Da soli, i valori 100mm F2.8, non dicono poi molto, ma basta interpretare la sigla STF per cominciare a comprendere il potenziale di questo obiettivo.
STF sta infatti per Smooth Trans Focus, uno speciale sistema ottico, studiato per ammorbidire la transizione tra il piano focale e le aree fuori fuoco. Fulcro del sistema è un filtro di vetro concavo, di colore grigio neutro, chiamato elemento apodizzante, in grado di creare uno sfocato (o effetto bokeh, come va di moda dire da qualche tempo) morbidissimo con i punti di luce fuori fuoco, sia quelli davanti che dietro al piano focale, perfettamente circolari e sfumati.
Un po’ di storia
Negli anni ottanta, in piena era analogica, Minolta inventò e brevettò questo tipo tipo di tecnologia e la introdusse per la prima volta in un prodotto commerciale nel 1999, nel Minolta STF 135mm F2.8 [T4.5]. Questa lente unica e rivoluzionaria ebbe un grande successo, tanto che, a distanza di 19 anni, è ancora oggi in vendita con il marchio Sony, che, come sappiamo, rilevò il ramo fotografico di Konica-Minolta nel 2006. L’obiettivo aveva la caratteristica di avere per l’appunto, per primo nella storia (ed unico per circa 15 anni), il filtro apodizzante, e due diaframmi, uno da 9 lamelle per l’utilizzo automatico, ed uno da 10 per l’uso in manuale con aperture comprese tra T4.5 e 6.7. La tecnologia dell’epoca non permetteva di accoppiare l’autofocus a tale sistema, per cui il fuoco era esclusivamente manuale.
Il nuovo che avanza
Diciotto anni dopo il primo, Sony ha introdotto il suo secondo obiettivo dotato di questo sistema ottico, e lo ha affiancato a tutte le tecnologie più avanzate di cui è in possesso, tanto da farlo rientrare nell’elenco dei G Master, quello dei top class della casa giapponese. Questi, contrassegnati dalla sigla GM, sono caratterizzati da nitidezza elevatissima, garantita su tutta l’immagine, con MTF di 50 linee per millimetro.
Questo inoltre è il primo obiettivo STF dotato di fuoco automatico con motore ad “onde supersoniche” DDSSM (Direct Drive SSM) e stabilizzatore ottico OSS, Optical Steady Shot. Il design ottico prevede 13 elementi divisi in 10 gruppi; tra le lenti non mancano materiali e trattamenti nobili, come vetro ED,extra-low-dispersion e nanotecnologie per ridurre riflessi. Il diaframma ha 11 lamelle, che consente di ottenere un’apertura perfettamente circolare.
L’elemento di apodizzazione è il più “importante” tra tutti quelli apparsi sinora in commercio; il suo spessore ed il colore grigio neutro fanno si che l’apertura massima di F2.8 si traduca in un valore T, quello che misura anche le perdite per dispersione, di 5.6. La profondità di campo non risente di questa perdita ed è quella determinata dall’apertura massima.
Appartenenza al club
Sinora abbiamo apprezzato la costruzione interna; all’esterno l’appartenenza al club G master è evidente. I materiali, plastica e metallo, sono di ottima qualità. La protezione da umidità e polvere è assicurata dalla tropicalizzazione. In dotazione è fornito un paraluce esteso in lunghezza, con innesto a baionetta pratico e veloce. Senza paraluce le dimensioni complessive sono leggermente più estese della norma, poco meno di 12 cm di lunghezza e 8,5 cm di diametro. Questa lente si distingue per la presenza di tanti e comodi comandi fisici; oltre alla ghiera del fuoco posta all’estremità, troviamo un pulsante per “congelare temporaneamente” la messa a fuoco automatica, una ghiera per l’apertura del diaframma, che ha anche un selettore per regolarne l’apertura continua o a scatti e due commutatori, uno per la messa a fuoco automatica/manuale ed un altro per abilitare o disabilitare lo stabilizzatore ottico.
La ghiera per l’apertura del diaframma ha due posizioni protette da un tasto di sblocco. La prima posizione, di default, permette di mettere a fuoco da una distanza minima di 85 cm sino all’infinito. La seconda posizione invece consente di mettere a fuoco soggetti relativamente vicini, tra 57cm ed un metro. Il massimo ingrandimento possibile in questa modalità, 0,25x, ci fa capire che anche se non siamo in presenza di un obiettivo macro, questo ci si avvicina parecchio e potrebbe sostituirne uno in alcune circostanze.
Servizio rapido
Essendo il nuovo 100 mm il primo obiettivo di questo tipo dotato di autofocus, avevamo qualche preoccupazione in merito alla velocità ed alla precisione del fuoco automatico. Sebbene non sia veloce quanto l’altro obiettivo Sony della serie G Master che abbiamo provato sulla A7RIII, la rapidità si è sempre mostrata all’altezza del sistema; solo in condizione di luce particolarmente scarsa non trova immediatamente il punto di fuoco, e fa un piccolo tentativo, a volte fastidioso durante l’uso video (dove, sia chiaro, la maggior parte degli utenti preferisce in genere utilizzare il fuoco manuale). Quest’ultimo funziona egregiamente. Sebbene il comando non sia fisico ma “by wire”, aiutandosi con i mezzi messi a disposizione dalle mirroless Sony – peaking, magnifier, e via discorrendo – la giusta demoltiplicazione del comando e l’esatta progettazione ottica, permettono di trovare il punto di fuoco desiderato con rapidità e precisione. Quando le condizioni di luce sono buone, la transizione motorizzata da manuale ad automatico è perfettamente fluida e si può utilizzare tranquillamente per giocare con i piani focali. L’ottica inoltre “non respira”, cioè variando il fuoco non avviene quella sensibile e fastidiosa variazione dell’ingrandimento delle immagini che accade su molte ottiche fotografiche, anche top class. Molti videomaker per evitare questo fenomeno preferiscono ricorrere alle ben più costose ottiche cinematografiche.
Dal punto di vista della precisione ottica, tutto è al suo posto. Non abbiamo riscontrato aberrazioni cromatiche. È presente una distorsione minima, che però viene corretta perfettamente dal profilo della lente fornito da Sony nei programmi per lo sviluppo dei file RAW. Ci ha stupito positivamente la totale assenza di vignettatura con qualsiasi apertura del diaframma, anche ad F2.8. La luminosità è uniforme su tutto il fotogramma. Allo stesso tempo, la risoluzione, vanto degli obiettivi della serie G Master, si è dimostrata all’altezza delle nostre grandi aspettative. È già ottima ad F2.8, ma raggiunge il massimo ad F8.0, per poi degradare, progressivamente, in maniera accettabile, sino ad F20.
Ed il bokeh?
Come abbiamo detto, questo è un obiettivo nato con il proposito di generare gli scatti con il migliore bokeh in assoluto. Il più corposo elemento apodizzante mai usato in un obiettivo commerciale, insieme agli altri accorgimenti utilizzati in fase di progettazione e costruzione, ci consentono di confermare che l’FE100mm è davvero una star di questa disciplina. Le aree fuori fuoco, sia in background che in foreground, sono sfumate in una maniera perfettamente uniforme, come raramente ci è capitato di vedere, ma non solo; anche le aree di transizione tra il fuoco ed il fuori fuoco sono allo stesso modo, fuori dall’ordinario, finemente sfumate.
Il gioco vale la candela?
Lo abbiamo detto in apertura, e lo confermiamo alla fine del test. Questo obiettivo, è un prodotto esclusivo, in grado di generare risultati eccellenti, soprattutto nella sfera della sfocatura e del bokeh, ma si comporta bene in ogni ambito d’uso.
L’apertura massima non elevatissima e l’elemento apodizzante che riducono la luce effettiva in ingresso sino a T5.6, in certe situazioni possono essere un problema per chi usa vecchi corpi macchina. Utilizzata però con una Sony A7RIII, una A9 o con un’altra mirrorless di recente generazione, dotata di grande tenuta ad alti ISO e sensore stabilizzato, questa lente, pardon ottica, difficilmente deluderà anche l’utente più esigente, risultando forse inadatta solo all’uso sportivo, quando bisogna necessariamente utilizzare tempi di posa molto ridotti.
Un paio di ulterori note prima di finire. Molto positiva la possibilità di commutare il fuoco a partire da 57cm, con l’ingrandimento massimo di 0,25x, che lo rendono quasi macro. Altrettanto positiva è la presenza di numerosi comandi fisici direttamente sull’ottica che consentono di ridurre al minimo il ricorso al menu di sistema.
Un buon affare
Infine, il momento per una valutazione sul prezzo al pubblico. Che non è trascurabile in assoluto, e a prima vista potrebbe sembrare eccessivo, ma anzi, data la qualità della realizzazione, le caratteristiche esclusive e la poca concorrenza diretta, forse è addirittura conveniente.
In altre parole, tutto considerato ci troviamo di fronte a un prodotto con rapporto qualità prezzo decisamente superiore alla media. Una buona notizia, insomma, per chi vuole arricchire il proprio sistema Sony…