Ecco i fotografi vincitori assoluti delle dieci categorie del concorso professional del Sony World Photography Awards 2024 oltre ai vincitori del concorso Open, Student e Youth
Si è finalmente conclusa la diciassettesima edizione del Sony World Photography Awards che ha visto trionfare la fotografa francese Juliette Pavy con il titolo di Photographer of the year. Il suo progetto, così come quello degli altri vincitori del concorso e non solo, restano esposti alla Somerset House di Londra fino al 6 maggio 2024.
La mostra è impreziosita anche dalla presenza di alcune possenti opere in bianco e nero del fotografo brasiliano Sebastião Salgado, a cui è stato assegnato l’Outstanding Contribution to Photography 2024. Ci riferiamo ad immagini di progetti che rappresentano alcuni dei temi chiave della lunga (50 anni!) carriera di Salgado: Gold (1986), Workers (1993), Genesis (2011) e Amazônia (2019).
Ma veniamo ai vincitori delle 10 categorie del concorso Professional, alcuni dei quali li abbiamo fotografati durante la visita in anteprima della mostra.
CONCORSO PROFESSIONAL
ARCHITETTURA E DESIGN
Siobhán Doran (Irlanda) con la serie Sala Mayor (Living Room) – foto sotto
FOTOGRAFIA CREATIVA
Sujata Setia (Regno Unito) con la serie A Thousand Cuts – foto sotto
DOCUMENTARISTICA
Juliette Pavy (Francia) con la serie Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women
AMBIENTE
Mahé Elipe (Francia) con la serie Echoes of the Hive
PAESAGGIO
Eddo Hartmann (Paesi Bassi) con la serie The Sacrifice Zone (foto in apertura)
PORTFOLIO
Jorge Mónaco (Argentina) con la serie Portraits and Landscapes (foto sotto)
RITRATTO
Valery Poshtarov (Bulgaria) con la serie Father and Son (foto sotto)
SPORT
Thomas Meurot (Francia) con la serie Kald Sòl (Cold Sun)
NATURA MORTA
Federico Scarchilli (Italia) con la serie Flora (foto sotto)
NATURA E ANIMALI SELVATICI
Eva Berler (Grecia) con la serie Suspended Worlds
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Nella foto, Federico Scarchilli tra alcune delle sue immagini con le quali si è aggiudicato il primo posto nella categoria Natura morta . La sua serie, Flora, evidenzia l’importante ruolo della farmacognosia nella biologia moderna.
Qui sopra, la vincitrice della categoria Architecture, la fotografa irlandese Siobhán Doran, davanti ad una delle sue fotografie. La serie con la quale ha partecipato fa parte del progetto di un libro, Houses that Sugar Built: An Intimate Portrait of Philippine Ancestral Homes, per il quale le è stato concesso l’accesso a queste dimore storiche.
A Thousand Cuts è il titolo della serie con la quale l’inglese Sujata Setia si è aggiudicata il primo premio nella categoria Creative (qui sopra davanti ad uno dei suoi lavori). Si tratta di una serie di ritratti e storie che presentano uno studio fotografico sui modelli di abuso domestico nella comunità dell’Asia meridionale. La fotografa ha preso in prestito il significato metaforico della antica forma di tortura asiatica chiamata lingchi per mostrare la natura ciclica dell’abuso domestico. L’atto continuo di scalfire l’anima di chi viene abusato è espresso da tagli sul ritratto del partecipante, mentre le stampe sono realizzate su carta sottile per rappresentare la fragilità dell’esistenza del soggetto. L’opera finale è fotografata in un taglio stretto per creare un senso di soffocamento e assenza di spazio per il movimento.
Jorge Mónaco è il fotografo argentino vincitore della categoria Portraits and Landscapes. “Il mio obiettivo – dichiara il fotografo – è creare progetti che facciano luce sulla vita delle persone appartenenti a gruppi minoritari, siano essi etnici, religiosi o di genere. Attraverso le mie immagini, mi propongo di sensibilizzare e promuovere l’inclusione, offrendo una prospettiva riflessiva sulla diversità umana”.
Valery Poshtarov è il fotografo bulgaro che ha vinto nella categoria Portraits con la serie Father and son. “In un mondo che si sta già allontanando, tenersi per mano diventa una preghiera silenziosa, un modo per tornare insieme. Mentre posano, padri e figli si tengono per mano per la prima volta dopo anni, a volte decenni. È un momento forte, spesso pieno di esitazioni o addirittura di resistenze. Questo atto di intimità è diventato lo scopo principale del progetto, mentre le fotografie sono solo una semplice testimonianza dell’amore a lungo taciuto tra gli uomini. Attraversando culture diverse, raggiungendo angoli di Bulgaria, Georgia, Turchia, Armenia, Serbia e Grecia, questo progetto è diventato un faro di espressione emotiva e di conservazione culturale.”
Questa invece è la foto con la quale Liam Man (Regno Unito) è stato decretato Open Photographer of the Year 2024, titolo a cui si aggiungono un premio in denaro di 5.000 dollari, un set di attrezzature fotografiche digitali di Sony e grande visibilità internazionale.
Il titolo di Student Photographer of the Year è stato vinto da Kayin Luys (Belgio), studente della LUCA School of Arts Sint Lukas Brussels, che si aggiudica un set di attrezzature fotografiche di Sony del valore di 30.000 euro per la sua Università. La serie di Luys, intitolata Don’t Trust Pretty Girls, è un ritratto intimo dei suoi suoceri, che racconta il modo in cui ha conosciuto la famiglia della sua compagna ed è diventato parte delle loro tradizioni e dei loro rituali quotidiani.
Selezionato da una rosa di 10 fotografi con meno di 19 anni, Daniel Murray (Regno Unito, 15 anni) è il nuovo Youth Photographer of the Year, titolo che gli vale un kit digitale di Sony.
Infine il Sustainability Prize di quest’anno, e il relativo premio di 5.000 dollari, è stato assegnato a Kathleen Orlinsky (Stati Uniti) con la serie America’s First Wilderness.
Laddove non indicato le foto sono © Giorgia Vaccari /motoperpetuopress