Fotocamera Reflex Nikon Df

(Estratto da Tutto Digitale 87 – Febbraio 2014)

Una reflex che sembra uscita dal passato, con look rétro, tanti controlli manuali diretti, e l’anima della F4. Una DSLR venduta a peso d’oro anche se priva della funzione oggi più in voga (la ripresa video HD). La nuova Nikon Df sembra un po’ fuori mercato. Eppure…

Un settore dell’hi-tech dove non ci si annoia mai, come è facilmente verificabile, è quello della fotografia digitale. In effetti, anche se sotto certi punti di vista già da anni il mercato offre soluzioni sufficienti per risolvere al meglio qualsiasi esigenza di ripresa amatoriale e professionale, le aziende continuano a sfornare novità su novità che, in qualche modo, tengono sempre viva l’attenzione degli appassionati.

In molti casi tali novità riguardano dettagli o comunque miglioramenti relativi (per la maggior parte delle utilizzazioni, ad esempio, non c’è grande differenza pratica fra una macchina da 16 e una da 20 megapixel), in altri casi invece il progresso è più tangibile ed ogni tanto esce sul mercato un prodotto unico, che può diventare il capostipite di una nuova generazione o restare una sorta di esercitazione tecnologica fine a se stessa, uno dei tanti passi della storia della fotografia, ma non un momento significativo.

Le macchine degli ultimi anni mediamente sono tutte diventate più versatili, più veloci all’accensione allo scatto, più ‘risolute’, se ci passate il termine, e via discorrendo, ma qualcuna è andata oltre. Così, a memoria, ci vengono in mente ad esempio Canon con la reflex 1D-C, una superfotocamera capace di registrare video non solo in Full HD ma anche in 4K, Sony, con la supercompatta RX-1 con sensore Full Frame, e, in tempi più recenti, verso la fine dello scorso anno, Nikon con la sua Df oggetto della nostra prova, anch’essa, come vedremo più avanti, degna dell’appellativo ‘super’.

Df BK back

DOVE CI SIAMO GIÀ VISTI?

Diciamo subito che già la sigla, ancora senza aver visto la macchina, segnala qualche vera novità, qualche allontanamento dall’impostazione della classica line up di un sistema reflex al top.

La Df, infatti, non ha alcuna cifra nel nome, al contrario della tradizione consolidata anche in casa Nikon. In quanto all’aspetto estetico, a prima vista la Df – disponibile nei colori “classic black” o “silver” – sembra una macchina del passato, un riuscito esempio di vintage tech: impostazione complessiva e dettagli (impugnatura testurizzata, ghiere meccaniche, pannello superiore piatto, interfaccia utente monocromatica) si rifanno alle classiche reflex a pellicola Nikon.

Un richiamo al passato, all’emozione della fotografia ‘pura e dura’ in particolare dei tempi delle F2 e F3, con qualcosa che richiama pure le FE2 e FM3.

Una macchina davvero sui generis, che offre anche un altro richiamo – assolutamente positivo per i nikonisti di vecchia data – alla tradizione pluridecennale dell’azienda, ovvero la possibilità di usare anche gli obiettivi F-mount non-AI creati a partire dagli anni ’60 e in vigore sino al 1977. Queste ‘vecchie’ ottiche, finora, sono state praticamente inutilizzabili (oppure utilizzabili con limitazioni, o necessità di modifiche, in base alle diverse opzioni macchina/obiettivo) con le moderne DSLR Nikon.

La Nikon Df è invece dotata di una leva di accoppiamento esposimetro retraibile, e consente di innestare anche obiettivi classici Nikkor non-AI direttamente! Con un obiettivo non-AI nei modi A (priorità diaframmi) o M (manuale), la Df consente una misurazione a tutta apertura, equivalente a quella degli obiettivi AI.

Lunghezza focale e massima luminosità d’apertura possono essere facilmente definite con semplici impostazioni della fotocamera, consentendo così alla stessa di riconoscere impostazione del diaframma e di calcolare la corretta esposizione.

Insomma, la Nikon Df inizia a svelare la sua natura: look rétro, compatibilità totale con il sistema di ottiche di casa, comandi manuali in abbondanza per chi (come molti di noi, senza andar tanto lontano) preferisce manopole e pulsanti rispetto ai menu.

IL CUORE DELL’F4

E all’interno, cosa pulsa? Quali scelte tecniche hanno effettuato gli ingegneri dell’azienda? Anche qui, c’è da segnalare qualche sorpresa. Per iniziare, e contrariamente all’andazzo generale che coinvolge il 99% delle macchine compatte, mirrorless e reflex attualmente in produzione, la Df non dispone di possibilità di ripresa video Full HD, o meglio non permette proprio di riprendere immagini in movimento.

Df SL 50 1.8 SE top

Una scelta francamente criticabile a questi livelli di costo, perché, se è vero che l’impostazione della Df è palesemente a vantaggio del fotografo old school, del vero appassionato di fotografia e basta, disporre di questa possibilità potrebbe risultare utile – soprattutto al professionista – in tanti momenti, magari in situazioni di emergenza, o comunque non previste…

In compenso, la dotazione tecnica si basa su elementi non recentissimi, ma di assoluto valore e affidabilità garantita, a iniziare dal sensore, lo stesso della D4; stiamo parlando di un CMOS Full Frame capace di una risoluzione non record (‘solo’ 16,4 Megapixel), ma caratterizzato da grande gamma dinamica ed elevatissima sensibilità alle basse luci.

Come la D4, la Df utilizza poi anche il processore Expeed 3, che lavora a 16 bit e garantisce prestazioni adeguate sotto ogni punto di vista o quasi: Nikon dichiara ad esempio un tempo di avvio di appena 0,14 secondi e un ritardo allo scatto di 0,052 secondi e una raffica, mentre meno eccitante – anche se più che sufficiente per la maggioranza delle utilizzazioni – la ripresa in sequenza, fino a 5,5 fps (sia nel formato FX, corrispondente al Full frame nella nomenclatura Nikon, che ridotto, DX, equivalente all’APS-C).

La caratteristica più importante, forse, garantita dall’accoppiata sensore/ processore montati sulla D4, è però la straordinaria capacità di scattare a valori ISO impossibili, ovvero addirittura sino a 204.800 ISO! Naturalmente a questi livelli si è praticamente al buio, e quello che si riesce a memorizzare ha solo valore di documentazione, ma si tratta comunque di una prestazione incredibile.

Passiamo ora alla pratica, iniziando dalla scoperta della dotazione funzionale, e alla prova d’uso. Dell’impostazione rétro (amplificata quando la macchina è attrezzata con le cinghie e custodie optional, in pelle nei classici colori nero e marrone) si è già detto, ma bisogna aggiungere che, a voler sottolineare questa vocazione vintage, Nikon ha realizzato per la macchina un’edizione speciale del famoso obiettivo AF-S Nikkor 50mm f/1.8G, rivisitato e ridisegnato per accompagnare perfettamente il corpo macchina.

LEGGERA ED AFFIDABILE

Se un’occhiata dal vivo conferma quanto era intuibile dalle immagini, una sorpresa è però costituita dalla presa in mano; la macchina infatti, che appare piuttosto ‘potente’, in realtà nella pratica si rivela più leggera del previsto (il solo corpo pesa 710 grammi); in effetti, è leggermente meno ingombrante e pesante della recente D610, il che la rende la più piccola Nikon Full Frame.

Df BK 50 1.8 SE right

Leggerezza non vuol però dire scarsa affidabilità; la Df – dotata di calotte superiori, inferiori e posteriori in magnesio, materiale leggero e robusto – è costruita per resistere a umidità e polvere e sopportare al meglio anche situazioni critiche. Dal punto di vista estetico il frontale appare un po’ confuso, per la presenza di infiniti (per una reflex digitale) controlli e pulsanti; oltre al classico tasto per lo sblocco dell’ottica, al solito posto, troviamo infatti anche il selettore di messa a fuoco, quello di modo AF, quello per il bracketing, il terminale sincro flash, e poi, sulla sinistra guardando la macchina, la ghiera secondaria di controllo, il pulsante per il controllo della profondità di campo, e quello Fn per utilizzazioni combinate.

Ricco anche il piano superiore. Sulla sinistra due ghiere concentriche, quella degli ISO (con step da L1 a H4, passando per 100, 200, e via discorrendo) e, più piccola, quella per la compensazione dell’esposizione (passi di 1/3 di diaframma, da +3 a -3). Dalla parte opposta, pulsante di scatto con interruttore generale, otturatore (con durata dichiarata di 150.000 scatti e sincro X a 1/200) da 4 secondi a 1/4000, più B, T, X, e 1/3 step.

Questa posizione, in combinazione con la rotella posteriore, permette di modificare le regolazioni ed estendere la versatilità di ripresa.

All’esterno di questo controllo, un selettore esterno per il modo di scatto fra fotogramma singolo, continuo a bassa o alta velocità, autoscatto e ‘discreto’ (cioè singolo con rumore ridotto). Chiudono il quadro un pannello LCD monocromatico con pulsante di illuminazione e un piccolo selettore rotante dei modi d’uso (solo i classici P, S, A, M). Per l’inquadratura, a disposizione innanzitutto un mirino con pentaprisma in vetro ottico (che offre una copertura dell’inquadratura del 100% circa e un ingrandimento di 0,7x, nonché un modo ritaglio DX per formato DX e rapporto 5:4, che può essere automaticamente attivato se si monta un obiettivo DX con contrassegni).

Sul retro, naturalmente non manca un monitor LCD da 3 pollici (circa 8 cm) e 921.000 pixel. Retro che ospita ancora un’infinità di comandi, compreso il classico multifunzione, per tutte le operazioni tipiche, dalla visualizzazione alla cancellazione delle immagini passando attraverso tutto il resto… A proposito di monitor, durante la ripresa in Live View, possono essere richiamati reticoli di supporto opzionali per rapporti di immagine 1:1 o 16:9; durante la ripresa in manuale è possibile verificare l’esposizione anche premendo semplicemente il pulsante anteprima. Sempre nel monitor LCD è possibile controllare le informazioni sull’inclinazione orizzontale e quelle sull’orientamento (inclinazione avanti o indietro) della fotocamera (le informazioni della sola inclinazione anche attraverso il mirino).

Ultimo sguardo alla base, che ospita – in corrispondenza dell’impugnatura – un vano per l’alloggiamento dell’accumulatore ricaricabile (EN-EL14a agli ioni di litio, già visto sulla D5300) e della scheda di memoria, di tipo SD e derivate; vista la classe della macchina, forse un vano separato per la sola carta (o meglio, per una coppia di card), magari posizionato sul retro in corrispondenza dell’impugnatura, non avrebbe guastato…

Prima di passare alla prova pratica, cerchiamo di riassumere altre caratteristiche o funzioni della macchina, in molti casi già note ed apprezzate su altri modelli. Nella Df, ad esempio, non mancano l’ormai classico D-Lighting attivo di Nikon per la migliore gestione dei dettagli rispetto al contrasto, e i Menu di ritocco, con opzioni per correggere occhi rossi e bilanciamento colore, elaborazione RAW ed altro fra cui effetti filtro, varie funzioni di ritocco rapido, Picture Control. Presente anche l’HDR, che, come in altri esempi, effettua un doppio scatto, con un fotogramma esposto per le luci e uno per le ombre con una sola pressione del pulsante di scatto. Diverse opzioni permettono di personalizzare l’effetto sino al risultato desiderato.

Interessante anche la possibilità di misurazione del bilanciamento del bianco spot: durante la ripresa in Live view, la Df consente la rapida assegnazione di un bilanciamento del bianco spot alla specifica area del fotogramma selezionata, usando il multiselettore, a vantaggio di una regolazione accurata. Infine, la macchina dispone anche di un sistema di riconoscimento scena: il sensore della Df e il relativo sensore RGB da 2.016 pixel forniscono dati per l’ottimizzazione di esposizione, autofocus e bilanciamento del bianco appena prima dello scatto. Ah, a proposito di esposizione, nella Df per la misura è stato adottato il sistema matriciale colore 3DII, a 2016 punti.

Naturalmente, la Df è pienamente in linea con il cosiddetto sistema di illuminazione creativa Nikon per l’uso di flash da montare sulla fotocamera o senza cavi. L’adattatore wireless optional WU-1a consente di trasferire le foto direttamente dalla fotocamera ad un dispositivo ‘smart’; la ripresa a distanza wireless è possibile con la coppia formata da ricetrasmettitore WR-R10 e trasmettitore telecomando WR-T10, che consentono di controllare a distanza le funzioni principali della fotocamera, anche in caso di oggetti che si frappongono fra il fotografo e la fotocamera.

IL MOMENTO DELLA VERITÀ

Ed ora, iniziamo a scattare. La prima impressione di maneggevolezza, con l’ottica standard, è buona; utilizzando invece un tele, si ha qualche difficoltà in più, che forse potrebbe essere risolta facilmente con un’impugnatura maggiormente ergonomica.

Ciò che comunque entusiasma fin dall’inizio, almeno per quello che riguarda i fotografi nati con la pellicola, presumibilmente non giovanissimi (i ragazzi di oggi sono abituati a toccare il touchscreen, anzi ad effettuare un’infinità di gesti delle dita sullo schermo per poi entrare nei diversi menu) è la possibilità di effettuare un’operazione praticamente in tempo reale, senza dover pensare dove trovare nel menu la funzione che serve.

Bisogna cambiare la sensibilità? Compensare l’esposizione? Pensare ed agire è un tutt’uno, e di certo con un po’ di pratica sarà possibile effettuare la maggior parte di tutte queste operazioni di regolazione al buio, senza guardare, a vantaggio della rapidità di esecuzione…

Unica limitazione, forse, la manopola di regolazione frontale, che serve essenzialmente per regolare il diaframma, che non è proprio praticissima da manovrare; forse una classica soluzione orizzontale, utilizzata peraltro in altre Nikon, sarebbe risultata preferibile. A proposito di rapidità, più che buona quella mostrata dall’autofocus, preciso, che adotta il modulo già visto sulla D610, sensibile fino a -1 EV, compatibile con obiettivi fino a f/8 e con quattro modi area AF (incluso tracking 3D).

Come nel caso della citata D610, però, il sistema adottato (a 39 punti Multi-CAM 4800) può risultare insufficiente a coprire il pieno formato FX, mentre non pone problemi con il DX. Ma la qualità delle immagini, come è, alla fine? La nostra prova ha dimostrato che, al di là di ogni altra considerazione, la Df è una macchina di razza, adatta ai fotografi più esigenti in termini di resa. Andando in dettaglio, possiamo definire nel complesso la qualità ‘ottima’, con alcuni punti anche di eccellenza in particolare utilizzando ottiche ‘prime’ (cioè a focale fissa, tipo il classico 50 mm f/1,8).

Gli scatti effettuati hanno mostrato un dettaglio fine, pur con ‘soli’ 16,2 MP, ed una resa tonale precisa con variazioni graduali dei toni. A valori ISO normali, la resa è di fatto identica a quelle delle migliori reflex di pari categoria (cioè sensore); fra le Full Frame di Nikon appare alla pari di D800 e D610 fino a 400 ISO, e forse un pelo inferiore alla prima per valori immediatamente successivi, ma appena si sale in sensibilità, la Df mostra tutta la sua capacità di gestire le situazioni più critiche. In particolare, a partire da 1600 ISO la Df inizia ad avere la migliore resa, che si mantiene ancora accettabilissima fra i 6400 e 25.600 ISO.

Oltre questo valore si registra ‘poco’, si ottiene materiale buono per documentazione, certo non per partecipare ai concorsi… tale materiale però può essere di fondamentale importanza e diventa ‘molto’ se paragonato a tutto quello che le altre macchine (non) possono comunque riprendere nelle stesse condizioni…

RITORNO  AL FUTURO

Naturalmente, per quello che riguarda una macchina come questa ci sarebbe ancora da dire, sia sulla costruzione e realizzazione che sul comportamento nella pratica, ma dobbiamo pur mettere una parola fine, ad un certo punto, e quindi proviamo a riassumere la situazione.

La Nikon Df è certamente una reflex digitale sui generis, probabilmente la prima di una nuova categoria che comprende appassionati di fotografia vera, un po’ nostalgici, ma anche persone più proietatte al futuro che semplicemente preferiscono (e non riusciamo a dar loro torto) agire direttamente su pulsanti e manopola vecchio stile che su uno schermo al tocco.

Appassionati esigenti, magari dotati anche di un bel corredo di ottiche vintage, che la fotocamera può utilizzare senza difficoltà costituendo una sorte di ponte fra il passato e il futuro. Certo, la domanda è questa: vale la pena di utilizzare oggi un vecchio obiettivo, quando le proposte moderne rappresentano il meglio sotto il profilo della costruzione e soprattutto del rapporto qualità/prezzo?

In linea generale la risposta è negativa, ma ci sono possibili eccezioni. Ad esempio, come accennato, se le ottiche sono già in casa, come parte di qualche sistema ‘a pellicola’, c’è la possibilità di scoprire qualcosa di interessante o di completare il corredo a spesa zero. In ogni caso, cercando fra le ottiche vintage usate – e in particolare fra quelle fisse, di qualsiasi lunghezza focale – è possibile ampliare la propria dotazione con elementi poco costosi, spesso anche con caratteristiche interessanti; non è impossibile, ad esempio, trovare ottiche standard (50 mm o giù di lì), leggere e molto luminose (f/1,8 o anche f/1,4).

Insomma, la compatibilità con le ottiche non AI, per un nikonista vero, può essere una caratteristica importante, e in questo caso la Df è una macchina unica. Una macchina che offre anche una resa qualitativa impressionante sotto ogni profilo, anche senza offrire una risoluzione record, e soprattutto una fotocamera molto adatta ad utilizzazioni in scarse condizioni di luce, senza ricorrere al flash (anche se naturalmente non manca la possibilità di usare la Df con gli elementi del sistema di illuminazione creativa Nikon).

PREZZO DA AMATORI

Insomma, una bella macchina d’altri tempi con prestazioni di oggi… offerta però ad un prezzo non solo da appassionato ma anche da amatore.

In effetti, la Df è priva di alcune caratteristiche sempre più diffuse nelle reflex moderne, ad iniziare dalla possibilità di riprendere video Full HD o almeno 720p (funzione permessa praticamente dal 100% delle macchine in commercio) per finire con le opzioni Wi-Fi e GPS sempre più utili.

Dunque, sulla carta – ed anche dopo il favorevolissimo test – la Nikon Df appare caratterizzata da un rapporto qualità/prezzo non troppo conveniente, inferiore certamente a quello di altre reflex di casa Nikon.

Ma è altrettanto vero, come abbiamo già segnalato, che la Df per vari motivi è in una categoria a sé stante, quindi senza concorrenti diretti, e di conseguenza il prezzo è quello di un esemplare unico, di un capostipite, quindi in qualche modo, paradossalmente, ‘senza prezzo’. Certo, se alla resa dei conti lo street price fosse più contenuto, più abbordabile, magari si aprirebbero ampi spazi anche per i fotografi non nababbi…

FOTOCAMERA REFLEX NIKON DF

Costruttore: Nikon Giappone

Distributore: Nital – via Vittime di Piazza Fontana 54 – 10024 Moncalieri (TO) Tel. 0118996804 – www.nital.it

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Sensore: CMOS da 36,0 x 23,9 mm, 16.6 MP

Innesto obiettivi: baionetta Nikon F con accoppiamento AF e contatti AF

Processore: EXPEED 3

Formati immagine: RAW, RAW+JPEG, JPEG

Registrazione video: No

Auto focus: TTL MultiCam 4800 su 39 punti

Modalità AF: AF, AF-C, AF-S, Manuale

Esposizione: TTL con sensore RGB da 2016 pixel Color Matrix 3D II AE

Lock: Sì

Compensazione Esposizione: +/-3 EV a passi 1/3 di stop

Bracketing: su 2-5 fotogrammi a passi minimi di 1/3 stop

Sensibilità ISO: da 100 a 12.800 ISO (50-204.800 ISO in modalità estesa)

Otturatore: da 4 sec. a 1/4000, posa B, posa T, synchro X 1/200 White

Balance: Auto, 12 modi preimpostati, manuale con 4 modalità

Mirino: Pentaprisma copertura 100%, ingrandimento 0,7x

Monitor: TFT LCD a colori da 3,2″ con 921.000 pixel

Flash incorporato: No Modalità di ripresa: P, S, A, M

Cadenza di ripresa: fino a 5,5 fps

Connessioni: USB 2.0, mini HDMI

Supporto di memoria: Slot per schede SD/SDHC/SDXC

Alimentazione: accumulatore ricaricabile agli ioni di litio tipo EN-EL14a

Dimensioni: 143.5 x 110 x 66.5 mm Peso: 765 g. (con batteria e scheda di memoria)

LA PAGELLA

ESTETICA 8/10

Impostazione decisamente rétro anche nel design, in particolare nella versione silver. Più professionale, e meno appariscente, la versione black

COSTRUZIONE 9/10

Nella tradizione Nikon, un prodotto molto ben costruito, a vantaggio di un’affidabilità forse non da record ma adeguata alla situazione, con ampia dotazione di parti in lega di magnesio, robusta e leggera.

VERSATILITÀ 8/10

Tantissime regolazioni manuali che faranno la gioia dei fotografi tradizionalisti, qualche concessione alle tecnologie moderne, ma mancano Wi-Fi, GPS e soprattutto la possibilità di ripresa video tout court.

PRESTAZIONI 8/10

Il sensore offre una risoluzione relativamente modesta (16,2 MP), ma più che adeguata anche per utilizzazioni professionali, visto anche la resa cromatica correttissima. Superiori alla media, a volte eccezionali, le prestazioni complessive per valori elevati, elevatissimi, di sensibilità, mentre il valore della raffica è solo ‘normale’

RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 6/10

La qualità complessiva dell’immagine, in particolare in condizioni critiche di illuminazione, e la strepitosa possibilità di agire direttamente sui controlli (più complessi e costosi costruttivamente di una serie di menu), non giustificano un prezzo di listino davvero elevato. Magari questo non ostacolerà la diffusione nei ‘nikonisti più collezionisti’, ma certo con uno street price più conveniente si aprirebbero altri mercati….

PRO

✔ Resa eccellente alle basse luci

✔ Impostazione affidabile

✔ Possibilità di regolazioni dirette

CONTRO

✔ Assenza di video & altre opzioni moderne

✔ Cadenza veloce solo ‘normale’

✔ Prezzo di listino elevato

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