A partire dal 4 dicembre 2021, Massimiliano Camellini presenta a Venezia, nei suggestivi ambienti di SPARC* Spazio Arte Contemporanea, il suo progetto fotografico Al di là dell’acqua. La mostra, include una serie di oltre 20 scatti in bianco e nero, tutti rigorosamente calibrati nell’aspetto contenutistico e formale, com’è proprio del lavoro dell’artista.
Massimiliano Camellini sceglie di esplorare il tema del viaggio come desiderio sconfinato di scoperta. La chiave metaforica di un percorso, che è prima di tutto esistenziale, porta l’artista all’interno delle navi cargo dove si focalizza sulla vita che si svolge a bordo, guardando al di là della superficie del mare o dell’oceano, visibile attraverso l’oblò e in direzione di una meta che non è solo geografica.
Il fascino da cui Massimiliano Camellini è ammaliato oscilla tra il senso di libertà e l’esorcizzazione della paura per l’ignoto, ricollegandosi all’opera Novecento di Alessandro Baricco, che Giuseppe Tornatore trasformerà nel film La leggenda del pianista sull’oceano, dove il protagonista preferisce la nave alla terraferma in quanto proiettata – sempre e comunque – verso il sogno infinito della scoperta.
La stretta relazione che lega i soggetti ai luoghi e agli spazi architettonici, tanto fisici quanto mentali, è sottolineata dalle immagini di oggetti di uso comune: il binocolo, l’orologio nel corridoio, la lavatrice, gli attrezzi per gli esercizi ginnici, il timone, il quadro comandi, gli apparecchi elettronici. Oggetti da cui trapelano storie vissute all’interno della nave, intesa come città-stato: uno spazio architettonico progettato per adattarsi a una nuova organizzazione ma anche uno spazio universale che contiene i simboli di tante appartenenze culturali ed etniche che condividono lo stesso viaggio, rappresentate in particolare dalla fotografia che inquadra tanti passaporti diversi su una stessa scrivania.
Lo spazio espositivo veneziano che ospita la mostra rappresenta la cornice perfetta per questo progetto: *SPARC nasce da un’antica abitazione privata lagunare, che mantiene la suddivisione per stanze propria dell’intimità domestica con un affaccio panoramico sui canali e sulla storia di navigazione dell’antica repubblica marinara. In omaggio alla storia del luogo e della città, Massimiliano Camellini ha realizzato una piccola serie d’immagini all’interno dello stesso spazio espositivo che ritraggono le tracce di arredo propriamente “navale” di cui è portatore, e che saranno esposte in una sorta di ‘mostra nella mostra’.
Il progetto espositivo Al di là dell’acqua è accompagnato dal catalogo italiano/inglese edito da Greta’s Books (2017) con testi di Andrea Tinterri (critico fotografico), Fabio Dei (antropologo) e Donatello Bellomo (scrittore), realizzato con il patrocinio del Comune di Venezia, Regione Liguria, Comune di Genova, Camera di Commercio di Genova, Capitolo Italiano della Royal Photographic Society, Laboratorio di Storia Marittima e Navale – DAFIST (Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia) dell’Università di Genova, e in collaborazione con Mu.MA – Musei del Mare e delle Migrazioni (Genova), l’Associazione Promotori Musei del Mare e della Navigazione, e il Doc SAI – Archivio Fotografico del Comune di Genova.
Al di là dell’acqua di Massimiliano Camellini approda a Venezia dopo essere stato esposto a Parma, presso BAG Gallery, a Genova al Museoteatro della Commenda di Prè in collaborazione con Mu.MA – Musei del Mare e delle Migrazioni, a Londra presso Brick Lane Gallery, a Roma presso Leica Gallery, Perth (Australia) presso il PCP, Perth Centre for Photography.
Massimiliano Camellini (Venezia 1964, vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano). Negli anni Novanta si avvicina alla fotografia di ricerca. Dal 2001 realizza progetti costituiti da serie di opere dedicate a temi universali, accompagnate dai rispettivi progetti editoriali. La prima serie è dedicata agli istinti e sogni dell’uomo: appartengono a questo ciclo Oltre le Gabbie (2001), I Volanti (2004), Duel (2006), Nuove Arene (2009), Il laboratorio dell’ossessione (2010), Ore 18.00, l’orario è finito (2012) e l’ultimo Al di là dell’acqua (2016). Segue la serie frammenti nel tempo, una ricerca nella realtà contemporanea di segnali spazio-temporali per un’indagine antropologica dell’evoluzione dei contesti urbani: Tram-Frame è il primo lavoro del ciclo. Le sue foto sono nelle collezioni museali di tutto il mondo tra cui Museum of Fine Arts, Houston, USA, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, Galerie Municipale du Chateau d’Eau, Toulouse, Francia, Musée du Strasbourg, Francia, Museum of Photography, Seoul, Korea, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.