Dodici tavole per accompagnare i mesi del 2025, valorizzando la bellezza estetica insieme all’emozione di un preciso momento: questo è il nuovo progetto dell’azienda giapponese, realizzato da un grande illustratore come Manuele Fior
Arte, bellezza, cinema: un’ottima idea per celebrare il nuovo anno, con un calendario che ci accompagni per 365 giorni nel nome di questa mirabile sintesi.
L’idea viene da Epson e passa per le mani sapienti di un artista come Manuele Fior – tra i più noti e apprezzati autori di fumetti e illustratori contemporanei – che per il marchio giapponese ha realizzato con la tempera dodici tavole che sono omaggio alla settima arte, immortalando i fotogrammi dei suoi film preferiti.
Fermo Immagine è il nome del calendario, che Epson ha provveduto a digitalizzare e stampare con i suoi sistemi professionali in 800 copie a edizione limitata, e questi sono i dodici cult, mese per mese:
La cicatrice interiore di Philippe Garrel, Colazione da Tiffany (Blake Edwards) in apertura di questo articolo, Rosemary’s Baby (Roman Polanski), Il Decameron (Pier Paolo Pasolini), Le due inglesi (François Truffaut), Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Elio Petri), Il disprezzo (Jean Luc Godard), Big Fish (Tim Burton), Picnic ad Hanging Rock (Peter Weir), Fiori d’equinozio (Yasujiro Ozu), Il deserto rosso (Michelangelo Antonioni) e infine, a dicembre, Intrigo internazionale, di Alfred Hitchcock.
Fotogrammi e inquadrature iconiche che saranno apprezzati da tutti gli amanti del cinema: “ho ricomposto tanti momenti di film che ho amato, sezionato, studiato negli anni – spiega l’autore – e li ho reinventati usando la tempera. Le immagini si sono mescolate ai pennelli e alla carta, sono state acquisite di nuovo da uno scanner, per poi ritornare sulla carta, questa volta grazie ai colori prodotti con una stampante digitale. È un processo di osmosi che rimescola le carte dei formati, i modi e le tecniche di lavorazione, per poter restituire, sotto la luce di una nuova forma, la meraviglia contenuta in questi fotogrammi indimenticabili”.
Non è stato certo facile per Fior, che – come avrete capito – è grande appassionato di cinema, scegliere i dodici film preferiti, ma due lo hanno particolarmente ispirato: Picnic ad Hanging Rock e Fiori d’equinozio.
“Il primo – racconta Fior – è un capolavoro di contemplazione cinematografica, in cui alcuni primi piani o certi paesaggi rallentano la fruizione altrimenti repentina delle immagini per immergersi in un visionario quasi pittorico, statico. Non a caso il film rimanda direttamente, nei dialoghi dei personaggi, a riferimenti botticelliani o pre-raffaelliti. L’enigma irrisolto della storia fa sì che questa continui a galleggiare nella mente, assumendo una dimensione metafisica, incentrata sul mistero della natura selvaggia e della bellezza come forza di attrazione universale”.
Il film di Ozu, invece, è “classico e raffinato nel suo intreccio, si articola in una fotografia precisa al millimetro, come sempre nel suo cinema. L’architettura solidissima delle inquadrature, l’uso magnetico della prospettiva centrale, qui si tingono per la prima volta dei colori sobri e allo stesso modo sbalorditivi di Ozu, che sembra posseduto dallo spirito di Giorgio Morandi. Attraverso le composizioni silenziose, strisciano a piedi scalzi i suoi personaggi: eleganti, luminosi, bellissimi”.
Il progetto del Calendario Epson nasce nel 2000 con l’intento di dimostrare l’alta qualità delle stampanti fotografiche prodotte dall’azienda giapponese: firmato per 20 anni da grandi maestri della fotografia italiana, è diventato nel tempo un vero e proprio oggetto artigianale da collezione.
Con l’edizione 2021 è stato poi inaugurato un nuovo filone dedicato all’illustrazione su carta fine art, che ha visto in campo, prima di Manuele Fior, altri importanti illustratori come Gianluca Folì, Marco Goran Romano, Elisa Macellari, Anna ed Elena Balbusso.
“Con Fermo Immagine – afferma Alberto Raviolo, Country Manager di Epson Italia – celebriamo il cinema in momenti unici di bellezza, scelti e creati da Manuele Fior. È un percorso di linguaggi che si fondono sino a diventare stampe che, grazie ai sistemi professionali Epson, ci restituiscono ancora la meraviglia dell’opera cinematografica”
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