“Ad ogni epoca la sua arte, ad ogni arte la sua libertà”, recita il motto della Secessione Viennese bene in vista sul magnifico Palazzo della Secessione di Vienna, realizzato alla fine dell’800 da Joseph M. Olbrich… E se questo concetto è ancora attuale, oggi si devono prendere in considerazione nuove forme espressive, ad iniziare dalle immagini e dai video“verticali”catturati con uno smartphone. Forse…
Per iniziare, mi scuso per il titolo in tedesco: non è mai buona norma scrivere qualcosa che può non essere di immediata comprensione, e dunque complicare la lettura, ma per una volta ho pensato ad una licenza poetica perché il motto è passato alla storia così, in lingua originale.
Abbiamo voluto ricordare queste parole, diventate sinonimo della Secessione Viennese, per introdurre un tema del quale non si parla molto, dato che tutto o quasi quello che riguarda la “vita moderna”viene genericamente inglobato nel concetto “lavitaoggièdeterminatadausiecostumilegatidallosmartphonechesisubisconoenonsimettonoindiscussione”
Lasciamo da parte in questa occasione i temi legati alle cybertruffe, al cyberbullismo, alle fake news eccetera, e concentriamoci solamente sul concetto di ripresa di immagine (fotografia tradizionale e in movimento, ovvero video, tv, cinema).
Un’immagine non”verticale” non è una novità dei nostri giorni, ma uno dei due modi più comuni di effettuare un’inquadratura fin dal tempo dei tempi della cattura di immagini. Si tratta di una scelta stilistica, in effetti, considerando che la visione umana offre una campo visivo orizzontale. Un campo visivo di certo naturalmente in prevalenza centrale, ma esteso anche verso la “periferia”, almeno nei soggetti senza difetti alla vista.
L’idea del campo largo è stata alla base, ad esempio, dello sviluppo del cinema panoramico, che negli anni ‘60 da un formato quasi quadrato si è poi evoluto in uno rettangolare spinto.
Poi (cioè a partire dal 2007, dall’introduzione dell’iPhone) è arrivato lo smartphone come lo intendiamo oggi, e naturalmente tutto è cambiato. Per limitarci alla ripresa delle immagini, fisse o in movimento, probabilmente per motivi di praticità di impugnatura tutti hanno iniziato a fotografare e riprendere in verticale.
Nulla di male se si tratta di una scelta stilistica precisa, ma in realtà tale modalità è utilizzata sempre e comunque, che si tratti di una festa in famiglia o di un evento carpito in diretta, poi magari ripreso dalle emittenti televisive e trasmesso con quelle orrende bande laterali a sinistra e destra con l’immagine sfocata, per riempire lo schermo.
La fotografia che pubblichiamo qui sopra è una delle immagini stampa ufficiali di una nota ed apprezzata azienda giapponese, che, coincidenza o no, fra i tanti “plus” obiettivamente disponibili della macchina presentata, cita anche il “supporto del formato verticale”… non è il caso di gettare la croce su questa azienda, dato che il “supporto del formato verticale”, né più né meno, è quello che dichiarano tantissime aziende concorrenti per i propri prodotti, che si tratti di fotocamere, videocamere o addirittura macchine da presa…
Va tutto bene, naturalmente… accettando in pieno il concetto che abbiamo espresso nel titolo di queste note, ovvero (repetita iuvant) “Der Zeit ihre Kunst/der Kunst ihre Freiheit“, Ad ogni epoca la sua arte, ad ogni arte la sua libertà. Possiamo trasferirlo ai giorni nostri e al tema affrontato segnalando che l’epoca attuale prevede un’arte visiva che contempla le immagini verticali, e che tale arte deve manifestarsi liberamente… Così sia, dunque!
Per quello che mi riguarda, peraltro, continuerò a scattare foto – con la fotocamera: non possiedo nemmeno uno smartphone – orizzontali o verticali semplicemente in funzione di quello che desidero catturare.
Il video? La ripresa verticale non è un’opzione prevista… (Stefano Belli)
Il motto sul Palazzo della Secessione a Vienna nell’immagine in apertura è parzialmente coperto da un’estemporanea presenza di “baffi” © Stefano Belli