Fotocamera Mirrorless Nikon Z6

Test estratto da: Tutto Digitale 127 – Febbraio 2019
Fotocamera Mirrorless
Nikon
Z6
– Prezzo: € 2.499,00 Nikon Z6+FTZ Mount Adapter; Z6+Nikkor Z 24-70mm F/4S € 2.979,00; Z6+Nikkor Z 24-70 F/4S+FTZ Adapter € 3.129,00
Dopo l’anteprima pubblicata sul numero di dicembre, Tutto Digitale torna ad occuparsi della Nikon Z6, con un super test foto & video prova completa che include un confronto approfondito con la sorella (quasi) gemella Z7.
E, sul nostro canale YouTube, tutti i filmati relativi a differenti valori ISO, slow motion…
Nikon Z6

La più recente mirrorless di Nikon era arrivata in redazione proprio nel momento in cui Tutto Digitale andava in stampa; avevamo fatto in tempo a pubblicarne le primissime impressioni, rimandando a questo numero la solita, consueta, prova completa.
Presentata ufficialmente insieme alla Z7, lo stesso giorno, la Z6 in effetti è arrivata sul mercato – ed a noi, per le prove di rito – con un paio di mesi di ritardo.

Gemelle fuori, diverse dentro

La Z6 è esternamente identica alla Z7; se non fosse per il logo, sarebbe impossibile distinguerle. All’interno però c’è  una scelta tecnica notevolmente differente, descritta essenzialmente da un numero, 24,5, che indica i milioni di pixel del sensore utilizzato dotato di filtro passa basso. Ventiquattro milioni e mezzo, che si contrappongono ai 45 di quello, privo di filtro, della Z7. Anche il processore, Expeed 6, è lo stesso.
Insomma, le macchine si differenziano quasi esclusivamente per gli elementi fotosensibili impiegati. Il costo più alto della Z7 farebbe pensare a prestazioni complessivamente superiori, ma in realtà non è così semplice. La Z7 può contare infatti su una risoluzione maggiore, che in alcuni ambiti fotografici può essere determinante, mentre la Z6 fornisce risultati prestazionali migliori in altre circostanze, e queste pagine ci aiuteranno a capire in quali.

Meno dati, più velocità

Un numero relativamente basso di pixel da processare conferiscono alla Z6 una maggiore velocità sulla raffica, che arriva a 12fps, ma soprattutto permettono al sensore rolling shutter di avere un tempo di read out notevolmente inferiore. In virtù di ciò, la piccola di casa Nikon è quasi del tutto esente dai classici problemi di deformazione determinati da soggetti o inquadrature in rapido movimento. Sebbene Nikon non dichiari un valore specifico, nei nostri test pratici abbiamo riscontrato risultati lusinghieri, da prima della classe; un read out molto rapido fornisce dei vantaggi al fotografo, che può quindi utilizzare lo shutter elettronico senza troppe remore, sia quando gli occorre lavorare senza generare rumore, sia quando gli occorrono tempi rapidissimi, che non possono essere raggiunti dall’otturatore meccanico.
I vantaggi crescono esponenzialmente nell’utilizzo video, dove lo shutter meccanico non può mai essere utilizzato, e dove i movimenti orizzontali della macchina da presa mettono facilmente in mostra i difetti del rolling shutter. Ma non solo; quando è molto pronunciato, l’effetto enfatizza, con le deformazioni che genera, le vibrazioni ed oscillazioni a cui è soggetta la fotocamera durante le riprese video, soprattutto quelle effettuate a mano libera. Sulla Z6, grazie allo stabilizzatore integrato IBIS (In Body Image Stabilizer), che agisce direttamente sul sensore, ed al rolling shutter quasi nullo, la stabilizzazione raggiunge dei livelli di eccellenza. Nikon non ha lasciato nulla al caso per realizzare un sistema dotato della massima efficienza. Alle doti del sensore e dello stabilizzatore, ha aggiunto anche un ulteriore elemento di pregio, dotando anche l’ottica della serie Z di uno stabilizzatore giroscopico, le cui funzioni interagiscono con quello del corpo, molto efficacemente.

Non solo foto

Stabilizzazione e rolling shutter ridotto non sono però le uniche armi di questa fotocamera; la Z6 ne annovera tante. Innanzitutto è una full frame con la F maiuscola. Quando gira video 4K, il potente processore Expeed 6 le consente di sfruttare tutto il sensore FX (sigla con la quale Nikon definisce il FF) da 36x24mm e 25MP. È a valle che il processore effettua la riscalatura senza escludere alcuna parte sensibile e senza scartare linee o pixel. Il sovracampionamento fornisce come risultato video perfetti, dotati di dettagli minuti e senza alcun difetto.
Ingrandendo e confrontando le stesse inquadrature effettuate con la Z6 e con la Z7 (che è comunque una delle macchine migliori in circolazione anche per i video), le differenze sono evidenti. La Z6 garantisce infatti, allo stesso tempo, maggiore definizione e meno artefatti, caratteristiche che in genere non sono conciliabili tra loro. Per comprendere ciò, vi invitiamo a visionare i video presenti sul nostro canale Youtube, ‘Nikon Z6 vs. Z7’, impostando la qualità di visione su 4K.
Avendo avuto a disposizione le macchine in momenti differenti, abbiamo evidentemente effettuato i test a distanza di tempo, e quindi noterete che ci sono inevitabili differenze atmosferiche e di temperatura colore, ma ciò nonostante i test sono molto utili a comprendere un aspetto specifico; più si ingrandisce l’immagine e più si nota la differenza. Le immagini della Z6 sono ancora ottime anche ingrandite all’800%. Sulle linee oblique o curve, non si notano scalettature, presenti invece sulla Z7.

Pixel: large ma non XL

La matematica non è un’opinione. Dividere lo stesso fotogramma full frame per un numero inferiore di pixel, fa si che la dimensione di ogni fotosito sia maggiore e con essa la sua capacità di catturare la luce. Anche l’esperienza ci ha insegnato che la pratica segue questa teoria; Sony e Panasonic, con A7S e GH5S hanno creato delle macchine dotate di una risoluzione appena maggiore del 4K, proprio per poter avere le massime prestazioni notturne.
Nikon ha scelto per la Z6 una strada diversa. Rispetto al numero enorme di pixel della Z7, c’è stato un calo significativo, ma la risoluzione resta allineata a quella di molte delle concorrenti dirette destinate primariamente alla fotografia professionale. La Z7 ha fornito durante la nostra prova ottimi risultati, con una tenuta interessantissima anche agli ISO più elevati. La Z6 alza sensibilmente l’asticella in questo settore, nonostante la dimensione standard dei recettori luminosi. La massima sensibilità nativa passa da 25.600 a 51.200 ISO, ed il rumore migliora i già ottimi livelli riscontrati con Z7. Ciò che però fa davvero la differenza è la risoluzione reale, che sulla Z6 non scende praticamente mai, rimanendo costante fino a 12.800 ISO. Nessuna macchina della sua classe riesce ad eguagliarla sotto questo aspetto. Potete analizzare le differenze osservando la seconda parte del nostro confronto Z6 vs. Z7, con il cupolone di San Pietro ripreso in condizioni difficili per il consueto test di ripresa in oscurità. Ancora una volta il confronto è in favore della Z6 sebbene, lo ripetiamo, la Z7 resti comunque una delle migliori macchine mai provate da Tutto Digitale.

Meglio FX o DX?

Oltre alla modalità FX, a sensore pieno, la Z6 permette di scegliere di effettuare le riprese sfruttando una porzione ridotta del sensore, la modalità DX, che altri produttori preferiscono chiamare APS-C. Nikon nella sua comunicazione spinge molto su questa possibilità, in quanto permetterebbe di realizzare video 4K ancor più definiti, con una connessione quasi diretta, tra il pixel ripreso e registrato. Nei nostri video sulla Z6 e negli screenshot qui pubblicati, potrete vedere che abbiamo dedicato ampio spazio anche a questo aspetto, confrontando riprese sulla stessa inquadratura, utilizzando le due modalità. Dato il crop factor generato dal sensore in modalità di DX, circa 1,5x, abbiamo utilizzato focali differenti sull’ottica; 70mm in FX e circa 46 in DX.
Dal punto di vista della definizione non abbiamo riscontrato vantaggi, le immagini sono sovrapponibili. La differenza maggiore sta nella profondità di campo, con la modalità DX APS-C che riduce l’effetto bokeh.
Nell’uso pratico quindi ci sentiamo di suggerirne l’uso solo in due circostanze; quando occorre aumentare la lunghezza focale, sfruttando il crop factor, oppure, mantenendo la stessa inquadratura, in quelle condizioni in cui è utile aumentare la profondità di campo senza limitare la luce in ingresso verso il sensore, lasciando quindi il diaframma alla massima apertura.

Anche per il video

Nella prova della Z7 avevamo usato come confronto la D850, un riferimento assoluto per il fuoco automatico. La Z7 aveva ripetuto le sue prestazioni aggiungendo tanti punti sensibili in più, estesi anche sulle zone più periferiche dell’immagine. Sulla Z6 rimane tutto confermato, come prestazioni assolute, salvo la disponibilità di meno punti. Per chi fa video significa avere un piccolo salto tra una fila di punti e l’altra, mentre sulla Z7 si sceglie senza soluzione di continuità.
La differenza è tuttavia minima e non determinante; i punti sono comunque tanti, 273 per l’esattezza. Il tracking rileva e segue i volti con grande affidabilità, anche se, con il firmware attuale, non riconosce gli occhi. Nikon ha già annunciato che il nuovo firmware supporterà questa caratteristica, sebbene non sappiamo ancora con quale modalità.
L’ottica Nikkor Z 24-70 asseconda appieno le funzioni della camera, seguendone le velocissime richieste. La messa a fuoco è estremamente rapida e precisa, e grazie al sistema ibrido, il punto esatto viene trovato senza tentativi, al primo colpo, anche in condizione di luce abbastanza scarsa. La velocità dell’autofocus può essere programmata in maniera diversa in uso fotografico e video. In quello video possono essere fornite impostazioni separate sia per l’uso durante la registrazione sia durante lo stand by.
Alle velocità più lente la messa a fuoco è così fluida e progressiva da scoraggiare l’uso manuale di un’ottica cine tramite follow focus. Basta sfocare manualmente per poi poggiare il dito sul tasto di scatto ed attendere che l’AF faccia tutto da solo.
I giochi sui piani focali sono incoraggiati dall’assenza del cosiddetto breathing, la respirazione, ossia il fastidioso effetto zoom che avviene durante la messa a fuoco, su molti obiettivi fotografici anche di fascia alta. Il rumore prodotto dal motore è al di sotto della soglia di udibilità, e non produce vibrazioni.
Le assistenze per la messa a fuoco manuale sono implementate correttamente; c’è il peaking e due tasti fisici, molto pratici, dedicati all’ingrandimento utile per capire esattamente la messa a fuoco. L’unica cosa da migliorare, via software, sarebbe la possibilità di usare l’ingrandimento anche durante la registrazione, visto che viene disabilitato automaticamente premendo il tasto rec.
E poi ci piacerebbe che Nikon eliminasse il freeze del preview nel monitor durante la chiusura dei file a fine registrazione; durante il reportage si perde quel mezzo secondo prezioso che consente di preparare già l’inquadratura per la ripresa successiva.

Slowmotion

Ormai tante macchine possono registrare in Full HD a 100 o più fotogrammi per secondo, ma alcune lo fanno scendendo a patti con una rumorosità molto accentuata. La Z6 può registrare fino a 120 fps, senza differenze se lo standard video master è impostata su PAL o NTSC. I video al rallentatore sono dotati di audio ed in post produzione vengono visti dalle app come file normali; non vengono quindi rallentati in macchina e si è liberi di scegliere se adattarli al frame rate del progetto corrente. Se confrontati ai file 4K hanno risoluzione e gamma dinamica inferiori, ma non viene aggiunto rumore e sono quindi di ottima qualità.

Picture profile, N-Log & Raw

Già da alcuni anni, prima le videocamere, seguite poi dalle reflex e mirrorless destinate al video, hanno adottato la possibilità di registrare con profili colore logaritmici, i cosiddetti Log, per poter mantenere al massimo la gamma dinamica senza incrementare la dimensione dei file. Anche la Z6 adotta questa possibilità, ma lo fa in modo parziale, ossia abilitando il profilo N-Log solo sull’uscita HDMI, e non sulla scheda interna. Bisogna dire però che l’uscita HDMI non solo supporta il Log, ma anche il campionamento 4:2:2 a 10bit, permettendo pertanto di registrare al massimo della qualità, a patto di utilizzare un registratore esterno.
La novità del 2019 sarà la possibilità, previo aggiornamento del firmware, di registrare esternamente anche in Apple ProRes RAW; nessuna camera di questa classe ne è mai stata dotata, e l’opzione rappresenta una vera e propria rivoluzione. Il codec interno è basato su H264 e supporta un bit rate massimo di oltre 140Mbit, valore adeguato a garantire una qualità di registrazione più che buona.
Non c’è il Log  interno, ma ci sono altri profili; quello standard già si comporta bene, in maniera molto equilibrata, ci sono poi quelli creativi, fatti per limitare al massimo interventi in post produzione, ma anche il flat, piatto, che limitando contrasto e saturazione, permette al codec interno di lavorare ancora meglio, minimizzando la creazione di artefatti di compressione; richiede poi ricorso al color grading per ripristinare dettaglio, contrasto e saturazione ottimali.

Foto comunque super

La sezione fotografica perde, rispetto alla Z7, circa 20MP di risoluzione e la possibilità di effettuare time lapse 8K da 32MP, ma resta comunque di valore assoluto.
Anche se dotato di filtro passa basso, il sensore regala scatti con i classici colori vivi ed allo stesso tempo naturali di Nikon e con dettagli minuti ineccepibili. I file Raw fotografici vengono memorizzati nel formato NEF, a 12 o 14 bit per canale, e si può impostare la compressione su tre livelli: non compresso, compresso senza perdita e compresso lossy.
I file JPEG vengono generati correttamente in macchina ed hanno un peso medio di circa 12MB. Un menù apposito consente di effettuare lo sviluppo dei file Raw in macchina con tutte le funzioni del caso.

Corpo ben scolpito

In genere parliamo della parte costruttiva ed ergonomica in apertura, ma per la somiglianza con la Z7 abbiamo invertito il nostro consueto ordine, riportando, in forma ridotta, solo alcune note fondamentali.
Essendo i corpi macchina identici, e con essi anche il software, per la Z6 valgono tutte le affermazioni pubblicate per la Z7. Costruzione ineccepibile con tropicalizzazione ed operatività in condizioni ambientali difficili. Ergonomia perfetta con tasti fisici abbondanti e disposti correttamente, con menu e touch screen studiati con attenzione.
I possessori di un altro modello Nikon troveranno un’interfaccia molto simile alle precedenti, gli utenti provenienti da altre esperienze non faticheranno ad affiatarsi immediatamente. L’app per i dispositivi smart funziona molto bene e non ha mostrato problemi di connettività con alcun device testato.
Sebbene suggeriamo una volta ancora di leggere la prova della Z7, riportiamo qualche nota relativa ad un capitolo molto importante, la visualizzazione. Le mirrorless Nikon sono dotate del migliore pannello per il mirino elettronico in circolazione, analogo a quello scelto dalle top di gamma di Sony, Canon, Fujifilm e Panasonic, alimentato da un’unità OLED da 0,5” e 3.6 milioni di punti di risoluzione. Nikon ha aggiunto del suo, dotando il dispositivo di lenti asferiche ed in vetro, progettate con la stessa cura con cui realizza gli obiettivi professionali da diversi decenni. La visione risulta ottimale anche indossando occhiali da vista. Il monitor touch LCD è anch’esso allineato ai modelli delle migliori macchine della concorrenza, e si rivela sempre affidabile, anche se, come in altri casi, si può orientare solo verso l’alto o verso il basso.

Un gran balzo in avanti

Infine, come di consueto, arriviamo alle valutazioni finali. Nikon ci ha abituato a DSLR eccellenti da decenni, e con le Z6 e Z7 è riuscita immediatamente a fare centro nell’arena delle mirrorless, proponendo due fotocamere complete ed estremamente versatili, e con grandi prestazioni video.
E con il prossimo aggiornamento firmware le nuove Nikon saranno le prime macchine a supportare la registrazione video in Raw, una vera rivoluzione per tutto il settore. La Z6 ha una risoluzione dei file fotografici nella media, e quindi inferiore a quelli della sorella più costosa Z7, ma allineata alla concorrenza diretta, comunque superiore a quella di altre macchine concorrenti indirizzate soprattutto ad un uso video e cinema.
Si propone quindi quale una delle migliori proposte in assoluto per uso bivalente. In due parole, una vera fotocamera professionale con un’anima, neppure troppo nascosta, da macchina da presa cinematografica. Le sue doti migliori sono certamente la qualità, la stabilizzazione integrata eccellente, il rolling shutter contenuto e le prestazioni con alti valori ISO (non solo per il poco rumore introdotto, ma soprattutto per la risoluzione reale che resta praticamente invariata da 100 a 12800 ISO).
L’ottica della serie Z provata asseconda tutte le doti della macchina, rispondendo alle aspettative.
Come in ogni oggetto tecnologico, in ogni casa, ed in ogni persona, non ci sono però solo gioie, c’è anche qualche dolore.
Avevamo scritto che alla Z7 mancavano due assi per essere da pokerissimo, alla Z6 ne manca uno solo; rispetto alle migliori mirroless MFT ed APS-C non supporta modalità di ripresa 4K a 50/60p.
Non registra internamente in Log, ma può farlo in 4:2:2 a 10bit e soprattutto, come già detto, lo farà in Apple ProRes Raw tramite l’HDMI.
Per chi ha già un parco SD card nutrito, sarà una pecca il disporre di un solo slot per schede di memoria XQD, disponibili solo in modelli velocissimi e costosi.
Le nuove batterie ad alta capacità forniscono una discreta autonomia, ma curiosamente inferiore a quella della Z7, confermando il dato dichiarato. Per stare tranquilli è bene uscire con un accumulatore in più, oppure valutare l’acquisto del battery grip opzionale.
Le grandi doti complessive mostrate, accoppiate al costo attuale (di poco superiore ai 2000 euro), conferiscono alla Z6 un ottimo rapporto qualità prezzo e ne suggeriscono l’acquisto non solo ai nikonisti, ma a tutta la platea di fotografi e videomaker alla ricerca di un prodotto serio ed affidabile, che non avranno difficoltà ad abituarsi alla macchina grazie alla semplicità con cui si può accedere alle massime prestazioni ed alla perfetta ergonomia di questo modello.
Date le spinte che il nuovo firmware fornirà nei prossimi mesi, con il supporto del video Raw, l’AF con Eye detection, ed il supporto delle nuove schede di memoria CFexpress, non escludiamo di effettuare un nuovo test di questa macchina estremamente versatile: restate sintonizzati…

Paolo Castellano

Pagella

ESTETICA   9/10
Linea identica alla Z7; pulita e moderna, non solo è bella da vedere, ma ha un aspetto personale che le permette di distinguersi al volo da altre mirrorless.
COSTRUZIONE   9/10
Eccellente, all’altezza del prestigio del marchio: basta toccare la macchina per capire la consistenza anche dei dettagli. Corpo tropicalizzato per resistere alla condizioni di lavoro più dure
VERSATILITA’   9/10
Flessibilità praticamente totale; la Z6 si adatta a qualsiasi necessità di lavoro, foto o video, notte o giorno.
PRESTAZIONI   9/10
Prestazioni fotografiche eccellenti sotto tutti gli aspetti, prestazioni video di livello molto elevato, con la possibilità, con il prossimo firmware, di registrare video RAW. Perde la lode solo per la mancanza della modalità video 4K a 50/60p.
RAPPORTO Q/P   9/10
Prestazioni elevatissime sotto ogni punto di vista, con prezzo ben inferiore a quello della sorella Z7 (destinata a chi ha bisogno della massima risoluzione).

PRO
✔  Ergonomia eccellente
✔  Autofocus molto efficiente
✔  Viewfinder con lenti in vetro
✔  Prestazioni fotografiche
✔  Prestazioni video
✔  Rolling shutter contenuto
✔  Stabilizzatore molto efficace
✔  Registrazione video Raw
CONTRO
✔  Assenza modalità video 4K a 50/60p
✔  Slot memory card XQD singolo
✔  Monitor orientabile solo in verticale
✔  Autonomia leggermente inferiore a quella della Z7

Costruttore:  Nikon, Giappone
Distributore: Nital, via Vittime di Piazza Fontana 54,  10024 Moncalieri (TO) tel. 199124172 – www.nital.it

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Sensore: CMOS BSI con filtro passa basso da 24.5 MP effettivi (6048 x 4024).
Dimensioni Sensore: Full frame Nikon FX, da 35.9 x 23.9 mm
Fattore di Crop: 1x
Innesto obiettivo: Nikon Z mount
Autofocus: Ibrido a rilevamento di fase e contrasto, su 273 punti.
Stabilizzatore: A 5 assi con sensore elettroattuato; interazione con ottiche VR.
Otturatore: Meccanico (1/8000-30s), mod. bulb e tempo. Syncro flash fino a 1/200s.
ISO: da 100 a 51200 con scatti di 1/3 o 1/2 EV. In modalità estesa fino a 204.800.
Monitor: Touch da 3.2” e 2,1 milioni di punti, con copertura del 100% e articolazione solo verticale
Mirino EVF: OLED da 3,69 milioni di punti, con copertura del 100% del campo visivo ed ingrandimento di 0.8x (con obiettivo da 50mm, distanza soggetto un metro)
Raffica: Fino a 12 fps in modalità High-speed extended. Con RAW 14-bit 9 fps.
Formati di registrazione 4K: UHD 3820×2160 @ 24/25/30p
Formato file video: MOV ed MP4 con codec H264 e bitrate sino a circa 144Mbps
Registrazione di Video ad alta velocità: Fino a 120fps in  Full HD.
Massima durata di registrazione video continua: 29 minuti e 59 secondi
Stabilizzazione dell’immagine: Elettronica con crop dell’immagine.
Uscita video: HDMI micro type C, “clean”, usabile per registrazione esterna, supporto profilo colore N-Log a 10 bit 4:2:2 e Apple ProRes Raw (prossimamente)
Connettore dati: USB 3.1 Type-C
Ingresso audio: Connettore mini jack da 3,5mm con livelli regolabili.
Slot memory card: XQD singolo
Dimensioni:134 x 101 x 68 mm (larghezza, altezza, profondità)
Peso: 675g con batteria e scheda di memoria, 585g solo corpo.
Dotazione: Batteria ricaricabile EN-EL15b, caricabatterie ed alimentatore, cavo USB, tracolla, tappo per il mount obiettivo, paraluce per oculare in gomma, clip per cavi HDMI/USB, tappo per la slitta hot shoe.

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