Grazie alla collaborazione di Sony Italia, abbiamo avuto a disposizione prima della presentazione ufficiale un esemplare della nuova ammiraglia della casa giapponese, la A1 Mark II. Ecco il test in anteprima, in concomitanza con il lancio ufficiale sul mercato; sul prossimo numero 165 di Tutto Digitale troverete altri approfondimenti e ulteriori test, mentre sul nostro canale YouTube c’è una completa prova video
di Paolo Castellano
Come accennato, grazie alla collaborazione di Sony Italia abbiamo ricevuto una fiammante A1 Mark II prima del lancio ufficiale, accompagnata da due obiettivi top class degni di cotanta macchina, gli zoom 24-70mm e 70-200mm F2.8, anch’essi di seconda edizione.
A1, la base di partenza…
Non stiamo qui a raccontare in dettaglio la storia delle mirrorless della serie Alpha (la trovate, insieme ad altro, sul prossimo numero 165 di Tutto Digitale), ma corriamo subito ad analizzare la nuova nata.
Prima di passare delle innovazioni, vediamo quali sono le caratteristiche principali invariate tra la prima e la seconda versione. Cominciamo dal sensore, che resta l’eccellente, veloce Exmor RS full frame da 36x24mm, ad alta risoluzione (50,1 MP). La velocità viene garantita dalla tecnologia a strati con cui è stata realizzata questa unità fotosensibile.
Nonostante gli sviluppi che vedremo in seguito, il processore principale resta il noto e potente Bionz XR, che aveva già permesso di implementare funzioni avanzate di AI, nonché il supporto di elevati frame rate di registrazione video e codec 4:2:0 a 10 bit.
Il sistema autofocus non ha cambiato nome né specifiche: continua ad essere l’AF Real Time, sempre con 759 punti a rilevamento di fase, e la raffica di scatto mantiene il notevole valore di 30fps alla massima risoluzione, sempre senza blackout tra uno scatto e l’altro.
La sensibilità nativa resta confermata fino a 32.000 ISO, così come ritroviamo la capacità di utilizzare il pixel shift (che permette di superare i limiti dello schema Bayer dei sensori mono CMOS) per ottenere scatti da 200MP con informazioni cromatiche RGB complete per ogni pixel.
Ancora, ritroviamo i due slot polivalenti SD/CFexpress Type A, che garantiscono la massima flessibilità per la memorizzazione, ed anche il monitor multi angle con articolazione su 4 assi e il super EVF king size da 0,64” e oltre 9 milioni di punti di risoluzione. Invariata anche la notevole capacità di effettuare il flash sync fino a 1/500s in APS-C e 1/400s in full frame.
Le modalità video sono sempre al vertice: in 8K si arriva fino a 30fps, mentre ci si può spingere fino a 120 e 240 fps rispettivamente in 4K e Full HD; non manca una modalità Super35 da 5,8K.
Da segnalare infine l’alta efficienza energetica ed il proverbiale dissipatore interno a sigma, che garantiscono – secondo Sony – un’elevata affidabilità in ogni condizione ed ambiente d’uso, nonché consumi ridotti e grande autonomia.
… per ulteriori miglioramenti
Insomma, con un bagaglio tecnico così avanzato, sarebbe lecito chiedersi dove Sony poteva migliorare ancora la A1. Le novità infatti non sono tantissime, ma alcune sono decisamente interessanti. Cominciamo forse dalla più importante, ovvero l’introduzione di un processore AI dedicato che va ad integrarsi al Bionz XR, per ottenere una potenza di elaborazione elevatissima e rafforzare uno dei comparti in cui la A1 era già al top, ovvero l’autofocus Real Time predittivo. Modifiche ed ottimizzazioni permettono, sempre secondo Sony, di migliorare la qualità dell’immagine a guadagni medi ed alti.
Lo stabilizzatore ha ricevuto una grossa spinta, passando da 5,5 a 8,5 stop di guadagno massimo: un bel salto, indubbiamente. Nuove sono anche le funzioni per la composizione dei RAW e per la pre-cattura, e sono state migliorate le prestazioni nello scatto continuo, in termini di profondità di buffer.
Secondo Sony è stata migliorata anche l’ergonomia con modifiche al grip ed ai pulsanti, mentre la praticità d’utilizzo è stata accresciuta con l’adozione, nella dotazione di serie, del nuovo caricabatterie rapido con doppio slot BC-ZD1 (che permette di ricaricare due batterie della serie Z dallo 0 al 100%, in soli 155 minuti).
Da segnalare poi l’aggiunta di un microfono posteriore dedicato alle note vocali, lo stesso add-on che Sony aveva messo sulla A9II (cosa utilissima per guadagnare velocità e poter passare subito agli scatti successivi), e la nuova connettività di rete, che può contare su una porta da 2,5GbE. Una soluzione essenziale per vincere la competizione con gli altri fotografi sul campo, visto che nei grandi eventi trionfa professionalmente non solo chi fa le foto migliori, ma anche chi riesce ad inviarle prime alle agenzie.
Quanto incidono nell’uso queste modifiche e novità? Quando le differenze non sono abbastanza marcate, per avere la massima obiettività, bisognerebbe effettuare dei test paralleli, nello stesso giorno, passando da un modello all’altro.
La A1 ci era già sembrata a punto in ogni area e ci siamo chiesti se saremmo stati in grado di rilevare delle differenze tra le due edizioni, avendo tra le mani solo la seconda. In particolare i nostri ricordi sul sistema autofocus ci preoccupavano: come è possibile che siano riusciti a migliorare la situazione? Tuttavia, l’adozione dell’unità AI ci ha fatto cambiare subito idea. Al pari della A6700, la prima macchina ad introdurre tale coprocessore, la A1 II è in grado di riconoscere un numero maggiore di soggetti e con una maggiore accuratezza, e questo potrebbe essere solo il preludio. Le nuove potenzialità hardware potrebbero supportare degli sviluppi software che oggi neppure siamo in grado di immaginare.
Senza pensare al domani, già oggi comunque il sistema AF Real Time della A1 II è stato in grado di rispondere ad ogni nostra richiesta. Per i videomaker, la gestione dei piani focali è ottimale, e si riesce a trovare sempre la velocità giusta per le proprie esigenze. Il sistema si sposta da un piano all’altro con la giusta progressività e precisione, ed anche con le ottiche fotografiche non fa rimpiangere un focus puller di Hollywood. Tra l’altro troviamo anche qui la compensazione per la respirazione degli obiettivi, che era apparsa per la prima volta sulla A7IV, ovvero dopo la nostra prova della prima A1.
IBIS star & High ISO
Nella stabilizzazione il miglioramento è ancora più evidente. Il dato dichiarato parla di 8,5 stop di guadagno nelle aree centrali e 7 in quelle periferiche, quindi un grosso passo in avanti rispetto ai “vecchi” e generici 5,5. Tre stop di differenza costituiscono una differenza abissale. Lo stabilizzatore è determinante quando si usano obiettivi lunghi e quindi abbiamo concentrato i nostri test con il teleobiettivo, e forse per questo motivo non abbiamo riscontrato differenze tra centro e zone laterali. Per ottenere l’inquadratura desiderata, abbiamo utilizzato lo zoom 70-200mm F2.8, con focale su 114mm. Con lBIS ed OIS abilitati, stabilizzatore di sensore ed obiettivo, abbiamo registrato un guadagno tra gli 8 e i 9 stop, quindi assolutamente in linea con il dato dichiarato. Per la regola dei tempi, avremmo dovuto ottenere scatti perfetti solo da 1/228s in su, invece li abbiamo acquisiti, senza scarti, ad un secondo!
A due secondi invece i risultati – che avrebbero sancito 9 stop di guadagno – sono stati molto buoni, ma non perfetti: ci sono tracce di micro mosso, visibili ingrandendo le immagini. Per avere delle immagini obiettivamente da scartare, bisogna andare oltre i 3 secondi, dove servirebbe un guadagno di 10 stop!
In ogni caso la differenza sugli scatti e sui filmati, con IBIS disattivato, è enorme. In video 4K è possibile attivare anche una stabilizzazione elettronica attiva, che oltre a tagliare leggermente l’immagine per stabilizzarla, salva in un file tutte le informazioni registrate dai sensori di movimento della camera: in tal modo è possibile effettuare in post produzione, con un software dedicato di Sony, un’ulteriore miglioramento della riduzione di vibrazioni e mosso.
Un’altro dei miglioramenti segnalato da Sony riguarda il rendimento ad ISO medio alti. Qui di nuovo però risulta molto difficile fare delle valutazioni obiettive, visto che già la A1 era stata un’ottima performer. A dispetto dell’elevata risoluzione e della dimensione contenuta dei fotositi, la luminosità ed il rendimento a guadagni medi ed alti risultano essere di ottimo livello. Anche se non possiamo quantificare esattamente le differenze, le nostre impressioni ed i nostri test hanno fornito un risultato se non identico, assimilabile. In camera non sono presenti delle impostazioni per modificare, in maniera determinante, il comportamento della noise reduction, e bisogna quindi affidarsi al setup fatto dagli ingegneri Sony, che per non compromettere il dettaglio e la gamma dinamica, hanno giustamente scelto di lasciare un leggero rumore di fondo. Esattamente come tre anni fa abbiamo trovato però che quest’ultimo è cromaticamente neutro. Non essendoci falsi colori, non è fastidioso, sulle riprese sembra più la grana della pellicola che un difetto: tra l’altro i sistemi di riduzione avanzata, come l’NR di DaVinci Resolve, riescono ad eliminarlo senza andare a compromettere definizione, gamma dinamica e tutti i dettagli che l’Exmor RS riesce a cogliere.
Dinamica & definizione
Ricordiamo che, secondo Sony, il suddetto sensore è accreditato di ben 15 stop di gamma dinamica, valore che difficilmente trova riscontro in ambito fotografico. La qualità visiva delle immagini è pertanto da vera ammiraglia, non si può non restare affascinati da come, il sistema sensore-processore, la macchina riesca a catturare la luce che un’ottica di livello superiore riesce a far filtrare. Sulle pagine della rivista non riuscirete a vedere come appaiono gli scatti e le immagini a pieno schermo su un display 4K; per questo motivo vi invitiamo a guardare sul nostro canale Youtube il video 8K che accompagnerà questo test: crediamo che resterete impressionati positivamente.
Anche se probabilmente il primo mercato della A1 II sarà quello fotografico, non ci stupiremmo di trovare uno o più corpi nel corredo di un videomaker. Attualmente l’A1 II rappresenta infatti il massimo della tecnologia Sony applicata ad una fotocamera, anche in ambito video. Si tratta di una macchina in grado di girare in 8K fino a 30fps, in 4K fino a 120fps, e fino a 240fps in Full HD, sfruttando tutte le caratteristiche dell’AF e registrando anche l’audio in buona parte dei formati ad alto frame rate.
Nei test video approfonditi abbiamo ritrovato un comportamento simile a quello della Mark I, e quindi un resa in 8K eccellente, impressionante per qualità e definizione. Il tutto, grazie anche al supporto di un codec adeguato, 4:2:0 da 400Mbps o 4.2:2 a 500Mbps: solo un’analisi strumentale o un ingrandimento profondo riescono a mostrare la presenza di qualche minimo artefatto, sotto forma di falsi colori, ma esclusivamente sui pattern più impegnativi. La qualità è tale che si riesce ad ingrandire del 400% ed avere comunque immagini invidiabili.
Come sulla A1 Mark I, i formati 4K a pieno sensore non sono altrettanto eccellenti: grandi ingrandimenti portano alla luce degli artefatti, sempre piccoli, ma molto più significativi di quelli dell’8K, che possono manifestarsi come moiré su immagini ricche di tanti dettagli minuti: si tratta di artefatti per lo più non visibili sul singolo fotogramma senza effettuare ingrandimenti, ma che possono generare un piccolissimo formicolio sulle immagini in movimento, che viene notato solo da occhi esperti e critici. Ciò è probabilmente dovuto alla grande qualità e definizione delle immagini e dal sistema con cui viene effettuata la lettura della scena, con pixel binning, line skipping o qualcosa di simile.
Per riprese perfette in 4K a 50/60fps, la A1 II può contare di nuovo sulla modalità 4K Super35. Quest’ultima, nonostante il crop di 1,5x, grazie ai 50MP di partenza, fornisce comunque una risoluzione molto elevata, 5,8K circa, che viene riscalata in maniera diversa, probabilmente per interpolazione, e che non genera moiré, proprio come l’8K.
A proposito di velocità
In Full HD si gira senza fattori di crop fino a 100/120fps, mentre a 200/240fps viene aggiunto un 1,24x. In entrambi i casi, la riscalatura ha il classico effetto collaterale del moiré, ma, anche in questo caso, non c’è produzione di falsi colori: di conseguenza le immagini, salvo su pattern particolarmente impegnativi, appaiono di ottima qualità, e possono essere sfruttate per slowmotion particolarmente suggestivi. Curiosamente nella modalità S&Q – slow and quick, necessaria per raggiungere i vertici velocistici – si è un po’ limitati sui bitrate massimi: ci sarebbe piaciuto insomma di disporre di un po’ di libertà in più. I 100/120fps raggiungibili in 4K sono ovviamente ancora più appaganti come aspetto, ed hanno una qualità complessiva analoga al 4K da 24 a 60fps. Avendo il supporto di audio ed autofocus, si potrebbe per assurdo girare sempre a frame rate elevato, per poi scartare il surplus di frame girati. In realtà l’unica differenza sensibile è che in 4K a 100/120fps, viene aggiunto un leggero fattore di crop, circa 1,1x.
Una delle caratteristiche principali del sensore Exmor RS della A1 II è il suo read out, ovvero la velocità con cui riesce a campionare la scena: in qualsiasi modalità, sia video che fotografica, risulta sempre elevata e quindi i classici difetti dovuti al rolling shutter sono molto ridotti. In fotografia si può contare su un eccellente otturatore meccanico, silenziosissimo ed attivo fino a 1/8000s, mentre l’elettronico permette di spingersi fino a 1/32000s. In video come sappiamo siamo obbligati a ricorrere all’elettronico, che permette di raggiungere 1/8000s, per congelare anche i movimenti più rapidi e per ridurre al massimo la luce, pure in assenza di un filtro ND. In 8K, il contesto più impegnativo, visto che il sensore non scende a nessun compromesso per estromettere informazioni, la rapidità è comunque molto buona e le deformazioni indotte da movimenti rapide di camera o soggetti, nonché le esposizioni parziali, risultano contenute. Le modalità di lettura di 4K full frame e full HD, in cui il sensore evidentemente scarta delle informazioni, generano risultati ancora migliori, non molto lontani dal global shutter.
Codec & more
L’A1 II ritrova la gamma dei migliori codec di Sony, che contemplano tutte le opzioni che si possano desiderare. Campionamenti 4:2:2 e 4:2:0, ad 8 o 10 bit, long gop o intra, H264 o HEVC/H265, con un’infinità di combinazioni, che consentono all’utente di generare file con le caratteristiche richieste da ogni tipo di lavoro, per privilegiare quindi la qualità, la riduzione dello spazio e la leggerezza in post produzione. La macchina è poi in grado di registrare simultaneamente sia file a risoluzione e qualità massima che dei proxy molto leggeri, ma anche, volendo molto qualitativi, dei full HD con codifica HEVC a 16Mbps.
I profili colore sono altrettanto numerosi, visto che quelli base sono ben 11, e se ne possono creare altri personalizzati. Troviamo i classici S-Log2 e 3, ma anche un ottimo HLG e l’ormai noto S-Cinetone ripreso dalle Venice: un profilo già pronto, ma che riesce a garantire una buona gamma dinamica, quasi quanto un log, ed ottimizzato per fornire una resa ottimale sull’incarnato e volti, limitando la manifestazione dei piccoli difetti della pelle senza andare ad inficiare il dettaglio generale della scena.
In-camera ci sono già delle LUT per la correzione del preview, ed è possibile caricarne delle altre. Anche se non abbiamo alcun dato tecnico per confermarlo, crediamo che, al pari della A1, sarà possibile anche registrare in video RAW su registratore esterno, tramite HDMI. La A1 supporta varie modalità, tra cui un HDMI RAW 4.3K Metadata Uncropped (1.77:1) 4332 x 2446 fino a 60fps. Non mancano ovviamente né la focus map, che mostra sul preview le aree a fuoco e fuori fuoco, né la già citata compensazione del focus breathing, sugli obiettivi Sony.
Nei test recenti abbiamo visto che è moda abbastanza diffusa proporre modalità di ripresa open gate, per sfruttare anche in modalità video tutta l’altezza del fotogramma: al momento sembra che Sony non sia interessata a supportare questa caratteristica e non l’abbiamo trovata quindi neppure sulla A1 II. Avere più superficie sensibile è sempre un vantaggio per sfruttare al massimo gli obiettivi anamorfici, ed è un vantaggio anche per le riprese innaturali verticali, che – ahinoi – sono sempre più richieste. Se fosse sfruttabile sulla A1 II, con l’open gate si potrebbero ottenere video con risoluzione verticale di 5760 pixel, ma anche così, girando in 8K 16:9, la risoluzione verticale di 4320 pixel supera comunque il 4K. Si possono ottenere quindi filmati 4K verticali senza la scomodità e le limitazioni di registrare con la macchina ruotata di 90°.
E il suono?
Lo diciamo spesso, una buona registrazione video e cinematografica ha bisogno anche di un’altrettanto buona registrazione audio. La A1 II ha tutti gli strumenti che possono servire, con un ottimo sistema microfonico integrato, ingresso e uscita mini jack sul corpo, ma soprattutto delle opzioni ultra professionali. La fotocamera può essere espansa ed integrata grazie alle funzionalità offerte dalla slitta hot shoe, che può ospitare ed alimentare, senza cavi, vari dispositivi: pensiamo ai microfoni digitali multicapsula, come i Sony ECM-B1M o ECM-M1, alle interfacce per ingressi XLR, dotate di tutte le funzioni di alimentazione, regolazione e routing delle videocamere, ed infine pensiamo anche all’integrazione con i ricevitori wireless di Sony, che migliorano ergonomia, qualità sonora ed affidabilità, collegandosi senza cavi e senza batterie, sfruttando i contatti elettrici della slitta. Come sugli altri modelli professionali di Sony, è supportata la registrazione audio a 4 canali, caratteristica molto importante.
Il test del termometro
Negli ultimi anni le nostre prove si sono arricchite di nuovi test. Oltre alla durata della batteria, le fotocamere video oriented vengono messe alla prova anche nella loro capacità di resistere al riscaldamento, durante sessioni serrate di registrazioni. In 8K 4:2:2 a 10 bit, con registrazione H265, la macchina è stata esposta al carico massimo: l’abbiamo infatti utilizzata in condizioni semi estive, con sole e temperature tra i 25 e 28°C. La A1 II in un’occasione ha mostrato l’icona del termometro che ci avvisava che stavamo per raggiungere il limite massimo di temperatura standard. Una volta impostato il limite su alto, il messaggio è scomparso ed abbiamo potuto completare tutte le registrazioni senza avvisi o limiti di sorta. Il consumo elettrico, nonostante il surplus di hardware montato a bordo, inclusa l’unità AI, è rimasto sempre contenuto, e grazie alla capace batteria della serie Z, da oltre 16Wh – la stessa delle altre A7/A9/A1 presentate negli ultimi sette anni – l’autonomia è risultata sempre ottimale: con una sola carica si riescono a completare più sessioni di shooting. La ricarica e l’alimentazione tramite USB-C aiutano, ed è disponibile anche la finta batteria originale Sony, nonché un battery grip professionale, che ospita due accumulatori. Il nuovo caricabatterie doppio fornito in dotazione è un valido alleato, ma va affiancato con un alimentatore USB-C PD in grado di erogare corrente a 15V-2A; quelli dei cellulari comuni non bastano, le spie lampeggiano e non parte la ricarica (noi abbiamo utilizzato l’unità di un notebook aggiornato).
In definitiva, la definitiva?
Purtroppo per il contesto in cui si è svolta la prova non abbiamo potuto avere con noi la A1 II per tutto il tempo che avremmo desiderato, ma i pochi giorni in cui l’abbiamo avuta a disposizione sono stati più che sufficienti per capire il potenziale di questa ammiraglia. Nonostante l’introduzione di tante nuove caratteristiche ed affinamenti, e dell’integrazione dell’unità dedicata all’intelligenza artificiale – che sulla carta è la caratteristica più importante del passaggio dalla Mark I alla II – rispetto al primo modello abbiamo apprezzato soprattutto l’adozione della connettività a 2,5GbE ed il nuovo stabilizzatore IBIS, che ha fatto un salto in alto notevole rispetto al precedente.
Certo, i numerosi miglioramenti e modifiche potrebbero non essere sufficienti a spingere chi già possiede un’A1 a passare alla Mark II, ma potrebbero costituire di certo un invito ai tanti che magari in questi anni avrebbero voluto fare il grande passo, ma non avevano avuto ancora il coraggio di farlo.
Chi compra l’A1 Mark II trova tutti i punti di forza e le tecnologie più avanzate presenti nell’intera gamma Sony, concentrati in un solo corpo macchina. Dal punto di vista tecnico è facilissimo trovare dei pro e difficile trovare dei contro: ci siamo dovuti sforzare per trovarne due oltre, all’unico vero, quello relativo al costo; nel momento in cui abbiamo scritto la prova non ci era stato comunicato, il che – considerando caratteristiche e prestazioni – ci ha lasciato presumere una quotazione piuttosto alta. Mentre scriviamo queste note conclusive abbiamo saputo che si parla di 7.500 euro, quindi certamente elevato in assoluto, ma nemmeno troppo esagerato, visto che è di poco superiore a quello della A1 prima versione. Un prezzo, in ogni caso, inevitabilmente alto, perché come accennato è legato alle caratteristiche ed all’esclusività del modello: Sony, del resto, lo promuove con uno slogan che non lascia dubbi sull’importanza della A1 II per la casa giapponese,The One, Unrivalled, l’unica/esclusiva, senza rivali!
SONY A1 II
Costruttore: Sony, Giappone
Distributore: Sony Europe B.V. sede secondaria italiana, via Rizzoli 4, 20132 Milano – tel. 02 618381.- www.sony.it
DATI DICHIARATI DAL COSTRUTTORE
Sensore: CMOS Exmor RS full-frame stacked da 35,9 x 24,0 mm
Fattore di Crop: 1X in foto, video 8K e 4K (1,1x in 4K a 100/120p, 1,24x in full HD a 200/240fps)
Uscita sensore: lettura completa senza pixel binning
Risoluzione: 50,1 MP effettivi
Processore: Bionz XR
Sensibilità: 100-32.000 ISO (foto/video), estesa 50-102.400 solo foto
Massima velocità otturatore: 1/8000s meccanico, 1/32000 elettronico
Stabilizzazione: IBIS a 5 assi (sensor shift) con 8,5 stop di guadagno e Active Mode digitale
Codec video: XAVC-HS (H265, 8K fino a 30p, 4K da 50 a 120p), XAVC S-I (H265, 4K e Full HD, fino a 600 Mbps), XAVC-S (H264, 4K e Full HD),
Uscita HDMI: connettore full size con supporto del 4K a 60p e uscita RAW a 16 bit
AF: Real Time AF con rilevamento occhi e distinzione umani/animali/uccelli
Numero punti AF: 759 punti a rilevamento di fase con copertura del 92% del fotogramma
Raffica fotografica: 30fps con un buffer di xxxx
Schermo LCD: 3,0” vari angle con 1,44 milioni di punti di risoluzione e modalità bright view
Viewfinder: OLED da 0,64”, 9,44 milioni di punti, 240 fps e 0,90x di rapporto d’ingrandimento
Corpo macchina: telaio in magnesio e tropicalizzazione
PAGELLA
Estetica: 8/10
Senza un esame approfondito dei comandi accessori si fa fatica a distinguere la A1 II dalle altre Alpha Full frame, A7 e A9, con finto pentaprisma. Non si toccano vette estetiche assolute, ma il design rimane un classico senza tempo
Costruzione: 8/10
Sempre di ottimo livello, come tutte le Alpha, dal 2013 ad oggi. Egonomia adeguata alle varie possibilità d’uso
Versatilità: 9,5/10
La versatilità è massima: la dotazione di comandi e le opzioni disponibili di ogni aspetto confermano che la nuova nata ha le carte in regola per adattarsi a qualsiasi tipo di lavoro e qualsiasi tipo di utenza.
Prestazioni 9,5/10
Qualità nelle varie condizioni e velocità, su tutti i fronti, sono da riferimento per l’intero panorama mondiale, non solo per Sony.
Rapporto Qualità/Prezzo: 7,5/10
Al momento di chiudere queste note scopriamo che si parla di un listino di. 7.500 euro al pubblico. Un valore di certo elevato in assoluto, ma in fondo appena superiore a quello della A1 prima versione (in questo momento quotata sul sito Sony 7.300 euro). Insomma, un acquisto che non sarà alla portata di tutti, una quotazione che costituisce lo scotto da pagare per i professionisti foto e video per poter avere in un un solo strumento, e in una forma compatta, il meglio che la tecnologia Sony offre al momento nei due mondi .
Pro
– Prestazioni fotografiche al momento quasi inarrivabili
– 15+ stop di gamma dinamica
– Risoluzione da 50MP (200 con pixel shift)
– IBIS da 8,5 stop
– AF da riferimento assoluto
– Video 8K e 4K da oscar
– Rolling shutter estremamente contenuto
– Codec video 4:2:2 a 10bit HEVC
– Porta Ethernet da 2,5Gb
– Caricabatterie rapido e doppio in dotazione
– Durata batteria
Contro
– Prezzo elevato
– Open gate non supportato
– 4K a pieno sensore con pixel binning