ll sistema di ottiche E-mount è nato solo alcuni anni fa, in tempi relativamente recenti, insieme alle mirrorless di casa Sony. In effetti, fino ad allora il costruttore giapponese aveva adottato il cosiddetto A-mount per le reflex. A-mount e E-mount non sono nativamente compatibili, ma con un adattatore è possibile montare le ottiche A-mount sulle macchine E-mount, mentre il contrario non è previsto. Da segnalare che sia le ottiche A-mount che E-mount esistono in versione Full Frame e APS-C; le APS-C, con una FF, possono essere usate in modalità ritaglio 1.5x, quindi sfruttando solo la parte centrale del fotogramma.
Inevitabilmente, quindi, all’inizio della storia E-mount il parco-ottiche era piuttosto limitato, ma, piano piano, la gamma (fra modelli 100% Sony ed altri firmati Zeiss) si è completata, sino a diventare di fatto ampia come quella di marchi fotografici storici grazie alla presenza di realizzazioni di costruttori indipendenti per le Sony, fra modelli universali (con attacchi per vari marchi) e studiati espressamente per l’E-mount.
Un esempio lo proviamo in altre pagine, firmato Fujinon; qui invece è il turno di uno zoom wide del catalogo Sony, 16-35 mm F/4, arricchito dal marchio azzurro Zeiss: per la precisione, si tratta di un Vario-Tessar T* FE 16-35 mm F4 ZA OSS.
Due genitori importanti
Spesso un nome importante è una garanzia di qualità, ed in questo caso ce ne sono ben due. Lo zoom in prova, infatti, è il frutto della sinergia tra i due gruppi tedesco e giapponese, che sul resto delle rispettive gamme non si risparmiano di certo in quanto a concorrenza e ricerca dell’innovazione continua.
L’obiettivo è costruito davvero bene, realizzato completamente in metallo, con finiture perfette. È tropicalizzato per accoppiarsi a corpi macchina professionali e sfidare gli elementi, umidità, sabbia e polvere, che sono da sempre nemici della fotografia.
Tutto considerato, le dimensioni sono compatte ed il peso contenuto. L’ergonomia è buona, ma rispetto ad altri obiettivi di casa Sony, sentiamo la mancanza sul corpo ottico di alcuni e pratici comandi fisici, per operare interventi rapidi senza accedere al menu o su altri comandi della camera.
Il range focale copre tutte le necessità grandangolari, l’apertura F4 costante è apprezzabile ma non certamente da primato. Certo, sfruttando i corpi macchina recenti di Sony, problemi di luminosità difficilmente potranno venir fuori, e grazie agli opportuni provvedimenti messi in atto in fase di progettazione, il bokeh ottenibile è comunque appagante.
Distorsioni ottiche sono presenti, ma minime ed accettabili. In fase di sviluppo dei file RAW la curva fornita da Sony consente automaticamente di eliminarle. In posizione di massimo grandangolo è presente una piccola distorsione a botte, a media estensione c’è un buon equilibrio, mentre verso i 35 mm viene fuori un leggero effetto cuscinetto, in genere comune a tutti gli zoom di questa, seppur alta, fascia di mercato.
La risoluzione è elevata, in linea con le aspettative del nome Zeiss e dei materiali usati, così come sono contenute su ottimi livelli le aberrazioni cromatiche.
Ricordiamo che queste prestazioni sono possibili non solo per merito della progettazione, ma anche grazie ai materiali utilizzati con elementi in vetro ED a bassissima dispersione ed al classico rivestimento antiriflesso ‘T star’ (T*) del costruttore tedesco.
Volendo fare un appunto, unica nota perfettibile, in posizione di massimo wide e con il diaframma tutto aperto, appare una leggera vignettatura, determinata da una minore luminosità all’estrema periferia dell’immagine. Tuttavia, come per la distorsione, tale vignettatura è ben compensata dalla correzione automatica in fase di sviluppo dei RAW, e quindi…
La sezione autofocus funziona in maniera esemplare. Il nostro utilizzo in team con l’A7RIII ha mostrato tutte le doti di entrambi i componenti della squadra; si sono dimostrati sempre velocissimi e precisissimi in qualsiasi condizione di luce, sia in uso photo che video. Il fuoco manuale, prezioso per i videomaker, si gestisce con semplicità e precisione grazie al corretto rapporto di demoltiplicazione della ghiera, che opera in modalità “by wire”.
Efficace, come già verificato in diversi prodotti Sony, il sistema (ottico ) di stabilizzazione Super Steady Shot.
Good companion
Concludendo, possiamo affermare che lo zoom ha confermato le aspettative che i nomi Sony e Zeiss conferiscono generalmente ai loro prodotti ottici. Le qualitá sono ottime in tutti i comparti con la sola pecca di una vignettatura presente in alcune combinazioni di lunghezza focale ed apertura di diaframma, peraltro adeguatamente risolvibile in fase di sviluppo.
Insomma, riteniamo che questo 16-35 sia un ottimo compagno per ogni Sony Alpha, specialmente per quelle, come A7RII/III, A7S e A9, in grado di spingersi senza problemi ad alte quote ISO senza dover per forza ricorrere a ottiche con aperture massime di F2.8 o inferiori. Infine il costo, nota dolente che spesso si accompagna alle realizzazioni nippo-tedesche, risulta invece abbastanza contenuto in valore assoluto ed ottimo rispetto alle caratteristiche costruttive e prestazionali.