Come si sta muovendo il mercato dei televisori? A livello di risoluzione, evidentemente, il formato oggi è il 4K, o meglio l’Ultra HD televisivo (3840×2160), anche se probabilmente, quando leggerete queste note, il mercato offrirà anche diverse soluzioni 8K.
Qualità di immagine però non significa solo definizione, e quindi i sistemi HDR e simili in primis avranno sempre più importanza.
Il tutto, naturalmente, non dimenticando la tecnologia di base: e se oggi, soprattutto nel segmento alto del mercato, tutti dicono ‘OLED, I love you’, la tecnologia LCD ha ancora qualche freccia nella sua faretra… In particolare nella gamma media del mercato, infatti, molti LCD sono assolutamente competitivi nel rapporto qualità/prezzo e a volte hanno anche punte di eccellenza di qualche parametro, quindi è ancora presto per mandare in pensione questa tecnologia.
Non solo OLED
In questo numero proviamo ad esempio l’LCD KD-65XF9005 di Sony, azienda che ultimamente ha puntato molto, con successo ‘di critica e di pubblico’, all’OLED (in proposito, si veda Tutto Digitale 122), ma, saggiamente, tiene un occhio, o meglio un piede, anche nell’LCD.
Il KD-65XF9005 oggetto della prova è un 65 pollici (misura che corrisponde all’incirca a ben 1,65 metri di diagonale) della nuova serie XF90, erede della XE90, che punta molto sul favorevole rapporto qualità/dimensioni/prezzo; la serie, infatti, offre soluzioni da 49, 55, 65 e 75″ (con diagonale che sfiora i 2 metri), a prezzi competitivi: parliamo rispettivamente di 1.399, 1.599, 2.299 e 3.990 euro.
Dal punto di vista estetico, almeno frontalmente, c’è poco da dire, dato che i moderni Flat TV si somigliano un po’ tutti, inevitabilmente, basati come sono sul concetto di ‘tutto schermo ‘ (ovvero con cornice fra il sottile e il quasi assente che ‘contiene’ il display schermo vero e proprio). Un po’ di differenza la fa – non prendendo in considerazione il posizionamento a muro, stile ‘quadro’ – il sistema utilizzato di appoggio e sostegno dello schermo, la base, insomma. In questo caso è stata scelta una soluzione minimalista, con due mezzi supporti che, visti frontalmente, si ‘aprono’ verso l’esterno.
In qualche modo, questi supporti sono studiati per consentire un minimo incanalamento dei cavi posteriormente, anche se la soluzione non è poi così risolutiva.
Abbiamo parlato di collegamenti, che in questo caso prevedono tutto quanto è necessario e sufficiente, ed approfittiamo per dare un’occhiata al retro.
Che appare piuttosto pulito, anche se lo spessore complessivo – probabilmente per l’adozione di un sistema Full Array Local Dimming – non è così ridotto come ci si poteva aspettare.
C’è anche il Dolby Vision
Questa nuova serie XF90, ovviamente, introduce diversi miglioramenti sotto il profilo tecnico funzionale rispetto alla precedente, il più importante dei quali riguarda la compatibilità con segnali video Dolby Vision (il sistema HDR attualmente più evoluto), e la tecnologia X-Motion Clarity per l’aumento della risoluzione delle immagini in movimento.
L’HDR (High Definition Range), come è noto, è in sostanza un ‘sistema’ di gestione dell’immagine (che non è legato alla risoluzione) che permette di trarre ogni sfumatura cromatica, ogni minima variazione di luce, per una riproduzione naturale e spettacolare allo stesso tempo.
Il Dolby Vision è una delle soluzioni per la riproduzione dei contenuti HDR con curva del gamma PQ (SMPTE.2084), studiata e lanciata da anni dall’azienda americana come parte integrante del suo ‘sistema’ Dolby Cinema (insieme al Dolby Atmos per l’audio e ad una visione ad hoc di sala ed ambienti) e considerata la più efficace per l’adozione di metadati dinamici (concetto applicato anche sul recente HDR+) anziché statici.
Il Dolby Vision è disponibile da tempo, ma ha dovuto pagare il prezzo della ‘dipendenza’ da Dolby (leggi royalties, che sono la fonte di finanziamento di tutte le ‘invenzioni’ di casa Dolby) per la diffusione iniziale; per il momento questa soluzione in campo consumer è supportata principalmente da LG e da Sony; l’altra proposta a cui accennavamo, l’HDR10+, è apparsa solo recentemente, ed è frutto dell’impegno congiunto di Panasonic e Samsung.
Il tempo chiarirà se i due sistemi convivranno, se uno supererà l’altro o se magari arriverà un’altra soluzione…
Il secondo vantaggio rispetto alla serie XE90 riguarda la gestione ancora più efficiente della retroilluminazione per l’aumento di dettaglio e risoluzione percepiti delle immagini in movimento: in pratica, controllando dinamicamente le stesse zone del local dimming, Sony è riuscita a simulare la tecnica dello “Scanning Backlight” senza spegnere completamente le zone di retro-illuminazione, col risultato di avere – a parità di prestazioni con la vecchia serie – più luminosità, aspetto fondamentale soprattutto per la riproduzione dei contenuti HDR.
Si tratta comunque di funzioni che consigliamo di attivare soltanto con segnali video già nativamente a 50Hz e dove la risoluzione delle immagini in movimento è un fattore chiave, come negli eventi sportivi.
Al centro è meglio
Il pannello LCD utilizzato nel Sony KD-65XF9005, basato su tecnologia LCD-VA (Vertical Alignment), è caratterizzato da un rapporto di contrasto nativo che arriva sino a ben a 6.000:1 con temperatura colore del bianco nativa (ma che scende fino a circa 4.000:1 con la calibrazione fine del bilanciamento del bianco). Le zone di local dimming sono una sessantina per il modello da 65″, effettuando un calcolo molto approssimativo in base alle dimensioni della diagonale.
L’angolo di visione ideale, inutile dirlo, come sempre, è quello risultante dal posizionamento rigorosamente di fronte allo schermo, se si vuole il massimo della qualità. In ogni caso, con questo apparecchio l’angolo tutto sommato è abbastanza ampio, a vantaggio di una platea relativamente numerosa. Resta il fatto che la posizione centrale è anche la migliore per approfittare dell’audio, che del caso nei Flat TV non è mai nulla di eccezionale, per ovvi motivi di ‘spazio’ disponibile per gli altoparlanti (e di volume per i woofer).
Questo modello non fa eccezione, e il suono è accettabile solo sino a livelli medio bassi, e per vedere il telegiornale o simili. Per un buon film, uno spettacolo musicale, a maggior ragione se contenuto in un supporto fisico (DVD, BD, e soprattutto 4K UHD BD), si impone un impianto surround degno di questo nome o, almeno, una soundbar di ultima generazione, che non faccia troppo rimpiangere un suono multicanale ‘vero’.
A tal scopo Sony stessa suggerisce un modello adatto alla situazione, anche fisicamente (si inserisce sotto lo schermo, fra i due mezzi supporti sinistro e destra), l’HT-XF9000 (2.1), in vendita a circa 500 euro.
Prima di passare all’analisi delle prestazioni, segnaliamo che il nuovo TV Sony adotta il sistema operativo Android 7, con un chip (o meglio, un SoC) Mediatek. Come possono immaginare i più esperti in questo genere di cose, al di là dell’implementazione ed integrazione di Sony, i risultati sono decisamente deludenti in termini di rapidità operativa generale, e con attese per l’avvio di qualche applicazione eccessive in particolare.
Concludiamo con una nota sul telecomando, realizzato in linea con altri dispositivi di controllo a distanza della casa giapponese. Piuttosto sviluppato in lunghezza, dotato di microfono, è caratterizzato da un’isola centrale con comando multifunzione ai punti cardinali e pulsanti nella corona circolare esterna. I tasti (non retroilluminati) sono una cinquantina, e consentono la gestione totale dell’apparecchio; in evidenza, come sempre più spesso accade, due pulsanti per l’accesso diretto ‘Google Play’ e Netflix’.
Una bella sorpresa
Per la prova abbiamo utilizzato file, streaming e dischi Blu-ray HD e Ultra HD 4K provenienti dal lettore Ultra HD Sony UBD-X700, aggiornato al nuovo firmware con piena compatibilità per i contenuti Dolby Vision, anche in streaming.
Oltre ai segnali del digitale terrestre e del satellite, attraverso le applicazioni del TV Sony abbiamo utilizzato anche i servizi di streaming di Amazon e Netflix.
Il risultato nel complesso è molto interessante, in particolare per l’equilibrio complessivo tra ricchezza di sfumature, gamma dinamica, potenza luminosa e correttezza cromatica.
La definizione di immagini televisive di eventi sportivi, specialmente a risoluzione UHD 4K e 50 fotogrammi progressivi al secondo, conferma le attese e appare in effetti a volte leggermente superiore a quella di un TV con tecnologia OLED. La resa cromatica è molto precisa, soprattutto se si affina la calibrazione del bilanciamento del bianco, confermando quanto emerge dai grafici di misura, di cui vi parliamo a parte.
In conclusione, con questo 65XF9005 Sony ha fatto un ennesimo centro. Parliamo di un televisore (quasi) normale, ma in taglia XXL (65 pollici nel caso dell’esemplare in prova) che va bene praticamente in ogni condizione, offerto ad un prezzo certamente interessante.
Peccato solamente per la modesta resa sonora (ma con il 99% dei TV di questo tipo è impossibile ottenere di meglio senza un impianto surround esterno o almeno una sound bar decente) e per l’operatività decisamente lenta, che limita il piacere di esplorazione di alcune funzioni disponibili.
Ma per quest’ultimo aspetto, chissà, magari con un firmware aggiornato, un giorno o l’altro…