Amarcord Photokina

Amarcord Photokina © Stefano Belli

Uno degli effetti collaterali della pandemia è evidenziato dalle difficoltà di varie mostre e rassegne, anche di importanza mondiale, di sopravvivere, fra edizioni on line ed altre soluzioni. Molte manifestazioni sono state sospese o rimandate, qualcuna ha chiuso definitivamente. Come la Photokina a Colonia, tradizionale appuntamento del mondo dell’imaging…

“As they say, all good things come to an end”, come si suol dire, tutte le cose belle finiscono. Coincidenza, con queste parole, mi ha scritto qualche giorno fa un collega americano nell’annunciare il ritiro dall’attività a cui aveva dedicato vari decenni. Ci eravamo conosciuti a Colonia, alla Photokina, alla più nota ed affermata rassegna europea dedicata all’immagine. Una fiera identica a tante altre, ma assolutamente unica, come forse sono tutti uguali gli esseri umani, ma comunque esemplari unici.

A Colonia sono legati ricordi indelebili, personali e professionali, e – con la complicità della pandemia, che ha davvero cambiato la nostra epoca – purtroppo non se ne potranno aggiungere altri. Dopo la bellezza di 70 anni, infatti, mancherà quell’appuntamento imperdibile. Una decisione che gli organizzatori hanno preso in base alla mutata situazione del mercato dell’imaging, e delle fiere in presenza, e in generale, verrebbe da dire, ai cambiamenti della vita tout court.

Bref, addio agli attraversamenti del fiume a piedi usando il ponte Hohenzollern, o con i traghetti di fortuna che collegano le due rive, per arrivare in fiera dalla città. Addio alle visite agli stand e alle gallerie estemporanee di immagini, addio conferenze in cima alla Messeturm e soprattutto addio sala stampa, di fatto una sorta di Ambasciata d’Italia dei giornalisti nostrani, il luogo d’incontro per eccellenza per raccontarsi qualcosa e prendere appuntamento per la serata.

Addio all’Euro Video Festival, alla giuria con i colleghi di tutte le principali riviste europee, con i quali negli anni abbiamo condiviso visioni di corti e decisioni per i premi, oltre a molti altri incontri di studio, confronto ed aggiornamento.

Addio passeggiate lungo il Reno e nell’area pedonale, addio ai negozi di dischi sotterranei, ai tanti luoghi resi famosi da serie televisive tedesche, alle cene in uno dei tanti, sorprendenti ristoranti con cucine di tutto il mondo, in centro oppure lungo i viali più periferici. Addio alla carne argentina che qui spopolava quando da noi il massimo dell’etnico era il cinese, al birrino (0,2 cl) all’Alt Köln a due passi dalla stazione ferroviaria, al formaggio fritto con salsa di mirtilli.

Addio al Domkirche St. Peter und Maria, la cattedrale cittadina, e alle sue davvero magnifiche forme, al vento davanti all’ingresso che certe volte non ti permette di tenere il cappello in testa, alle belle camere del Dom Hotel con vista sulle guglie. Addio ai bed and breakfast a decine di chilometri di distanza, mete obbligate quando non ti ricordavi di prenotare per tempo, alle camere delle navi ormeggiate sul Reno e trasformate in albergo, a quelle ricavate negli edifici storici.
Addio alla libreria Taschen, da cui è partita l’avventura di quello che poi è oggi l’omonimo editore di libri unici, addio ai negozi di fotografia di materiale usato.

Per fortuna, in archivio ci sono migliaia di foto scattate nel tempo, e soprattutto tanti ricordi sempre attuali a rammentarci che la Photokina non è morta, ma ora si è spostata da Colonia ed abita nei cuori di chi l’ha davvero vissuta ed amata.

testo e foto © Stefano Belli
(tratto dall’editoriale di Tutto Digitale n. 147)

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