“Wim Wenders – sceneggiatore, attore, montatore, regista e produttore tedesco ben noto per tante sue opere – è un cineasta che occupa un posto a se stante nella Storia del Cinema, per la quantità di film di qualità realizzati (testimoniata da tantissimi premi) ed anche per la sua ecletticità, la sua capacità di raccontare storie di ogni genere, realizzate per la tv o più spesso nella forma del corto e del lungometraggio, oltre che del documentario”.
Se siete lettori abituali di Tutto Digitale, probabilmente vi sembrerà di aver già letto queste parole: in effetti, costituiscono l’inizio della recensione di Perfect Days pubblicata sul numero 163 di Tutto Digitale. Perdonate l’autocopiatura, ma crediamo che mai come in questo caso valga la regola del repetita iuvant per definire la vita, le opere e soprattutto l’anima di un personaggio, di un artista a tutto tondo, come Wim Wenders. Se preferite una sintesi estrema, non ci viene in mente niente di meglio di “unico”.
E, a proposito di unicità, caso appunto più unico che raro – come del resto è il regista, ed anche ogni sua opera – a Cannes 2023 oltre che per il film Perfect Days, Wenders è stato presente anche con il documentario Anselm, selezionato per il Festival.
Per inciso, Perfect Days era in concorso per la Palma d’Oro, e, in quell’occasione, ha ottenuto un’ottima accoglienza e qualche riconoscimento, al quale sono seguiti poi la nomination all’Oscar e ad altri premi internazionali).
Torniamo al documentario (in lingua originale Anselm – Das Rauschen der Zeit Anselm – la corsa del tempo), che ha avuto la sua prima mondiale quindi a Cannes, il 17 maggio 2023.
C’è da ricordare, del resto, fiction e documentario nelle opere di Wenders vanno sempre a braccetto, tanto che a volte è difficile – senza vedere interamente il film ma solo alcuni momenti – capire a quale genere appartenga un’opera. Lo stesso Perfect Days era nato come documentario sui generis, ma in corso d’opera si è trasformato in un’opera narrativa.
Anselm, invece, racconto appassionato del percorso di vita ed arte del pittore e scultore tedesco Anselm Kiefer, è un documentario vero e proprio, anche se il tocco di Wenders lo rende un po’ diverso. Kiefer è un personaggio discusso, con un passato che lo ha visto protagonista anche nel mondo della politica, che in ogni caso è comunque ritenuto universalmente uno dei più importanti ed influenti artisti tra XX e XXI secolo.
Anselm, inevitabilmente, non ha il brio e la spettacolarità di altri documentari di Wenders, come ad esempio Tokyo-Ga (1985), oppure i musicali Buena Vista Social Club (1999) e Pina (2011, girato in 3D), e nemmeno la cura puntigliosa della ricerca dei fatti, della cronaca, apprezzata ad esempio ne I fratelli Skladanowsky (1995), ma si lascia guardare con interesse, anche perché fornisce in qualche modo una visione dell’arte moderna che forse non si immagina.
ll film è stato girato in 3D (una delle passioni confessate del regista) e 6K, e, se la tridimensionalità non è stata trasferita in home video, dall’originale sono stati comunque ricavati un classico BD e un secondo disco 4K Ultra HD che aiuta a scoprire meglio i dettagli dei “quadri” creati da Kiefer.
Resa audio corretta, del tutto funzionale all’accompagnamento delle immagini, e purtroppo extra limitati al solo, classico trailer.
Anselm
Documentario – Lucky Red
di Wim Wenders;
con Anselm Kiefer, Daniel Kiefer,Anton Wenders ;
2023; 94’; DTS HD MA 5.1 (italiano, tedesco);
sottotitoli italiano, italiano NU; 1,50:1
Film: 8/10
Wow: 6/10
Tecnica: 8/10
Extra: 6/10
Overall: 7,5/10