Senigallia Città della Fotografia presenta la mostra personale del fotografo Roger Ballen, The Place of the Upside Down a cura di Massimo Minini, nella doppia sede di Palazzo del Duca e Palazzetto Baviera, promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Senigallia, in collaborazione con la Galleria Massimo Minini e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
La mostra è prodotta dal Comune di Senigallia nell’ambito di “Senigallia Città della Fotografia” progetto che si distingue per la realizzazione di eventi espositivi originali di alto livello dedicati all’arte fotografica. La mostra di Roger Ballen sarà l’unica quest’anno in Italia in un museo pubblico oltre alla sua partecipazione alla LIX Biennale di Venezia dove rappresenterà il Sud Africa nel padiglione proprio nazionale.
La mostra di Senigallia presenta a Palazzo del Duca un nucleo di opere provenienti dalla collezione di Massimo Minini, uno tra i galleristi italiani che più rappresenta l’Italia nel mondo: sono esposti oltre sessanta scatti in bianco e nero che attraversano tutta la carriera di Ballen, appartenenti alle sue serie più famose come Outland (2000), Shadow Chamber (2005), Boarding House (2009) e Asylum of the Birds (2014). A Palazzetto Baviera invece è esposta una selezione di 12 scatti a colori, assolutamente inedita in Italia e proveniente dalla collezione personale dell’artista, che segna una nuova fase di sperimentazione tecnica nella sua poetica.
Roger Ballen è uno dei fotografi più originali e influenti tra XX e XXI secolo, nato a New York, attivo da oltre quarant’anni in Sud Africa, sua patria d’elezione. Le sue opere sono stranianti ed estreme, a tratti assurde e oniriche; ritraggono luoghi e situazioni inverosimili eppure perfettamente reali, proprio come avviene quando si sogna. Sono lavori che indagano la condizione umana e le profondità del subconscio, invitando lo spettatore a porsi delle domande su quello che si sta guardando e di riflesso a porsi delle domande anche su sé stesso. Le immagini create da Ballen si caratterizzano per uno stile visivo perfettamente riconoscibile tanto che è stato coniato un neologismo, ballenesque, per definire un’atmosfera misteriosa, caotica, a volte oscura come quella che si ritrova nelle sue opere. Negli anni lo stile dell’artista si è evoluto alla ricerca di nuove possibilità creative e ha sperimentato linguaggi visivi ampi dove la fotografia interagisce con il disegno, la pittura, il collage e la scultura dando vita a una nuova estetica ibrida che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Negli ultimi anni Ballen si è approcciato per la prima volta alla fotografia a colori dopo aver scattato esclusivamente in bianco e nero per più di cinquant’anni, e la mostra di Senigallia, con la sezione di Palazzetto Baviera, rappresenta un’occasione unica per il pubblico italiano di ammirare queste opere dal vivo.
“Avere Roger Ballen a Senigallia nell’anno in cui rappresenta il Sudafrica alla LIX Biennale di Venezia è un elemento di prestigio che ancora una volta conferma il valore di Senigallia Città della Fotografia nel panorama artistico nazionale.” – afferma il Sindaco della città Massimo Olivetti – “Siamo quindi onorati di ospitare la mostra nelle prestigiose sale di Palazzo del Duca e Palazzetto Baviera che negli ultimi anni hanno accolto opere di fotografi fondamentali nella scena artistica internazionale con produzioni sempre originali e votate alla ricerca ed alla diffusione della cultura fotografica.”
“Le Marche accolgono un nome illustre. Siamo orgogliosi di poter ospitare Roger Ballen nella nostra regione: affascinante, unico nel suo genere, uno degli artisti della fotografia più influenti e importanti del ventunesimo secolo. Crediamo nella forza della cultura, crediamo nella forza dell’arte. Il contributo della Regione alla mostra di Ballen va proprio in questa direzione. L’evento darà vigore alla visibilità del nostro territorio oltre i confini e contribuirà in maniera concreta alla promozione delle nostre Marche nel mondo”, dichiara l’assessore regionale alla Cultura, Giorgia Latini.
In apertura Peeping, 1998 ©Roger Ballen