1) Potrebbe rilasciarci una breve dichiarazione sulla partecipazione di ARRI a Microsalon?
ARRI ha sempre considerato di grande valore manifestazioni quali il MicroSalon Italia e ancora prima il Micro Salon Francia, in quanto sono eventi che mettono al primo posto la proposta tecnica eliminando la parte puramente scenografica delle fiere tradizionali. Già l’anno scorso il Micro Salon Italia ha registrato un esaltante successo e quest’anno le aspettative del settore sono alte. ARRI Italia presenterà per la prima volta la versione definitiva della AMIRA, la nuova macchina da presa che tutto il mondo televisivo sta guardando con estremo interesse, sarà ovviamente presente anche la ALEXA, macchina di riferimento per il cinema e non solo. ARRI annuncerà l’inizio della commercializzazione degli Zeiss CP2 e degli zoom Zeiss. Per il settore luci saranno presenti gli illuminatori a led L7 sempre più diffusi negli studi TV e video, il nuovo Duppy, diffusore da studio a tecnologia led e tante altre novità.
2) Secondo lei, com’è cambiato il mondo del cinema dal punto di vista tecnologico e perchè?
Il mondo del cinema è cambiato talmente in fretta dall’analogico al digitale che discussioni che infervoravano gli addetti ai lavori solo 5-6 anni fa, ora sembrano assolutamente da storia del cinema. Perché è cambiato? Perché, come nella nostra vita quotidiana, la tecnologia è progredita con una velocità e affidabilità sorprendente permettendo di applicare il digitale in un mondo artistico e creativo come il cinema, senza peraltro costringere l’utilizzatore a scendere a compromessi o a modificare il suo stile di lavoro. L’evoluzione della tecnologia nel cinema non deve mai essere fine a se stessa e ridursi ad una analisi scientifica dei risultati, ma deve dare modo a chi la utilizza di esprimere la propria creatività senza condizionamenti. Il risultato del lavoro sul set è il film con tutto il valore delle immagini e delle emozioni e l’artista lo si valuta dal risultato, non dai dati di laboratorio della tecnologia utilizzata. Questo è il difficilissimo compito di ARRI, dare gli strumenti adatti a raggiungere questo scopo. AMIRA è l’ultimo esempio di come siamo riusciti a ideare una nuova macchina pensando alle esigenze dell’utilizzatore, è nata una macchina progettata per l’uso da parte di un singolo operatore, per documentari, reportage, filmati corporate e televisione in genere.
3) Voi siete presenti da 90 anni nel mondo del cinema, ci racconta un cambiamento o un prodotto di ARRI che ha segnato un cambiamento o che la sta particolarmente a cuore?
Quando rivediamo tutte le tappe della lunga storia dell’ARRI dal 1917 ad oggi, ci sembra che ogni traguardo sia stato fondamentale, che ogni innovazione abbia dato una svolta al mondo del cinema. Il vero cambiamento che ha segnato la fine di una epoca è stato l’ingresso del digitale nel cinema, inizialmente non lo consideravamo influente, poi lo abbiamo guardato quasi con avversità, mirava a fare sparire la pellicola senza averne le capacità, poi con l’evoluzione tecnologica abbiamo compreso che le possibilità di sviluppo erano incredibili e abbiamo iniziato ad amarlo, ad aiutarlo a crescere. Il vero cambiamento nei nostri atteggiamenti è stato quando ci siamo resi conto che non cercavamo più di pensare di costringere il digitale a replicare quello che fa la pellicola e lo abbiamo trattato come un mezzo espressivo con una sua personalità.