(Estratto da Tutto Digitale 80 – Febbraio 2013)
La perla nera
Un bell’oggettino, molto ben costruito, ricco di funzioni operative e soprattutto capace di prestazioni fotografiche di primissimo piano: si chiama Sony CyberShot DSC-RX100, per gli amici solo RX100. Una compatta tascabile per fotografi veri. Una perla rara nell’attuale panorama di fotocamere compatte, anzi una perla nera: un vero gioiello, anche nel prezzo…
Per iniziare, le dolenti note. La fotocamera Sony DSC-RX100, oggetto della nostra prova, ha un prezzo ufficiale decisamente poco popolare per una compatta, addirittura superiore a quello di un sistema reflex entry level: 650 euro di listino al pubblico non sono pochi per un oggetto grande quanto un pacchetto di sigarette.
Ciò premesso, una buona notizia: si tratta di soldi spesi bene, anzi benissimo, viste le prestazioni in termini di versatilità d’uso e soprattutto di resa fotografica. In altre parole, come andremo a dimostrarvi nel seguito del testo, la macchina ci è piaciuta, e si candida come una delle CyberShot più riuscite di sempre, e al tempo stesso come una delle ‘vere’ compatte più consigliabili mai apparse sul mercato. Ma andiamo con ordine, partendo dall’inizio.
Il segmento di mercato delle compatte – lasciando da parte quelle ad ottiche intercambiabili, CSC – offre una scelta sterminata di modelli, da quelli semplici e davvero tascabili (offerti anche a meno di 100 euro e comunque di prestazioni più che oneste – a ‘compattone’ di sapore professionale, con sensori di buone dimensioni e comandi manuali adatti anche ad usi impegnativi. Fra i due estremi, infinite varianti sul tema, come le compatte cosiddette ‘superzoom’ (ovvero dotate di zoom ottici di grande escursione), quelle ‘tough’ studiate per resistere all’acqua e alla polvere, o quelle – ultimo grido – di impostazione stile smartphone, studiate per chi non può vivere senza touch screen e social network…
Il massimo nel minimo
Nel panorama mondiale attuale la RX100 costituisce un esempio più unico che raro: dotazione di comandi e prestazioni sono da compatta top class, ingombro e peso da compatta tascabile entry level. In altre parole, il massimo del minimo, in un prodotto che ha messo evidentemente a dura prova le capacità di ingegnerizzazione dei tecnici giapponesi.
Che sono stati capaci di integrare, all’interno di un volume davvero ridotto, tanta quantità e qualità. La RX100, infatti, pur studiata per contenere al massimo gli ingombri complessivi, utilizza una dotazione base de luxe: il sensore, ad esempio, non è quello classico delle compatte, ma è il nuovo ‘tipo 1’, da 1 pollice (ovvero di dimensioni 13,2 x 8,8 mm).
Non proprio un APS-C, ma comunque un dispositivo di taglia nettamente superiore a quella dei sensori utilizzati nelle classiche compatte e quindi, a parità di risoluzione, caratterizzato da minor densità di pixel (e più performante in termini di sensibilità). Questo sensore – un CMOS Exmor, tipologia adottata da tempo con successo in macchine Sony – offre oltre 20 MP e buone prestazioni generali anche per l’accoppiamento con un altro componente collaudato, il processore Bionz.
Obiettivo dual purpose
Altro elemento di pregio della macchina, l’obiettivo, che vanta almeno tre interessanti caratteristiche: è firmato Zeiss, ha un’escursione più che sufficiente per la maggior parte degli usi, è luminoso. Inoltre, come vedremo più avanti, è anche utilizzabile come comando rapido supplementare. Stiamo parlando di uno zoom 3,7x Zeiss Vario Sonnar T*con escursione focale 10,4-37,1 mm, che sporge pochi millimetri in posizione di riposo ed invece si sposta in avanti di qualche centimetro all’accensione.
Equivalente a un 28-100 mm (e con un’estensione digitale per le emergenze), questo zoom è dunque in grado di coprire la maggior parte delle esigenze di ripresa, dal panorama al ritratto. In quanto alle caratteristiche dell’obiettivo, non ci sono molte parole da spendere su Zeiss; si tratta infatti probabilmente di uno dei nomi della fotografia in assoluto più noti anche al grande pubblico, con il quale Sony ha un rapporto di collaborazione consolidato ormai da anni.
Piuttosto, segnaliamo ai meno esperti ciò che invece ben conoscono gli iniziati, ovvero quella lettera rossa seguita da un asterisco (T*), che corrisponde ad una lavorazione accurata delle lenti, ad uno speciale trattamento antiriflesso messo a punto dalla casa tedesca addirittura nel lontano 1935… In quanto alla luminosità, questa è decisamente elevata (F1.8) alla minima escursione focale, mentre il valore all’estremo opposto è meno eccitante (F4.9).
Forse per tale ragione, per recuperare stabilità in condizioni limite, Sony ha previsto uno stabilizzatore ottico (Steady Shot) nonostante la massima posizione tele corrisponda ad appena 100 mm, valore non così critico per uno scatto fermo. Da segnalare la presenza delle funzioni di correzione automatica delle distorsioni e dell’aberrazione cromatica, che aiutano ad ottenere un’immagine di qualità. Come accennato, poi, l’obiettivo svolge una – utile – funzione impropria, ovvero costituisce un controllo rapido di alcuni comandi (come la variazione delle coppie tempo/ diaframma in Program oppure la compensazione diretta dell’esposizione) previa pressione di un pulsante di sblocco (e naturalmente abilitazione delle funzioni desiderate).
Questa personalizzazione è solo una delle tante possibili con la RX100, che può davvero – dopo un discreto tempo di apprendimento – trasformarsi in una fotocamera su misura di utente.
Una compatta ‘di peso’
Dopo aver visto l’idea alla base della RX100, prendiamo in mano la macchina per studiare i dettagli. Come accennato, la piccola Sony è davvero compatta (101,6 mm × 58,1 mm × 35,9 mm – L/A/P): un parallelepipedo nero, con gli angoli smussati, dal quale spunta il mini-cilindro dell’obiettivo in posizione di riposo. La sensazione è quella di trovarsi al cospetto di un bell’oggetto, grazie anche alle rifiniture curate. In mano, la RX100 sorprende un po’ per il peso: stiamo (inclusi batteria NP-BX1 e scheda) sui due etti e mezzo.
Non moltissimo, d’accordo, ma più di quello che ci si aspetterebbe a prima vista, segno di evidente ‘sostanza’ entrobordo. Sul piano superiore ci sono il pulsante di accensione, quello di scatto con la levetta esterna di comando zoom e, all’estrema destra, il selettore di modo (che offre, oltre al consueto PSAM, le funzioni auto Intelligent e Superior, le modalità scena – ben 13 – la funzione panorama, quella movie – in Full HD – e il Memory recall per scatti con regolazioni preselezionate personalizzate).
All’estrema sinistra invece ecco il flash, che risulta perfettamente inserito nella carrozzeria della macchina in posizione di riposo e che esce dalla sagoma al momento dello scatto, salendo di circa un centimetro. Le possibilità di regolazione prevedono il funzionamento auto, quello forzato, Slow Sync e Rear Sync. Sony non dichiara un numero guida, ma nella pratica il piccolo dispositivo sembra fare il suo dovere. Il retro mostra un’impostazione classica. Buona parte è occupata da un bel display LCD TFT da 7,5 cm e 1.228.800 pixel, alla destra del quale ci sono i diversi comandi, piuttosto ravvicinati per evidenti problemi di spazio.
In alto, in posizione parzialmente protetta da una piccola guancia rialzata – utile per impugnare la macchina con una sola mano – il pulsante per l’avvio in ripresa video; più in basso, il classico comando multifunzione, stile joystick, con rotella esterna sensibile ai quattro punti cardinali e pulsante centrale di consenso. Questo comando multifunzione è infine circondato da quattro pulsanti: Fn (per l’abilitazione alla gestione dei comandi rapidi), menu, play e info (che fornisce spiegazioni di ogni comando selezionato).
Segnaliamo che, in generale, impostazione e attuazione dei comandi, come anche la logica dei menu, ci sono sembrati migliori rispetto ad altre compatte Sony, anche se la varietà di funzioni disponibili (e il manuale d’istruzioni, meno approfondito di quanto necessario) può creare qualche difficoltà. Resta poi da ricordare grande attenzione, soprattutto nelle riprese in verticale e con una mano sola, per il poco spazio per le dita sul retro, che può causare la pressione involontaria dei tasti (tipicamente, quello per il video). In queste pagine non possiamo, per motivi di spazio, analizzare ogni minima possibilità offerta dalla macchina; ci sono mille possibilità di regolazioni ad hoc in funzione dei proprie gusti ed esigenze, ed anche qualche concessione alle mode del momento, come la ripresa panoramica e quella HDR e le tante funzioni creative integrate (alcune delle quali molto simpatiche).
Insomma, siamo in presenza di una macchina ‘point and shoot’ in completo automatismo, per chi non vuole pensieri di sorta, che però è anche in grado di trasformarsi in uno strumento di precisione – previo approfondito studio di tutte le possibilità – per il fotografo super esigente. Che deve anche essere attento: abbiamo già citato la densità di comandi a rischio di manovre involontarie, ma anche la grande programmabilità di funzioni può involontariamente causare errate impostazioni, come, ad esempio, la ripresa con qualche effetto senza che ce ne se accorga in tempo… ritrovarsi con un’immagine solarizzata anziché con lo scatto del secolo può essere davvero spiacevole… I collegamenti prevedono una micro USB, sul fianco destro laterale, e una mini HDMI, sul fondo.
Per la ricarica, la RX100 può sfruttare, come sempre più spesso accade con macchine ‘moderne’, un cavo (fornito) USB per il collegamento diretto al computer; in alternativa, lo stesso cavo si collega ad un adattatore e un cavo per il collegamento alla rete (corrente), pure forniti. Segnaliamo che la ricarica avviene in tempi ragionevoli e che l’accumulatore resta efficiente per tempi superiori alla media.
Anche RAW naturalmente
Resta qualcosa da dire sulla scheda utilizzabile, che può essere – come per tutte le Sony recenti – sia la classica, Memory Stick Duo proprietaria, che la più diffusa SD (almeno classe 4). è possibile memorizzare immagini in JPEG e, naturalmente, vista la classe dell’apparecchio, anche in RAW (formato Sony ARW 2.3; un software per PC/Mac ad hoc, da scaricare dal web, offre tutte le possibilità di gestione). La scheda si inserisce nello stesso vano dell’accumulatore ricaricabile, sul fondo della macchina; da segnalare che l’apertura di tale sportello, per cambiare accumulatore o scheda, causa la temporanea ostruzione della filettatura per il fissaggio su cavalletto e dunque costringe a smontare la macchina dalla postazione. Una piccola seccatura, comuque poco significativa in una compatta che raramente verrà usata su treppiede per ore e ore. In compenso, sempre sul fondo dell’apparecchio, si legge un rassicurante – e di questi tempi sempre più raro – ‘made in Japan’.
Davvero sorprendente
E veniamo ora alla prova pratica. Per una volta, siamo riusciti ad avere la macchina a disposizione per qualche mese anziché poche settimane, e quindi abbiamo avuto la possibilità di metterla alla prova in diverse situazioni diciamo cosi ambientali, a latitudine e temperature diverse.
Per prima cosa, abbiamo avuto la possibilità di apprezzare l’effettiva trasportabilità (chiusa, la RX100 entra anche nella tasca dei pantaloni; ricordarsi però di toglierla prima di sedersi!) e l’ergonomia di base, che permette di utilizzare senza difficoltà la gran parte delle funzioni della macchina senza prima aver letto il manuale (che peraltro, ricordiamo, dovrebbe essere ben più esauriente).
Nell’uso pratico si apprezza, dopo un piccolo periodo di affiatamento, la possibilità di utilizzare l’obiettivo come ‘selettore di funzioni primarie’ sui generis, pur con i rischi di selezione accidentale già citati. Prestazioni: diciamo subito che siamo ai massimi livelli per una compatta. La definizione è di fatto esuberante: 20 MP è un valore che qualche anno fa sarebbe stato degno di una reflex professionale… Molto interessante anche la resa cromatica complessiva, ma il vero punto forte è la ripresa alle basse luci. In generale, la RX100 offre immagini precise, senza rumore, anche a valori ISO (400, 800…) che una volta erano improponibili su una compatta, e una resa accettabilissima anche a 1600 e 3200 ISO.
La combinazione fra buona resa alle alte sensibilità, ottica luminosa a grandangolare, permette di ottenere valide immagini anche in interni; queste caratteristiche, unite ad una distanza di messa a fuoco in wide non eccessiva, e un’opzione macro che funziona sino a circa 5 centimetri dalla lente frontale, consentono anche di realizzare immagini particolari senza flash, magari da mandare agli amici (piatti consumati al ristorante, libri visti in libreria da acquistare in un secondo tempo, eccetera) o pubblicare sul proprio blog.
E veniamo alle funzioni di ripresa video, che si basano sulla possibilità di riprendere – oltre che a 640×480 30fps a 3 Mbps – in Full HD AVCHD con varie opzioni: 1920×1080 50p a 28 Mbps, 50i a 24 Mbps, 50i a 17 Mbps, e poi in MP4 1440×1080 30fps a 12Mbps. Il tutto, con possibilità di scelta del modo di ripresa (PSAM), e l’autofocus funzionante (con sufficiente tempestività), e la possibilità di scattare foto (o meglio, congelare singoli fotogrammi) durante le riprese.
La qualità dell’immagine, ancora una volta, è notevole e alla resa complessiva contribuisce anche qualche dettaglio: la fotocamera esegue lentamente la zoomata durante la registrazione dei filmati, che si traduce in risultati assai godibili. Bisogna pur dire che con macchine del genere, ormai, il problema non è tecnico, ma pratico. E per le compatte ancora non esistono gli accessori come per le videoreflex…
La macchina (quasi) perfetta
In conclusione, una piccoletta davvero grande, per usare un frase retorica. Una frase retorica che corrisponde alla realtà e che fa passare in secondo piano i (pochi) difetti e il prezzo piuttosto elevato. Se poi Sony decidesse di produrre una, mettiamo, RX101, con le stesse caratteristiche, la medesima sostanza di base, ma priva di ‘accessori’ (automatismi, funzioni creative et similia, tutto sommato poco utili in una macchina così) e ad un prezzo di un 20% inferiore, potremmo forse dire di trovarci di fronte alla compatta ‘definitiva’, perfetta per il vero fotografo.
Sony DSC-RX100
Costruttore: Sony Co. Giappone
Distributore: Sony Europe Limited, Sede Secondaria Italiana Via Galileo Galilei 40, 20092 Cinisello Balsamo (Mi) – tel. 02618381 – www.sony.it
Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Sensore: Exmor CMOS da 13,2 mm × 8,8 mm (di tipo 1,0)
Pixel: Numero totale circa 20,9 megapixel; Numero effettivo circa 20,2 megapixel
Obiettivo: zoom 3,6× Carl Zeiss Vario-Sonnar T* f = 10,4 –37,1 mm (equivalente a 28 –100 mm). Durante la ripresa dei filmati (16:9): 29 mm – 105 mm*1; Durante la ripresa dei filmati (4:3): 36 mm – 128 mm*1 /*1 Quando [SteadyShot] è impostato su [Standard] Apertura: F1,8 (W) – F4,9 (T)
Stabilizzatore: Ottico, SteadyShot Controllo dell’esposizione: Automatica, priorità dei diaframi, priorità dei tempi, manuale, Selezione della scena (Ritratto/Antisfocatura/Sport/Animali/Gourmet/Macro/ Paesaggi /Tramonto/Scena notturna/Crepuscolo/Ritratto notte/ Fuochi artificio/Alta sensibilità)
Bilanciamento del bianco: Automatico, Luce del giorno, Ombra, Nuvoloso, Incandescente, Fluorescente (Bianco caldo/Bianco freddo/Giorno Bianco/Luce del giorno), Flash, Temperatura del colore/Filtro del colore,
Personalizzazione Sensibilità ISO: Auto (125-6400, selezionabile con limite superiore/inferiore), 125/200/ 400/800/1600/3200/6400 (estendibile a ISO 80/100), Multi-Frame NR: auto (ISO 125-25600)
Formato di registrazione: JPEG, RAW (formato Sony ARW 2.3)
Filmato: 1920×1080 50p ca. 28 Mbps -AVCHD; 1920×1080 50i ca. 24 Mbps-AVCHD; 1920x 1080 50i ca. 17 Mbps-AVCHD; 1440×1080 30 fps, Fine circa 12 Mbps-MP4; 640×480 30 fps ca. 3 Mbps-VGA
Supporto di registrazione: Memory Stick Duo, Memory Stick Micro, SD, microSD
Flash: raggio d’azione del flash da circa 0,3 m a 17,1 m (W) (ISO auto);
Modalità: Auto /Con flash/Sincronizzazione lenta/Sincronizzazione posteriore/Senza flash
Connessioni: Micropresa HDMI; USB micro: (USB 2.0) Schermo LCD: TruBlack TFT da 7,5 cm e 1 228 800 pixel
Alimentazione: batteria ricaricabile NP-BX1, 3,6 V; alimentatore CA AC-UD10/ UD11, 5 V11 Consumo (in ripresa): 1,5 W
Temperatura d’uso: 0 °C a 40 °C
Dimensioni: 101,6 mm × 58,1 mm × 35,9 mm (L/A/P)
Peso: (inclusi batteria NP-BX1 e scheda): Circa 240 g
La pagella
ESTETICA 9/10
Design curato, al tempo stesso elegante e vagamente professionale. Rifiniture curate.
COSTRUZIONE 9/10
Adeguata alla situazione, anche se la carrozzeria – piuttosto leggera per contenere ingombro e peso – appare relativamente fragile nei confronti di piccoli urti et similia.
VERSATILITÀ 8/10
La RX100 costituisce un piccolo concentrato di versatilità. Se da un lato permette il semplice funzionamento full auto, dall’altro infatti offre infinite possibilità di regolazione che saranno sfruttate al meglio dal fotografo esperto.
PRESTAZIONI FOTO E VIDEO 9/10
Nulla da dire: rispetto all’ingombro, la resa è davvero eccellente, in particolare alle basse luci. Una compatta di classe davvero superiore
RAPPORTO QUALIT¡A/PREZZO 8/10
La RX100 è perfetta per spiegare la differenza fra gli aggettivi ‘costoso’ e ‘caro’. Si tratta infatti di una compatta sicuramente costosa, che però non è cara, viste versatilità e qualità costruttiva, e soprattutto la resa dell’immagine, al vertice del settore delle compatte e forse anche oltre.
PRO
✔ Rapporto prestazioni/ingombro
✔ Resa alle basse luci con rumore ridottissimo
✔ Corretta gestione di situazioni critiche di illuminazione (luce mista, grandi contrasti…)
✔ Versatilità di ripresa e d’uso
✔ Grandi possibilità di personalizzazione dei comandi
CONTRO
✔ Prezzo elevato
✔ Scarto notevole luminosità obiettivo fra wide e tele
✔ Necessità di ambientamento per studiare tutte le funzioni e metterle in opera, e rischio di involontaria impostazione
✔ Manuale d’istruzioni poco approfondito