Fotocamere Sony DSC-HX50/DSC­-RX1

 

 (Estratto da Tutto Digitale 83 – Settembre 2013)

Fotocamere Sony DSC-HX50/DSC­-RX1

La stessa azienda – Sony – propone sul mercato delle fotocamere compatte due prodotti davvero estremi. La DSC-HX50, una ‘quasi tascabile’ molto versatile, con zoom-record (30x), e la DSC-RX1, una ‘compattona’ Full Frame con ottica Zeiss e prestazioni (e prezzo) altrettanto da record. Due prodotti attualmente unici nel panorama mondiale, due macchine studiate per la ricerca del massimo su fronti diversi, adatte a fotografi differenti. Due fotocamere che abbiamo provato a lungo in giro per l’Europa, in un ‘confronto impossibile’. O meglio, in un test sui generis, l’una a fianco dell’altra….

Mettiamo che siate un collaboratore della nostra piccola casa editrice in procinto di partire per un viaggio di lavoro con qualche momento libero a disposizione. In programma la visita ad una fiera di settore per Tutto Digitale, e poi un po’ di reportage di colore sulla città, con un occhio agli aspetti enogastronomici trattati dalla nostra pubblicazione Mr Food & Mrs Wine (comprensivo di visite ai più vivaci mercati popolari e di incursioni nei ristoranti più interessanti). Inizierete allora probabilmente a preparare la borsa fotografica classica per queste situazioni miste: due corpi macchina, uno professionale ed uno più compatto e leggero, alcune ottiche, un flash esterno, magari qualche accessorio. Sì, ci vorrà una borsa piuttosto grande.

DSC HX50 Black Right TELE

Mettiamo che andiate da soli, senza aiutanti, e che in effetti le fiere siano tre in altrettante importanti città europee, e che si svolgano nel giro di 15 giorni. Considerati i tempi degli spostamenti, il fatto che ad ogni stand di ogni fiera sarà necessario fermarsi a scattare una o più foto ma anche a prendere cataloghi e documentazione di un certo peso, e che magari non ci sarà tempo di passare in albergo per lasciare questa mole di carta per effettuare il reportage fotografico, può venire la tentazione di partire con una dotazione tecnica più ridotta, magari una sola reflex con un’ottica tuttofare. Noi abbiamo pensato ad un’altra soluzione. Una soluzione che forse farà storcere il naso ai ‘puristi’, ma anche alla resa dei conti si è rilevata vincente non solo sotto il profilo del contenimento di peso e ingombro, ma anche di versatilità di ripresa e qualità delle fotografie che ‘contano’.

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Di che cosa stiamo parlando? Siamo partiti per i tre viaggi con due compatte! Naturalmente, si tratta di due compatte obiettivamente straordinarie – o meglio fuori categoria, come vedremo – prodotte dalla stessa azienda, due macchine che in qualche modo si completano nell’uso e che di fatto hanno perfettamente assecondato le nostre necessità pratiche di ripresa. 

Due fotocamere firmate Sony – che, non dimentichiamolo, è stata la prima azienda in assoluto ad investire pesantemente nella fotografia digitale già negli anni’80 dello scorso secolo, con le prime Mavica – assolutamente diverse fra loro per impostazione, versatilità, prestazioni, costo. Vediamole dunqe da vicino, e vediamo anche come si sono comportate in questa prova sui generis, in questo ‘test-a-test’ unico, che si aggiunge ai tanti ‘confronti impossibili’ organizzati negli anni dalla nostra testata. I modelli scelti per il nostro ‘triplo salto mortale’ sono due prodotti dell’ultimissima generazione, da poco usciti sul mercato. Due macchine, come accennato e come vedremo più in dettaglio più avanti, assai diverse. La prima è siglata Cyber-shot DSC-HX50, e rappresenta una recente implementazione made in Sony del concetto ‘compatta superzoom’. La seconda è invece la regina delle compatte Sony, ed in assoluto uno dei modelli più costosi del mercato: una macchina premium, con ottica fissa firmata Zeiss e sensore Full Frame. Sulla carta, si candida come il massimo delle prestazioni (e del costo) con il minimo di ingombro.

Sotto il vestito

La Sony Cyber-shot DSC-HX50 si presenta come una classica compatta dell’ultima generazione, di dimensioni appena superiori a quella di una vera tascabile. Il maggiore ingombro (ma non il peso, qui sapientemente contenuto grazie all’uso intenso di materiali plastici) rispetto alle tascabili vere e proprio è in effetti determinato dalle caratteristiche costruttive della macchina, ed in particolare dall’adozione di un obiettivo davvero unico. Il piccolo parallepipedo nero della HX50 contiene infatti non solo un aggiornato sensore Exmor R (a retroilluminazione) da 20,2 megapixel e taglia relativamente grande per la categoria (2/3″, comunque inferiore al modello da 1″ montato sulla recente RX100), un display da 3”, un flash estraibile di discrete prestazioni, funzioni aggiornate come la registrazione video in Full HD e possibilità di connessione wi-fi, ma anche e soprattutto uno zoom ottico da record, probabilmente, al momento in cui scriviamo, quello capace di massima escursione su una macchina di questo ingombro: ben 30x, ovvero un 4,3-129 mm, equivalente addirittura ad un 24-720 mm! Naturalmente, Sony ha previsto per questa macchina uno stabilizzatore di immagine, e c’è un prezzo da pagare per una tale escursione in così poco spazio, ovvero la luminosità. Quest’ottica infatti offre valori relativamente modesti (F 3,5-6,3 wide/tele), e, anche se la macchina permette di spingersi sino a 12800 ISO, è evidente che la super escursione dello zoom potrà essere sfruttata al meglio in esterni, in situazioni di ampia luminosità.

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Come accennato, poi, il tutto è giustamente corroborato da una dotazione di comandi e di funzioni adeguatamente sviluppata a livelli di versatilità, comunque in grado di soddisfare anche i fotografi piuttosto esigenti: citiamo ad esempio la Dual Rec (registrazione contemporanea di video e foto, con scatto a 3 o 15 MP) oppure l’indispensabile (per un uso sapiente della macchina) correzione manuale dell’esposizione, possibile a passi di un terzo di stop (da -2 a + 2). Questa è comodamente effettuabile utilizzando una ghiera collocata sul piano superiore, accanto alla gemella destinata alla scelta del modo di funzionamento (che, da par suo, offre le opzioni PSAM classiche più video, panorama, scene, e varie soluzioni auto) e al pulsante di scatto/bilanciere dello zoom). Sul retro, il display da tre pollici, come al solito all’estrema sinistra, con i vari pulsanti tipici della macchine della categoria sulla destra, compreso il classico joystick/punti cardinali.

Da segnalare le ampie opzioni – comprese varie possibilità di personalizzazione – possibili dall’uso combinato fra tasti e menu. Tuttavia, come in altre macchine Sony, alcune operazioni sono complicate da una logica a nostro avviso poco intuitiva e/o da indicazioni fuorvianti (in particolare in caso di scelta della lingua italiana per le indicazioni); c’è voluto un bel po’ di tempo, ad esempio, per capire che per eliminare il fastidioso (per noi) rumore di scatto bisogna entrare nel menu ‘Impostazioni principali’ e poi agire su ‘Segn. ac’. Oppure che la durata di accensione dopo lo scatto andava regolata in ottica di ‘risparmio energetico’ e non di ‘minuti di visualizzazione dopo lo scatto’.

A questi difetti, a dire il vero, basta fare l’abitudine per non avere problemi, mentre più grave, a nostro modesto avviso, è la concezione della macchina dal punto di vista ergonomico, almeno in caso di scatti verticali effettuati con la sola mano destra. In effetti, la HX50 dispone di una sorta di appoggio-grip anteriore e di una guancetta posteriore per il pollice che aiutano ad ottenere un’impugnatura corretta con una o due mani in caso di inquadratura orizzontale. Per il tipo di utilizzazione che abbiamo effettuato durante la prova, però – ad esempio durante i reportage dalle fiere, con la mano sinistra occupata a reggere la borsa dei depliant raccolti – abbiamo avuto a disposizione la sola mano destra per lo scatto. In caso in inquadratura verticale, siamo riusciti comunque ad aggrapparci con le dita alla carrozzeria nel modo migliore per fotografare. Peccato che, nove volte su dieci, questo abbia significato di fatto sì appoggiare il dito sulla guancetta posteriore, ma anche contemporaneamente sul pulsante di avvio in registrazione video poco opportunamente adiacente, in posizione decisamente a rischio.

Insomma, una frustrazione continua per la perdita dell’attimo fuggente, che si riesce a mitigare solo con un po’ di esperienza specifica e di attenzione alla manovra. Ma non sempre ci si può concentrare sull’impugnatura ‘prima’ dello scatto… Ci permettiamo qui una piccola incursione nella prova della RX1; anche questa ha il pulsante di avvio in ripresa video posteriormente, ma ad angolo, e quindi il rischio di avvio accidentale è ben più ridotto (anzi, è praticamente assente). Resta qualcosa da dire riguardo a connessioni ed alimentazione. Per le prime, il punto di forza della macchina è indubbiamente la vocazione Wi-Fi, che non solo permette di condvidere rapidamente immagini con TV e smartphone/tablet (anche con funzioni di controllo remoto dello scatto), ma può anche essere usato per il backup delle medesime direttamente su PC, senza bisogno di cavi o lettori di schede (a patto però, di disporre di un PC Windows con il software Playmemories installato). In quanto all’alimentazione, la HX50 (come del resto la RX1, e molte macchine Sony di ultima generazione) adottano il sistema di ricarica con accumulatore lasciato on board, cavo mini USB/USB che entra in un caricabatterie leggero, cavo che esce dal caricabatterie ed entra direttamente nella rete elettrica.

Questa soluzione, che consente anche di ricaricare l’accumulatore attraverso il computer, a vantaggio della versatilità d’uso, ha anche il vantaggio di risultare assai leggera e quindi di essere una valida soluzione in particolare per i viaggi. Peraltro abbiamo verificato con più macchine che è necessaria una certa attenzione nella stabilità dei collegamenti perché la ricarica venga veramente effettuata; in altre parole, bisogna controllare che si accenda la spia di ricarica per non rischiare di non aver attivato l’operazione.

Altra caratteristica positiva, una certa standardizzazione in casa Sony dell’accumulatore; sia la HX50 che la RX1 adottano la stessa unità, siglata NP-BX1, che peraltro, alla prova dei fatti, ha dimostrato ottime doti (e/o le macchine si sono rivelate parche nei consumi) e, anche utilizzando intensamente le fotocamere, siamo sempre riusciti a far funzionare tutto senza problemi. Da segnalare infine, che, se il sistema e l’accumulatore sono gli stessi, il caricabatterie vero e proprio della HX50 è da 0,5 A, mentre quello della RX1 è da 1,5 A. Nella pratica, questo significa rispettivamente tempi di ricarica dichiarati di 235 e 155 minuti ; dato che il tempo, soprattutto in viaggio, è denaro, pensiamo che Sony potrebbe fornire sempre, anche con le macchine più economiche, un caricabatterie più potente… Vediamo ora come si è comportata la macchina nella pratica. La definizione è apparsa adeguata alla situazione, anche se non siamo al record della incisività per l’inevitabile compromesso dello zoom fra escursione e resa ottica assoluta.

A proposito di estensione, c’è da dire che presto ci si abitua al supertele, e viene voglia di usarlo spesso… ricordando anche che la luminosità all’aumentare della focale diminuisce considerevolmente, bisogna ricordarsi però di verificare che l’otturatore sia impostato su tempi piuttosto veloci (e/o controllare il valore ISO impostato) per evitare il mosso o anche il micromosso. L’autofocus non ha mostrato tentennamenti, se non in situazioni di scarsa luminosità, in particolare in posizioni tele estreme. Nell’uso pratico, come sempre con macchine di questo genere (e quindi anche con la RX1) pesa la mancanza del mirino ottico, in particolare nella fotografia in piena luce. Inoltre, se l’accensione è piuttosto rapida, l’intervallo fra gli scatti – in particolare nelle situazioni di ‘elaborazione in corso’ della macchina, in caso di scarsa illuminazione – potrebbe essere più ridotto…in ogni caso un plauso alla rotellina di compensazione dell’esposizione, qui possibile fra -2 e +2 stop (+/-3 stop, invece, nella RX1).

Una vera fuoriclasse

Diamo ora un’occhiata in dettaglio alla Sony Cyber-shot DSC-RX1, come accennato all’inizio una compatta sui generis, una macchina per chi vuole il massimo (delle prestazioni) nel minimo (ingombro). Ricordiamo un paio di caratteristiche giusto per far capire di che si tratta: il sensore è un CMOS Full Frame da 24 MP, l’ottica – fissa, in tempi di superzoom – Carl Zeiss Sonnar 2/35 T*, e scusate se è poco. Il tutto, in una ‘scatola’ nera elegante, dal sapore professionale, perfettamente confezionata. Una macchina solida e curata, anche nelle finiture. Con una dotazione di comandi all’altezza, e – fortunatamente – poche concessioni alle mode del momento. Tutto, insomma, puntato sulla sostanza per ottenere – come i test hanno dimostrato – immagini di qualità davvero elevatissima a qualsiasi valore ISO, con grana fine e delicata. Inoltre, da segnalare che le doti di luminosità della macchina, unite alle dimensioni del sensore, anche con una focale di 35 mm permettono di ottenere un piacevole sfocato in soggetti relativamente vicini, come un piatto cucinato. Semmai, bisogna stare attenti proprio alla messa a fuoco, in tali frangenti, perché – soprattutto alla massima apertura – c’è il rischio che sia (quasi) tutto fuori fuoco.

Dunque, una fotocamera che permette davvero di ottenere le massime prestazioni con il minimo ingombro… la macchina perfetta? Sotto molti punti di vista, probabilmente sì, ma questo non impedisce che anche in questa ‘macchina (quasi) perfetta’ci sia qualche difetto più o meno significativo: la perfezione non è di questo mondo… In primis, il ‘minimo ingombro’ è comunque più vicino a quello di una mirrorless che a quello di una compatta (anche se ben più ridotto di quello di una reflex entry level con un 35 mm). Secondo, nella pur bella confezione de luxe manca un vero manuale d’istruzioni (recuperabile peraltro sul web). Terzo, in un prodotto di questa categoria non avrebbe sfigurato un monitor perlomeno inclinabile, se non totalmente orientabile. E ancora, in una macchina del genere il mirino ottico – disponibile come (costoso) optional per essere installato sulla hot shoe – dovrebbe essere parte della dotazione di serie. Infine, personalmente non abbiamo trovato troppo pratico il sistema ‘macro’. Di fatto, per attivare la ripresa ravvicinata bisogna ruotare l’ottica in senso orario, dalla posizione standard (siglata 0,3m-infinito) a quella marcata 0,2-0,35m. Se è vero che all’aspetto pratico si può supplire con l’abitudine, nulla si può per il valore minimo di ripresa, relativamente elevato.

Come sia, difetti compresi, la RX-1 è una di quelle macchine da cui non vorremmo separarci mai, perché in sostanza consente di catturare nel miglior modo possibile ciò che un fotografo ha in mente. Una fotocamera definitiva, in qualche modo, anche se ha un prezzo davvero elevato, che di fatto limita l’acquisto a pochi, ricchi fotografi.

Sony Cyber-shot DSC-HX50

COSTRUTTORE: Sony Co., Giappone

DISTRIBUTORE: Sony Europe Ltd, Sede Secondaria Italiana, via G. Galilei 40, Cinisello Balsamo (MI), tel. 02/618381 www.sony.it

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Sensore: CMOS Exmor R 1/2,3″, 20.4 MP

Zoom: 30x, 4.3-129 mm (24-720 equivalente in 35 mm), f/3,5-6,3

Stabilizzatore di immagine: SteadyShot ottico

Processore: Bionz

Modalità di ripresa: iAuto/automatica programma/Manuale/Priorità di apertura/Priorità otturatore Compensazione Esposizione: ± 2,0 EV, incremento 1/3 EV

Otturatore: iAuto 4 – 1/1600 / Automatica programma 1 – 1/1600 Sensibilità ISO: ISO80-3200 (iAuto), ISO80-12800 (automatica superiore), ISO80-1600 (automatica programma)

Cadenza di ripresa: circa 10 fps (modo scatti in sequenza)

White Balance: Auto, Giorno, Nuvoloso, Fluorescente1, Fluorescente2, Fluorescente3, Incandescente, Flash Video: Fino a 1920×1080 (50p 28 Mbps)

Flash incorporato: Sì

Monitor: LCD TFT Xtra Fine Trublack 3”, 921.600 punti

Connessioni: USB multiplo/micro, Hi-Speed USB, HDMI micro

Memoria: Memory Stick Duo/Memory Stick PRO Duo/Memory Stick PRO HG Duo/ Memory Stick XC-HG Duo Memory Stick Micro/SD/SDHC/SDXC/microSD/MicroSDHC

Alimentazione: Batteria Litio N, NP-BX1

Dimensioni: 108 x 64 x 38 mm

Peso: circa 245 g

La pagella

ESTETICA 9/10

Una classica compatta moderna, con il frontale dominato dal diametro dell’ottica (che sporge pochi millimetri in posizione ‘off’).

COSTRUZIONE 8/10

La realizzazione è chiaramente improntata al risparmio (di peso ed economico), ma il risultato appare comunque adeguatamente affidabile.

VERSATILITÀ 9/10

A partire dall’ottica record (30x, equivalente a un 24-720 mm!) in poi, c’è tutto o quasi il desiderabile, compreso il wi-fi. Ad una manciata di euro in più è disponibile anche la versione HX50V, simile in tutto ma con tanto di ricevitore GPS integrato.

PRESTAZIONI FOTO & VIDEO 8/10

Autofocus preciso in condizioni normali, un po’ più in difficoltà in condizioni di scarsa illuminazione (situazione nella quale l’intervallo fra gli scatti aumenta un po’ troppo). Anche se il dettaglio fine delle immagini non è da Full Frame, la resa generale è molto buona sia per definizione complessiva che resa cromatica almeno sino a livelli ISO non impossibili. Valida anche la resa video, per quanto questo non sia proprio il terreno migliore per una compatta così leggera .

RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 9/10

Considerando la resa effettiva delle immagini, e la versatilità generale oltre che dell’obiettivo, il prezzo di listino – non particolarmente contenuto in assoluto – va considerato ‘giusto’, e forse anche conveniente.

PRO

✔ Ingombro tutto sommato ridotto rispetto all’escursione dello zoom impiegato

✔ Zoom con escursione record (30x)

✔ Durata accumulatore

✔ Macro efficace

✔ Funzioni wi-fi

CONTRO

✔ Zoom poco luminoso in tele

✔ Pulsante avvio registrazione video facilmente attivabile per errore

✔ Manca mirino ottico

✔ Presa HDMI alla base, vicino alla filettatura per il treppiede

 

Sony Cyber-shot DSC-RX1

COSTRUTTORE: Sony Co., Giappone

DISTRIBUTORE: Sony Europe Ltd, Sede Secondaria Italiana, via G. Galilei 40, Cinisello Balsamo (MI), tel. 02/618381 www.sony.it

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Sensore: CMOS Exmor R Full Frame (35,8 x 23,9 mm), 24,3 MP

Ottica: Carl Zeiss Vario Sonnar T* 35mm, f/2.0

Stabilizzatore di immagine: SteadyShot elettronico (per filmato)

Processore: Bionz

Modalità di ripresa: Programma/Priorità di apertura/Priorità otturatore/Manuale/ Richiamo dalla memoria (MR) 1/2/3, Filmato, Panoramica, Selezione scena, Auto-i Compensazione Esposizione: ± 3 EV, incremento 1/3 EV

Otturatore: Tutte le modalità (30″-1/4000)

Sensibilità ISO: Automatico (ISO100-25600, selezionabile con limite superiore / inferiore), (estendibile a ISO50/64/80), Multi-Frame NR:Auto (ISO100-25600, selezionabile con limite superiore / inferiore) 100-102400 Cadenza di ripresa: circa 5 fps (modo scatti in sequenza)

White Balance: Automatico, Giorno, Ombra, Nuvoloso, Incandescente, Fluorescente caldo bianco, Fluorescente freddo bianco, Fluorescente giorno bianco, Fluorescente giorno, Flash, Temp. p./Filtro, Personalizzato

Video: Fino a 1920×1080 (50p 28 Mbps)

Flash incorporato: Sì

Monitor: LCD TFT Xtra Fine 3”, 1.228.800 punti

Connessioni: Micro USB, Hi-Speed USB, Micro HDMI, presa microfono, supporto multi-interfaccia

Memoria: Memory Stick Duo/Memory Stick PRO Duo/Memory Stick PRO HG Duo/ Memory Stick Micro/Memory Stick Micro II/SD/SDHC/SDXC/MicroSD/MicroSDHC

Alimentazione: Batteria Litio N, NP-BX1 Dimensioni: 113 x 65 x 70 mm Peso: circa 453 g

La pagella

ESTETICA 9/10

Una scatola nera dall’aspetto funzionale, quasi uno strumento di laboratorio, che non lascia troppo spazio alla fantasia.

COSTRUZIONE 9/10

La realizzazione sprizza solidità ed affidabilità da tutti i pori. Finitura curata anche dei dettagli.

VERSATILITÀ 8/10

Tutto ciò che serve per scattare immagini impeccabili, senza inutili ‘gadget’. Assenza grave per un prodotto del genere, il mirino ottico, comunque disponibile come optional (a caro prezzo…).

PRESTAZIONI FOTO & VIDEO 10/10

Il massimo attualmente possibile praticamente sotto ogni punto di vista, anche ad alti valori di sensibilità ISO, con un ingombro del genere comunque piuttosto contenuto rispetto a una reflex di pari livello

RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 7/10

Il prezzo ci costringe ad utilizzare, come forse mai ci era capitato su queste pagine, l’aggettivo ‘esorbitante’. Eppure, vincessimo al totocalcio, non esiteremmo un solo istante a recarci dal nostro fornitore per assicurarci un esemplare….

PRO

✔ Prestazioni record

✔ Costruzione affidabile

✔ Ottica luminosa

CONTRO

✔ Ingombro e peso superiori a quello di una classica compatta

✔ Mirino ottico optional

✔ Monitor non orientabile

✔ Prezzo da nababbi

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