Sul web si è parlato tanto del surriscaldamento sviluppato dalla Canon EOS R5 in registrazione video. Noi abbiamo effettuato diversi test, e…
In prova sul numero 139 di Tutto Digitale, in edicola in questi giorni, la mirrorless Canon EOS R5 – e non solo per la sua capacità di registrare video 8K – è certamente una delle macchine del momento.
A proposito di video, c’è da segnalare un aspetto molto discusso dopo la diffusione, da parte di Canon, delle tabelle sulla durata massima delle registrazioni video. Il produttore ha infatti imposto dei limiti per proteggere macchina e utente dal surriscaldamento.
Sul web è comparso di tutto, con fantomatici santoni ad accusare la casa giapponese di incompetenza o raggiro. Ci dissociamo completamente da questa visione. Da quando le fotocamere permettono di girare video, abbiamo riscontrato l’eventualità che molti modelli potessero andare in blocco durante le registrazioni, e nessuno dei produttori lo ha mai fatto presente. Una situazione riscontrata anche su alcuni modelli recenti, registrando pochi minuti di video in 4K a 25 fps.
Canon, con molta chiarezza e onestà, ha rilasciato una tabella dove indica i tempi massimi di registrazione nei formati di maggior qualità, e il tempo necessario al raffreddamento per poter effettuare una nuova registrazione.
I formati soggetti al fenomeno sono ovviamente l’8K sia RAW che MOV, 20 minuti, il 4K a 100/120p, 15 minuti, il 4K a 50/60p, 35 minuti, il 4K HQ a 24/35/30p, 30 minuti, il 4K HQ croppato a 50/60p, 25 minuti. Tempi assolutamente ragionevoli: gli aspetti che hanno irritato alcuni utenti, però, sono il tempo necessario alla successiva ripresa e il fatto che il blocco non è determinato solo dalla temperatura della camera, ma anche da un timer (che peraltro alcuni hanno imparato ad ingannare, spegnendo brutalmente la camera, eludendo il piccolo interruttore nel vano batteria e estraendo poi la batteria stessa senza spegnere l’R5).
Scalda davvero tanto?
La R5 è prima di tutto una fotocamera che, come abbiamo visto, non scende a compromessi di alcun genere. L’aggiunta di un sistema di raffreddamento attivo, con una ventola insomma, avrebbe reso problematica se non impossibile la tropicalizzazione. Canon ha lavorato tantissimo su quest’ultimo aspetto e nella parte inferiore la R5 è dotata di tre stadi di guarnizioni, che impediscono qualsiasi passaggio d’aria. Lo scambio termico è quindi affidato unicamente al guscio esterno.
Abbiamo provato la R5 sia con il firmware 1.0 che con l’1.1.1, introdotto per migliorare questo aspetto e durante le nostre sessioni di shooting non abbiamo mai raggiunto il blocco, neppure nel caldissimo Agosto 2020: in alcuni frangenti abbiamo girato anche con 41°C. Non siamo riusciti neppure a bloccare la camera volontariamente.
Ci siamo messi a registrare video 8K in continuazione, arrivando più volte a riempire la scheda e riformattarla. Alla fine ci è apparso il segnale di allarme temperatura, ma la camera ci consentiva comunque di registrare clip 8K da 2 minuti. Alla fine di questo tempo, la R5 ci permetteva di registrare per altri 2 minuti, e così via. Ci siamo fermati solo quando la batteria si è scaricata completamente.
Dopo aver tolto batteria e scheda di memoria, sono poi bastati circa 15 minuti di riposo a 25°C per far scomparire il messaggio e ripristinare la registrazione completa.
Le modalità interessate dalla protezione da surriscaldamento sono essenzialmente l’8K, il 4K HQ e il 4K a 100/120p. Parliamo di tutte situazioni dove il bitrate elevatissimo non permette, almeno con i costi attuali degli storage, di registrare un saggio di danza o un matrimonio. Per la realizzazione di uno spot, un videoclip musicale, e tante altre applicazioni, probabilmente il surriscaldamento non rappresenterà mai un problema. Nel manuale d’uso è riportata la possibilità di segnalazione della temperatura elevata anche in ambito fotografico, e lo stesso suggerisce di non impostare valori di ISO molto alti. Noi non siamo mai riusciti a riscaldare la macchina così tanto da ricevere questo messaggio.
Insomma, a nostro avviso non sono necessari i vari accessori per il raffreddamento forzato proposti da alcune aziende specializzate…anche se sono, è davvero il caso di dire, molto ‘cool’… (quello nella foto in alto è realizzato dalla Tilta).
Sul numero di Tutto Digitale (disponibile in edicola, o in edizione elettronica) come accennato, questo e tutti gli altri aspetti costruttivi e prestazionali della macchina analizzati in dettaglio.