Abbiamo già presentato la Fujifilm GFX100RF sulle pagine di Tutto Digitale e sul sito. Ora qui riportiamo le primissime impressioni di guida – pardon d’uso – sulla macchina, che abbiamo avuto l’opportunità di testare per un breve periodo di tempo tra le calli di Venezia e Burano… mentre la prova “vera” verrà pubblicata sul prossimo numero della rivista
Come ormai crediamo sia noto a chi ci segue, la Fujifilm GFX100RF è una fotocamera “medio formato” che adotta un sensore di enormi dimensioni (ovvero 43,8 x 32,9 mm e risoluzione, 102 MP) che lavora in tandem con il processore X-Processor 5 per raggiungere alte prestazioni. Il tutto, in una macchina comunque compatta (135 x 90,4 x 76,5 mm) e leggera (735 grammi di peso, con scheda e batteria). Per concludere con le caratteristiche-base, ricordiamo che la nuova nata monta un’ottica fissa – un 35 mm F/4 (28 mm equivalenti con una fotocamera full frame) con distanza minima di messa a fuoco di 20 cm – che può comunque essere sfruttato su varie focali, ovvero 45 mm, 63 mm e 80 mm (equivalenti rispettivamente a 36, 50 e 63 mm), per maggiore versatilità.

La macchina, a prima vista, appare come una via di mezzo fra uno strumento professionale, quasi asettico, e un prodotto moderno, di design minimalista. Grazie alla possibilità di scelta cromatica (argento o nero) della carrozzeria, in ogni caso, possiamo senza dubbio definire questo prodotto “un bell’oggetto”.
Giudizio positivo anche per quello che riguarda la realizzazione meccanica, che mostra l’adozione di materiali adeguati alla situazione e utilizzati al meglio, con uso intenso di alluminio.

Iniziamo ora a familiarizzare con la macchina, che di certo si maneggia bene e sulla quale si opera in maniera piuttosto istintiva, quasi “analogica”, grazie ai comandi ad azionamento diretto. Comandi che sono in parte mutuati da quelli già presenti in altre macchine Fujifilm, e quindi da un certo punto di vista permettono di ridurre il tempo di ambientamento con la GFX100RF a chi conosca i prodotti della casa giapponese. Peraltro, le infinite funzioni ed opzioni disponibili costringono l’utente a studiare bene il tutto per non sprecare le grandi potenzialità della fotocamere.

Fra i tanti comandi che siamo stati abituati ad utilizzare negli anni, stavolta appare un controllo inedito, che l’azienda giapponese definisce Aspect Ratio Dial. Si tratta di un selettore rotativo che permette di scegliere le proporzioni dell’immagine, appunto l’aspect ratio, fra nove rapporti disponibili. Una soluzione non solo utile per una scelta creativa dell’inquadratura, ma anche pratica, per avere in un’istante le proporzioni tipiche ad esempio delle varie applicazioni per il web (destinazione per la quale in ogni caso la qualità della GFX100RF è davvero sprecata…).

Ovviamente con un tempo limitato a disposizione per il test non ci sembra corretto dare pareri assoluti sulle qualità della macchina, come invece sembrano fare numerosi blogger, youtuber, influencer diciamo “disinvolti”, che esprimono giudizi definitivi dopo uno sguardo o poco più. Peraltro, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di provare le diverse opzioni per le riprese video, che affrontermo con la dovuta calma quando la GFX100RF sarà nei nostri laboratori. Rimandiamo dunque ogni valutazione sulla qualità fotografica e video ad un test approfondito, che sarà pubblicato sul prossimo numero di Tutto Digitale.

Ulteriore motivo di prudenza di giudizio è poi determinato dal fatto che nel periodo di prova anche il tempo (atmosferico) ha mostrato i suoi limiti, ovvero, per meglio dire, il cielo grigio non ha favorito la creazione di immagini che potessero offrire un’idea precisa della resa cromatica ottimale, e quindi nemmeno dell’intervento dei tanti (ben 20) profili di simulazione film.Tuttavia, le condizioni atmosferiche non hanno impedito di notare la qualità intrinseca dell’immagine, caratterizzata da una definizione davvero elevata e dettagli resi alla perfezione.

Qualche parola sulla resa in condizioni critiche di illuminazione. Le scelte progettuali, compresa quella relativa all’adozione di un obiettivo “solo” F/4 (soluzione necessaria per limitare peso e ingombro del tutto) non consentono miracoli, ma al tempo stesso non offrono spunto a reali critiche; diciamo che un cavalletto o altro appoggio, utile con qualsiasi macchina, in casi-limite può aiutare. Commento simile per quello che riguarda l’autofocus, che in queste condizioni – come anche in esterni – ha sempre fatto il suo dovere; ancora una volta, per un giudizio completo su tutte le opzioni disponibili legate a deep learning e dintorni, appuntamento con la prova completa.

A proposito di luce, dalle condizioni critiche tendenti al buio, passiamo all’estremo opposto, ad una palla di fuco, al pieno sole, insomma; in questo caso vale la pena di ricordare che nella GFX100RF è integrato un sempre utile filtro ND per ridurre la luce fino a 4 stop.
Nell’uso pratico la macchina è sembrata perfetta per la street photography, la foto d’architettura, quella di panorami e simili, grazie alla focale dell’ottica utilizzata e anche alla disponibilità delle opzioni di aspect ratio decisamente wide. In particolare, quelle 65:24 (ovvero 2,70:1) e 17:6 (2,83:) ci riportano alla mente le camere professionali a pellicola dell’azienda giapponese, rispettivamente la TX-1 del 1998 a pellicola 35 mm (peraltro frutto di una joint venture con Hassselbald, che aveva presentato la sua versione, siglata X-pan) e la G617, addirittura del 1983 – poi aggiornata in Panorama G617 e Panorama GX617 nel 1993 – che permetteva di ottenere 4 immagini 6 x 17 cm su pellicola 120 (8 su pellicola 220)…

Certo, strada facendo (nel senso estensivo del termine, ma anche letteralmente, durante la passeggiata fra le calli) abbiamo avuto il desiderio di integrare le visioni complessive di un palazzo, ad esempio, con particolari della facciata, ma anche le “estensioni” dell’ottica non superano una lunghezza focale equivalente appena superiore al “normale”… in ogni caso, si apprezza la logica intrinseca della macchina dietro le operazioni di scelta del formato, crop e visione disponibile sul monitor.
Tutto considerato, verrebbe voglia di disporre sulla GFX100RF di uno zoom integrato, anche di escursione focale non esagerata, ma questa sarebbe un’altra storia (e un’altra macchina, certo meno compatta e maneggevole, oltre che necessariamente più costosa). Oppure, sempre nel campo dei desiderata, avere la stessa macchina con un attacco per ottiche intercambiabili… ma questo sogno, in casa Fujifilm, di fatto è già una realtà con gli altri modelli della serie GFX!