in atto, ma di tutte le altre guerre piccole e grandi per il mondo – da così tante cattiverie degli uomini verso i propri simili, per proprio tornaconto, e anche di tanti micro-conflitti quotidiani: tante lotte per la conquista di un parcheggio, di un voto in parlamento, di maggiore spazio nei talk show e via di questo passo. In realtà, per alcuni aspetti, mi sembra addirittura di essere tornati indietro, e forse dovremmo frequentare ancora la scuola per studiare educazione civica, ed imparare di nuovo a voler bene non solo ad amici e parenti.
Per consolarmi della infinita tristezza che mi accompagna ormai ogni giorno sin dalla mattina, dalla visione del telegiornale durante la colazione e dalla successiva lettura dei quotidiani, spesso penso alle nuove generazioni, con la speranza che riescano a raddrizzare la situazione non tanto per noi baby boomers, ma per loro stessi, millenials, e i loro eredi. Il mondo dei giovani è un pianeta tutto da esplorare, ove convivono persone che sembrano addirittura sperare di non trovare lavoro, insieme a ragazzi che al contrario e per fortuna hanno volontà, idee, energia, sogni. E proprio di questi ragazzi abbiamo parlato con Michele D’Attanasio, cinematographer, collaboratore di Tutto Digitale ed amico, che oggi è un professionista affermato, e proprio ai suoi futuri colleghi e in generale ai giovani ha voluto dedicare pubblicamente parole di incoraggiamento durante la sua recente premiazione del David di Donatello. Il concetto lo abbiamo ripreso nell’intervista pubblicata a pagina 52 del citato numero 150, e possiamo sintetizzarlo così. Ragazzi, mettetevi alla prova. Chiedete. Studiate. Non abbiate paura di sbagliare. Provate e riprovate. Restate svegli la notte per pensare a come risolvere un problema, e a come trovare una soluzione. Perché, se è vero che restando nel giro anche di un premio Oscar sarà possibile vedere lo stato dell’arte applicato da un maestro, per imparare veramente dovrete affrontare i problemi direttamente, e cercare di risolverli da soli. Questa scuola determina la creazione della propria esperienza, che crescerà insieme alle successive difficoltà e al loro superamento. Un po’ come accade in natura, quando, piano piano, l’uccellino è pronto a spiccare il volo, a prendere la sua strada. Come si dice? La vita è maestra di vita, davvero, e questo vale anche per le varie professioni.
Prima dei concetti espressi da Michele dedicati ai giovani DoP, mi ha colpito profondamente però la premessa ai suoi pensieri, visto che proviene da una persona come lui ben più giovane del sottoscritto. “Per chi vuole occuparsi di fotografia cinematografica è sicuramente importante confrontarsi con persone più esperte, confrontarsi proprio vedendosi di persona, parlandosi al telefono… La cosa meno interessante è consultare i social per studiare la fotografia”. Ora, i social possono certamente – come tante altre ‘invenzioni’ legate al web – costituire uno strumento utile per lavorare, per esplorare nuovi mondi e scoprire soluzioni diverse, addirittura per crescere. Ma vanno gestiti con attenzione, con illuminazione, verrebbe da dire. Non vogliamo generalizzare, né giudicare nessuno. Resta il fatto che i social sono tutti i giorni in prima pagina, per così dire, non solo per l’uso e soprattutto l’abuso legati alla propaganda bellica, ma anche per gli infiniti casi di fake news, truffe, cyberbullismo, furti di identità, per non parlare dell’incitamento all’odio (e addirittura al suicidio!) e molto altro ancora…
Dunque, cari ragazzi, che abbiate il sogno nel cassetto di lavorare su un set o qualsiasi altro desiderio, accogliete un consiglio. State molto attenti: non accettate ‘caramelle’ dagli sconosciuti, nemmeno se ormai siete grandicelli e dovreste essere vaccinati contro le cose che non vanno. Magari, ogni tanto, tenete pure spento lo smartphone. Non perderete nulla, tranquilli, soprattutto se – invece di stare incollati ad uno schermo largo pochi centimetri – passerete dai social alla vita sociale. Frequentate i vostri amici, scambiate opinioni, andate a mangiare una pizza o quello che preferite. Scoprite i musei, i capolavori della scultura e della pittura (che costituiscono, fra l’altro, ottime lezioni di fotografia, di tecnica di illuminazione). Andate al cinema, naturalmente, e magari fermatevi a commentare il film. Senza stare a sbirciare il telefono ogni momento, come se dovesse arrivarvi la notifica di chissà che. Non vi viene una profonda tristezza, ad esempio, nell’osservare quattro persone a cena insieme, che, nell’attesa dei piatti, hanno tutti gli occhi puntati sul proprio dispositivo? Potrebbero parlare di ricette, di accoppiamento di vini, di scoperte di giacimenti gastronomici, solo per restare in tema “cena”, ma anche di calcio, di viaggi, di filosofia, di qualsiasi cosa: si tratterebbe di un’esperienza viva, reale, di vita, non virtuale. O magari per voi baciare il vostro partner è come baciare un avatar sullo schermo? Insomma, chiedete, studiate, osservate, leggete, viaggiate, sperimentate, esplorate, crescete. Vivete! La vita non è – e non sarà mai – quella che appare sul mini monitor di uno smartphone, e nemmeno sullo schermo, più grande, di un tablet. La vita è altrove.
Stefano Belli
PS – Ah, naturalmente, con un po’ di anticipo, buone vacanze. Ci rivediamo appena tornati, con tante novità. E naturalmente, sotto l’ombrellone, approfittate per ascoltare buona musica e leggere qualche valido libro. Un suggerimento? Un titolo che andava di moda un bel po’ di anni fa, e che vale la pena di leggere se non ne avete ancora avuto l’occasione: “La vita è altrove”, di Milan Kundera.
(editoriale tratto da Tutto Digitale n. 150)
immagine © Giorgia Vaccari/motoperpetuopress
*Stefano Belli da più di 50 anni si occupa di hi-tech, prima come progettista hi-fi, poi di installazioni professionali (eventi live, discoteche, cinema). Dagli anni ’70 ha collaborato con Suono, Stereoplay, Car Audio, Reflex, Fotografare, Capital e i quotidiani La Repubblica e il Sole-24 ore. Nel corso degli anni ha fondato e diretto Audio Pro, VR Videoregistrare, Videotecnica, Mr. DeeJay, Cinemax, Alta Definizione Cinema & TV HD e Technoshopping; è autore di libri tecnici, membro storico di giurie foto e video anche internazionali, ideatore e condirettore artistico dei format Villaggio Tutto Digitale e Cinema Show, direttore tecnico di Cinema & TV School. Ha fondato nel 1998 la rivista Tutto Digitale, che tuttora dirige, e più recentemente lanciato Italian Cinematographer.
Da sempre si occupa anche di cibo & vino. Nel 1998 ha fondato il Carbonara Club, e successivamente ideato e prodotto il documentario Passione Carbonara (disponibile su DVD), il fumetto e lo short movie Le avventure di Mr-Food & Mrs Wine, e organizzato i Campionati del Mondo della Carbonara con Eataly. Attualmente è direttore del free press Mr Food & Mrs Wine e della Guida ai Ristoranti di Roma selezionati dal Carbonara Club.
Ama la carbonara, la musica, l’architettura moderna, e colleziona di tutto, di più.