Fotocamera CSC Fujifilm X-M1

 

(Estratto da Tutto Digitale 85 – Novembre 2013)

Fotocamera CSC Fujifilm X-M1

È la più piccola della gamma CSC di Fujifilm e con le sorelle condivide il sensore X-Trans formato APS-C da 16.3 MP, l’assenza del filtro anti-aliasing e lo stile vintage che tanto successo ha riscosso tra gli appassionati. L’abbiamo provata insieme ai nuovi obiettivi Fujinon XF 14mm f/2,8 R e XC 16-50mm f/3,5-5,6 OIS

COMPATTA, ELEGANTE, FUNZIONALE.

Ad un primo sguardo la nuova nata in casa Fujifilm sembra la macchina fotografica perfetta, costruita per essere trasportata facilmente (il solo corpo sta quasi in tasca), e capace di catturare il momento decisivo senza dare troppo nell’occhio alla maniera in cui Cartier-Bresson faceva con la sua Leica a telemetro.

Peccato però che la piccola dagli occhi a mandorla sia priva di mirino, e che l’istinto di portare l’apparecchio all’occhio per scattare debba essere frenato, perché l’inquadratura va composta sullo schermo LCD posteriore. Quest’ultimo, per la verità, è molto nitido (930.000 pixel) e generosamente dimensionato (la diagonale misura 3”), e vanta la caratteristica (a differenza di quello delle più costose sorelle maggiori X-E1 e X-Pro 1) di essere orientabile, consentendo di sperimentare soluzioni di ripresa da punti di vista insoliti o difficili.

Inquadrare con la macchina a livello del terreno o tenendola in alto sopra la testa come i reporter degli anni ’60 facevano con la loro Rolleiflex 2,8F non sarà più un problema. E se la versatilità è uno dei maggiori pregi della X-M1, non da meno sono le caratteristiche tecniche, che le fanno abbandonare l’aria da compatta di lusso per proiettarla nel segmento delle CSC ad ottiche intercambiabili in grado di soddisfare le richieste dell’appassionato più esigente.

La sostanza tutta digitale nascosta sotto il cofano è quella che contraddistingue tutte le CSC della casa giapponese accomunate dall’uso del sensore X-Trans da 16.3 MP formato APS-C, la cui struttura raggruppa i pixel in maniera tale da simulare i granuli di alogenuro d’argento della pellicola, per una resa più realistica dell’immagine, amplificata dalla scelta di non adottare il cosiddetto fitro anti-aliasing, che ammorbidisce i dettagli più fini e contiene la formazione del moiré nei sensori CMOS maggiormente diffusi sulle CSC e reflex del mercato.

CORPO E COMANDI

Se non fosse per gli obiettivi intercambiabili, la X-M1 potrebbe essere classificata come vera e propria compatta di lusso alla stregua, ad esempio, della Canon G15 o della Panasonic LX5. Le dimensioni del corpo macchina sono davvero contenute così come il peso che ferma la bilancia a 330g. incluse scheda SD e batteria. A riportare l’ago in equilibro ci pensano gli obiettivi Fujinon quasi tutti (ad esclusione dei pancake XF 27mm f/2,8 e XF 18mm f/2 R) sovradimensionati rispetto agli ingombri dell’apparecchio.

fujifilm-retro

In particolare, il nuovo zoom XC 16-50mm f/3,5-5,6 OIS sbilancia parecchio i pesi in gioco soprattutto alla massima escursione per via del notevole allungamento del barilotto. Tutto ciò ridimensiona il giudizio sulla maneggevolezza che, vista l’assenza del mirino, viene penalizzata proprio nell’uso con gli zoom. Ma tant’è: le esigenze dei fotografi più tradizionalisti devono piegarsi a quelle del mercato digitale.

Per il resto, i comandi sono intuitivi e ben raggiungibili, pensati secondo una filosofia analogica che fa largo uso di ghiere e selettori in luogo di pulsanti. Le prime servono ad impostare la modalità di ripresa e l’apertura del diaframma o il tempo di scatto e la compensazione dell’esposizione. I secondi si concentrano sul dorso ed hanno una configurazione da fotocamera compatta, ovvero a croce con il tasto Menu al centro attorno al quale ruotano quello per la scelta della modalità AF, quello per impostare il bilanciamento del bianco, la modalità di raffica (fino a 5,2fps) e quello per la modalità Macro.

Nell’angolo in basso a destra del dorso, invece, si trova il tasto Q, che visualizza una schermata con le funzioni principali, accessibile direttamente via LCD. Utile il tasto dedicato per la registrazione del video che la X-M1 effettua in Full HD 1080 a 30fps.

fujifilm-XM1 top

Le funzioni in modalità video sono ridotte all’osso. Infatti non è possibile gestire manualmente l’apertura una volta avviata la registrazione, così come non è previsto l’ingresso per un microfono esterno.

SUL CAMPO

La X-M1 non ama la velocità. Al momento dell’accensione la macchina impiega alcuni secondi ad essere operativa, ovvero a mettere a fuoco e scattare. Se si vuole essere sempre “sul pezzo” bisogna lasciarla accesa guadagnando qualcosa in prontezza. Anche il modulo AF non è quello che si dice un fulmine di guerra, ma l’operazione di messa a fuoco è facilitata dalla funzione Focus peaking (di derivazione video) attivabile sul monitor LCD.

Nelle scene più concitate la X-M1 fatica a centrare il bersaglio, mentre si trova più a suo agio nelle riprese di paesaggio o di ritratto dove ha gioco facile in virtù delle sue qualità. La prima è la precisione dell’esposimetro, che è davvero difficile da mettere in difficoltà.

Scattando in modalità multizona, la scena è sempre esposta correttamente anche nelle situazioni di controluce diretto, nelle quali, inoltre, si può usare il flash incorporato capace di effettuare dei fill-in automatici da manuale equilibrando la luminosità dello sfondo con l’emissione del lampo sul soggetto.

Il piccoletto si porta in posizione di lavoro alla semplice pressione di un tasto e si colloca in posizione molto rialzata e disassata rispetto all’asse ottico, producendo un’illuminazione meno piatta di quanto fanno generalmente i flash incorporati. Un ottimo compagno, quindi, nelle riprese con lo zoom 16-50mm che si candida a vero tuttofare di casa rispetto al 18-55mm più luminoso, ma più costoso ed ingombrante. L’accoppiata risulta vincente in quanto a trasportabilità, versatilità (con le limitazioni messe in evidenza in apertura di articolo), e qualità generale dell’immagine, anche se la resa ottica non raggiunge i vertici assoluti del gioiello di casa in prova: il 14mm f/2,8 (vedi test, in fondo, nella pagina a fianco). Ma il 16-50mm se la cava bene nelle situazioni di ripresa più comuni e consente di affrontare con disinvoltura i generi più gettonati in virtù dell’escursione focale che va da grandangolo spinto (equivalente ad un 24mm nel formato Full Frame), a mediotele (più o meno un 80mm nel formato Full Frame). Con il plus dello stabilizzatore ottico incorporato OIS grazie al quale si possono forzare i tempi di sicurezza fino a 3 stop.

PER TUTTE LE STAGIONI

Viste le caratteristiche tecniche comuni a quelle delle sorelle maggiori, nell’effettuare i test di rito eravamo preparati a risultati se non identici, molto simili a quelli esibiti dalle fotocamere CSC della scuderia Fujifilm. E in effetti la X-M1 ha confermato gran parte di quelli riservandoci una gradita sorpresa in più.

In particolare, si apprezza la gamma dinamica molto estesa del sensore con alcune funzioni avanzate di supporto per palati fini come la regolazione della tonalità e del colore per le ombre e per le luci, condita con l’assenza totale di moiré anche ai forti ingrandimenti (in barba alla scelta di non adottare il filtro passa-basso).

Ma la vera sorpresa è stata la prestazione sfoderata alle alte sensibilità ISO, che invoglia a scattare in situazioni d’illuminazione davvero difficili senza usare il flash incorporato. La sensibilità nativa del sensore è pari a 200 ISO, e a 1600 ISO il rumore è invisibile. Solo a 6400 ISO la grana digitale diventa percepibile, mentre bisogna spingersi a 12.800 ISO perché quest’ultima si manifesti in forma fastidiosa. Risultati da vera reporter, sfruttabili al massimo in abbinamento, ad esempio, al 14mm f/2,8 in accoppiata con il quale le riprese in interni a lume di candela diventano alla portata di molti appassionati e, perché no, professionisti.

Rimane solo il neo dell’assenza del mirino (non c’è nemmeno opzionale), che avrebbe trasformato la piccola X-M1 in un’agguerrita concorrente perfino in ambito casalingo. Ma gli amanti dell’inquadratura classica possono rivolgersi alle sorelle maggiori.

Una nota finale merita certo la connettività WiFi, un must have dei nostri giorni, che consente di inviare le foto ad uno smartphone o ad un tablet senza l’ingombro dei cavi. Certo, la X-M1 non è priva di difetti. A quelli già evidenziati aggiungeremo la scarsa accessibilità del vano scheda e la posizione dell’attacco filettato per treppiedi posto fuori asse rispetto all’obiettivo, ma si tratta di dettagli che non inficiano il giudizio positivo sull’apparecchio che, a fronte di un prezzo non proprio economico, offre tanta qualità e promette grandi soddisfazioni.

COSTRUTTORE: Fujifilm Giappone

DISTRIBUTORE: Fujifilm Italia S.P.A. – Strada Statale N. 11 Padana Superiore 2/B – 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) – Tel. 02929741 – www.fujifilm.eu/it

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORE

Sensore: CMOS X-TRANS APS-C (23,6×15,6mm) con 16.3MP

Innesto obiettivi: baionetta Fuji X-Mount

Spazio colore: Adobe RGB, sRGB

Processore: EXR II Risoluzione min/max: 2496 x 1664/4896 x 3264 pixel

Formati immagine: RAW, RAW+JPEG, JPEG

Video: MPEG4/H.264 1920×1080 30p/ 1280×720 30p, Audio AAC stereo

Auto focus: TTL su 49 aree Modalità AF: Area AF, Multi AF, Continuous AF, Tracking AF, Manuale

Luce assistenza AF: sì

Esposizione: TTL su 256 zone, media a prevalenza centrale, spot AE

Lock: sì

Compensazione Esposizione: +/-2 EV a passi di 1/3 stop

Bracketing: su 3 fotogrammi a passi minimi di 1/3 stop

Sensibilità ISO: da 200 a 6400 ISO (100 ISO e fino a 25.600 ISO in modalità estesa)

Otturatore: da 30 sec. a 1/4000, posa B, sincroflash 1/180sec.

White Balance: Auto, manuale con 8 modalità

Mirino: no

Monitor: TFT LCD a colori da 3″ orientabile con 920.000 pixel

Flash incorporato: N.G. 7, copertura 14mm

Modalità di ripresa: P, A, S, M, SR+, C, Adv, SP

Cadenza di ripresa: fino a 5,6 fps

Connessioni: USB 2.0, mini HDMI

Supporto di memoria: SD/SDHC/SDXC

Alimentazione: Accumulatore ricaricabile agli ioni di litio tipo NP-W126

Dimensioni: 116.9 x66.5×39 mm

Peso: 330 g.

La Pagella

ESTETICA 9/10

l design rétro è il marchio di fabbrica della linea di CSC Fujifilm. La X-M1 non fa eccezione e si presenta elegante e gradevole soprattutto nel look total black.

COSTRUZIONE 9/10

Molto compatta, leggera e versatile, è ben costruita nonostante l’impiego più ampio di policarbonato rispetto alle più costose sorelle di casa.

VERSATILITÀ 10/10

La X-M1 fa della trasportabilità e della maneggevolezza i suoi piatti forti. In abbinamento ad un’ottica fissa di qualità e molto luminosa può diventare lo strumento di lavoro perfino del reporter.

PRESTAZIONI FOTO 8/10

l sensore X-Trans e la scelta di non utilizzare il filtro anti-aliasing producono immagini molto nitide e dettagliate esaltate dalla resa ottica di alcuni obiettivi della casa. Per gli amanti della nitidezza senza compromessi.

PRESTAZIONI VIDEO  8/10

l video non è certo l’obiettivo della X-M1 che comunque si comporta a livello della concorrenza. L’assenza del filtro anti-aliasing produce un moiré video certamente percepibile.

RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 10/10

Le CSC camera non sono apparecchi economici e la Fujifilm X-M1 non fa eccezione. Pur tuttavia il prezzo in kit con il nuovo zoom 16-50mm è allineato al mercato e, soprattutto, altamente equilibrato in termini di costo/prestazioni.

PRO

✔ Nitidezza e resa del dettaglio elevati

✔ Rumore agli alti ISO molto contenuto

✔ Gamma dinamica estesa

✔ Resa cromatica fedele

✔ Moiré foto invisibile

✔ Schermo LCD orientabile

CONTRO

✔ AF poco pronto

✔ Assenza del mirino

✔ Vano scheda poco accessibile

✔ Presa filettata per treppiedi fuori asse

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